CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Audizione alla Commissione Sanità dei sindacati confederali territoriali sulla proclamazione dello stato di agitazione dei dipendenti delle case di cura private.


Cagliari, 8 febbraio 2001 - I forti ritardi della Regione nel pagamento delle fatture per le prestazioni fornite dalle case di cura private rischiano di mettere a repentaglio decine di posti di lavoro e sicuramente non contribuiscono ad elevare il livello del servizio. I sindacati confederali territoriali di Cagliari hanno informato la Commissione Sanità del Consiglio regionale (presidente l'on. Noemi Sanna Nivoli) di una situazione che ha raggiunto il livello di guardia. "La crisi che ha colpito i settori produttivi - hanno riferito i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil - non risparmia questo settore, in gravi difficoltà finanziarie e gestionali".

La Regione ha pagato a gennaio le fatture di settembre e in alcuni casi, come per la "Madonna del Rimedio" di Oristano, da un anno non si percepisce liquidazione. "Se consideriamo che le case di cura sono impegnate in investimenti per l'adeguamento alla norme di sicurezza, l'indebitamento con le banche rappresenta un costo esagerato che nessuno riesce più a sopportare", ha affermato Elisabetta Perrier, responsabile Cgil della funzione pubblica. Ci sarebbero espliciti segnali di possibili riflessi negativi - se la situazione non dovesse rapidamente normalizzarsi - sull'occupazione.

In Sardegna sono circa 1.800 i dipendenti non medici della sanità privata, poco meno di due terzi in provincia di Cagliari che conta dieci cliniche private.  In qualche caso il personale accusa quattro mensilità arretrate; ma anche chi ha fatto fronte, sinora, alle scadenze, incontra crescenti difficoltà. Ritardi di qualche giorno sono frequenti. 

Il sindacato confederale chiede alla Regione di trasferire alle Asl somme finalizzate alle case di cura private, come avviene per le spese farmaceutiche.  Tutto ciò per evitare che le difficoltà finanziare di alcune Asl, in particolare la numero 8 di Cagliari, possano assorbire quei finanziamenti per far fronte ad altre emergenze. Per il sindacato sarebbe utile un decreto che consenta l'anticipazione del 70-80 per cento sulle fatture presentate. Ma è una strada che viene definita problematica, proprio per la scarsità delle risorse finanziarie delle aziende sanitarie.

Altro argomento scottante è quello della formazione, divenuta fondamentale per la qualità delle prestazioni. In assenza di un progetto preciso è manifesto il danno sia per gli assistiti, sia per il personale.

La Commissione Sanità ha annunciato che inviterà la Giunta a comunicare che cosa intende fare per sbloccare la situazione che si trascina fra molte incertezze, "anche per la mancanza - ha detto la presidente, on. Sanna Nivoli (An) - di un piano regionale della Sanità che renda più puntuale la politica del settore".

D'accordo nel riconoscere sino in fondo "il ruolo di pubblico servizio" che svolgono le case di cura private convenzionale, l'on. Emanuele Sanna (Ds) ha chiesto che la Commissione chieda all'Assessore maggiore tempestività nei pagamenti, nell'interesse della Regione, perché "chi paga tardi, paga di più". Tuttavia, ha aggiunto Emanuele Sanna, "va verificata più attentamente la qualità delle prestazioni fornite" e, soprattutto, se le prestazioni "rispondano alle esigenze previste dalla programmazione sanitaria regionale".

Fra i nodi cruciali da sciogliere l'adeguamento dei DGR (le tariffe prestabilite per le prestazioni erogate) rimaste ferme al 1994, nonostante la forte lievitazione, nel frattempo, dei costi.

Le cliniche private sarde convenzionate.

Provincia di Cagliari (10): Sant'Antonio, Clinica Lai, Maria Ausiliatrice, Sant'Anna,  Villaverde, Villa Elena, San Salvatore, Polispecialistico Sant'Elena, Città di Quartu, Nuova clinica di Decimo.

Provincia di Sassari (1): Policlinico Sassarese

Provincia di Nuoro (1): Clinica Tommasini di Jerzu

Provincia di Oristano (1): Madonna del Rimedio


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