CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaPerplessità e preoccupazioni dell'onorevole Giorgio La Spisa sulla cessione di quote del Banco di Sardegna alla Banca Popolare dell'Emilia
Cagliari 19 aprile 2000 - Preoccupazione e perplessità, per il modo in cui è stata avviata la privatizzazione del Banco di Sardegna, sono state espresse dal presidente della Commissione Bilancio del Consiglio regionale, Giorgio La Spisa.
"Le notizie apparse sulla stampa della vendita del venti per cento del capitale del maggior istituto di credito isolano, ha dichiarato Giorgio La Spisa, destano non poche perplessità. Gli accordi raggiunti ed il soggetto scelto per l'operazione di avvio del processo di privatizzazione, infatti, fanno emergere timori ed incertezze sul futuro del Banco di Sardegna."
"L'Istituto di credito isolano deve necessariamente andare sul mercato, ha detto il presidente della commissione Programmazione. Nessun dubbio, quindi, che il processo di privatizzazione dovesse essere avviato. Ma sarebbe stato opportuno scegliere un partner in grado di garantire un concreto sviluppo del Banco. Il fatto che l'acquisizione di una parte rilevante del pacchetto azionario avvenga anche attraverso l'emissione di un prestito obbligazionario, infatti, indica come il nuovo socio non intenda investire ingenti risorse nell'operazione".
"Affiora quasi l'ipotesi di un accordo tra banche dello stesso livello, in questo caso di istituti di credito di interesse regionale o di limitata presenza nello scenario nazionale, non in grado di partecipare al velocissimo processo di aggregazione, modernizzazione ed internazionalizzazione che caratterizza, attualmente, il sistema creditizio italiano".
"Il Banco di Sardegna e la modenese Banca Popolare dell'Emilia Romagna operano in due realtà tra loro differenti, ha aggiunto Giorgio La Spisa. Se è vero che questo potrebbe essere un fattore positivo, sorge il dubbio che i due sistemi economici di riferimento, quello sardo e quello emiliano-romagnolo, abbiano pochi punti di contatto e tra loro siano, obiettivamente, differenti e distanti".
"L'aver scelto la Popolare emiliana, alla quale potrà essere ceduto un altro 31 per cento del capitale del Banco, solleva non pochi dubbi sulle oculatezza delle decisioni e del comportamento degli amministratori della Fondazione, ha dichiarato anche il presidente La Spisa. Così come permane più di un ragionevole dubbio sulla opportunità che questi stessi amministratori, numerosi dei quali di nomina regionale, permangano in carica in un momento così delicato. Tra l'altro dopo che gli stessi componenti il comitato direttivo della Fondazione hanno ignorato e disatteso i numerosi "pronunciamenti" ed i molti documenti, approvati dalla Giunta e dai diversi organi del Consiglio regionale, sulla privatizzazione del Gruppo Banco di Sardegna".
"La privatizzazione del Banco è un processo necessario, ha concluso Giorgio La Spisa, ma deve avvenire nella massima trasparenza, nell'esclusivo interesse della Sardegna, del suo tessuto economico e sociale, nel pieno rispetto dei diritti e delle aspettative dei tanti sardi, che nell'istituto di credito isolano hanno riposto speranze ed investito i propri risparmi".
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