CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Messaggio del Presidente al convegno "Siccità: monitoraggio, mitigazione, effetti"


Cagliari, 21 settembre 2000 - In occasione del Convegno "Siccità: monitoriaggio, mitigazione, effetti", in programma a Villasimius dal 21 al 23 settembre, il Presidente del Consiglio regionale, on. Efisio Serrenti, ha inviato alla Presidenza del Convegno il seguente messaggio:

Impegni istituzionali mi impediscono di partecipare a questo importantissimo convegno, nel corso del quale saranno approfonditi i molteplici aspetti di quella che è la grande emergenza della Sardegna: la siccità

Nell'immediato dopoguerra, per cercare finalmente di garantire condizioni di vita più accettabili alle popolazioni sarde, molti paesi erano privi di acqua potabile, e per favorire il processo di modernizzazione del sistema agricolo sardo fu avviato il grandioso progetto del Flumendosa.

Non una goccia d'acqua sarebbe dovuta più finire in mare senza aver prima fecondato la terra. Dopo mezzo secolo dai rubinetti delle case sarde l'acqua sgorga, ma non sempre, ed i campi inaridiscono perché, anche per le colture pregiate, non c'è l'acqua necessaria.

Studiosi ed esperti provenienti anche dall'estero illustreranno, nelle diverse sessioni nelle quali è articolato questo seminario di studi, i sistemi per identificare la siccità, gli aspetti meteorologici del problema, i modi per utilizzare razionalmente le poche riserve disponibili, le iniziative anche internazionali da portare avanti per ridurre i disagi che anche la Sardegna sopporta, ormai da troppi anni.

Saranno indicazioni utilissime, delle quali i politici sardi dovranno fare tesoro quando riprenderanno a parlare, in termini concreti, delle iniziative necessarie per evitare la progressiva desertificazione dell'isola.

Personalmente, infatti, sono convito che gli incendi estivi e la diminuzione costante delle superfici boschive sono tra le cause delle mutazioni climatiche e della diminuzione delle precipitazioni piovose; mentre l'inadeguatezza delle reti di distribuzione provoca perdite e sprechi difficilmente comprensibili.

In molte altre parti del mondo, situazioni simili sono state affrontate con iniziative coraggiose, con sistemi ormai collaudati e si sono raggiunti risultati estremamente positivi.

Si parla spesso, anche da noi, dei mezzi usati per stimolare la pioggia; si ipotizzano collegamenti con altre regioni ricche di risorse idriche, la realizzazione di un acquedotto con la Corsica tecnicamente non sembra opera difficile e costosa. Però, difficilmente si passa alla realizzazione pratica di questi progetti. E nelle case sarde l'acqua arriva in quantità sempre minore e nei campi è difficili realizzare produzioni di qualità e, quindi, remunerative.

La Sardegna non può pagare un prezzo tanto alto, perché le scelte e le decisioni necessarie vengono continuamente rimandate. La società sarda non può ulteriormente sopportare una situazione che ne condiziona lo sviluppo. Una emergenza, come è la siccità, non può essere ulteriormente sopportata, impone scelte moderne, razionali, di facile ed immediata attuazione.

Rimboschire parte della Sardegna, stimolare le nubi che solcano i cieli isolani, recuperare i boschi danneggiati dagli incendi, collegare tra loro i bacini esistenti, intervenendo per aumentare la loco capacità di invaso, modificare drasticamente il sistema di distribuzione dell'acqua disponibile, coordinare le attività dei diversi enti che operano in questo strategico e delicato settore sono i diversi aspetti di un problema che deve essere definitivamente affrontato e risolto.

Il presente ed il futuro della nostra regione, infatti, è condizionato da questo perenne stato di crisi.

Gli esperti e gli studiosi che prendono parte ai lavori di questo convegno forniranno, sicuramente, indicazioni utili per affrontare questa nostra grave emergenza, che dai lavori emergeranno proposte moderne e razionali per arrestare il progressivo impoverimento della nostra Isola e favorirne la Rinascita.

A nome mio personale e dell'intera Assemblea regionale auguro, quindi, un buon lavoro

Efisio Serrenti