CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaIl presidente del Consiglio Efisio Serrenti conferma di condividere i motivi e le ragioni della manifestazione organizzata dal WWF a Santa Teresa Gallura
Cagliari 7 luglio 2000 - Il presidente del Consiglio regionale, Efisio Serrenti, che aveva aderito ai primi dello scorso mese di giugno alle iniziative organizzate dal Fondo Mondiale della Natura per contrastare il transito delle petroliere nelle Bocche di Bonifacio, ha invito al presidente del WWF una lettera con la quale conferma di condividere le ragioni e le motivazioni che sono all'origine della manifestazione che si terrà domani, sabato 8 luglio, a Santa Teresa Gallura.
Gentile Presidente,
impegni istituzionali mi impediscono di essere presente all'appuntamento di Santa Teresa Gallura, che si concluderà con la grande manifestazione di protesta ed il blocco della navigazione nelle Bocche di Bonifacio. Confermo comunque la mia adesione, a suo tempo comunicata, alla vostra iniziativa per rendere meno pericolosa la corrente di traffico che interessa il tratto di mare che separa la Sardegna e la Corsica.
In molte occasioni, infatti, ho espresso anche pubblicamente le mie preoccupazioni per l'eccessivo numero di navi che passano per le Bocche; preoccupazioni accresciute dal fatto che in un mare particolarmente bello, un parco marino di interesse internazionale, transitino troppe navi cariche di sostanze estremamente pericolose per l'ecosistema.
Le petroliere, con il loro carico inquinante, non sono le uniche che fanno correre rischi al parco delle Bocche. Non si può ignorare che migliaia di tonnellate di cereali o di sostanze minerali di diversa natura, quando finiscono sui fondali marini, provocano danni ambientali irreversibili e, forse, superiori a quelli provocati dalla perdita di una identica quantità di greggio da una delle troppe petroliere che costeggiano le coste sarde o corse.
E' giusto, quindi, chiedere il blocco delle navi che trasportano prodotti petroliferi, ma è opportuno vietare il passaggio anche delle altre navi cariche di materiali direttamente o indirettamente inquinanti.
Una scelta drastica, difficile da proporre ed imporre, ne sono ben conscio, perché le Bocche permettono di ridurre i tempi dei collegamenti tra molti porti mediterranei, permettono di contenere i costi del trasporto e facilitano gli scambi commerciali tra molte regioni italiane e, ad esempio, quelle francesi e spagnole.
Se si punta sull'ambiente, come risorsa in grado di favorire uno sviluppo sostenibile, e se si vuole garantire una notevole "qualità della vita" ai sardi, ai corsi ed ai turisti che scelgono le due isole vicine per le loro vacanze, certe scelte obbligate devono, però, assolutamente essere fatte.
Capisco, tuttavia, che non si possono sposare tesi eccessivamente rigide, che non tengono conto anche delle esigenze di coloro che in mare operano e che dal mare traggono possibilità di vita e sostentamento.
I traffici sono condizioni essenziali per lo sviluppo e componente notevole in ogni processo di crescita economica. Se così non fosse lo stretto di Sicilia sarebbe, da tempo, interdetto al traffico mercantile.
Si impone, quindi, una visione globale del problema, la cui soluzione è legata a proposte che tengono conto della esigenza di tutelare gli ambienti e di permettere attività economiche che non danneggino irreparabilmente questi ambienti naturali.
Queste sono, quindi, decisioni che possono essere prese esclusivamente a livello sovranazionale, quanto meno comunitario.
L'Unione europea, negli ultimi anni, ha rivolto grande attenzione al Mediterraneo ed ha deciso di intervenire fattivamente, per impedire che il Nostro Mare diventi un enorme "stagno" ucciso dagli scarichi e dai veleni, di ogni tipo, che vi vengono riversati.
La stessa UE, in sostanza, dovrebbe impedire che troppe "carrette del mare", troppe nuovissime navi, fragili oltre ogni ragionevole limite, solchino il nostro mare, tocchino i nostri porti.
Ma il problema va affrontato all'origine. I super giganti del mare, con le loro centinaia di migliaia di tonnellate di prodotti trasportati, sono un rischio continuo per l'ambiente e non solo per quello marino. La Comunità internazionale deve, tempestivamente ed ufficialmente, affrontare e risolvere i diversi aspetti di una situazione così complessa. Navi anche modernissime, ma non in grado di reggere la tremenda forza del mare, non possono attraversare ambienti tanto fragili e delicati. Navi vecchie, scassate e pericolose non possono più fare rotta verso in nostri porti.
Scelte difficili ma necessarie, perché le Bocche, le coste della Sardegna e della Corsica, l'ambiente marino che le caratterizza, sono un bene da difendere e tutelare, sono un patrimonio di inestimabile valore che dobbiamo preservare per le generazioni future.
Confermo, quindi, la mia adesione alla vostra iniziativa ed auguro, e mi auguro, la sua completa riuscita con il conseguimento degli obiettivi che si prefigge: la difesa e la tutela completa di una delle zone più belle del Mediterraneo.Cordiali saluti