CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

I consiglieri regionali del Psd'az sollecitano la discussione in Aula del calendario venatorio


Cagliari, 11 luglio 2001 - Le "perplessità" suscitate dal calendario venatorio regionale 2001-2002, contestato apertamente da politici, associazioni ambientaliste ed esperti, sono destinate ad approdare in Consiglio regionale. I consiglieri Pasqualino Manca e Giacomo Sanna, del Partito sardo d'azione, che nei giorni scorsi avevano espresso giudizi critici nei confronti di alcune "concessioni" previste per la nuova stagione venatoria, hanno presentato una interpellanza urgente, con la quale chiedono all'assessore della Difesa dell'ambiente, di spiegare, nell'aula dell'Assemblea regionale, le ragioni che consigliato di proporre e approvare il calendario venatorio 2001-2002.

Date e norme maggiormente contestate sono quelle relative alle due giornate "estive" di anticipo per la caccia alla tortora, le cinque giornate piene destinate alla nobile stanziale (lepri e pernici), l'apertura al 4 novembre della caccia grossa mentre l'appuntamento "tradizionale" è sempre stato quello del 8 dicembre.

"Decisioni discutibili", dicono nel loro documento i consiglieri Pasqualino Manca e Giacomo Sanna, perché la gestione del patrimonio faunistico naturale impone scelte oculate, le giuste limitazioni, un attento ed approfondito censimento delle specie, per accertarne consistenza e diffusione.

Nulla di tutto ciò, invece; il risultato è un calendario venatorio che non tiene conto delle previste indicazioni che devono giungere dalle province, solamente quella di Cagliari ha provveduto a predisporre il prescritto piano provinciale faunistico-venatorio, eccessivamente permissivo, stilato senza tener conto delle difficili condizioni climatiche ed ambientali, non certo favorevoli al necessario incremento delle specie delle quali è ammessa la cattura.

La mancata istituzione degli ambiti territoriali di caccia, ricordano i consiglieri regionali sardisti, impedisce la corretta gestione del patrimonio faunistico isolano; la mancata attuazione delle norme contenute nella legge regionale 23/1998, tra l'altro l'istituzione degli ambiti territoriali di caccia e dell'istituto per lo studio della fauna selvatica, rendono incompleto anche il comitato regionale faunistico, l'organismo tecnico della cui collaborazione deve necessariamente avvalersi l'assessore della Difesa dell'Ambiente quando deve prendere decisioni in materia di attività venatoria.

"Sono molte le incongruenze in questa vicenda, concludono Pasqualino Manca e Giacomo Sanna, si sono ignorate le proposte avanzate dai tecnici e dai cacciatori più attenti alle esigenze per patrimonio faunistico sardo. Tra l'altro, non si è ridotto il numero delle giornate di caccia alla nobile stanziale ed  il numero dei capi da abbattere, non si è previsto il necessario periodo di silenzio venatorio, non si è riportata ai mesi invernali la stagione di caccia al cinghiale. Infine, è stata trascurata la "sacrosanta" richiesta della deroga necessaria per permettere anche ai cacciatori di esercitare la caccia alla migratoria nel mese di febbraio, come avviene nella vicina Corsica".

Manchevolezze ed inefficienze politiche che devono essere appurate e corrette dal Coniglio regionale. Per "questo è necessario che, entro la fine del mese, l'assessore venga nell'Aula dell'Assemblea regionale per esporre le sue ragioni ed apportare le necessarie modifiche ad un calendario venatorio inadeguato alla realtà isolana".


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