CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Rifondazione Comunista presenta in Finanziaria un maxi emendamento sul lavoro. L'on. Cogodi: subito oltre 12 mila nuovi posti in Sardegna.


Cagliari, 9 febbraio 2001 - In Sardegna la disoccupazione coinvolge oltre il 20 per cento della popolazione attiva ma alle politiche del Lavoro il bilancio regionale destina meno del 5 per cento delle risorse. Come se non bastasse quelle "briciole" (se paragonate ai 13 mila miliardi della spesa complessiva) di circa 550 miliardi prendono altre destinazioni e le leggi a tutela del lavoro e dell'occupazione vengono "cinicamente" svuotate, magari per finanziare opere pubbliche, come è avvenuto per il Comune di Cagliari che intende impiegare le risorse disponibili (90 miliardi) per realizzare una teleferica (vincoli permettendo) per la Sella del Diavolo o per ristrutturare l'ippodromo.

Per mettere fine a quest'andazzo Rifondazione Comunista ha presentato un maxi emendamento alla Finanziaria regionale che si propone, attraverso un grande progetto di risanamento ambientale che susciti attività produttive e l'Agenzia del Lavoro trasformata in Autorità di garanzia per l'osservanza del corretto impiego delle risorse, a mettere ordine ad uno dei settori cruciali della politica regionale. L'iniziativa è stata presentata dai tre consiglieri di Rc, onorevoli Luigi Cogodi, Velio Ortu e Valter Vassallo, nel corso di una conferenza stampa.

L'emendamento, illustrato dall'on. Cogodi, prevede l'istituzione di un "fondo unico per l'occupazione" non inferiore a mille miliardi (di cui 500 regionali) da utilizzare  nel progetto di "lavoro verde" (attività per il risanamento e il riordino del territorio, la custodia e la manutenzione dei beni ambientali) che tocchi tutti i Comuni dell'isola. Ma anche le sole risorse regionali, quelle indicate in bilancio e poi scippati in interventi con finalità diverse, sarebbero sufficienti ad avviare al lavoro non meno di 12 mila persone, indicando come priorità l'impiego dei lavoratori socialmente utili (circa 3.500) e "quell'umanità sofferente" costituita da dipendenti di industrie che falliscono o rinunciano all'attività in Sardegna (circa 800) per poi pensare alle altre situazioni di disagio e di perenne attesa. Non si fa assistenza (perché l'assistenza non garantisce nessuno), ma si crea una continuità di lavoro a un salario di 2 milioni al mese.

Sotto il profilo finanziario non cambierebbe nulla, la Regione - ha affermato Gogodi - continuerebbe a destinare la stessa somma, ma con una sostanziale differenza: gli stanziamenti si dovranno tradurre in vera occupazione, "produttiva, qualificata, durevole" e non i "diversivi" snaturando la finalità delle leggi ("le opere pubbliche sono utili - ha precisato Cogodi - ma vanno spesate su altri capitoli").

Il bilancio regionale del 2001 è ricco; fra quadro comunitario di sostegno (la permanenza della Sardegna nell'Obiettivo 1) e il riutilizzo di fondi non completamente utilizzati raggiunge la ragguardevole cifre revisionale di 13 mila miliardi. "Questo patrimonio finanziario dei sardi - ha aggiunto Cogodi - deve corrispondere alle aspettative della gente". Al primo posto c'è il lavoro. Sarebbe giusto chiedere che a questo settore sia destinato molto di più, "ma Rc si ritiene soddisfatta se quel poco che c'è viene speso correttamente, nella direzione giusta". Quanto all'intervento dello Stato, non è insensato prevedere che il prossimo "piano di rinascita" abbia una priorità assoluta, l'occupazione. Ma, intanto, c'è modo di dare le prime, convincenti risposte.

Il centrosinistra raccoglierà l'invito di Rc e difenderà l'emendamento? "Avrebbe utilità politica a farlo", ha risposto l'on. Cogodi, il quale si è chiesto se, ad una proposta del genere, esistono controindicazioni perché "il centrodestra non debba approvarlo".

Un aspetto della proposta di Rc è stato in particolare sottolineato dall'on. Ortu, il no alla semplice assistenza e l'assenso ad un progetto "che deve suscitare attività produttive, altrimenti diventerebbe un costo per la comunità" come rischiano di esserlo i lavori socialmente utili senza un progetto di fondo.

L'on. Vassallo ha spiegato che l'emendamento introduce norme di garanzia per evitare distorsioni sulla finalità degli stanziamenti evitando o di spendere in altre direzioni (le opere pubbliche sono un "rifugio" per Comuni che non hanno strumenti tecnici adeguati) o, ancora peggio, di non spendere, come purtroppo accade.


>