CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaProsegue l'indagine della commissione Sanità nelle strutture di base della Azienda Sanitaria Locale Usl 3 del Nuorese
Siniscola, 11 ottobre 2000 - Un distretto con oltre 37 mila abitanti, quello di Siniscola che fa capo alla Asl 3 di Nuoro. "Qui la sanità è sconosciuta", afferma Gianni Nieddu, veterinario, sindaco di Budoni e presidente della Conferenza dei sindaci. "In questa zona, che dal 1981 al 1995 fu sede Usl, non è cambiato niente, se non il poliambulatorio in attività da marzo". Molte le carenze, alcune di vecchia data.
La commissione Sanità prosegue il proprio viaggio conoscitivo nel Nuorese, dividendo la seconda giornata tra Siniscola (al mattino), Macomer e Bosa (al pomeriggio).
Fra i problemi più urgenti, in attesa di soluzione, Gianni Nieddu indica la mancanza di un pronto soccorso che rende ancora più urgente l'avvio del servizio di urgenza ed emergenza medica, il "118"; di un centro dialisi (sono più di 30 i dializzati che tre volte la settimana devono compiere il viaggio a Nuoro, "un autentico calvario" lo definisce il responsabile sanitario Bachisio Goddi); di un centro diabetico con laboratorio attrezzato e di un centro di fisioterapia (la palestra, spiega Nieddu, è utilizzata come deposito e comunque non ci sono né medici né personale specializzato per garantirne il funzionamento).
La prodezza, fatta da direttore generale dell'Asl, Franco Mulas, di una autonomia distrettuale incoraggia la speranza di venire a capo di una situazione che si trascina da troppo tempo, anche perché - emerge dall'incontro - il lavoro svolto dalla Usl nei 14 anni di attività non è stato, sotto il profilo organizzativo, particolarmente efficace.
Ma, afferma Piero Truzzu, responsabile amministrativo e del personale, alcune carenze saranno risolte presto. Parla del 118 ("ci stiamo attivando per il personale: autisti e infermieri. I medici sono di competenza della Regione. Abbiamo individuato l'area dove realizzare un prefabbricato. C'è da definire il rapporto col volontariato che provvede all'ascolto nell'intero arco delle 24 ore") e del centro dialisi, che potrebbe essere affidato all'esterno, una specie di outsurcingsanitario, ora abbastanza in voga.
Mentre per fisioterapia e riabilitazione "ci rivolgiamo all'esterno (ai centri Aias e Fkt) con notevoli costi" (2,5 miliardi all'anno). In prospettiva anche il centro prelievi, per il quale bisogna trovare il personale, valutando l'esistenza di eventuali esuberi tra i 76 operatori del settore sanitario (in totale i dipendenti del presidio sono 124, "ma alcuni - aggiunge Truzzu - sono a Nuoro").
Su Siniscola e le sue strutture sanitarie grava l'ondata estiva del turismo, una media di 140 mila persone nei due mesi cruciali delle vacanze. Ci sono 4 guardie mediche turistiche. Prevedere un pronto soccorso? E' improbabile - risponde Bachisio Goddi - perché costerebbe almeno 4 miliardi l'anno. Ma c'è il vantaggio di una buona viabilità su Nuoro, che riduce i tempi di percorrenza: In ogni caso, per il responsabile sanitario, c'è da aprire una riflessione su altri servizi, che sembrano caduti in disuso. Prima di tutto i consultori familiari. Ce ne sono due, uno a Galtellì ed uno a Siniscola. Hanno un'utenza bassa, ma forse è improprio definire consultori che non hanno le figure professionali previste. A Galtellì c'è una psicologa (che lavora ad Orosei) ed un pediatra (due volte la settimana). A Siniscola un assistente sociale ed uno psicologo. Di pediatra e ginecologo neppure l'ombra.
A parte questo, la gente non ricorre a questo servizio, uno dei cavalli di battaglia della sanità di qualche lustro fa.
Bisogna insistere sulla fisioterapia, che ha un elevato numero di utenze. Il fisiatra (colui che stabilisce il percorso riabilitativo) visita 5.000 persone all'anno. Poi, per una larga fetta, si ricorre all'esterno. Dice il consigliere regionale Roberto Capelli: non sarebbe meglio rinunciare a qualche impiegato ed assumere fisioterapisti? Bisogna analizzare la sanità pubblica anche attraverso i bilanci per capire di più.
Capelli insiste sul fatto che una casa di cura privata di Jerzu fa utili, mentre la sanità pubblica colleziona debiti. "Potremo copiare quella gestione…". Ma il consigliere Nino Demuru sostiene che la sanità privata è in attivo perché sceglie quel che intende erogare al cittadino; quella pubblica deve assolvere altri compiti, di pubblico servizio. "Impariamo a fare utili da una parte, per impiegarli nei servizi onerosi", replica Capelli.
La presidente della commissione, Noemi Sanna Nivoli constata i ritardi nell'adeguare i servizi alle esigenze del territorio. "La Baronia abbandonata? E' una conseguenza - afferma -. L'Usl ha funzionato, nei 15 anni di gestione, poco e male, dando servizi minimali. L'indagine sul territorio della Commissione serve proprio a questo, a capire le cose che non vanno, per trovare le soluzioni".
Si profila interesse per il turismo sanitario. La presenza di strutture (si pensa alla dialisi. Molti turisti nordici e tedeschi si informano se possono continuare la cura nei luoghi di soggiorno. Sono un bacino di utenza molto interessante) come la dialisi meritano di essere incentivate dalla Regione, se gli alberghi (la proposta è dell'onorevole Capelli) si decidono a realizzarle.
Il consigliere Pasqualino Manca lamenta i lunghi tempi di attesa, quattro mesi ed oltre in certe specialità, che rendono poco appetibili i servizi e rilancia il problema della blue tongue: due allevamento bovini di Budoni sono risultati sieropositivi. L'allarme, insomma, continua e gli allevatori, presi alla sprovvista da un'epidemia che potrebbe avere conseguenze drammatiche, chiedono istruzioni per l'uso dalla giunta regionale. "Il passaparola - dice Manca - non basta. Anzi è un ulteriore rischio di diffusione nel contagio".
Quasi analogo per popolazione a quello di Siniscola, il distretto di Macomer (terza tappa della missione conoscitiva della commissione Sanità, presieduta da Noemi Sanna Nivoli) se la passa un tantino meglio.
Nei due ambulatori di Macomer e Bosa le prestazioni sono, da tre anni a questa parte, in forte aumento, soprattutto per l'oculistica passata da 8.143 a 16.837 visite, con liste d'attesa di 120 giorni, che, spiega Severina Ponti, responsabile sanitaria del distretto, sono frutto di un'eredità dei mesi passati per la mancanza temporanea di specialisti.
Complessivamente, nei due distretti, si è passati dalle 43.839 prestazioni fornite nel 1997 alle 67.538 del 1999, alle quali si aggiungono le 64 mila prestazioni di fisioterapia.
Il presidente della conferenza dei sindaci, Giovanni Soro, sindaco di Tinnura, segnala tuttavia che se ci fossero locali e personale si potrebbe migliorare attivando altre specialità, come endocrinologia e reumatologia, che in questo territorio hanno importanza sanitaria rilevante.
Un problema ricorrente, nel libro bianco della sanità regionale, è la vetustà di molte apparecchiature, quelle di radiologia "hanno la maggiore età", afferma Soro. Di ecografo ce n'è uno ed è vecchio, viene usato per attività multidisciplinari, ma è inadeguato sia per i livelli diagnostici (non ha la sofisticazione e la puntualità di indagine degli apparecchi moderni) sia per le attese (60 giorni) dell'utenza.
Altro punto di debolezza il laboratorio, che non ha attivato gli esami batteriologici, per i risultati dei quali bisogna attendere una settimana. Ma la dottoressa Ponti assicura: il servizio sarà attivato. Ci sono, invece, punte di eccellenza, che meritano - afferma Soro - adeguata sottolineatura: il servizio dialisi che può assistere 18 pazienti con un turno giornaliero (ma si chiede di spostare una "macchina" a Bosa per favorire i dializzati della zona di Montresta), un ambulatorio di oncologia con oltre 5.000 prestazioni nel 1999, e, soprattutto, il servizio di riabilitazione che potrebbe essere ulteriormente potenziato e divenire, per la posizione baricentrica di Macomer, un riferimento anche regionale.
Lamentele arrivano per la mancata attivazione del Suem (Servizio urgenze ed emergenze mediche con ambulanze medicalizzate), il cosiddetto 118, che diventa importante per la mancanza di strutture di pronto intervento (Bosa è a 30 km) e l'assistenza domiciliare integrata, non ancora avviata per molte difficoltà (non tutte comprensibili), che eviterebbe ricoveri ospedalieri con conseguente risparmio economico.
Quanto all'attività dei consultori, a differenza di Siniscola, sono attivi anche se, afferma Severina Ponti, senza un ginecologo (4 ore a livello ambulatoriale non aiutano) non si può attivare un lavoro di gruppo. Solita lagnanza sulle risorse finanziarie ("il conto dei consultori è vuoto") e sulle procedure contabili complesse e spesso penalizzanti.
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