CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 467 del 12 novembre 2008
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Legge urbanistica: acceso dibattito sull’articolo 29, riscritto da un emendamento di sintesi, a sua volta modificato per dare spazio alle richieste della maggioranza. Sul voto segreto manca qualche voto al centrosinistra. Sull’articolo 30 (operatività del Piano paesaggistico), l’on. Mario Floris: è il cavallo di Troia contro il baluardo dei diritti delle autonomie locali.
Cagliari, 12 novembre 2008 – Più laboriosa del previsto l’approvazione dell’articolo 29 della legge urbanistica che disciplina le procedure del Piano paesaggistico regionale. Un emendamento di sintesi (293), presentato a fine mattinata e ulteriormente corretto nel pomeriggio, ha ritardato la ripresa dei lavori, con richiesta di voto segreto, alla ripresa, fatta dall’on. Capelli (Udc). Pur con qualche piccola defezione, la maggioranza ha approvato l’emendamento e, di conseguenza, l’articolo; ma il dibattito che ne è seguito, col pretesto sulle dichiarazioni di voto di un successivo emendamento aggiuntivo (146, Pileri) ha dimostrato posizioni inconciliabili con l’opposizione, orientata a non votare la legge.
L’on. Uras (Prc) ha commentato il voto precedente con la fuga di qualche consigliere, che rappresenta un fatto fisiologico di fine legislatura, quando si tenta di ottenere la pole position; ma, nel complesso, ha detto, la maggioranza non vacilla.
La stesura finale dell’articolo 29 è “una ferita alla democrazia parlamentare”, ha detto l’on. Pittalis (FI) perché la delega data alla Giunta di approvare, in via definitiva, il Ppr è, da parte del Consiglio, un modo di abdicare alle proprie funzioni, firmando una cambiale in bianco.Con quest’atto, ha aggiunto, il parlamento sardo si mette al servizio del governatore.
Evidentemente, ha sottolineato l’on. Pileri (FI), il Consiglio ha fiducia nella Giunta, non i se stesso né nei Comuni, singoli o associati. E dire, ha affermato l’on. Capelli (Udc), che nella discussione iniziale molti esponenti della maggioranza avevano promessa la strenue difesa delle prerogative del Consiglio, dicendo che, mai e poi mai, il Ppr sarebbe stato approvato dalla Giunta. Ora, invece, emergono i portavoce della presidenza e cambiano le carte in tavola.
Anche per l’on. Ladu (Fortza Paris) si tratta di “un fatto molto grave, che mortifica l’intero Consiglio”, divenuto marginale rispetto agli atti salienti della pianificazione regionale.
A forza di ripetere falsità, di finisce per farle diventare verità, ha risposto l’on. Salis (IdV) ricordando che altre leggi (cita la 23/93) avevano affidato all’esecutivo la decisione finale su strumenti urbanistici sui quali gli enti locali non hanno sufficienti competenze tecniche.
Rifondazione non era d’accordo sull’emendamento di sintesi, ma il voto segreto l’ha costretta a votare a favore. Lo ha detto l’on. Pisu, dicendo che, altrimenti, la posizione del suo partito sarebbe emersa. “Vogliamo difendere le competenze del Consiglio – ha detto – e volevamo che fosse il Consiglio ad approvare definitivamente il Piano”.
Già in passato il Consiglio aveva dato fiducia alla Giunta su altri atti urbanistici fondamentali; ma si è trattato – ha detto Franco Ignazio Cuccu (Udc) di fiducia mal riposta. I fatti, anche giudiziari, sulle conseguenze del Ppr lo dimostrano. Per cui appare vergognoso rinnovare la fiducia, dopo un periodo sofferto e tormentato di una gestione della Regione sepolta dal contenzioso.
L’on. Vargiu (iformatori) ha detto che terrà a mente le dichiarazioni degli esponenti del centrosinistra, caso mai il centrodestra dovesse vincere le elezioni; perché in tal caso l’attuale maggioranza, divenuta opposizione, non condividerà più una legge che ora sostiene in ossequio alla Giunta.
Per quel poco che c’è da difendere (il passaggio in Commissione della proposta di Ppr), l’on. Caligaris (Misto, socialista), ha chiesto che, in quella fase, la Commissione sia allargata a tutte le forze politiche ed ha chiesto (“c’è ancora il tempo per farlo”) che tale condizione sia prevista in legge.
All’accusa del centrodestra che il passaggio in Commissione è fumo negli occhi, perché proprio la legge in discussione dimostra come il testo sia stato stravolto, il presidente della Quarta, on. Pinna, ha detto che, a una lettura attenta, l’impianto è rimasto sostanzialmente invariato e, del resto, l’Aula ha il dovere di apportare modifiche migliorative.
Si tratta comunque di una involuzione del sistema democratico, gli ha risposto l’on. Diana (An) dal momento che la mano del presidente Soru è ben visibile in questa vicenda. Il voto segreto? E’ previsto dal regolamento e non è escluso che, da qui all’approvazione finale della legge, se ne faccia ricorso ancora.
Il sistema dei compromessi, che tengono in piedi la maggioranza, può considerarsi – ha detto l’on. La Spisa (FI) – un ritorno al passato, anche rispetto alla legge statutaria, che qualche paletto, in difesa del Consiglio, lo aveva messo. La delega alla giunta può essere prevista, volta per volta, non per legge, perché, in tal caso, codifica la sottomissione del Consiglio, non più espressione di volontà popolare.
Il relatore di maggioranza, on. Pirisi, che ha manifestato apprezzamento per la correttezza e la competenza dell’on. Cuccu (Udc), ha criticato quei consiglieri di opposizione che abbaiano alla luna ed hanno “la testa girata all’indietro”, ragionano, cioè, su cose che appartengono, inesorabilmente, al passato,
Emendamento (146) bocciato per alzata di mano.
Sull’articolo successivo (30, verifica dell’operatività del Piano paesaggistico regionale) è intervenuto l’on. Mario Floris (Uds), sostenendo che questa legge, proposta dalla Giunta con la visione della Giunta, ha una luce sinistra nei confronti degli enti locali, espropriati di qualunque controllo o verifica di coerenza rispetto alle proposte di Piano. Una presenza, la loro, “spazzata via”. Ora si polemizza col passato, senza tenere conto che l’analisi, se vuole essere corretta, deve tenere conto di quel contesto e non si possono con un quadro istituzionale profondamente cambiato (basti pensare alla riforma del titolo quinto della Costituzione, all’equiordinazione dei livelli istituzionali) per comprendere che qualunque riferimento è strumentale. Affermando con forza che il territorio “è esclusivamente delle popolazioni che lo abitano”, l’on. Floris ha detto che l’articolo 30 (insieme al 43,verifica della operatività del vigente Piano paesaggistico) è “il cavallo di Troia per dare l’assalto alla cinta muraria di garanzia che la Costituzione riserva agli enti locali e alle loro autonomie”. (adel)
Il dibattito sull’articolo 30 del Testo Unificato “Disciplina per il governo del territorio regionale”.
Cagliari, 12 novembre 2008 – Il Consiglio regionale ha approvato l’articolo 30 del Testo Unificato “Disciplina per il governo del territorio regionale”. L’articolo, “Verifica dell’operatività del Piano paesaggistico regionale”, è stato approvato con alcune modifiche. Nel secondo comma, come proposto dall’on. Pirisi (PD) tutti i termini previsti sono stati portati a 15 giorni. Il dibattito generale sull’articolo è stato lungo e articolato. L’on. Pileri (F.I.) ha ricordato che questo articolo fu aggiunto al testo all’ultimo momento. Per il vicepresidente della commissione Urbanistica l’art 30 è da censurare perché si tratta di un articolo “lepre” o “spia”. Questo articolo – ha detto - è in stretta correlazione con l’art 43. Entrambi sono da cancellare. L’on. Maninchedda (Misto – Psd’az) ha ricordato che il contenuto della lettera A dell’articolo è già disciplinato dalla legge 13. La lettera A – ha detto – prevede che la giunta regionale fornisca un’interpretazione precisa e puntuale delle disposizioni contenute nelle norme tecniche di attuazione. Quando si affida a un’interpretazione - ha affermato - la capacità di modificare le norme si apre un potere in capo ad un organo che nell’articolo 29 abbiamo cercato di disciplinare. Le interpretazioni sono fortemente ambigue, per questo bisogna evitarle. Per l’on. Sabatini (PD) questa norma è positiva ed è un ulteriore punto di merito che va riconosciuto alla legge urbanistica. Per l’on Pittalis (F.I.) con questo articolo si completa l’iter attraverso il quale trova nel nostro ordinamento la circostanza che la giunta predispone, approva e verifica la operatività del piano paesaggistico regionale. Quindi, per Pittalis “la giunta se la suona se la canta e se la balla”. Noi – ha aggiunto – come Consiglio continueremo a rimanere spettatori perché tutti i poteri sono in capo alla giunta. La cosa che colpisce è questo attivismo che viene riconosciuto in capo alla giunta regionale e questa fretta inspiegabile. Il ruolo del Consiglio viene ancora una volta svilito. Con questo articolo – ha concluso - il Consiglio sta abdicando ai suoi poteri. L’on. Uras (Prc) ha sottolineato che i termini previsti nel secondo comma di questo articolo sono “incongrui” e ha invitato a fare una riflessione per riconsiderarli. Per l’on. La Spisa (F.I.) l’articolo 30 è uno dei peggiori articoli contenuti in questa legge. Questo è un articolo – ha detto La Spisa - che la giunta ha scritto per correggere gli effetti devastanti del Piano Paesaggistico regionale. E’ un tentativo di scrivere, attraverso la legge, all’interno del Piano paesaggistico. Per La Spisa si tratta di una disposizione “mostruosa” all’interno della legge. L’on. Pirisi (PD) ha detto che non è vero che questo articolo è stato proposto dalla giunta. Questo esecutivo non ha nessuna responsabilità. La responsabilità totale è della commissione urbanistica. Questo articolo è stato predisposto per allentare le rigidità e i blocchi che esistono all’interno del piano paesaggistico regionale. Il relatore della legge ha convenuto che i termini previsti nel secondo comma erano troppo brevi e ha proposto di portarli tutti a 15 giorni. Ha poi preso la parola l’assessore Gian Valerio Sanna che ha sottolineato il rammarico di sentire in aula una continua intolleranza nei confronti della giunta. “Questo articolo – ha detto - è stata una scelta precisa della commissione non dell’esecutivo”. Per l’assessore anche con questo articolo la maggioranza ha esaltato il valore della politica nell’interesse generale della Sardegna. Dopo l’approvazione dell’articolo 30 il presidente Spissu ha chiuso i lavori che riprenderanno domani mattina alle ore 10. (R.R.)