CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura
Il PPS dopo il congresso di Alghero: fuori dal coro, centrista, moderato e progressista, erede (con altri) del cattolicesimo democratico della Dc con lo scopo di aggregare le forze politiche affini. L'intesa con D'Antoni.
Cagliari, 1 febbraio 2001 - Fuori dai cori, leali ma moderatamente infedeli ("no ai matrimoni indissolubili"), centristi convinti, moderati ma progressisti, eredi ("insieme ad altri; ma a nessuno è concessa l'esclusiva o la primogenitura") del cattolicesimo democratico, contrari all'appiattimento soffocante di forze egemoni, convinti che si debba fare uno sforzo insistente per aggregare le "forze affini" ("mai la presunzione di decidere la soli le sorti del mondo") superando il paradosso che "la base unisce ciò che i vertici dividono". I responsabili del PPS, il partito popolare sardo, presentano in conferenza stampa, linea politica e nuovo segretario nazionale (sabato scorso ad Alghero c'è stato il congresso), Aldo Puggioni, vecchia militanza Dc.
L'on. Pietrino Fois indica la strada: esaltare il regionalismo costruito su un'autonomia spinta, quasi esasperata; rafforzare il centro per rispondere a quel che chiede la gente; sostenere una politica sociale ("per essere vicini alle fasce più deboli non è necessario essere di sinistra") e di impresa ("per condividere una politica di mercato non occorre essere dentro Forza Italia o la destra").
Alla vigilia delle elezioni politiche inevitabile il discorso delle alleanze. C'è un'intesa con Democrazia Europea di D'Antoni (presente al congresso di Alghero), ma in un clima di ampia autonomia e ci sarà un invito "alle forze più vicine a noi per programma, obiettivi e strategie", ribadisce Puggioni. Non alla logica dei Poli che "stanno per esplodere". Un discorso laborioso sul quale cimentarsi e misurarsi.
Ma quanto vale il PPS nei sondaggi? "Non abbiamo questa cattiva abitudine", risponde l'on. Fois, ma, ammette che ci sono segnali di un diffuso interesse. Il congresso regionale affollato è una risposta. Il solo test - precisa l'on. Silvestro Ladu - è quello delle elezioni amministrative nelle province (Oristano e Nuoro) dove il PPS s'è presentato da solo. "A Nuoro - precisa Ladu - siamo il secondo partito della coalizione, con circa l'8 per cento e una decina di sindaci".
La partecipazione alla giunta regionale è una lucida scelta politica? "Soprattutto morale - risponde Puggioni - per garantire governabilità alla Sardegna". Ma sul piano politico il PPS garantisce lealtà e va avanti nel progetto di un centro moderato e innovatore.
Dal congresso una conferma dell'attenzione rivolta alla formazione politica che usa, nel simbolo, anche il vecchio scudo crociato, da parte dei partiti del centro destra. Pubbliche ammissioni di "coraggio per aver reso possibile la svolta". E un rammarico, l'assenza dei partiti di centro sinistra, "una indelicatezza politica (Puggioni la definisce così) che non fa bene alla democrazia, perché non favorisce il confronto".
Strada lunga, allora, quella che porta ad una sintesi fra gli eredi della DC? "Lunga e faticosa, da percorrere sino in fondo. Le scorciatoie non servono a niente. E neppure la tendenza ragionieristica alle convenienze immediate. Anzi, gli attimi di euforia che accompagnano intese rapide e superficiali non fanno bene, sono dannose".
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