CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaGli auguri di Natale del presidente Serrenti ai consiglieri regionali
Cagliari, 22 dicembre 2000 - Prima di chiudere la seduta di ieri del Consiglio regionale, che non sarà comunque l'ultima del 2000, il presidente Efisio Serenti ha rivolto un breve discorso di auguri ai consiglieri regionali.
Colleghe, colleghi,
si chiude un anno di intensa attività del Consiglio, il primo di effettivo lavoro di questa tormentata legislatura.
La Sardegna, ancora una volta, ha dovuto affrontare una crisi economica dalla quale appare difficile uscire, una crisi aggravata da alluvioni, dalla persistente siccità, dalla epidemia di blu tongue che hanno definitivamente messo in ginocchio il nostro settore agricolo, la base produttiva che caratterizza l'economia isolana.
Le forze politiche hanno trovato, nell'affrontare queste emergenze, significativi accordi. Ma purtroppo, lo dobbiamo dire, anche con qualche divisione e contrapposizione che hanno limitato il valore e la portata di molti provvedimenti decisi dal Consiglio.
Una considerazione amara, dettata da ciò che molto spesso abbiamo potuto cogliere incontrando la nostra gente.
In molte occasioni, fuori da questa Aula, ci si è trovati d'accordo sulle soluzioni pratiche più opportune; nel corso dei lavori consiliari, più di una volta, abbiamo assistito ad incomprensioni, a polemiche sterili, legate più ad un superato gioco delle parti che alle regole che sono alla base di ogni confronto politico democratico.
Credo che il Consiglio debba modificare questo modo di procedere. La società sarda ha bisogno di "nuove politiche", ha bisogno di nuovi traguardi, di riforme che tengano conto dei profondi cambiamenti che sono avvenuti nella complessa e composita società sarda.
Da tempo, da troppo tempo, si parla di nuova regione, di un nuovo ruolo che la Sardegna deve avere nel processo di riforma della struttura dello Stato, da troppo tempo si parla anche delle riforme necessarie per rivitalizzare l'istituzione Regione.
Solo in questi giorni registriamo (possiamo dire finalmente?) la presentazione di iniziative legislative che propongono o indicano i percorsi necessari per giungere ad una reale revisione dello Statuto e per stabilire nuovi rapporti, che la maggior parte dei sardi auspica paritari e di tipo federativo, con lo Stato.
Su questi temi è necessario un confronto attento ed approfondito, nel quale tutte le forze politiche facciano sentire la loro voce, propongano soluzioni e riforme, in linea con il loro patrimonio ideologico e culturale, con le tradizioni storiche e politiche che sono ricchezze insostituibili in ogni democrazia evoluta.
Il passato non deve essere cancellato, la storia che ognuno ha alle sue spalle non deve essere dimenticata.
Ma proprio da queste esperienze devono giungere le indicazioni necessarie per trovare soluzioni politiche moderne, adatte a garantire un diverso futuro a coloro dei quali siano i rappresentanti istituzionali.
Nella piena distinzione dei ruoli, nel corretto svolgimento dei nostri compiti, dobbiamo cercare di superare inutili irrigidimenti; dobbiamo confrontarci con coraggio e coerenza cercando, in ogni caso, di giungere alla sintesi necessaria per elaborare ed approvare i provvedimenti adatti a risolvere i problemi dei sardi.
Servono riforme, a livello istituzionale, in grado di incidere realmente in una situazione sociale che può diventare esplosiva. Chi è senza lavoro, chi chiede una casa, chi soffre e non è assistito nel modo migliore non deve attendere, per anni, che le cose cambino.
Cominciamo, intanto, a cambiare anche il nostro modo di lavorare. Il Consiglio, in questo primo scorcio di legislatura, si è riunito 113 volte. Sono stati presentati, complessivamente, 159 progetti di legge: 63 disegni di legge e 96 proposte di legge. Sono stati approvati 39 provvedimenti, 6 di queste leggi sono state rinviate dal Governo e 4 sono state tempestivamente riapprovate. Sono state anche presentate 7 proposte di legge nazionale, una delle quali è stata esaminata dall'Aula.
Sono state presentate 284 interrogazioni, a 102 delle quali sono state date risposte scritte; le interpellanze sono state 120, 22 delle quali sono state discusse in Aula.
Le mozioni presentate sono state 35, 10 delle quali discusse.
I programmi ed i documenti trasmessi sono stati 14, 8 dei quali approvati; i regolamenti proposti 1, non ancora approvato.
L'attività delle Commissioni, invece, si può sintetizzare con questi numeri: le sedute, complessivamente, sono state 364, troppe delle quali deserte. In sede referente sono stati approvati 38 tra disegni e proposte di legge, 1 proposta di legge nazionale, 8 leggi rinviate, 9 programmi o documenti, 4 schemi di attuazione. In sede consultiva, sono stati espressi 15 pareri finanziari, 51 pareri espressi in attuazione di leggi regionali, approvate 10 risoluzioni, effettuati 27 tra sopralluoghi e missioni, svolte 172 audizioni. Le commissioni hanno lavorato, nel loro complesso, per quasi 700 ore.
Le riforme devono essere fatte, presto e bene; il sistema economico deve essere rimesso in moto subito; gli interventi sociali devono essere moderni, efficaci, garantiti.
Il tempo delle parole e delle promesse è alle nostre spalle e non possiamo continuare a guardare indietro.
Il mondo moderno, corre, vola in molti campi. Ed i più forti non si fermano ad aspettare chi non regge il loro passo.
L'impegno che dobbiamo prendere, quindi, è quello di accantonare le polemiche sterili e di confrontarci, invece, sui problemi concreti, sugli ostacoli che impediscono ai sardi, a tutti i sardi, di essere al passo con i tempi.
La libertà dai bisogni, il progresso generale della nostra società devono essere gli obiettivi che ci dobbiamo porre, le sfide che dobbiamo vincere.
Chiudendo queste mie brevi considerazioni, voglio anche ricordare i molti componenti il Consiglio che ci hanno lasciato, i colleghi Edoardo Fiori, Aldo Lai, Mario Pazzaglia, Salvatore Stara, Antonio Tedesco, dei quali ricordo l'azione illuminata e la grande dedizione agli interessi della Sardegna.
L'augurio che faccio a Lei, signor presidente, che faccio alle colleghe ed ai colleghi, a tutti coloro che in questo Palazzo lavorano e nei confronti dei quali sento il dovere, anche a nome vostro, di rivolgere un ringraziamento per la loro incessante attività in favore della istituzione consiliare, l'augurio che faccio a tutti i sardi, vicini e lontani, è che il primo anno del nuovo Millennio ci veda finalmente capaci di batterci, con intelligenza, tenacia, passione per realizzare un futuro realmente migliore.
Buon Natale e Felice Anno a tutti.
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