CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaConferenza stampa a Portotorres sul Parco dell'Asinara. Il sindaco Gilda Usai: "Il Parco non chiuderà".
Portotorres, 13 luglio 2001 - Asinara: l'isola c'è, il Parco ancora no, "ma Portotorres non può rinunciare al forte richiamo turistico", ha detto il sindaco Gilda Usai. Anche se siamo solo all'inizio di un lungo e impegnativo percorso e sull'isola mancano servizi essenziali di accoglienza, di chiusura del Parco non se ne parla proprio. Molte cose non vanno? "Mettiamoci a lavorare di comune accordo, definiamo le competenze con i vari Ministeri che continuano a essere presenti nell'ex luogo carcerario, ma, per carità, ha detto con forza il sindaco, nessuno pensi di metterci il bastone fra le ruote". L'Asinara (52 kmq) rappresenta più della metà dell'intero territorio comunale di Portotorres ed è evidente che la città turritana dedichi ad essa molte attenzioni.
Questa la posizione dell'amministrazione, manifestata nel corso della conferenza stampa promossa, presso il Comune, dalla presidente della Commissione sanità del Consiglio regionale, on. Noemi Sanna, che è servita a fare il punto sul sopralluogo effettuato nell'isola dalla stessa Commissione e dai consiglieri del Sassarese. La polemica sull'assenza di un presidio medico nel vasto territorio meta ogni giorno di 500 turisti aveva offerto lo spunto per verificare sul posto la situazione igienico sanitaria (a proposito, nonostante le assicurazioni fornite dall'Asl di Sassari il medico continua a non farsi vedere), che l'on. Sanna ha definito "di bellezza e degrado" per un diffuso sentimento di incuria che fa ancora dell'Asinara "più un carcere che un parco, più un luogo di pena che di delizia".
Nessun'accusa al Comitato di gestione (al quale, forse a settembre, succederà nella pienezza dei poteri l'Ente parco) che ha le sue brutte gatte da pelare, alle prese con finanziamenti insufficienti ad affrontare quel processo di riordino e trasformazione, ma la necessità, ha precisato l'on. Noemi Sanna, di individuare un percorso nuovo, fatto di intraprendenza e responsabilità, e soprattutto a sancire l'interesse forte da parte della Regione a realizzare "la sola grossa iniziativa economica del Golfo dopo il melanconico tramonto degli impianti petrolchimici", come ha sottolineato, a sua volta, il presidente della Commissione Turismo, on. Nicola Rassu.
E mentre l'amministrazione comunale di Portotorres - dichiara il sindaco Usai - intende esercitare la sua autorità ("vogliamo trasformare Cala d'Oliva in borgo della città e riconoscere a chi vi abita la continuità territoriale"), la Commissione ha confermato l'impegno a "essere conseguente, nel senso, ha detto l'on. Cassano, di verificare gli eventuali ritardi ma fare anche in modo che il Parco abbia i mezzi finanziari idonei, altrimenti non si canta messa".
Per l'on. Rassu questa è una scommessa da vincere, sul piano ambientale ed economico. L'apertura ai turisti "è stata una provocazione, perchè la gente si renda conto della situazione attuale e l'impegno titanico per raggiungere il traguardo finale". In autunno sarà necessaria un'altra visita a Commissioni (Sanità, Ambiente e Turismo) riunite per indicare alcune priorità, fra le quali la salvaguardia degli ecosistemi. Non tutto va per il meglio. L'introduzione di specie non autoctone, come i cinghiali maremmani, incrociati con i maiali domestici e cresciuti di numero in modo impressionante (se ne contano almeno 1200), rischia di creare danno alla fauna stanziale. Quando gli equilibri si alterano, ha aggiunto Rassu, l'uomo ha il dovere di intervenire per ripristinarli.
Il traguardo del Parco è ancora lontano, ma, dice l'on. Vassallo, "siamo in marcia. Rispetto a un anno fa la situazione ambientale è migliorata, molti zone sono state bonificate dai rifiuti. Ma il monitoraggio non basta, bisogna che il Consiglio regionale si faccia carico di alcune iniziative e richiami la giunta a responsabilità precise. "Chi ha competenza - ha concluso - intervenga immediatamente".
Ma è, anche, un problema di soldi. Lo ha sottolineato l'on. Scarpa, il quale ha evidenziato come l'opinione pubblica e la stessa comunità di Portotorres viva marginalmente la vicenda del Parco con un bagaglio inadeguato di conoscenze circa la potenzialità e l'utilità che il progetto decolli. La visita è stata utile perchè tutti i consiglieri presenti, convinti di dover difendere questa opportunità, si impegnino, col prossimo bilancio a trovare risorse finanziarie.
Il presidente del Comitato di gestione, Eugenio Cossu ("non mi sento sul banco degli imputati; sono qui a dare informazioni") ha ricordato le molte difficoltà, la mancanza di dialogo con altre istituzioni ("da novembre dell'anni scorso chiediamo all'Asl la presenza di un medico"), la camicia di forza del decreto istitutivo e delle norme di salvaguardia entro le quali il Comitato deve muoversi, la mancanza di una firma sull'intesa con la Regione e il ministero dell'Ambiente. Storie di ordinaria burocrazia.
Si va avanti utilizzando i 15 miliardi di fondi europei del Pop, ma con vincoli e tempi che non giocano a favore. Ad esempio, il ministero dell'Ambiente "non ha trasferito al Comitato di gestione la sala mensa, pronta e chiusa" nè il ministero di Grazia e Giustizia vuole cedere il bar (perfettamente attrezzato) di Cala d'Oliva mentre nell'isola non c'è ancora un punto di ristoro ("li stiamo costruendo"). Di qui l'invito "alla comunità dal parco" (Comune, Provincia, Regione) a riunirsi anche per dare linee programmatiche precise e assumersi, direttamente, qualche responsabilità in più. Anche sul parco marino bisogna tenere gli occhi aperti, ma Eugenio Cossu sostiene che non è pascolo abusivo, soprattutto di notte, quando la sorveglianza è zero. Anzi si rafforza la coscienza ambientalista anche da parte dei pescatori della pesca turismo, sempre più propensi a rinunciare alle reti ed a favorire forme di pesca di minore impatto.
Ma il discorso è aperto. Prima che il Parco abbia quella configurazione che nell'immaginario collettivo è ricca di bellezze naturali e di luoghi di ristoro ci vorrà tempo. L'importante, conclude l'on. Noemi Sanna, è non fermarsi. Anzi, muoversi più rapidamente.
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