CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Sessione aperta del Consiglio per i fatti di terrorismo negli Usa.  Intervento del Presidente


Cagliari, 12 settembre 2001. Intervento del Presidente Efisio Serrenti sui gravi attentati compiuti ieri negli Stati Uniti.

Colleghe, colleghi,

Di fronte ad episodi come quelli avvenuti ieri negli Stati Uniti, non esistono parole adeguate per esprimere la costernazione ed il dolore che affliggono l'animo nostro e, ne sono certo, di tutti i Sardi.

Il Consiglio regionale è riunito, in seduta "aperta", scosso da questi terribili fatti, proprio per esprimere la nostra commossa solidarietà e la partecipazione al cordoglio di un'intera Nazione.

I fatti cui abbiamo assistito, quasi increduli, dal sapore cinematografico ma tragicamente veri, potranno cambiare, lo dico con convinzione, il destino stesso del mondo ed alterare il corso della storia. Le reazioni a quanto è accaduto ieri potranno essere tremende: è stato giustamente osservato che il mondo sviluppato, fortemente proiettato verso una crescita della libertà e della democrazia, potrebbe essere tentato di chiudersi, di rinunciare alla tolleranza, di regredire verso il passato.

Certo è che niente sarà più come prima. Muteranno i rapporti tra i popoli, le strategie di autodifesa e le politiche di collaborazione. La ormai ricorrente frase "nessun luogo è sicuro" suonerà come un monito per tutti noi.

Ci attende, colleghi del Consiglio, un futuro che metterà a dura prova la nostra capacità di resistere alla barbarie. Il compito delle democrazie moderne, del mondo sviluppato è quello di reagire e difendersi senza tradire democrazia e libertà, i valori che sono alla base della civiltà e della pacifica convivenza fra i popoli. I popoli liberi devono essere uniti e compatti, nella risposta a questo atto di guerra contro il mondo civile.

Azioni di questo genere, delle vere e proprie operazioni belliche, poco hanno in comune con gli episodi di terrorismo avvenuti anche nel nostro Paese e che, in tutte le parti del mondo, continuano a verificarsi con sempre più preoccupante frequenza.

Questa volta si è voluta colpire l'immagine della civiltà moderna, il simbolo della potenza economica e tecnologica di una Nazione occidentale, un Paese all'avanguardia anche nella difesa dei diritti e delle libertà individuali.

Si sono scelti anche obiettivi militari, come il Pentagono, o politici, se è vero che un aereo avrebbe dovuto colpire la residenza estiva del Presidente Bush, ma sono stati messi quasi in subordine, perché gli obiettivi principali dell'operazione erano i simboli del progresso e della potenza economica statunitense: le due torri gemelle di New York.

Un obiettivo scelto, e purtroppo colpito con drammatica precisione, senza tener conto del valore della vita delle molte decine di migliaia di persone che in quelle torri lavoravano, che quegli edifici visitavano e frequentavano.

L'aspetto più preoccupante ed agghiacciante della vicenda, colleghe e colleghi, è forse proprio questo: la vita umana non ha alcun valore, non è tenuta in alcuna considerazione.

In una azione bellica, forse, si possono anche capire le ragioni di chi si immola per difendere i propri ideali, la propria Patria.

Chi deliberatamente ordina, organizza o compie una strage, apparentemente senza una ragione, se non quella di dimostrare che non esistono difese insuperabili, che anche la maggiore potenza mondiale può essere profondamente colpita; chi uccide o fa uccidere migliaia di persone incolpevoli, non può avere alcuna solidarietà, perché non esistono motivi validi all'origine di simili episodi.

Assistiamo costernati, colpiti nei nostri sentimenti più profondi a tanta inaudita violenza. Non esistono giustificazioni per la distruzione di tanta vite umane.

Episodi come quelli degli Stati uniti sono, forse, il sintomo di una lucida follia o, peggio, l'esasperazione di un conflitto religioso, utilizzando mezzi e metodi inconcepibili.

Il rispetto dei diritti individuali, delle idee e delle convinzioni, anche religiose, degli altri sono concetti e comportamenti ormai profondamente radicati nelle coscienze degli uomini liberi.

Le contrapposizioni politiche, ideali, religiose non possono in alcun modo giustificare il ricorso alla forza, alla violenza.

La vita umana è e deve essere rispettata, sempre, in ogni occasione e con qualunque mezzo.

La Sardegna, Cagliari, hanno ancora vivi i ricordi degli orrori della guerra, il dolore per tante innocenti esistenze spezzate dalle bombe e dagli ordigni di morte, piovuti anche sulle nostre case. Quella, però, era la guerra e lo si sapeva.

Il terrorismo, con la sua subdola ed improvvisa violenza, con l'attacco e la distruzione di obiettivi simbolici, è un ritorno agli anni più bui della civiltà.

La violenza terroristica, infatti, è la negazione di quei concetti di tutela della persona, di quei diritti individuali che sono alla base di ogni forma di moderna democrazia.

A chi vuole globalizzare il terrore bisogna dare una risposta democratica globale, con una mobilitazione delle coscienze, delle forze di tutta l'umanità.

Le democrazie hanno dimostrato di saper dare il meglio di sé stesse e della loro capacità di resistenza proprio nei momenti di pericolo, perché si fondano sul consenso dei cittadini. L'America, ne sono certo, supererà questa tremenda prova e ne uscirà rafforzata nei suoi valori e nella volontà di continuare nel cammino della civiltà e della democrazia.

I Sardi sono vicini al Popolo americano, partecipano al dolore di una Grande nazione, si impegneranno per combattere questa nuova barbarie e per impedire che altri, drammatici, episodi di questo genere possano ripetersi.

Il nostro può e deve essere un impegno non solo morale. Il futuro del mondo occidentale, infatti, sembra messo in preoccupante discussione. Rapporti ed accordi, raggiunti con grande difficoltà o ancora lontani dall'essere conseguiti, possono essere stracciati e superati da questa grande follia.

Il mio auspicio, quello dell'intera Assemblea, di tutta la società sarda, è che la ragione riprende il sopravvento e che l'uso della violenza venga assolutamente bandito; così come mi auguro che gli autori di questi efferati episodi vengano assicurati alla giustizia.

La democrazia non può essere messa in pericolo dagli integralismi religiosi, dalle esasperazioni ideologiche. Sono certo che anche l'Assemblea regionale, la società sarda sapranno operare perché episodi di questo genere non abbiano più a verificarsi.

Colleghe, colleghi, vi invito ad alzarvi in piedi per un minuto di raccoglimento, in segno di lutto e di solidarietà con le vittime e con le loro famiglie.

(raccoglimento)

La seduta del Consiglio è sospesa, con l'intesa che l'Assemblea potrà essere riconvocata con immediatezza, qualora le circostanze lo richiedessero.


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