CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaIl movimento politico "Udr - gruppo nazionalitario sardo" agevolerà la rapida conclusione della crisi per non frenare lo sviluppo economico della Sardegna che negli ultimi anni ha segnato valori molto positivi. "Sardità" e concertazione le due strade da seguire.
Cagliari, 3 novembre 2001 - Un "lascito" politico da onorare e un ruolo da giocare all'interno della nuova maggioranza: il movimento dell'Udr - gruppo nazionalitario sardo coagulato in Consiglio attorno all'ex presidente della giunta, on. Mario Floris, presenta il progetto politico e ne fa una bandiera. Nessuna rivendicazione di posti di potere, "anche se non ci sarebbe da scandalizzarsi se chiedessimo tre assessorati. Di lì, infatti, siamo partiti due anni fa, al primo tentativo Pili". Vige però una regola, quella del rispetto delle rappresentanze. Floris spiega: "Un partito che ha 15 consiglieri prende 5 volte tanto un partito che ne ha 3"; ma sottolinea "5 volte, non 10" e precisa ancora che si tratta di "assessorati e presidenze negli enti" dove è "diffusa, massiccia e consistente" la presenza di Forza Italia e An. Insomma, il rispetto va dimostrato coi fatti non con pacche sulle spalle.
La formazione politica, perciò, "non si è costituita per pretendere poltrone"; lo ha fatto per dare corpo a un'esigenza, quella del "lascito politico", che indica due strade maestre da percorrere: la prima, la più robusta, è quella della "sardità" in senso lato, un concetto "che supera la soglia del sentimento", diventa "sigillo di un popolo" e ridisegna la politica nel senso che mette al primo posto gli interessi del territorio e un po' più defilate le appartenenze agli schieramenti politici. A questo impegno, prima di tutto morale, s'è diligentemente attenuto l'operato della vecchia giunta convinta che "non ci può essere autonomia senza autonomia politica, né autonomia politica senza autonomia finanziaria". In questa battaglia "siamo tutti dentro e non potremo tirarci fuori". La seconda strada, insiste Floris, è quella di una politica a diretto contatto con la gente, fuori del palazzo. Il filo logico da seguire è quello della concertazione. Un processo non sempre facile "perché spesso abbiamo opinioni differenti", ma un modo per segnare una nuova responsabilità civile. "Auspico, ribadisce l'ex presidente della giunta, che il mio successore non si allontani da questa strada", anche perché neppure il "successo bulgaro" di Forza Italia e del centrodestra basta a governare se non c'è consenso e dialogo "con volontariato, chiesa, imprenditori, sindacati, burocrazia". Credere di risolvere tutto coi numeri (quando ci sono) è, dunque, un errore.
Tanto più che la ricetta della concertazione si è dimostrata salutare per l'economia dell'isola: "per due anni, annota Floris, neppure l'ombra di uno sciopero", a un'economia in piena risalita. Gli indici utilizzati dagli economisti mettono la Sardegna capofila, una volta tanto: più di 54mila nuovi posti di lavoro, un calo significativo (meno 3,5 per cento) della disoccupazione, 3.500 nuove imprese. Sarebbe davvero un peccato frenare questa tendenza. Pericolo che Floris avverte per i tempi della crisi. "Chiediamo, dice, che sia risolta con estrema rapidità". C'è urgenza di approvare Dpef, Finanziaria e Bilancio, appuntamenti cruciali per la Sardegna. "Ogni giorno che passa è un'eternità. Le cose fatte, quelle della Sardegna che cresce e consolida la propria economia, rischiano di disperdersi".
Di qui la volontà di instaurare un rapporto leale e trasparente con la maggioranza per abbreviare i tempi. "Non faremo le barricate", annuncia. Il gruppo che nasce "non apre la campagna acquisti". Ma sia chiaro che il rispetto delle rappresentanze non può essere mortificato.
Dell'Udr - Gruppo nazionalitario sardo fanno parte, oltre a Mario Floris, i consiglieri regionali Beniamino Scarpa e Marco Tunis, quest'ultimo con qualche sbiadito amarcord per Forza Italia ("non mi considero un transfuga; resto in parrocchia, mi sono spostato di cappella perché quella in cui stavo ha bisogno urgente di manutenzione").
Scarpa riconosce che se il quadro politico è meno precario del passato il merito è dell'on. Floris per il lavoro svolto in questi due anni. Oggi superare la crisi è più agevole, grazie proprio a quell'esperienza che ha riportato nella politica "serietà ed efficienza".
Si riparte di qui, invitato chi succede a Floris ad onorare le cambiali politiche considerato che il lavoro svolto ha dato risultati molto positivi.
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