CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaAsl di Olbia: due nodi da sciogliere, l'ospedale di La Maddalena e la forte pressione della domanda dei non residenti durante la stagione turistica. Cresce il bisogno di qualità. Il manager dell'azienda sanitaria sentito in Commissione Sanità.
Cagliari, 28 novembre 2001 - Una realtà in crescita, ma con evidenti squilibri: la sanità della Gallura risente dei flussi turistici (non meno di mezzo milione di persone che gravitano sul territorio nei mesi estivi) che modificano i parametri e dell'esistenza di una situazione "molto particolare", quella dell'ospedale di La Maddalena (130 dipendenti per 36 posti letto, un'attività molto ridotta: nessun intervento chirurgico nel 2000 per la non agibilità della sala operatoria). Elevato anche il tasso di fuga, superiore al 23 per cento, l'80 per cento del quale potrebbe trovare soddisfazione sul posto se fossero avviate alcune specialità. Lo ha riferito alla Commissione Sanità (presidente l'on. Noemi Sanna Nivoli, An) il manager dell'Asl 2, Efisio Scarteddu, che ha aperto la serie di audizioni previste per mettere a fuoco la situazione della sanità sarda sia per gli effetti del provvedimento approvato dal Consiglio regionale sulla realizzazione della rete ospedaliera, sia dalle disposizioni previste dalla legge Bindi (229), ma anche alla luce del recente provvedimento del governo (il cosiddetto decreto taglia spesa, convertito in legge il 16 novembre scorso) "in materia di spesa sanitaria".
L'azienda sanitaria di Olbia ha un buco di bilancio preconsuntivo di 27 miliardi, che, per ammissione del manager Scarteddu, non sembra destinato a ridursi. Quale risparmio è possibile riducendo il personale (e l'occhio cade subito su La Maddalena), ma nella sostanza le cose non cambieranno. Del resto - secondo il top manager - è, in percentuale, uno dei disavanzi più bassi ed è il risultato finale di una gestione che, quest'anno, ha dovuto onorare l'applicazione del contratto dei medici di base (promesso da 2 anni) e il contratto di comparto (quello scaduto ed il nuovo); oneri molto rilevanti per risorse mai sufficienti.
La costruzione del nuovo ospedale (quasi ultimato il primo lotto e già finanziato il secondo) renderà disponibili 290 posti letto, insufficienti, tuttavia, a coprire il fabbisogno di una domanda sempre vivace (la popolazione è costantemente in crescita con una dinamica superiore ad altre zone dell'isola) soprattutto a causa della forte domanda occasionale, quella proveniente dai turisti, che solo in parte può essere pianificata facendo perciò saltare qualunque parametro.
Una presenza che crea problemi economici all'azienda, perché, dice Scarteddu, "non riusciamo a recuperare le spese delle prestazioni ambulatoriali", che sono "tantissime", per la mancanza, a livello regionale, di un programma informativo.
Molte fughe avvengono per la mancanza di servizi specialistici: non c'è oculistica, ritenuta ormai un'attività essenziale, né urologia (qualche intervento si fa in chirurgia generale) mentre occorre rendere autonoma e potenziare l'oncologia. E mentre la sanità pubblica ha difficoltà a qualificarsi, corre voce di un polo privato, quello del San Raffaele, che realizzerebbe un centro di cardiochirurgia e, probabilmente, altre specialità. Sarà una risposta alla domanda della salute?
Per il momento, a livello ufficiale, non c'è niente, assicura il manager dell'Asl. In ogni caso una convenzione con strutture private può prevedere "solo quelle discipline che si rendano necessarie per compensare carenze della sanità pubblica", urologia, probabilmente, "e con cautela", altrimenti, dice il dottor Scarteddu, "gli ordini di spesa vanno fuori controllo, come avviene, spesso, con i medici di base".
Nodi da sciogliere gli ospedali di Tempio e di La Maddalena. Il primo ha 149 posti letto (Olbia ne ha, attualmente, 161) ed è probabilmente sovradimensionato rispetto all'attività, legata a vecchi canoni. Perciò dal 3 dicembre prossimo si darà autonomia all'ortopedia, separata dalla chirurgia generale (è stato dato incarico ad un ortopedico di Olbia di gestire la struttura) e dotata di sala operatoria dedicata. Nessun onere aggiuntivo, assicura il manager, con la prospettiva di far crescere il reparto.
Certo, se ci fosse una strada veloce (che costerebbe meno della gestione ospedaliera…) Tempio potrebbe avere una risposta sanitaria più adeguata alla domanda, nel frattempo, considerato che negli ultimi tre anni non si è avviato il discorso (perentoriamente indicato dal piano di razionalizzazione approvato dal Consiglio) sulla lungodegenza l'ospedale potrebbe assolvere questo ruolo dedicando al servizio un numero adeguato di letti. Quanto all'ospedale di La Maddalena, può sopravvivere solo se collegato ed accorpato all'ospedale di Olbia. Secondo il dottor Scarteddu "non c'è attività autonoma che consenta di essere produttivi".
(2. segue)
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