CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Convegno regionale "Informazione e sport per tutti" organizzato dal Gruppo sardo dei giornalisti sportivi (USSI). Saluto del Presidente, Efisio Serrenti


Cagliari, 23 maggio 2002 - Il presidente del Consiglio regionale, Efisio Serrenti, ha inviato un messaggio di saluto al presidente dell'USSI in occasione del Convegno regionale "Informazione e sport per tutti".

Signor Presidente, Signore, Signori,

impegni istituzionali mi impediscono di essere presente al vostro incontro annuale, un appuntamento al quale ho spesso partecipato, con grande piacere, per l'interesse che ho sempre avuto per molte discipline sportive.

Come molti italiani, salvo il mio particolare rapporto col mare e, quindi, con tutte le attività ad esso legate, sono più uno sportivo "osservante e parlante, piuttosto che praticante"; ma sono, tuttavia, un attento osservatore dei molti aspetti che caratterizzano il complesso mondo dello sport attivo.

In questi ultimi tempi, tuttavia, la nostra attenzione è stata attratta da molti, troppi, episodi negativi che hanno interessato alcune discipline, anche particolarmente amate e seguite dagli appassionati. Mi riferisco alla conferma del ricorso a farmaci illeciti, per ottenere sempre più esasperate prestazioni agonistiche.

Un fenomeno sconvolgente, che ha investito atleti anche di nome, ha sconvolto manifestazioni di grande richiamo, rischia di mettere in discussione l'intero complesso dello sport nazionale ed internazionale.

Forse gli interessi economici, che ruotano attorno allo spettacolo sportivo, hanno raggiunto livelli eccessivi, non più giustificabili; forse esistono motivazioni, ai più sconosciute se non incomprensibili, che spingono a comportamenti esasperati, tali da mettere a rischio la stessa vita degli atleti.

Se dai box arriva ad un pilota, saldamente in testa ad un Gran premio, l'ordine di rallentare e far vincere la prima guida, questa decisione può essere considerata un modo troppo cinico ed utilitaristico di interpretare le fondamentali regole             sportive, per far prevalere gli interessi della casa automobilistica o della scuderia. Ma esasperare le prestazioni personali, ricorrendo a farmaci o a sostanze proibite, è la totale negazione di ogni regola di comportamento sportivo.

In una situazione di così grave confusione morale, la stampa, il mondo dell'informazione, hanno un ruolo delicato ed importantissimo.

Lo sport ha, infatti, sempre esaltato le qualità, specialmente fisiche e morali, degli atleti. Violarne le regole basilari, fatte di coerenza e correttezza anche verso se stessi, ma soprattutto di rispetto degli avversari, significa che la competizione non è più sana e leale pratica sportiva, ma lotta pericolosa e feroce, condizionata da "squallidi" interessi economici.

Il compito dell'informazione, in questi anni, è profondamente mutato, giornali e radiotelevisioni hanno acquisito un ruolo di grande importanza, il potere di creare o abbattere i miti, di far emergere ed imporre i personaggi, in qualche modo anche di sminuire o esaltare risultati e conquiste.

Sono convinto che l'informazione, come lo sport, sia un diritto per tutti; ma l'informazione, e lo sport, devono essere corretti, limpidi, leali, proporre modelli e comportamenti "positivi".

Non credo ci si debba richiamare ad alcun "concetto etico" nella gestione e diffusione delle notizie, ma sono convinto che pratica sportiva ed attività giornalistica debbano seguire le basilari regole della lealtà sportiva e della coerente deontologia professionale.

Informare, spiegare, stimolare, criticare, proporre, sono compiti delicati, essenziali, con un grande significato civile e sociale. Una società moderna, evoluta, ha bisogno di regole adatte ai tempi, che cambiano con il progressivo mutare della società stessa. Ma informazione e sport non possono seguire percorsi diversi, contrastanti, proporre modelli culturali e di comportamento che violino le regole nelle quali tutti si riconoscono.

Una informazione poco obiettiva, una attività sportiva condizionata da espedienti ed alchimie di vario genere, modificano profondamente i valori ai quali si ispira qualunque società.

Credo che il compito della stampa sportiva sia, quindi, in questi tempi, forse ancora più delicato e difficile che in passato. Il mio augurio è che l'equilibrio, la coerenza ai principi di lealtà e correttezza, che hanno sempre caratterizzato i giornalisti sardi non vengano meno neanche in questo delicato momento. Un auspicio ed un augurio sentito, perché una società che cresce, oltre che giusta deve assolutamente essere intellettualmente onesta, pulita, leale. Con i miei più cordiali saluti

 on. Efisio Serrenti


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