CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Presentata dai consiglieri del Centrodestra una proposta di legge di riforma dell'assetto dei Consorzi industriali della Sardegna


Cagliari, 12 dicembre 2001 - Alcuni articoli dello Statuto regionale, il 4 ed il 6, attribuiscono alla Regione competenza in materia di "coordinamento, vigilanza e tutela degli enti ed organizzazioni preposti allo sviluppo industriale ed economico dell'Isola".  Competenze confermate dal decreto del presidente della Repubblica 348/79, sulle norme di attuazione di alcune disposizioni statutarie.

Nell'Isola esistono, attualmente 16 consorzi, istituiti secondo leggi diverse, in periodi differenti, con una sovrapposizione di norme che hanno favorito una realtà disorganica, con situazioni contrastanti.

I Consorzi per le aree di sviluppo industriale (ASI) ed i Consorzi per i nuclei di industrializzazione (NI) sono stati costituiti secondo le norme del vecchio testo unico per il Mezzogiorno, i Consorzi industriali di interesse regionale (ZIR) sulla base della legge regionale 22/53. Tre diversi tipi di organismi, per alcuni aspetti profondamente diversi, che hanno in molti casi perso "ogni ragion d'essere".

Per cercare di porre ordine in questa complessa situazione, la Regione, negli anni scorsi, ha proposto uno "Statuto consortile tipo", chiedendo ai vari Consorzi di uniformarsi a questa nuova ipotesi di organizzazione consortile.

"Ma le sanzioni previste per i Consorzi che non avessero ottemperato a questa norma regionale erano e sono decisamente irrisorie (la sospensione del contributo regionale per la gestione ordinaria) ed in troppi non hanno adeguato il loro allo statuto proposto". Questa la situazione dalla quale sono partiti Andrea Pirastu ed altri 23 consiglieri dei gruppi di maggioranza, per elaborare una proposta di legge con la quale "mettere finalmente ordine" in un settore delicato, che riveste un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo economico della società sarda.

La proposta di legge è stata illustrata, nel corso di una conferenza stampa, dai consiglieri regionali Andrea Pirastu, Mimmo Licandro, Tonino Frau ed Enzo Satta, i quali hanno voluto sottolineare come la situazione esistente abbia portato a lunghi contenziosi, a contrasti anche violenti, in alcuni casi alla paralisi degli organismi industriali, quando non abbia costretto l'assessore competente a "commissariare" gli enti meno efficienti.

"Una situazione difficile da gestire, ha detto Andrea Pirastu, e la impossibilità da parte della Regione di svolgere il suo ruolo di programmazione e di controllo, per le troppe carenze ed inefficienze riscontrate". In molti casi, inoltre, il controllo democratico, garantito da amministratori eletti dagli enti locali o in rappresentanza delle organizzazioni degli imprenditori e delle parti sociali, non è proprio esistito. In alcuni casi, infatti, alcuni Consorzi hanno instaurato una monarchia assoluta" facendo e disfacendo, senza rendere conto del loro operato a "nessuno".

L'esigenza di fornire aree attrezzate, servizi, infrastrutture agli operatori economici, però, impone scelte oculate, una più attenta programmazione degli investimenti. "Per questa ragione abbiamo messo a punto una proposta di legge che riordina tutta la difficile materia, la innova, prevede sistemi di controllo più incisivi e tempi brevi, in caso di un sempre possibile commissariamento, per la scarsa efficienza o incapacità degli amministratori consortili".

L'onorevole Andrea Pirastu, ricordando alcuni episodi avvenuti recentemente, ha richiamato i casi dei Consorzi di Olbia e di Tortolì, nei quali si è dovuti ricorrere ad un commissario straordinario, per ridare efficienza ad enti che rivestono un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo della Gallura e dell'Ogliastra.

"La proposta di legge, ha aggiunto Andrea Pirastu, prevede una nuova figura, quella del Revisore, di fatto organo di controllo regionale sulla gestione dei Consorzi e consulente della direzione degli stessi organismi consortili". I Consorzi, ha ribadito l'ex assessore dell'Industria, hanno una esplicita "natura aziendale" e sono volti alla produzione e fornitura di servizi utili alle comunità locali ed alla stessa Regione. I Consorzi, infatti, devono dare preminenza alla dimensione locale e operare per dare "risposte concrete" alle esigenze delle imprese, delle iniziative industriali che in quelle aree vogliono insediarsi.

Un altro aspetto di grande interesse, ha aggiunto Pirastu, è la profonda divisione dei compiti tra i Consorzi e la Regione. A quest'ultima, infatti, spetta solamente il compito di controllo e tutela "in termini non meramente ispettivi e di legittimità, ma soprattutto di controllo/consulenza sull'efficacia dell'azione e sul coordinamento con le politiche di sviluppo a livello regionale".

I Consorzi, secondo la proposta illustrata anche da Mimmo Licandro, Tonino Frau ed Enzo Satta, devono operare come vere e proprie aziende, devono chiudere i bilanci in pareggio, attuare la gestione per obiettivi, garantire standard operativi di reale livello imprenditoriale.

Gli organismi consortili, secondo la proposta di legge, conserveranno la loro autonomia, ma dovranno osservare tutte le regole della buona amministrazione, pena la perdita dei finanziamenti regionali e comunitari. Per ottenere questi risultati positivi, i consiglieri del centrodestra indicano i requisiti (elevata preparazione, professionalità e managerialità), che devono avere gli amministratori dei Consorzi e fissano regole precise per il funzionamento degli organi consortili.

Non più commissariamenti straordinari, che durano troppo a lungo, ha aggiunto Andrea Pirastu, dopo sei mesi, se gli organi amministrativi non sono stati ricostituiti, la Regione avvierà l'iter per lo scioglimento del Consorzio stesso. La proposta di legge, infine, prevede nuove regole per disciplinare i piani regolatori e individua le procedure (conferenze dei servizi) quando dovesse essere opportuno effettuare "l'esame di più interessi pubblici coinvolti in un procedimento amministrativo di iniziativa del Consorzio".

Questa proposta di legge, ha concluso Pirastu, è a costo zero, non necessita di copertura finanziaria, e può servire per rendere più efficienti e funzionali organismi di notevole interesse, per il rilancio dell'economia isolana.


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