CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

------------------------------------

Nota stampa
della seduta n. 448 del 14 ottobre 2008

------------------------------------

Riprende il dibattito sul Testo unificato che Disciplina il governo del territorio regionale: gli interventi degli on. Tore Serra, Mariano Contu, Mondino Ibba e Oscar Cherchi

Cagliari, 14 ottobre 2008 – Dopo una interruzione a inizio seduta per mancanza del numero legale, è ripreso questo pomeriggio, sotto la presidenza del Vice presidente Giovanni Giagu, il dibattito sulla Legge urbanistica cominciato nelle precedenti sedute. Il primo ad intervenire è stato il consigliere Salvatore Serra (SA), che ha lanciato un segnale alla maggioranza: “Una legge di riforma come questa deve essere approvata, quanto meno, dall’intero centro sinistra”. Serra ha esordito ricordando che dopo quattro anni si è ormai alle prese con il bilancio di legislatura ed ha ricordato che in questi anni sono state approvate leggi di riforma importanti. “Nessuna di esse –ha detto- si sarebbe potuta varare senza il contributo anche della minoranza consiliare”. Ha ricordato che è necessario un atteggiamento costruttivo da parte dell’opposizione ed ha lanciato una prima avvertenza: “E’ possibile approvare questo articolato senza il contributo di parti significative del Centrosinistra?”. E’ necessario, ha aggiunto dare risposte positive alle osservazioni provenienti dagli enti locali e dalle parti sociali. “No a posizioni accentratrici o centralistiche –ha aggiunto- necessario un ruolo incisivo del Consiglio”.
Critico Mariano Contu (Fi). E’ cambiato il sistema normativo di riferimento, ha detto, eppure “oggi nessun Puc è stato approvato” la normativa del 2006 “ha di fatto impedito ai comuni di operare, il Ppr non ha favorito una azione di programmazione a opera delle amministrazioni locali”. Critico sul Ppr, Contu ha detto che “essa non è una legge salvacoste, come si dice, bensì è una legge che impedisce ai comuni di programmare il proprio territorio”. Sottolineando che l’attività edificatoria è stata del tutto paralizzata, ha denunciato come “il Ppr sia infarcito di contraddizioni”, tanto che mai il Tar Sardegna è stato tanto oberato di lavoro. Quello in discussione è un testo permeato di dirigismo, ha detto ancora Contu, e lo testimonia “quanto siano contrari rispetto ad esso enti locali e associazioni di categoria”.
“Vogliamo una legge equilibrata, ci aspettiamo da questa legge un ruolo più incisivo degli enti locali e del Consiglio regionale, recuperando a loro favore le funzioni oggi delegate alla Giunta”: lo ha detto Mondino Ibba (Sdi) che ha esordito sottolineando come il “governo del territorio sia stato sempre un terreno di grande confronto ma anche di rottura”. Il “mio gruppo –ha però ricordato- ha del problema una visione pratica e semplice, quella stessa del cittadini. E’ un errore, infatti, passare da un estremo all’altro, dalla selvaggia speculazione edilizia al blocco assoluto”. Per Ibba l’eco-compatibilità territoriale deve essere costruita costruendo il consenso fra i molti soggetti in campo” , quindi l’esponente socialista ha “salutato con favore il mutato clima determinato dal fatto che molte proposte del suo gruppo sono state accolte”.
Poi è stata la volta di Oscar Cherchi (Fi) che dopo aver sottolineato l’importanza di questa legge e del dibattito in corso ha sottolineato la necessità di modificare la “45” anche se il vero problema come farlo. Ad esempio come attuare i vari principi generali contenuti anche in questo articolato? ad esempio, come attuare il principio della sussidiarietà? “Il nodo di fondo è che in questa legge non c’è libertà di pianificazione a favore degli enti locali. Ed è questo il nodo di fondo”. Quello della “autonomia delle pianificazione –ha aggiunto Cherchi- è il vero punto dolente”. Emerge di fatto l’assoluta esigenza di un maggiore approfo0ndimento, secondo Oscar Cherchi, attribuendo la necessaria importanza alle osservazioni degli enti locali. “D’accordo che è necessaria una nuova legge di pianificazione territoriale ma non con questo articolato normativo”.
Il dibattito continua.
(lp)

Legge urbanistica: prosegue la discussione generale. Sono ancora tredici gli iscritti a parlare. Si riprende domattina alle 10.

Cagliari, 14 ottobre 2008 – Prosegue la discussione generale sulla nuova legge urbanistica (governo del territorio). Si concluderà, probabilmente, nella mattinata di domani (l’inizio dei lavori è previsto per le ore 10). Sono iscritti a parlare tredici consiglieri.
Tema di grande spessore nel dettare regole, ma anche sotto il profilo politico ha detto l’on. Pisano (Riformatori) il quale ha chiesto, tuttavia, alla maggioranza di rivedere alcune posizioni ricordando, maliziosamente, che è sull’urbanistica che è inciampato, in Friuli, l’on. Illy. Affidare alla giunta regionale la sovranità in materia significa scippare il Consiglio, che, come organo legislativo, dovrebbe avere competenza esclusiva. Definendola una legge-matrioska (nel senso del subordine gerarchico rispetto al piano paesaggistico), l’on. Pisano ha affermato che molti equivoci devono essere chiariti e, soprattutto, deve essere recuperata la condivisione della gente, la cui tutela deve essere la certezza del diritto. Strumento pericoloso, sotto questo profilo, l’accordo di programma, una specie di passe-partout delle regole attraverso l’istituto delle deroghe.
La legge ha alcuni punti critici, ha detto l’on. Davoli (Rifondazione), che la discussione deve risolvere: la titolarità della pianificazione deve essere in capo al Consiglio regionale; lo sportello unico non deve agevolare la scorciatoia del silenzio-assenso, la cui pericolosità è evidente; per le zone interne si deve agevolare la programmazione da parte dei Comuni, già afflitti dal disastro economico e sociale, alle prese anche con i vincoli di edificabilità. La legge deve vigilare sul consumo del territorio.
Soprattutto politico l’intervento dell’on. Mario Floris (Uds), che ha criticato l’attività della giunta, capace solo di creare macerie: fabbriche chiuse, servizi allo sbando, rapporti difficili con le autonomie locali, record di disoccupazione (193 mila iscritti nelle liste di collocamento, dalle quali molti di cancellano) con un tasso superiore al 24 per cento e con un generale regresso, il cui massimo si registra nel Medio Campidano e dove solo la provincia di Olbia-Tempio è di segno positivo. Ciò è frutto, da detto, della politica padronale e paternalistica del presidente Soru. Ora, con tre anni di ritardo, caratterizzati “da una prassi discrezionale e illegittima”, condizione espressa dalle ripetute sentenze della giustizia amministrativa, si cerca di mettere una pezza che, al contrario, evidenzia come il Piano paesaggistico non poggi su una struttura legislativa e sia carente di legittimità giuridica e come il disegno di riforma rischi di colpire quei soggetti portatori di interessi e valori diffusi che non abbiano le risorse economiche per intraprendere il lungo viaggio della mediazione con la giunta. La politica urbanistica, caratterizzata dal deprezzamento dei terreni e dal loro acquisto, nasconde – ha aggiunto – altri interessi in campo, che il ruolo marginale lasciato alle autonomie locali rende poco trasparenti.
“Carente, ambigua, inaccettabile” l’on. Sanjust (Forza Italia) ha definito la legge in discussione. Essa, stabilendo “l’incertezza del diritto”, rende la vita difficile a chi non ha risorse per affrontare il percorso incerto, essendo il potere decisionale “in altre mani”. La legge, che non rispetta il principio della sussidiarietà, si riduce ad essere una sorta di manuale per l’uso.
Per l’on. Corda (Pd) si completa il percorso iniziatosi col decreto salvacoste, introducendo regole per il buon uso del territorio, che colmano un periodo di anarchia. Tuttavia alcune riflessioni vanno fatte, sia perché si determina un accentramento di poteri in mano alla Regione (Corda chiede più competenza, accompagnate da risorse, per i Comuni), sia perché è doveroso porre rimedio “agli errori del Piano paesaggistico”, che ha vincolato le aree di frazioni come Sa Castanza, Mamuni, Trainu Moltu, eccetera, distanti dal mare trenta chilometri semplicemente perché appartengono (senza continuità territoriale) ad un Comune costiero: Olbia. Il Ppr non può essere modificato in questa fase, ma ci deve essere l’impegno delle forze politiche a farlo subito dopo l’approvazione della legge urbanistica, il cui testo è aperto e va, anche in alcuni aspetti peculiari, migliorato.
La legge “serve a togliere le castagne dal fuoco” e sarà usata “come grimaldello” per entrare nelle case dei sardi, essendo l’ultima occasione che si offre alla maggioranza, dal momento che la prossima finanziaria appare molto problematica. Lo ha detto l’on. Diana (An), il quale ha ricordato come gli ordini professionali abbiano lamentato la loro esclusione da un argomento così importante (“mai convocati, non hanno avuto neppure copia della legge”), che, per il momento sta regalando alla Regione una marea di ricorsi (il contenzioso sta praticamente paralizzando l’attività del Tar).
Per l’on. Silvio Lai (Pd) ci sono, in Consiglio, “ampi spazi” per sciogliere alcuni nodi. Occorre che l’intero Consiglio assuma la responsabilità che le leggi importanti richiedono e vada oltre la propaganda politica. L’urgenza di una legge urbanistica moderna era nei fatti. Semmai il Consiglio ne discute in ritardo, dopo un intenso lavoro in Commissione, che ha consentito di modificare sensibilmente il testo iniziale. Le critiche del centrodestra appaiono, spesso, strumentali. Il disastro economico annunciato non è confermato dai numeri (l’occupazione in edilizia è cresciuta del 18 per cento, fonte Inps e Inail, e se ciò può riferirsi all’emersione del lavoro nero, sicuramente dichiara che non c’è stato decremento). Quando al limitato ruolo degli enti locali, ad essi va dato lo spazio dovuto, tenendo tuttavia conto che alcune realtà (basterebbe pensare alle aree industriali) hanno un impatto sovracomunale e come tali vanno considerate. Quanto all’uso dei terreni agricoli, vi possono essere situazioni che ne richiedano un uso compatibile con iniziative edilizie. Sono aspetti che il dibattito dovrà chiarire.
Infine, l’intervento dell’on. Pileri (Forza Italia), già relatore di minoranza. Egli ha evidenziato gli aspetti, a suo giudizio, negativi, peraltro già sottolineati nel corso dell’intervento generale.
(adel)