CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 464 dell'11 novembre 2008
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Approvato l’articolo della legge urbanistica che introduce lo strumento della perequazione e compensazione che introduce l’equa distribuzione di benefici e oneri edificatori. Un piano per l’edilizia sociale e residenziale pubblica.
Cagliari, 11 novembre 2008 – Approvato l’articolo 22 (perequazione e compensazione) considerato uno dei passaggi importanti della legge urbanistica, che introduce un nuovo istituto, definito di riequilibrio perché prevede l’equa distribuzione , tra i proprietari degli immobili interessati dagli interventi, dei diritti edificatori riconosciuti. L’argomento, affatto innovativo, ha suscitato un vivace dibattito.
Discussione su due emendamenti della giunta, presentati giovedì scorso dalla Giunto, che riscrivono il testo e introducono il 22 bis sull’edilizia sociale e residenziale pubblica. Tale intervento era stato sollecitato da alcuni consiglieri.
Sempre critica Rifondazione: la perequazione – ha detto l’on. Uras – ha bisogno di strumenti per funzionare e un testo poco chiaro ha l’effetto di complicare un percorso difficile di suo. Buona l’intenzione, ha aggiunto l’on. Pisano (Riformatori), ma la cattiva scrittura non aiuta a individuare il sistema perequativo. Si limano alcuni termini nel tentativo di evitare incomprensioni.
L’emendamento 288, che riscrive l’articolo 22, non risolve tutto (on. Pileri, Fi), ma migliora la legge (“è uno dei pochi casi che riconosce e compensa il sacrificio dei cittadini di fronte a espropri e pubblico interesse, salvando il diritto edificatorio”, ha dello La Spisa, capogruppo di Forza Italia); mentre, riprendendo una polemica apparsa in questi giorni sui giornali, il relatore, on. Pirisi, contesta i giudizi negativi di Confindustria sulla legge (da rimandare in Commissione), forse “per difetto di comunicazione” tra nuovo e vecchio presidente, dal momento che erano state raggiunge intese importanti.
Sulla “quantità” della perequazione di discute se parlare di “pari” o di “adeguata” capacità edificatoria. La dizione “pari” ridurrebbe il margine ad interpretazioni arbitrarie, ma l’aula è incerta; la parità non si adatta sempre a rappresentare valori, per loro natura, anche differenti.
L’emendamento viene approvato. L’opposizione si astiene e Rifondazione vota contro.
L’emendamento successivo (289) introduce il piano di edilizia sociale ed economico popolare (corretto in: residenziale pubblica, su proposta del relatore). Poco ottimista l’on. Uras sugli effetti pratici (perché dipende dal concetto di perequazione). Il 22 bis prevede che i Comuni con più di tremila abitanti “devono prevedere dotazioni territoriali da destinarsi all’edilizia sociale non inferiori al 10 per cento della previsione volumetrica complessiva” per soddisfare il fabbisogno abitativo.
L’on. Cassano (Riformatori) insiste perché anche i piccoli Comuni possano provvedere, essendo sempre acuto il bisogno di aree per l’edilizia sociale, mentre l’on. Pisano (Riformatori) afferma che il limita dei tremila abitanti escluderebbe la maggior parte dei Comuni sardi, mentre l’esperienza insegna che l’edilizia sociale ha risollevato le sorti dei centri più piccoli.
L’emendamento è complesso e l’on. Pileri (Fi) sottolinea che, presentato all’ultimo momento, non è stato oggetto dei necessari approfondimenti, anche alla ricerca di una possibile intesa, considerata l’importanza dell’argomento. Per l’on. Pittalis (Fi) il fatto prescrittivi (i Comuni “devono”) è ritenuto inammissibile; ma l’assessore Sanna spiega che la Regione vuole attuare una politica a favore degli standard urbanistici per l’edilizia sociale. E’ un dibattito che si sta sviluppando e che rappresenta una scelta di fondo. Quanto ai piccoli Comuni, sono esclusi da “devono”, ma nessuna norma li esclude dal “piccono”.
Con 43 sì e 13 no l’emendamento è approvato. Di conseguenza – riscrivendo i due emendamenti l’intero testo, anche l’articolo è approvato.
Approvato anche il 23 sulla compensazione urbanistica territoriale. (adel)
Si entra nel vivo della discussione con l’esame dell’articolo 26: “Documento di programmazione territoriale” = In precedenza, sì dell’aula agli articoli che istituiscono il Piano di coordinamento provinciale (24) e Piano di coordinamento provinciale (25)
Cagliari, 11 novembre 2008 – Si entra nel vivo della discussione con l’esame dell’articolo 26, riguardante il “Documento di pianificazione territoriale”, considerato uno dei punti di maggior rilievo della intera legge e della costruzione della pianificazione paesaggistica. In precedenza senza dibattito erano stati approvati gli articoli n. 24 (Piano di coordinamento provinciale) e 25 (Piano di coordinamento provinciale).
Il primo ad intervenire nella discussione generale dell’articolo 26 e dei relativi emendamenti, è stato il consigliere di Alleanza Nazionale, Giovanni Moro. “Così come è formulato l’articolo non è altro che un pezzo di carta destinato a restare sulla carta”, ha ironizzato l’oratore, che ha affermato come esso contenga in realtà “solamente concetti generici”. Se davvero come si vuol far credere –ha detto sostanzialmente Moro- questo articolo “avesse valore strategico, dovrebbe contenere una visione prospettica di ben altro respiro, sia di breve e medio periodo, sia di lungo periodo”. Secondo Moro, la verità è che “l’unico obiettivo che con questa norma e con l’intera legge si vuole raggiungere è quello di far confluire i poteri decisionali in capo all’esecutivo nella più totale discrezionalità”.
Di diverso avviso il rappresentante di Rifondazione Comunista, Luciano Uras, che ha definito questa legge fondamentale come atto che chiude il cerchio di una pianificazione urbanistica e territoriale che rappresenta uno degli atti più qualificanti dell’intera legislatura. “I consiglieri di minoranza –ha detto Uras- sono stati i grandi oppositori all’esproprio delle competenze del Consiglio da parte dell’esecutivo in materia urbanistica e per questo hanno promosso un referendum che è andato come è andato”. “Mi sarei aspettato –ha proseguito- che arrivati a questo articolo ed al successivo avrebbero dato vita ad un grande dibattito, invece scopro oggi che l’opposizione non intende discutere, sembra voler dare il via alla legge, che invece con una adeguata discussione potrebbe anche essere migliorata”. Resta il fatto, ha detto Uras che la soluzione che si realizzerà anche con gli emendamenti della Giunta darà giustizia alle funzioni di programmazione territoriale della Regione, riportando al giusto valore il PPR”
La discussione prosegue.
(lp)Prosegue il dibattito sull’articolo 26 e sugli emendamenti presentati al Testo unificato “Disciplina per il governo del territorio regionale”.
Cagliari, 11 novembre 2008 – Sull’articolo 26 e sugli emendamenti è poi intervenuto l’on. Cugini (SA) che ha detto che con questa legge il centrosinistra vuole mettere uno stop ai danni fatti in questi anni sul territorio. Siamo di fronte a una crisi – ha affermato - che impone a tutto il territorio mondiale di rivedere le proprie scelte. Il compito degli amministratori in Sardegna è conservare l’ambiente come “proprietà dell’universo”. Il testo licenziato dalla commissione va verso questo obiettivo e tende a far diventare la Sardegna “regione d’eccellenza”. Il centrosinistra, quindi, lavora verso questo obiettivo. Un centrosinistra che, in Sardegna, non può essere in competizione e che deve andare nella direzione della ricomposizione. Per l’on. Cugini deve passare la linea della responsabilità.
L’on. Capelli (Udc) ha chiesto la verifica del numero legale. Era presente in aula la maggioranza dei consiglieri e i lavori sono proseguiti con l’intervento dell’on. Masia (PS) che ha detto che alla fine questa legge, che nessuno voleva, sarà approvata dal Consiglio. L’esponente socialista ha espresso un parere positivo sul testo in quanto una volta approvato produrrà effetti concreti sul territorio. In questi quattro anni di legislatura – ha aggiunto - il centrosinistra non ha mai abdicato alla volontà di restituire al Consiglio il ruolo che deve avere anche in materia di salvaguardia del territorio. E la riscrittura dell’articolo 26 (come quella del 27) è un grande lavoro. Per Masia l’approvazione dell’articolo 26 (emendato) sarà uno dei primi passi per eliminare “i macigni” che ci sono ancora in questa legge.
I lavori riprenderanno alle 16,30 (R.R.)