CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

------------------------------------

Nota stampa
della seduta n. 452 del 23 ottobre 2008

------------------------------------

Il Consiglio regionale commemora la tragedia dell’alluvione nel Cagliaritano. La Giunta annuncia una legge speciale e chiede lo stato di calamità. Ma il ciclone era stato previsto con 48 ore di anticipo; grave carenza nell’informazione.

Cagliari, 23 ottobre 2008 – Dopo l’alluvione, il cordoglio. Il Consiglio regionale ha dedicato la seduta della mattina a quell’avvenimento, tragico e improbabile (o forse no, vista la ripetizione dell’eccezionalità dell’evento), che ha causato danni e morte, come un vecchio film, già visto. Mentre l’Aula riproponeva i temi della precarietà e l’insicurezza di un territorio non sufficientemente difeso dalle calamità naturali ed esasperato da fenomeni di speculazione edilizia, la Giunta incontrava i responsabile della Protezione civile per un esame della situazione, un inventario dei danni; fase propedeutica, questa, alla stesura di un disegno di legge, che – lo ha detto l’assessore Sanna – avrà una corsia preferenziale e recluterà tutte le risorse finanziarie disponibili per intervenire a favore delle famiglie e delle imprese, che la natura impazzita ha messo in ginocchio. Chiesto al governo lo stato di calamità.
Il presidente Giagu, introducendo l’argomento, ha fatto osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime. Il dibattito che ne è seguito, pur senza toni polemici, ha richiamato responsabili, vere o presunte, di un passato remoto e recente dal quale la politica emerge innalzando bandiera bianca. Le grandi calamità naturali, che in alcune zone dell’isola, particolarmente esposte, si ripetono, non hanno trovato a rimedio efficace, nella prevenzione o nella rapidità degli interventi di soccorso.
La colonna della Protezione civile era in marcia un’ora dopo l’avvio dell’emergenza, ma, lo ha ricordato l’on. La Spisa (Forza Italia) da Roma giungono notizie di inadeguatezza, anche per l’impiego di uomini.
Se, dunque, “non va dispera l’onda emotiva”, ha detto La Spisa, occorre trovare rimedi a eventi che “fanno paura” e, soprattutto, negli interventi di ristoro dei danni, vanno approvate leggi di facile applicazione, per evitare che i danni, spesso decisivi per la sopravvivenza di famiglie e aziende, vengano pagati con forti ritardi.
C’è stato, comunque, un colpevole difetto di comunicazione. Lo hanno ricordato sia l’on. Pisano (Riformatori). Sia l’on. Maninchedda (Psd’Az). Pisano ha detto che la perturbazione era stata annunciata con 48 ore di anticipo, ma la popolazione è rimasta all’oscuro e soprattutto non è scattata alcuna prevenzione sugli scantinati, che si sarebbero dovuti evacuare. Maninchedda ha detto che il servizio pubblico (Rai) è andato avanti tra omissioni ed errori (Onda verde, la trasmissione sul traffico, sconsigliava gli automobilisti e recarsi nelle zone limitrofe all’alluvione, facendo cenno al Comune di Capoterra, in … Sicilia) mentre l’onere di informare i sardi sull’agibilità viaria è stato di una radio privata, mentre con forte ritardo qualche notizia è apparsa sul sito regionale.
L’utilità di dare un segnale “unitario e rapido” è stata sottolineata dall’on. Cugini (Sinistra Autonomista) per dimostrare che il Consiglio “non è in vacanza” di fronte a una tragedia di grandi proporzioni. D’accordo su una legge speciale, che eviti tuttavia le trappole della burocrazia. E visto che si discute di legge urbanistica, “si introduca qualche norma che tenga conto di quel che è successo ieri”.
Una tragedia che ha radici antiche, frutto di una concezione che, nell’urbanistica, pone la speculazione al primo posto, sottoponendo il territorio ed autentiche violenze. Lo ha detto l’on. Uras (Prc), ricordando come la natura si sia riappropriata di alcune competenza, come i vecchi corsi d’acqua aridi da anni, dove chi vi aveva costruito ha vissuto ore drammatiche. Uso (e spesso abuso) del territorio, ha sottolineato l’on. Caligaris (Misto, socialista), che dimostrano come, quando entrano in campo certi giochi, la politica sembri inadeguata nelle procedure e nell’azione, dando l’immagine di scarso senso di responsabilità civile.
Per l’on. Gallus (Fortza Paris) è incomprensibile che, in territori frequentemente esposti alla collera della natura, non si approntino strumenti utili a ridurre l’impatto con le avversità ed a limitare i danni. I questa giornata di lutto, l’amara riflessione sul fatto che c’è chi pena per l’alluvione e chi per la siccità.
Sarebbe sufficiente il rispetto delle leggi esistenti, ha detto l’on. Farigu (Misto, Sardegna socialista), per evitare di piangere tragedie in qualche modo annunciate. Il cordoglio è spontaneo, ma dà l’impressione trattarsi di ipocrisia “per mettersi al riparo dalle responsabilità”: Grave responsabilità (da attribuire a chi? Protezione civile, Regione, prefetture?) è che popolazioni non siano state informate. Si sarebbe evitato il peggio. (adel)

Concluso il dibattito sul nubifragio. Gli interventi di Masia (Misto – PS), Salis (Misto IdV), Artizzu (An), Biancu (Pd), Capelli (Udc) e dell’assessore Gian Valerio Sanna.

Cagliari, 23 ottobre 2008 - Il dibattito sul nubifragio è proseguito con l’intervento dell’on. Masia (Misto-PS) che ha detto che è giusto che questo Consiglio affronti il problema una volta per tutte perché la situazione non si ripeta. Non si può, infatti, dare la colpa al cambiamento del clima o a qualcosa che non possiamo governare. Noi abbiamo una legge molto importante ed è la legge urbanistica. Attraverso questa legge il Consiglio deve dare delle risposte non solo di solidarietà ma anche di prevenzione. Nella zona dove è avvenuta la tragedia ci sono errori urbanistici che in futuro devono essere evitati. Il Consiglio deve entrare in merito sui provvedimenti da prendere.
Per l’on. Salis (Misto IDV) non è la natura che è colpevole dei disastri, il colpevole è chi ha costruito male in quelle aree così delicate. Noi esprimiamo il cordoglio – ha detto - ma quelle morti non ci sarebbero se del territorio non fosse stato fatto scempio. Per Salis è necessario affinare lo strumento urbanistico che l’Aula sta discutendo. “Una legge – ha aggiunto – che deve essere improntata non come se si fosse degli “azzeccagarbugli” ma andando alla sostanza delle cose per rispettare la sofferenza delle famiglie che ieri o in passato hanno avuto morti.
L’on. Artizzu (AN) ha parlato di senso di sgomento e di lutto che deve portare il Consiglio a uno sforzo per consentire che venga, in tempi stretti, varato un provvedimento per ripristinare e per risarcire i danni in tempi rapidi. Il capogruppo di An ha sottolineato il ritardo con cui i soccorsi sono intervenuti. “Certamente – ha aggiunto - fare polemica in questo momento sarebbe vile ma sarebbe anche ipocrita non sottolineare alcuni aspetti che la giunta deve tenere presenti. L’allarme era stato dato due giorni prima, e’ possibile che questo allarme non sia stato recepito da nessuna autorità? E’ anche vero che fino alle 22 e 30 nessun tipo di coordinamento era stato fatto nella zona di Capoterra. Tutto questo non è normale. Ci sono delle precise responsabilità sul coordinamento e sui ritardi nei soccorsi che devono essere accertate”. Artizzu ha annunciato la presentazione, al testo della legge urbanistica, di molti emendamenti riguardanti la tutela del territorio dal punto di vista idrogeologico e ha chiesto alla giunta di valutare il comportamento dell’amministrazione comunale di Capoterra che non ha coordinato i soccorsi e non ha adeguatamente informato i cittadini. “Nei confronti di questa amministrazione – ha concluso - valutate l’ipotesi di un commissariamento”.
L’on. Biancu (Pd) dopo aver espresso cordoglio alle famiglie delle vittime ha invitato a lasciare da parte le polemiche. “Dobbiamo cercare di dare risposte concrete – ha detto – come assicurare un iter accelerato per il Disegno di Legge annunciato dall’assessore Sanna che potrebbe essere approvato dal Consiglio nei primi giorni della prossima settimana.
Per il capogruppo del Pd in aggiunta ai provvedimenti approvati dalla Regione ci deve essere anche una risposta da parte dello Stato.
Per l’on. Capelli (Udc) l’evento eccezionale suscita solo rabbia. “Come è possibile – ha detto - che queste cose accadano ancora? Noi non vogliamo aggiungere fiumi di parole. Credo che la giunta goda del nostro totale rispetto e condividiamo le azioni che vuole portare avanti. In questo momento vanno poste in essere tutte le azioni civili, umane, solidali. Io rimanderei al dopo la discussione sulle eventuali responsabilità. Per Capelli, però, bisogna puntare maggiormente sulla prevenzione. Capelli ha invitato a stare lontani dalle strumentalizzazioni politiche e a stringersi intorno alla giunta per fare concretamente qualcosa.
Nella sua replica l’assessore Gian Valerio Sanna ha detto che è d’accordo sulla necessità di evitare strumentalizzazioni. “Sono per una politica che non si appaga dell’individuazione di colpe e responsabilità ma sono convinto che si deve guardare al futuro e predisporre tutti gli strumenti necessari affinché queste situazioni non si ripetano. Lo si può fare tutelando il territorio con una legge rigorosa che non dia spazio a nessuna mediazione.

L’intervento dei capigruppo nel dibattito generale sul Testo unificato “Disciplina per il governo del territorio regionale”.

Terminato il dibattito sugli eventi alluvionali è ripresa la discussione generale sul Testo Unificato “Disciplina per il governo del territorio regionale”. Il primo ad intervenire è stato il capogruppo di Rifondazione Comunista Luciano Uras che ha detto che il testo in discussione non è solo una legge urbanistica ma ha la pretesa di essere una disciplina organica per il governo del territorio regionale. Uras ha avvertito che il gruppo di Rifondazione vuole un’interpretazione rigorosa di questo testo di legge. “Noi – ha aggiunto - non siamo disponibili a votare una legge qualunque. Noi vogliamo una legge urbanistica che in ogni parte corrisponda a una disciplina del governo del territorio esasperata e che tuteli l’ambiente”. Dunque, nessun tipo di patteggiamento, di relazione, di mediazione con chiunque, da qualunque parte stia.. “Non siamo disponibili – ha affermato - ad accogliere norme che non siano in linea con questo indirizzo”. Per Uras il testo uscito dalla commissione è inadeguato, carente e non è condivisibile e utile per risolvere i problemi che esistono. “I 300 metri di salvaguardia – ha specificato - sono scomparsi. Si dirà sono previsti nel Codice Urbani. Ma io non delego allo Stato la materia. Voglio che la fascia dei 300 metri sia espressamente prevista nel testo”. Questa legge – ha concluso – che condizionerà per i prossimi decenni la vita della nostra comunità deve essere fatta bene. Noi vogliamo un governo del territorio serio. (R.R.)
Prosegue il dibattito sul Testo Unificato di disciplina del Governo del territorio = Gli ultimi interventi della discussione generale = I lavori riprenderanno martedì 28 ottobre alle 11 con la replica dell’Assessore

Con gli ultimi interventi svolti nel primo pomeriggio di oggi, si avvia a conclusione la discussione generale della Legge urbanistica: manca la replica dell’assessore che si terrà nella successiva seduta già convocata per martedì prossimo 28 ottobre alle ore 11. Quindi la votazione per il passaggio all’esame degli articoli.

Un parere assolutamente negativo sul testo di legge in discussione quello espresso da Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) che ha sottolineato come: questa legge che la maggioranza diceva fosse ormai pronta per la sua approvazione in realtà non sembra proprio esserlo, quando una parte della stessa maggioranza chiede che venga rinviata in commissione. Vargiu ha ricordato che la riforma urbanistica sia stata sempre rivendicata come “il cavallo di battaglia della maggioranza”, c’è stata la Legge 8 che ha aperto al riguardo, col vincolo dei due chilometri, un forte clima di scontro. Da quella legge doveva poi scaturire il Piano urbanistico, che contiene vizi di metodo e vizi di carattere sostanziale, limitando se non escludendo il ruolo e l’autonomia degli enti locali. “Vogliamo un quadro ordinamentale rigoroso –ha detto- ma con adeguati spazi alle autonomie locali: il centralismo decisionale è inaccettabile”. Tanto più in quanto, ha aggiunto, le “maglie strettissime del governo del territorio come lo vuole il governatore possano poi tal volta allargarsi nel sistema dell’intesa” che assegna totale discrezionalità al Presidente. “Noi siamo –ha concluso- per la certezza del diritto; le regole devono essere sempre uguali per tutti”.
E’ poi intervenuto Giuseppe Atzeri (Misto – Psd’Az), che ha affermato che questa legge va modificata e migliorata profondamente e questo va fatto in aula. “Occorre impedire che una sola persona abbia un potere discrezionale” quale quello che gli viene attribuito da queste norme, ha detto in sostanza Atzeri: “Si tratta di una visione monarchica”. Accusando la politica del Governatore di “tracimante centralismo”, il rappresentante sardista ha aggiunto che questa normativa crea un pericoloso precedente attribuendo ogni potere decisionale all’esecutivo escludendo le autonomie locali. Quanto al dibattito di questi giorni sull’ipotesi di rinviare la legge in commissione Astzeri è stato categorico: la legge non deve tornare alla Commissione, sarebbe un modo per sconfessarne l’operato e si priverebbe il Consiglio del proprio ruolo. Una legge contradditoria, ha anche detto il consigliere sardista, da una parte dice di volersi ispirare al Codice Urbani (sussidiarietà), dall’altra si caratterizza per un forte centralismo.
Di diverso avviso Paola Lanzi (SA) che ha giudicato “una buona legge nel suo impianto” quella portata all’attenzione del Consiglio , attraverso la quale i Comuni sono chiamati a svolgere un ruolo attivo e propositivo nella stesura del Ppr. “Certo non è una legge perfetta ma non esiste una legge perfetta”. Appellandosi alla coerenza politica, Paola Lanzi, sottolineando anche che la Sinistra democratica ha fiducia nella Maggioranza si è chiesta “se anche il PD ha la stessa fiducia in questa maggioranza”. Dopo aver “confermato tutte le scelte fatte da questa maggioranza” ha messo in guardia: “Stiamo attenti a non trasformare la democrazia in governo di minoranza”. In precedenza Paola Lanzi aveva parlato della necessità che la coalizione possa sviluppare una “nuova coscienza di coalizione”, indicando quella esigenza e questa legge come una autentica sfida. “Il territorio è la principale infrastruttura della Sardegna e la sua manutenzione è fondamentale; per questo occorre arginare il dilagare della cementificazione. Ha anche ricordato come la commissione di merito abbia svolto un lavoro serio e approfondito.
Fortemente critico Ignazio Artizzu (An), “Questa legge così com’è non ci piace e non la voteremo”, certo faremo emendamenti, ha aggiunto il capogruppo di Alleanza nazionale, ma non moltissimi, per non essere accusati di tentativi dilatori. “Faremo emendamenti importanti e di sostanza che consentano di modificare e migliorare il testo”. “Queste scelte –ha precisato Artizzu, rivolto alla Maggioranza- sono evidentemente vostre e ve ne assumerete la responsabilità”. “Denunciando la mancanza di autonomia assegnata agli enti locali in materia urbanistica”, ha contestato “gli accresciuti livelli di discrezionalità” assegnati all’esecutivo. “Con questa legge si sceglie di congelare ogni attività; è eccessivo il centralismo assegnato al presidente; è assente un piano generale per il territorio; si favorisce l’esodo e l’abbandono delle campagne”. “Questo dirigismo è inaccettabile e ci lascia una Sardegna ancora più precaria”.
“Il testo di legge che ci ha consegnato la Commissione è un punto di sintesi e di equilibrio alto”, ha detto invece Antonio Biancu (Pd) a nome del suo gruppo. Dicendosi sicuro che il dibattito potrà migliorare il testo si è detto sicuro che la maggioranza saprà essere “all’altezza della situazione”. Biancu ha raccolto la proposta di Paola Lanzi circa la rideterminazione nel testo in discussione della fascia di rispetto costiero accogliendo l’istanza di un suo allargamento da 300 a 500 metri. “Dopo 19 anni dalla legge 45 è ormai giunto il momento di una nuova normativa ed il testo in esame è perfettamente coerente con il decreto cosiddetto “salvacoste”. La legge 8 del pari”è un hjnuovo modello di sviluppo basato suiambiente, territorio e identità” che devono essere alla base del nuovo sviluppo della Sardegna. “Non è assolutamente vero che la Giunta abbia creato solo macerie”, ha detto Biancu, che ha citato una serie di dati che testimoniano la crescita della regione sia dal punto di vista economico che negli indicatori del mercato del lavoro. Questa legge di riforma è fondamentale, in questa direzione, ha detto il rappresentante del Pd, ed “abbiamo fiducia nella volontà e nel lavoro che sta svolgendo la maggioranza”.
La seduta si è quindi conclusa con l’intervento di Franco Ignazio Cuccu (Udc). “Questo dibattito è stato per lunghi tratti una gara di piaggeria”, ha detto. Ha ricordato la decadenza dei vecchi piani urbanistici osservando come quegli avvenimenti si registrarono in parte durante la legislatura a guida centrosinistra e poi a guida centrodestra. “Una lacuna che non è stata colmata allora e la cui responsabilità è sia della maggioranza attuale che della opposizione. Ora arriva in aula questo testo, ha detto quindi Cuccu in sostanza che si può soltanto migliorare “con una riscrittura dell’intero provvedimento”. Ha ricordato come la questione urbanistica abbia occupato l’attenzione per tutti i quattro anni di questa legislatura: quattro anni di dibattito intenso in commissione, 2 mila pagine di audizioni, un ponderoso compendio di giudizi negativi dalle parti sociali e dalle autonomie locali. Ecco perchè non ci si può limitare al testo in esame, ha detto Cuccu. Ricordando come la prassi migliore nell’azione legislativa è fare la norma prima dello strumento attuativo, come sottolineato dalla memoria consegnata dal Consiglio delle autonomie, Cuccu ha osservato come “questa legge assomigli più a una bolla medievale emanata dal governante che ad una legge”.Ne è prova il giudizio negativo del Consiglio delle autonomie, delle associazioni, e degli imprenditori. “L’Udc condivide questi giudizi”. (lp)