CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Una proposta di legge degli onorevoli Cossa, Fantola e Vargiu per prevenire ed eliminare l'inquinamento luminoso e per un più corretto impiego delle risorse energetiche


Cagliari, 4 aprile 2001 - "Un inquinamento pericoloso, ma sottovalutato e troppo spesso ignorato". Eppure l'inquinamento luminoso provoca disturbi della personalità; favorisce profonde modificazioni dei bioritmi animali; modifica il comportamento delle piante e degli altri organismi viventi.

Il ciclo notte/giorno, infatti, viene alterato dalla eccessiva luce, specialmente se proiettata verso l'alto, con negative ripercussioni sul processo della fotosintesi clorofilliana, sulla migrazioni della fauna, sulle abitudini degli animali che vivono nelle campagne, attratti dalle luci verso i centri abitati.

Il poco razionale impiego delle "risorse energetiche", infine, costa alle casse pubbliche almeno 450 miliardi l'anno, per bollette pagate dai comuni all'ente elettrico, per energia elettrica che non viene usata correttamente per illuminare piazze e strade.

"Mandare la luce in alto non serve a nulla", ha detto Michele Fossa, primo firmatario, con i colleghi di schieramento Massimo Fantola e Pierpaolo Vargiu, di una proposta di legge che tende a rimuovere questa forma di inquinamento.

Illustrando il provvedimento, il capogruppo dei Riformatori-Patto Segni in Consiglio regionale ha voluto sottolineare come la luce diffusa verso l'alto impedisce di vedere, di ammirare il cielo, costituisce uno spreco e provoca fenomeni da evitare.

Le strade e le piazze devono essere illuminate nel modo migliore e più razionale, per garantire sicurezza ai pedoni ed agli automobilisti, per "rendere, tutto sommato, più sicure e vivibili le nostre città".

La proposta di legge Cossa, Fantola, Vargiu, prevede incentivi agli enti locali per modificare la loro rete di illuminazione pubblica, per modificare lampade e lampioni che devono essere necessariamente rivolti verso il basso. Così come fari e fonti luminose non devono essere sistemati nei pressi degli osservatori astronomici ed astrofisici, per favorire il miglior utilizzo degli strumenti scientifici utilizzati per scrutare i cieli.

Una legge, quando sarà approvata e diventerà operativa, che costerà molto poco. "Secondo calcoli attendibili, in 27 mesi di risparmio energetico si recuperano le somme spese per modificare gli impianti esistenti", hanno detto i promotori dell'iniziativa.

La proposta assegna un importante compito di controllo alle province ed ai comuni, i quali dovranno predisporre opportuni "piani dell'illuminazione", per disciplinare le nuove installazioni, dopo che la giunta regionale, entro dodici mesi dall'approvazione del provvedimento, avrà emanato il necessario, e previsto, regolamento di riduzione e prevenzione dell'inquinamento luminoso (RPIL) ed avrà adottato anche un piano di incentivi per l'adeguamento degli impianti esistenti.


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