CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Primo congresso in Sardegna di storia della medicina. Messaggio di saluto del presidente Serrenti


Cagliari, 29 aprile 2002 - Messaggio di saluto del Presidente Serrenti all'on. Ibba in occasione del Primo congresso in Sardegna di storia della medicina, che si terrà a Cagliari il 29 e 30 aprile.

Signor Presidente, (caro Mondino),

impegni istituzionali mi impediscono di essere presente alla seduta di apertura del Primo convengo di storia della Medicina organizzato in Sardegna. Una occasione opportuna, come d'altro canto ha detto anche Lei nella presentazione, per fare il punto sullo stato della scienza medica nella nostra isola.

In Sardegna, spesso, gli studiosi, i medici si sono scontrati con preconcetti, con assurde credenze popolari. Ma, e questo mi sembra un aspetto invece positivo, nella società sarda è sempre stata riservata una particolare attenzione per lo studio dei fenomeni naturali, per l'approfondimento delle conoscenze del "sistema" uomo. Forse è enfatizzare eccessivamente le4 conoscenze scientifiche dei "vecchi sardi", ma in molti casi gli archeologi hanno riferito di interventi su delicati organi umani, in alcuni casi persino di possibili interventi sul cranio.

Certo è che in Sardegna, sino a non molti anni fa, la medicina naturale era di casa ed "aggiustatori di ossa" o medici alternativi godevano di fama e considerazione.

Questo convegno ha un altro scopo, credo sia questo l'obiettivo che si prefiggono gli organizzatori, quello di rendere omaggio a tanti grandi studiosi sardi spesso ignorati dalla storiografia medica. Recentemente le cere del Susini, anche grazie alla paziente ed incessante opera di alcuni docenti dell'Università cagliaritana, hanno conquistato un meritato prestigio internazionale. Sono molti altri gli studiosi che avrebbero meritato uguali, importanti riconoscimenti.

Nel corso di questo seminario, come si legge nel programma, saranno ricordati Francesco Antonio Boi, Cattaneo, Sterzi, Perra, Brotzu, studiosi e docenti che hanno lasciato incancellabili tracce nella storia della ricerca e della didattica, non solo isolana. In questo stesso convegno saranno ricordati anche Loddo, Aresu, Ligas, Delitala, Simon e tanti altri sardi illustri che, troppo spesso, hanno trovato onori e fama oltre il Tirreno.

Saranno ricordati, quindi, gli studi, le ricerche, le scoperte di molti altri studiosi sardi, sconosciuti al grande pubblico, che avrebbero meritato o meriterebbero una maggiore considerazione anche nella loro terra.

Credo che questo convegno, signore e signori, abbia un altro grande significato: la ricerca, gli studi, anche in discipline difficili e delicate, come sono quelle scientifiche, dovrebbero essere incrementati, sostenuti. Il mondo è in rapida ed inarrestabile evoluzione; la salute è un diritto che si deve garantire a tutti i cittadini; l'allungamento della vita impone cure diverse a patologie sempre in divenire. Destinare fondi alla ricerca, alla sperimentazione, è assolutamente necessario, se si vogliono dare risposte concrete alle nuove esigenze di una società in rapida evoluzione.

Ma il futuro si può disegnare solamente se si parte dalle basi certe del passato. Conoscere e valorizzare, ad esempio, i risultati di Giuseppe Brotzu può facilitare la scoperta di altri farmaci, di nuovi metodi per combattere e debellare mali giudicati assolutamente o difficilmente curabili. Ma bisogna conoscere l'opera del professor Brotzu.

Il mio auspicio è che, quindi, questo vostro convegno imponga all'attenzione del mondo scientifico, ma anche di quello politico, troppo spesso distratto nell'esaminare ciò che accade fuori dal Palazzo, lo stato della ricerca medico-scientifica nell'Isola, i risultati ai quali si è giunti dopo anni, secoli, di appassionato lavoro. Così che gli stessi politici decidano di intervenire in forma più decisa a sostegno di un settore che può realmente condizionare il futuro e lo sviluppo della nostra società.

Congratulandomi, quindi, per la grande validità della vostra iniziativa auguro a tutti i partecipanti, ai relatori, agli organizzatori, il mio più cordiale e sentito buon lavoro.

 on. Efisio Serrenti


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