CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaIl presidente Serrenti e l'impegno a rispettare il risultato dei referendum
Cagliari 13 novembre 1999 - Il presidente del Consiglio regionale onorevole Efisio Serrenti ha risposto all'onorevole Michele Cossa il quale, nei giorni scorsi, ha inviato una lettera a tutti i consiglieri regionali.
Caro Michele,
nella tua lettera chiedi ai consiglieri regionali "di rendere pubblica la loro intenzione di prendere atto della volontà che esprimeranno gli elettori (il prossimo 21 novembre) quale essa sia, e di contribuire a tradurla in precisi atti legislativi".
I referendum sono, secondo alcuni, un grande strumento di democrazia diretta. Secondo altri sono semplicemente una forma di pressione psicologica, perché le assemblee elettive non sempre attuano quanto indicato dai cittadini.
In una democrazia parlamentare, come ben sai, i rappresentanti del popolo hanno il compito di proporre, approvare e far applicare leggi giuste, buone, ispirate agli interessi generali della collettività.
Le assemblee legislative, come il Consiglio regionale, hanno anche il dovere di modificare le leggi che si sono dimostrate inadeguate o, peggio, clamorosamente errate.
Il sistema democratico, in ogni caso, impone che al termine di un corretto, anche se aspro, confronto la maggioranza abbia il diritto ed il dovere di attuare i propri programmi, di proporre ed emanare le norme giudicate più consone alle realtà che si vogliono affrontare. E la minoranza ha il diritto ed il dovere di proseguire la propria battaglia, cercando di diventare, a sua volta, maggioranza.
Un consigliere regionale, qualunque sia il suo pensiero, non può sottrarsi alla volontà degli elettori, specialmente se espressione della maggioranza. Ed il presidente del Consiglio non può certamente ignorare queste regole che sono alla base di ogni democrazia parlamentare.
Per quanto mi riguarda, vivere in un partito come quello nel quale milito da molti lustri, che ha sempre difeso con strenuo coraggio la volontà popolare, in quanto sovrana e ben al di sopra degli interessi contingenti delle diverse forze politiche, dei singoli esponenti e dirigenti dei partiti, grandi e piccoli, ha un grande significato.
Crescere a questa scuola ha confermato in me il concetto che la democrazia è sinonimo di libertà. Non ho nessuna intenzione di violare questa convinzione e sono certo che i consiglieri regionali rispetteranno le indicazioni della maggioranza dei cittadini sardi. Anche se la sede adatta per un serio confronto su questi temi é sempre il Consiglio regionale, dove le parti dovranno confrontarsi, con serietà ed acume, sulle proposte di riforma che le diverse forze politiche proporranno ma che, lo dico senza alcun intento polemico, mi sembra non siano state ancora presentate.
Tranquillizzandoti per il mio futuro comportamento, in difesa della volontà che il popolo sardo esprimerà nei referendum del 21 novembre, ti saluto cordialmente.