CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaUna proposta di legge dell'onorevole Carlo Dore per la "costituzione di una Commissione speciale e di una Consulta regionale per una revisione dello Statuto regionale"
Cagliari, 6 novembre 2001 - Lo scorso mese di luglio il Consiglio ha approvato una proposta di legge nazionale con la quale si chiede al Parlamento nazionale "l'autorizzazione" ad istituire una Assemblea Costituente, per procedere ad una significativa revisione dello Statuto speciale della Sardegna. "Un cammino lungo, difficile, costituzionalmente non corretto, che rischia di far perdere del tempo prezioso. Lo Statuto sardo ha, infatti, 53 anni e necessita di una profonda revisione, per renderlo più rispondente alla attuale situazione socio-politica della nostra Regione".
Recentemente, ha ricordato l'onorevole Carlo Dore, del gruppo I democratici, illustrando una proposta di legge con la quale si prevede la costituzione di una Commissione speciale e di una Consulta regionale, proprio per "la redazione di un testo di revisione dello Statuto regionale", sono state depositate in Consiglio "due iniziative politicamente molto interessanti". E l'esponente della Margherita ha ricordato la petizione depositata in Consiglio dal professor Benedetto Ballero e la proposta di legge di revisione dello Statuto speciale della Sardegna presentata, a Cagliari, dai consiglieri regionali Salvatore Sanna. Mondino Ibba, Renato Cugini, Pierangelo Masia ed Eliseo Secci, ed a Roma, nei due rami del Parlamento, da senatori e deputati sardi dell'Ulivo, ma anche del Centrodestra.
Iniziative importanti, ha detto Carlo Dore, che nella conferenza stampa di presentazione della sua proposta di legge era affiancato dal collega di partito Salvatore Granella, ma che rischiano di essere considerate "troppo distanti, elaborate nel chiuso dei palazzi di via Roma e viale Trento, lontane dalla sensibilità politica e culturale della società sarda".
"Sono necessarie, invece, iniziative concrete, di facile attuazione, nelle quali coinvolgere i rappresentanti degli enti locali, delle parti più sensibili della realtà isolana, del mondo del volontariato, delle forze imprenditoriali e sindacali. Altrimenti si corre il rischio di non incidere nel processo di aggiornamento dello Statuto regionale, che deve essere modificato ed adattato alle diverse, profondamente mutate, realtà politico-istituzionali nazionali e comunitarie".
La proposta di legge elaborata dal consigliere de I Democratici, completamente condivisa dal collega Granella, dopo un costruttivo confronto con molti degli esponenti sardi della Coalizione di Centrosinistra, ha proprio come obiettivo la costituzione di una Commissione speciale, della quale facciano parte i rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Consiglio, e di una Consulta regionale, formata da "30 membri espressi, in buona parte, dalle autonomie locali e, per la parte residua, dal mondo della cultura, del lavoro, dell'ambientalismo, del volontariato e delle pari opportunità". Una proposta di legge non in contrasto con quelle dell'Ulivo, ma "un modo serio e semplice, seguendo canali e metodi corretti dal punto di vista giuridico e costituzionale" di avviare quella rivisitazione dello Statuto di autonomia, della cui improrogabile esigenza sono convinti gli esponenti più attenti e sensibili della società isolana.
"In tal modo, ha aggiunto il consigliere Dore, si eviterà di insistere su un percorso in contrasto con i vigenti meccanismi costituzionali e statutari; dall'altro si otterrà lo scopo di coinvolgere, nel processo riformatore, le realtà collettive più sensibili e rappresentative della Sardegna, che non possono e non debbono essere tagliate fuori dal processo di riforma".
I due organismi, ha aggiunto Carlo Dore, dovrebbero restare in carica tre mesi e svolgere un prezioso lavoro di ricerca, di approfondimento dei diversi aspetti della "specialità della Sardegna", di elaborazione delle proposte di modifica, un "fattivo e costruttivo" supporto al processo di revisione dello Statuto speciale della Sardegna, compito "prioritario e primario del Consiglio regionale, che non può autoespropriarsi delle proprie prerogative. L'Assemblea, i suoi componenti, infatti, hanno diritti e doveri, che devono essere assolutamente osservati, rispettati".
La partecipazione ai lavori dei due nuovi organismi speciali, infine, dovrebbe essere gratuita.
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