CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Autonomia di Pirri: per Tore Sanna (Ds) meglio la strada della municipalità che quella a rischio del referendum.


Cagliari, 1 febbraio 2001 - Autonomia di Pirri: ricorrendo al referendum c'è il rischio di bloccare tutto almeno per i prossimi cinque anni. Se, infatti, non si raggiunge il quorum (previsione tutt'altro che azzardata) la consultazione popolare è ritenuta nulla e può essere riproposta solo dopo un lustro. E' preferibile che il Consiglio regionale - pur andando avanti nella procedura prevista dalla legge 58 che regola l'istituzione di nuovi Comuni - compia un atto di indirizzo politico utilizzando le norme contenute nel testo unico delle leggi comunali e provinciali (la 267) e riconosca a Pirri la municipalità con sostanziale allargamento della propria autonomia e la possibilità di decidere su materie di interesse locale. E' sufficiente una modifica dello Statuto del Comune di Cagliari e del relativo Regolamento. E' quanto ha sostenuto in Commissione Autonomia e ripropone all'attenzione del dibattito in corso l'on. Tore Sanna (Ds) partendo dal presupposto che, nell'area urbana di Cagliari, Pirri ha le carte in regola per diventare Municipio, trattamento che è riservato sono a quartieri annessi alla città con atto di fusione o incorporazione o annessione.

Per altri quartieri che hanno fatto storicamente parte dell'originario nucleo comunale non è previsto tale riconoscimento. Ma Pirri, Comune autonomo sino al 1928, divenne quartiere di Cagliari con atto d'imperio del presidente del Consiglio dei ministri. E' possibile perciò assegnarli un'autonomia "diversa" dalla circoscrizioni che preveda sia l'elezione diretta del presidente che lo status giuridico delle amministrazioni comunali.

I limiti dell'autonomia - argomenta l'on. Sanna - possono essere frutto di intese bilaterali; in ogni caso e davanti allo spauracchio di un nulla di fatto del referendum rappresenterebbero "un passo avanti per soddisfare i bisogni concreti della frazione". E se da una parte le dinamiche sociali ed economiche dicono che il governo d'area debba essere rafforzato (smembrare la città metropolitana appare più un danno che un beneficio), dall'altra assume priorità di fronte ad una "sorta di separatezza amministrativa rispetto a Cagliari" risolvere prima il problema dell'autogoverno.

"Ci sono aspetti anche immateriali, che vanno presi in considerazione. Essi si rifanno alla cultura originaria della comunità - spiega l'on. Sanna - e costituiscono una identità precisa. Cancellare, attraverso le regole del piano urbanistico della città di Cagliari, i connotati di paese campidanese non rappresenta una conquista, semmai un passo indietro perché Pirri rischia di essere trasformato in un quartiere anonimo".

Consentire forme di autogoverno, salvando alcune peculiarità, arricchisce la città. Tutto ciò - sostiene il consigliere Ds - può non placare la sete di autonomia ma permette di andare avanti su una strada che altrimenti rimarrebbe interrotta per almeno cinque anni.


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