CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaLe battaglie per l'istituzione della provincia del Sulcis-Iglesiente non vanno dimenticate, come non va mortificato il lavoro del comitato che si è battuto per questo grande traguardo. Una dichiarazione dell'onorevole Antonio Calledda
Cagliari, 2 agosto 2001 - "Ci sono voluti venti anni di battaglie ed un lavoro paziente, costante, proficuo. Quelle battaglie non vanno dimenticate, questo lavoro non va mortificato". Giudizio sospeso, anche se sostanzialmente positivo, dell'onorevole Antonio Calledda sulla vicenda degli "adempimenti conseguenti all'istituzione delle nuove province", il provvedimento che il Consiglio deve definitivamente licenziare entro il prossimo 30 settembre.
"Le nuove province esistono gia, dice l'onorevole Calledda, devono essere messe in condizione di operare. Nel Sulcis-Iglesiente la situazione è matura, perché tutte le componenti sociali conoscono bene i problemi della zona, hanno avanzato ipotesi e proposte per cercare di risolverli".
La "nuova" provincia avrà, dunque, un ruolo importantissimo in questo processo di riscatto sociale ed economico, che deve interessare la parte sud-occidentale della Sardegna. "Entro il prossimo 30 settembre il Consiglio, rispettando le promesse dell'Esecutivo e gli impegni dell'Assemblea, dovrà licenziare definitivamente il testo della legge sugli adempimenti necessari per rendere operativi i nuovi enti intermedi. Alle "nuove province" dovranno essere trasferiti compiti, risorse, funzioni, competenze. Non devono essere, infatti, delle scatole vuote, ma soggetti attivi della programmazione economica e del processo di sviluppo dell'intera Isola".
Le province, anche con il trasferimento dei poteri agli enti locali deciso nei mesi scorsi dal Parlamento, hanno acquistato nuovi compiti, delicati ed importanti. "Il Sulcis-Iglesiente paga un processo di industrializzazione calato dall'alto, decisioni industriali che ne hanno paradossalmente, frenato lo sviluppo. Abbiamo le industrie di base, ancora qualche miniera, ma danni provocati dall'industrializzazione che possono essere affrontati solamente con strumenti eccezionali, con interventi finanziari straordinari. La provincia del Sulcis-Iglesiente, aggiunge Antonio Calledda, non può limitarsi ad esaminare la situazione di oggi ed a proporre interventi localizzati, iniziative particolari e limitate".
Il futuro è legato al recupero ambientale "una scommessa da affrontare con notevoli disponibilità finanziarie e con grande chiarezza", alla valorizzazione delle risorse locali, che si chiamano agricoltura, zootecnia, turismo, ambiente, acquacoltura. "Risorse che solamente oggi si stanno scoprendo, come solamente da poco tempo si è capita l'importanza dell'enorme patrimonio archeologico ed artistico della nostra zona".
Esistono i programmi finanziati dalla Comunità europea, i trasferimenti dello Stato "sempre meno, purtroppo", progetti operativi di grande interesse ai quali possono partecipare anche i privati. "Credo che il compito della nuova provincia, aldilà delle giuste preoccupazioni, di qualche legittima riserva che può avere anche il più strenuo sostenitore del nuovo organismo, sia proprio quello di guardare lontano, di disegnare un futuro alla cui realizzazione dobbiamo tutti poter partecipare attivamente".
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