CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Terzo congresso nazionale della Federazione Associazioni Sarde in Italia (FASI). I sardi nel mondo: cultura, identità, partecipazione. Messaggio del Presidente


Cagliari, 23 marzo 2002 - Il presidente del Consiglio regionale, Efisio Serrenti, ha inviato un messaggio di saluto in occasione del Terzo congresso nazionale della Federazione Associazioni Sarde in Italia (FASI), che si svolge a Genova nei giorni 23 e 24 marzo.

Signore, signori,

impegni istituzionali mi impediscono di essere presente al terzo congresso nazionale della Federazione delle associazioni sarde in Italia; un appuntamento al quale avrei voluto partecipare anche per il profondo affetto che mi lega alla vostra Associazione.

Quest'anno, tra l'altro, avete scelto un tema di grande interesse: "i sardi nel mondo: cultura, identità, partecipazione", un argomento che appassiona, che permette di essere vicini ai fratelli che hanno trovato, lontano dall'isola, quelle possibilità di lavoro, di crescita, di riscatto, di affermazione nei diversi settori, che la nostra difficile situazione sociale ed economica non garantisce più ai suoi figli.

Lontani dalla Sardegna, ma con ben vivo il ricordo delle nostre tradizioni, della nostra cultura, dell'essere sardi in ogni occasione ed in ogni paese. Lontani dai nostri luoghi d'origine, dagli affetti familiari, riscopriamo gli aspetti più delicati e più struggenti della nostra terra. In ogni parte del mondo sentiamo, forse ancora più vivo e stretto, il rapporto con la nostra isola, con la nostra gente.

Mi è capitato molte volte, anche nelle occasioni di incontri ufficiali all'estero, di capire quanto sia indissolubile il legame che unisce i sardi, tra loro, quando sono costretti ad abbandonare i paesi d'origine.

I valori della tradizione, la solidarietà umana, che è una componente fondamentale della nostra cultura, emergono, si riaffermano, esaltano quella capacità di soffrire, di aiutarsi, di dimenticare divisioni e contrasti, che fa diventare fratelli, in terra straniera, tutti coloro che sono nati sotto il cielo dell'Isola.

Lontani, riusciamo a dimenticare i rancori ed i conflitti che hanno reso difficile la vita in certi paesi, che hanno segnato, con una dolorosa scia di sangue, molte particolari realtà. Lontani dalla nostra regione diventiamo, forse, migliori.

Questo il tema sul quale avete deciso di confrontarvi. La cultura è sempre viva, le tradizioni, i ricordi, passano da padre a figlio; così come la lingua, seppure costretti ad impararne una nuova, non si dimentica. La cultura è anche un valore che permea il nostro essere, che rimane nel nostro cuore e nella nostra mente, sino a quando abbiamo speranze, idee e coraggio per andare avanti. Nel nostro animo è sempre ben viva la consapevolezza di essere sardi: oggi, domani, sempre.

Una certezza che ci accompagna per tutta la vita, l'orgoglio di appartenere ad una grande comunità che ci permette di anteporre, lontani dalle difficili realtà quotidiane, l'interesse comune a quello personale.

In ogni occasione, la storia lo ricorda, i sardi hanno sempre trovato, nella consapevolezza della loro identità, la forza per affermare il diritto di essere, sempre e comunque, prima di tutto sardi.

Una forza interiore che ha favorito la loro partecipazione attiva a tutti i processi di crescita culturale, politica, sociale, economica, delle diverse realtà nelle quali erano inseriti. Lontano dalla loro terra d'origine, hanno saputo affermare le loro capacità personali.  Quando non sono riusciti a superare le difficoltà della vita, gli ostacoli dell'essere in terra straniera, di dover parlare una lingua diversa, il dover affrontare situazioni tanto differenti, per le quali non erano forse preparati, hanno sempre mostrato una grande dignità, un grande rispetto per i diritti, le libertà, le esigenze degli altri.

Cultura, identità, capacità di partecipare sono, quindi, le caratteristiche forse più peculiari che ci accomunano con i fratelli divisi dal mare.

Questo terzo convegno deve essere, quindi, l'occasione propizia per approfondire le nostre ricchezze interiori, per mettere a punto i programmi necessari per riallacciare rapporti, per stringere più stretti legami con la nostra, la vostra terra.

Il mio augurio è proprio questo: riuscire ad essere sardi "temporaneamente in trasferta", sempre legati indissolubilmente alla Sardegna.

Le nuove tecnologie informatiche, la possibilità di viaggiare più celermente ed a costi contenuti, possono permettere, infatti, a molti di tornare nei paesi d'origine, a tutti di sentire più vicina, col cuore, se non proprio fisicamente, la Sardegna.

La continua evoluzione della società, l'allungamento della vita, sono gli altri fattori che possono favorire il ritorno di tanti sardi nella nostra terra, per ritrovare affetti e memorie certamente non dimenticati. In ogni caso, in Europa, in Italia, in Sardegna, siamo e dobbiamo essere sempre noi stessi, con la nostra cultura, la nostra identità, le nostre tradizioni, il nostro orgoglio di essere sardi. Forza paris.

 on. Efisio Serrenti


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