CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaLo sviluppo della Sardegna e la questione energetica
Cagliari 16 febbraio 2000 -La progressiva dismissione da parte dell'Enel di alcuni suoi impianti isolani condizionerà pesantemente lo sviluppo futuro della società sarda. La vendita della centrale di Fiumesanto, l'abbandono dei gruppi del Sulcis, recentemente decisi dai vertici dell'Enel, hanno provocato gravi preoccupazioni negli ambienti politici, economici e sindacali della Sardegna. Facendosi interprete di questo stato di disagio, il presidente del Consiglio regionale Efisio Serrenti, che nei giorni corsi ha anche incontrato una delegazione di sindacalisti della Flaei-Cisl, ha scritto una lunga lettera al presidente della Giunta, Mario Floris, all'assessore dell'Industria, Andrea Pirastu, al presidente della Sesta commissione, Mariella Pilo, alla segreteria regionale Flaei-Cisl chiedendo interventi incisivi ed urgenti perché "spetta a noi, come espressione del popolo che ci ha eletto, tutelare gli interessi della nostra Isola, con atti e provvedimenti concreti, con fermezza e determinazione, consapevoli che lo sviluppo della Sardegna è necessariamente condizionato dalla soluzione dei problemi energetici".
"Sarà necessaria una vera a propria mobilitazione generale, ha scritto anche Serrenti, che accanto agli organi istituzionali della Regione veda impegnati enti locali, imprenditori, lavoratori, per una sacrosanta tutela dei diritti dei sardi, già discriminati in altri settori vitali dell'economia, come quello dei trasporti".
La realtà del sistema energetico della Sardegna, ha ricordato nella sua lettera il presidente dell'Assemblea regionale, è un caso "unico" in tutto il Mediterraneo. "La scarsa densità abitativa ed il basso numero di utenti, prevalentemente civili, determinano un mercato povero e scarsamente redditizio, difficile e costoso da servire". Una situazione generale estremamente difficile nella quale tutto il fabbisogno elettrico deve essere prodotto localmente, a causa dell'esiguità del collegamento con la rete nazionale.
Una situazione complessa, che impone scelte e decisioni opportune, in grado di garantire la continuità dell'erogazione dell'energia necessaria, con la conseguente presenza nell'Isola di impianti in grado di produrre una l'adeguata riserva di potenza e reti di trasmissione e di distribuzione capaci di erogare e distribuire l'energia elettrica in tutte le condizioni, anche le più avverse e difficili.
Le recenti decisioni del Governo di privatizzare l'Enel ed i conseguenti programmi di razionalizzazione messi a punto dall'Ente elettrico prevedono la cessione della centrale di Fiumesanto, "la porta" indispensabile per la metanizzazione dell'Isola, ed il contenimento se non la chiusura di troppi impianti, fondamentali nella produzione e distribuzione dell'energia elettrica in Sardegna.
"Questa situazione sta determinando non solo inquietudini e sofferenze nei lavoratori delle centrali termoelettriche e in generale dell'Enel, ha scritto ancora il presidente Serrenti, ma anche grande apprensione in tutta la comunità sarda. E'necessaria, quindi, una verifica in sede governativa, per mettere a punto le norme correttive o sussidiarie al decreto, per decidere le iniziative più utili per attuare una liberalizzazione mirata e compatibile con la specificità sarda".
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