CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Presentata agli operatori del settore la relazione conclusiva dell'indagine conoscitiva della Seconda commissione sullo stato delle carceri in Sardegna


Cagliari, 27 marzo 2001 - "Nelle carceri sarde si vive una condizione di gravissima sofferenza da parte dei detenuti, di violazione di numerosi diritti civili, ma di grave disagio anche per gli agenti di polizia penitenziaria, per gli educatori, per gli stessi responsabili amministrativi". A questa conclusione sono giunti i componenti la Seconda commissione permanente del Consiglio regionale, politiche comunitarie, Diritti civili, al termine di una lunga ed accurata indagine conoscitiva negli istituti carcerari isolani.

La commissione permanente, presieduta da Beniamino Scarpa e della quale fanno parte i consiglieri Fadda, Corda, Falconi, Federici, Grauso, Pacifico, Pili, Scano e, come osservatori, Capelli e Cossa, ha visitato tutti gli istituti penitenziari esistenti in Sardegna e, nel corso di queste visite, ha incontrato i direttori, i responsabili amministrativi, molti carcerati, gli operatori locali, gli agenti di custodia.

L'indagine è proseguita, nella sede del Consiglio, con le "audizioni" dei rappresentanti sindacali, dei sindaci dei comuni ove si trovano i penitenziari, dei rappresentanti delle camere penali e degli ordini forensi, dei direttori degli istituti penitenziari, dei comandanti dei reparti e della polizia penitenziaria, dei magistrati di sorveglianza, del responsabile del centro di giustizia minorile della Sardegna, dei responsabili dei servizi sociali di Cagliari e Sassari, dei componenti le équipes trattamentali, dei cappellani presso le carceri, degli operatori del volontariato.

La Seconda commissione, infine, ha incontrato gli assessori Masala, Ladu e Luridiana, "competenti" per alcuni aspetti della vita penitenziaria e delle iniziative di "recupero" dei detenuti, la commissione Giustizia del Senato, il direttore del Dipartimento amministrazione penitenziaria Caselli ed, infine, il ministro di Grazia e Giustizia Fassino.

Un lavoro attento, accurato, al termine del quale i componenti la commissione Diritti civili sono giunti alla conclusione che la difficile situazione esistente nelle carceri sarde è legata alla inadeguatezza delle strutture, alla insufficienza degli organici, all'isolamento del mondo carcerario ed alla "scarsa attività di diversi soggetti istituzionali nel prevenire la devianza e nel favorire il recupero ed il reinserimento dei condannati".

Una situazione difficile, da affrontare con iniziative urgenti, che sono tuttavia di competenza del Governo. La Commissione, comunque, ha anche elaborato alcune ipotesi di intervento, che saranno presentate al Consiglio regionale perché elabori e predisponga programmi ed iniziative legislative in grado di modificare, radicalmente, una situazione che, in alcune recenti occasioni, è sfociata in preoccupanti episodi di violenza.

La Seconda commissione ha preparato una esauriente relazione conclusiva sul lavoro svolto,  indicando le metodologie seguite, i risultati raggiunti, gli aspetti di una realtà ricca di sfaccettature, di situazioni tra loro molto differenti, una utile base di approfondimento, di discussione, dalla quale partire proprio per elaborare le iniziative concrete necessarie per modificare una realtà difficile, complessa.

 La situazione degli edifici carcerari, ad esempio, è apparsa drammatica e costituisce una seria emergenza. Le violazioni dei diritti civili che sono state riscontrate in questi ultimi tempi, secondo la Commissione, sono proprio da imputare "alle strutture, in massima parte ultrasecolari, fatiscenti, insalubri e prive di qualsiasi spazio da destinare alla rieducazione ed al recupero del detenuto". L'ultimo edificio costruito in Sardegna, ha ricordato la Commissione nella sua relazione, è il supercarcere di Nuoro. Negli anni ottanta sono stati costruiti diversi istituti medio-piccoli (Busacchi, Bono, Ales eccetera) che non sono mai stati utilizzati e stanno andando in rovina, con grave spreco di risorse pubbliche. Strutture carenti, che impediscono "il normale funzionamento di un organismo umano", che non permettono "al personale di operare correttamente, di progettare iniziative e realizzare i propri compiti istituzionali; che non permettono, di fatto, l'applicazione della riforma del sistema penitenziario, della normativa e dei regolamenti vigenti".

Le conclusioni alle quali sono giunti i consiglieri regionali della Seconda sono state presentate, questa mattina, nella sede dl Consiglio regionale ad un folto pubblico di responsabili dei diversi servizi, degli operatori  degli istituti di pena. Nel corso dell'incontro sono stati approfonditi alcuni dei temi indicati come i "più delicati" e sono state fornite alcune utili informazioni, da inserire nella relazione destinata al Consiglio. Una relazione, ha dichiarato il presidente Scarpa, che dovrebbe essere discussa non appena terminerà la sessione di bilancio, attualmente in corso.

Il lavoro svolto dalla Commissione, comunque, non è concluso e non è destinato ad essere"fine a se stesso".

Questa esperienza, interessante e, per alcuni aspetti, preoccupante, "perché le strutture impediscono il pieno recupero dei detenuti" proseguirà anche in futuro. La Seconda commissione, infatti, diventerà un osservatorio permanente della situazione carceraria isolana; i consiglieri regionali che ne fanno parte continueranno le visite, gli incontri con le diverse componenti del mondo penitenziario, controlleranno che le riforme e le iniziative per migliorare la drammatica situazione degli istituti penitenziari sardi vengano realmente decise ed attuate. Così come saranno avviate anche quelle iniziative "politicamente provocatorie" necessarie per giungere a soluzioni alternative al carcere, specialmente per i detenuti tossicodipendenti, attualmente i più numerosi e di più difficile recupero.

Temi e problemi che saranno, quindi, ancora all'attenzione dei componenti la commissione Diritti civili e che saranno seguiti con particolare cura. Un impegno sul quale tutti si sono dichiarati d'accordo.


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