CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaIndagine della Commissione sanità
nella ASL 3 di Nuoro
Cagliari, 13 ottobre 2000 - Tre giorni nel Nuorese. Li ha trascorsi la commissione Sanità del Consiglio regionale (presidente Noemi Sanna) per un'indagine conoscitiva della Asl più grande d'Italia (5 mila kmq, un quinto dell'intera Sardegna) su un territorio molto accidentato, con una viabilità infelice che allunga i tempi di percorrenza di due, tre volte. Se in Sardegna la sanità pubblica chiude i conti in rosso, nella Asl 3 qualunque economia di scala è improbabile proprio per i costi connessi alla sua organizzazione: cinque distretti e quattro presidi ospedalieri. Il buco è di circa 75 miliardi. L'unico rimedio prevedibile è, dice il direttore generale, Franco Mulas, di recente nomina, "applicare a livello regionale quel principio di solidarietà che, per ora, viene risolto all'interno dell'azienda; ma con risorse finanziarie insufficienti".
L'Asl 3 ha un'utenza di 210 mila abitanti (questa la distribuzione per distretti: 90 mila Nuoro, 37 mila Bosa-Macomer e Siniscola, 25 Sorgono, 20 Isili) e un bilancio di 400 miliardi. Dalla Regione ne percepisce 341. La quota capitarla (cioè l'assegnazione calcolata sulla popolazione)è recentemente aumentata di 11 miliardi, ma - spiega Franco Mulas - si tratta di un beneficio virtuale. L'Asl 3 ha perso 18 miliardi per il fondo di riequilibrio regionale a favore delle Asl più indebitate. I tre presidi ospedalieri di periferia hanno i conti in rosso e la casa madre di Nuoro provvedere a risanarli. Ma è un'impresa improba. Chiudere o ridimensionare l'attività dei tre ospedali (Bosa, Sorgono e Isili) è inaccettabile. Significherebbe far fare un salto all'indietro a quei territori.
Ma Nuoro ha un'altra preoccupazione, diventare il terzo polo (con Cagliari e Sassari) della sanità regionale anziché "uno dei tre poli". C'è il timore di avere un ruolo residuale rispetto agli altri due. Battaglia che si annuncia difficile e mobilita compatte anche le amministrazioni locali.
Fra i problemi generali da affrontare, quelli del Suem, il servizio urgenza emergenza medico del 118. Per il momento mancano i soldi per realizzare i ponti radio che consentano la copertura del territorio, la cui montuosità complica il progetto. Il 118 consentirebbe di attivare ambulanze medicalizzate in soccorso rapido ai traumatizzati. I lavori di copertura, affidati alla Croce Rossa, sono stati sospesi dopo l'installazione del primo ponte radio sul Bruncuspina. Se entro la fine del mese la Regione non pagherà le spese sostenute - ha annunciato la CRI - sospenderà anche la manutenzione dei ponti esistenti.
Secondo aspetto, legato soprattutto al territorio, la riabilitazione. Per carenza di figure professionali, ci si rivolge all'esterno, a privati. L'Asl 3 paga ogni anno una decina di miliardi, che vengono meno al budget di "produzione".
Sempre per quanto riguarda il budget, si registra una perdita di altri 36 miliardi a causa della fuga di malati fuori dall'azienda sanitaria. I due terzi si fanno assistere fuori dalla regione; mentre un terzo tende a rivolgersi ad Asl sarde. Il distretto che soffre di più per questa situazione è quello di Isili.
Tutti gli ospedali sono cantieri aperti, con lavori che non rispettano le scadenze e sembrano destinati a durare ancora a lungo, riducendo la funzionalità delle strutture, per la mancanza di finanziamenti.
Vediamo ora alcune esigenze particolari emerse durante gli incontri che la commissione Sanità ha avuto con i rappresentanti ospedalieri e dei distretti.
NUORO - Fattore cruciale per la crescita del settore è ritenuto l'apertura del reparto di neurochirurgia, che l'Azienda assicura "per i priMi mesi del 2001". Richiesto anche un centro di radioterapia per le patologie tumorali, che nuovo aveva in passato e non ha saputo difendere.
Ma anche sul territorio le cose non vanno bene. Alcuni ambulatori, riferisce il responsabile del distretto, Pietro Fancello, non sono agibili se piove o fa molto caldo. Molte attrezzature sono antiquate (provengono dagli ex enti mutualistici). L'assistenza domiciliare integrata non decolla e sembra difficile prevederne l'attivazione entro breve tempo.
SINISCOLA - Qui la sanità si trascina i ritardi maturati dalla vecchia Usl nel 14 anni di vita (1981-1995). Unica novità il nuovo poliambulatorio, attivato a marzo di quest'anno, che ha permesso di accentrare i servizi con indiscutibile beneficio per gli utenti. Fra le urgenze - segnala Gianni Nieddu, presidente della Conferenza dei sindaci - la realizzazione di un centro dialisi, che il distretto dovrebbe realizzare come service per evitare che i 40 dializzati debbano recarsi tre volte alla settimana a Nuoro con disagi di tutti i generi: Deve essere attivano un servizio di diabetologia, che ha un'utenza elevata, e di fisioterapia (la palestra è usata come magazzino). All'Aias e alla Fkt, i due centri di riabilitazione, il distretto paga 2,5 miliardi all'anno su un budget complessivo di 23 miliardi.
Non funzionano, per mancanza soprattutto di figure professionali, i consultori familiari.
MACOMER - BOSA - In forte crescita la sanità territoriale. I poliambulatori, negli ultimi tre anni hanno visto crescere sensibilmente le prestazioni: da 44 a oltre 67 mila. Soprattutto l'oculistica ha registrato un incremento superiore al 100 per 100: da 8 mila a 17 mila prestazioni; ma i tempi di attesa sono lunghi (120 giorni). Punti di eccellenza, a parere di Giovanni Soro, presidente della Conferenza dei sindaci, il servizio dialisi e di riabilitazione. Macomer, per la sua posizione baricentrica, potrebbe diventare un riferimento su scala regionale. Fra le ipotesi, quella di destinare al capoluogo del Margine le emergenze, lasciando a Bosa diagnostica e cura.
L'ospedale di Bosa mantiene il suo ruolo, ma è opinione che debba puntare, coraggiosamente, su qualche specializzazione. La teoria degli ospedali di periferia "bonsai", che riproducono in piccolo gli ospedali maggiori, sembra essere sempre più debole.
SORGONO - L'ospedale registrerà, secondo le previsioni, un minore numero di ricoveri rispetto al 1999 (2.154 con degenza media di 8 giorni) a causa dei lavori in corso che hanno sottratto spazio e vanno per le lunghe, ma soprattutto della difficoltà a mantenere sul territorio i medici. Il reparto di ortopedia ha chiuso i battenti: assicurava 8 mila viste all'anno ed aveva raggiunto un'autonomia pressoché totale. Ora i fratturati (spesso anziani) vengono trasferiti a Nuoro con qualche pregiudizio per le difficoltà delle strade. Il reparto di ostetricia sospende ogni tanto le prestazioni sempre per mancanza di medici. Funziona bene invece il servizio di diabetologia con 1.200 assistiti, altrimenti costretti alla trasferta di Nuoro. Quasi 7 mila le prestazioni del pronto soccorso e 280 gli esami di laboratorio, la metà per l'esterno.
Il poliambulatorio va a singhiozzo (8 mila prestazioni lo scorso anno) per la disponibilità inadeguata degli specialisti. Di alcune specialità si sente bisogno ma non si trovano i medici. Circa 2,5 miliardi vengono versati all'Aias per la riabilitazione.
ISILI - La mappa sanitaria è complessa e, per qualche aspetto, allarmante. A Escalaplano si continuano a registrare casi di tubercolosi, con focolai i Comuni vicini. Anche la sclerosi multipla non consente di abbassare la guardia: se ne registra una cinquantina di casi a partire dai 20 anni d'età. Anche le cardiopatie sono più diffuse rispetto agli altri territori dell'Asl.
Ma, soprattutto, si registra una notevole fuga verso altre aziende sanitarie, facilitata dalla vicinanza di Cagliari (60 km): secondo il responsabile sanitario del distretto, due terzi della popolazione preferirebbe rivolgersi altrove. Fuga che non riguarda solo l'utenza, ma anche il personale medico e infermieristico. Negli ultimi quattro anni, in chirurgia, c'è stato un turn over di 27 medici. Su 70 infermieri professionali, 26 sono assunti a tempo. Un quadro che sicuramente richiede un'analisi più puntuale su un malessere diffuso che non risparmia nessuno.
Lavori in corso sottraggono un'ala dell'edificio ai reparti. Sono lavori - accusano i sanitari - destinati a non finire mai perché su un fabbisogno accertato di 9 miliardi, la disponibilità finanziaria è di meno della metà (3,8).
C'ERANO - Con la presidente Noemi Sanna, hanno partecipato all'indagine conoscitiva della commissione Sanità, Ivana Dettori, Emanuele Sanna, Antonello Liori, Nino Demuru, Roberto Capelli, Giuseppe Pirisi, Pasqualino Manca, Bruno Murgia, Bachisio Falconi.
>