CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaLa commissione Agricoltura del Consiglio regionale ha illustrato, alla competente commissione della Camera dei Deputati, le richieste dei cacciatori sardi
Cagliari, 28 novembre - Se i capigruppo della Camera dei Deputati inseriranno nella programmazione trimestrale dei lavori la proposta di legge nazionale sulla caccia, approvata all'unanimità dal Consiglio regionale, e se l'opposizione non negherà "la sede legislativa" alla competente commissione Agricoltura, le richieste dei cacciatori sardi "di poter andare a caccia della migratoria nel mese di febbraio e di poter usare, nelle battute al cinghiale, la munizione spezzata" saranno discusse, dal Parlamento, prima della fine della legislatura.
Questo il risultato dell'incontro tra la Quinta commissione del Consiglio regionale, presieduta da Francesco Onnis, e la commissione Agricoltura della Camera, presieduta da Francesco Ferrari, avvenuto questo pomeriggio a Montecitorio.
La commissione Agricoltura della Camera, impegnata in una approfondita indagine conoscitiva sulla attività venatoria in tutto il territorio nazionale, ha incontrato una folta delegazione della commissione Agricoltura ed Ambiente dell'Assemblea regionale. La delegazione consiliare - oltre al presidente Onnis erano presenti i consiglieri Nicolò Rassu, Pasqualino Manca, Marco Fabrizio Tunis, Velio Ortu, Tore Piana - ha illustrato le richieste dei cacciatori sardi che chiedono, proprio per le particolari caratteristiche geografiche, morfologiche, climatiche ed ambientali della Sardegna, la "deroga" alla legge nazionale che impone la "chiusura dell'attività venatoria al 31 gennaio".
"Le condizioni della Sardegna sono diverse da quelle del resto del territorio nazionale, ha sottolineato il presidente Onnis, e proprio tenendo conto di queste particolari peculiarità, dell'importanza che le tradizioni hanno nella corretta gestione del patrimonio venatorio, il Consiglio regionale ha approvato una proposta di legge nazionale con la quale si prevede la modifica della normativa nazionale in materia di attività venatoria".
Richieste di "deroghe" sono giunte anche da parte di altre Regioni, hanno ricordato i consiglieri regionali sardi, a riprova che un calendario unico non "può esistere", perché le tradizioni culturali, i fattori ambientali sono decisamente diversi da luogo a luogo.
D'altro canto, nell'ambito della stessa Unione Europea il problema della caccia ha sollevato vivaci polemiche in molte zone della Comunità ed altri Paesi., ad esempio la Francia e la Spagna, hanno saputo e potuto adeguare le loro norme alle differenti richieste che arrivavano dalle diverse regioni.
"Perché simile atteggiamento non è possibile in Italia?". Le norme comunitarie, infatti, impongono che la caccia alla migratoria sia vietata quando le diverse specie transitano "tornando verso i loro rispettivi luoghi di origine o durante i periodi della riproduzione". Andare a caccia a febbraio non rientra in "questi periodi vietati" ed anche i "cacciatori sardi dovrebbero poter esercitare la loro attività come avviene, negli stessi periodi, ad esempio nella vicina Corsica".
I componenti la Commissione consiliare hanno, quindi, sollecitato l'approvazione della proposta di legge nazionale approvata dall'Assemblea sarda perché "non in contrasto con le direttive e gli obblighi comunitari".
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