CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

------------------------------------

Nota stampa
della seduta n. 444 del 7 ottobre 2008

------------------------------------

Sarà il presidente Spissu a nominare la commissione d’inchiesta del Consiglio che esaminerà gli atti compiuti dalla Regione su Tuvixeddu. Votato un ordine del giorno.

Cagliari, 7 ottobre 2008 – Sarà il presidente del Consiglio, Spissu, a nominare, per delega, la commissione d’inchiesta sugli atti compiti dalla Regione per Tuvixeddu. Nel pomeriggio è stato votato – dopo una lunga serie di interventi per dichiarazioni di voto – un ordine del giorno, depurato da giudizi di carattere politico sulla correttezza degli atti, che erano, invece, contenuti nel precedente odg, presentato e illustrato dall’on. Floris (Uds).
Il regolamento stabilisce che: se un terzo dei consiglieri chiede l’istituzione di una commissione d’inchiesta su fatti ritenuti di particolare gravità e con adeguata motivazione, la commissione è, di fatto, istituita. Si può procedere, per l’elezione dei componenti, o con la votazione in aula o delegando il presidente, che dovrò tenere conto della rappresentatività dei gruppi consiliari.
In realtà, pur essendo questo il nodo da sciogliere, le dichiarazioni di voto (la discussione si era esaurita il 31 luglio, con la mozione presentata dal centrodestra) hanno spaziato su un argomento ritenuto controverso e sul quale si sono espressi, con giudizio contrario alle decisioni prese dalla Giunta, sia il Tar che il Consiglio di Stato, ciascuno per le proprie competenze.
L’on. Mario Floris ha richiamato le molte “negligenze e reticenze” sull’operato della Regione, che ha deciso di non rispettare l’accordo di programma (Regione, Comune di Cagliari, privati) concluso nel 2000 per l’imponente valore archeologico del sito di Tuvixeddu, dove una necropoli punica sarebbe minacciata da un piano di fabbricazione. I lavori di cantiere avrebbero riportato alla luce altre tombe preistoriche, facendo assumere all’area una rilevanza straordinaria. Ma la Sovrintendenza smentisce, non si tratta di nuove tombe.
L’interesse per le necropoli della Giunta Soru sembra essere invece smentita per un altro insediamento preistorico, quello di Villasimius, dove con molta fretta è stata autorizzata la realizzazione di un campo da golf. Il fatto è, ha detto l’on. Maninchedda (Psd’az), che a Tuvixeddu l’imprenditore è Cualbu mentre, a Villasimius, è Ligresti. Per situazioni analoghe comportamenti diversi, insomma.
L’on. Vargiu (Riformatori) ha sostenuto che i diritti acquisiti dei privati vanno tutelati e se una delle parti contraenti l’accordo di programma intende modificare la situazione, deve farlo presentando altri progetti (c’è quello, “un po’ misterioso”, dell’architetto Cleman) e non bloccando i vecchi. Così facendo la Regione rischia di dover pagare i danni agli imprenditori, danni che assommerebbero, già, a settanta, ottanta milioni.
In realtà la Regione può riprendere in mano la situazione, ha detto l’assessore Gian Valerio Sanna, perché i diritti, ancorché acquisiti, dei singoli valgono meno dei diritti universali. Il sopravvenire di nuove situazioni per fare rescindere gli accordi. Tuttavia ha assicurato che la Giunta intende collaborare con la commissione d’inchiesta.
Per l’on. Espa (Pd) questa è una battaglia elettorale che rischia di far perdere il senso delle istituzioni. La conferenza stampa del sindaco di Cagliari con un privato segna questo preoccupante declino. Ma è soprattutto l’accresciuta sensibilità per la tutela dei beni storici e archeologici che dovrebbe fare riflettere.
L’on. Ladu ha ribadito che la commissione d’inchiesta non è un capriccio, ma un dovere, da parte del Consiglio regionale, di vigilare sull’operato della giunta. Sulle norme ambientali sono tutti d’accordo, ma non si comprende come in certe zone sul mare di autorizzino molte migliaia di metri cubi e per altri viga, invece, il divieto assoluto. Non tutti i cittadini hanno, di fronte alle norme urbanistiche, uguale trattamento.
Non tutti, però, si sono detti d’accordo sulla delega al presidente Spissu. L’on. Uras (Prc) ha chiesto che fosse l’aula ad esprimersi, ritenendo, tuttavia, che la richiesta della commissione d’inchiesta non fosse sufficientemente motivata, come prescrive il regolamento. Perciò diventerebbe un problema votare l’ordine del giorno.
“Non ci sottraiamo alla commissione d’inchiesta, ma riteniamo rischioso che il Consiglio regionale si trasformi in un organo inquirente”, ha detto l’on. Biancu, capogruppo del Pd, ricordando che in mattinata si è svolto a Roma l’incontro del presidente della Regione e del sindaco di Cagliari col ministro Bondi. Il ministro ha invitato Soru a trovare un’intesa con i privati, ma, ha precisato Mario Floris, ha ribadito che nessun nuovo vincolo sarà posto.
I “profili di eversione” dell’assessore Mongiu, che invitava il consiglio a non tenere in considerazione le sentenze del Consiglio di Stato e del Tar (esternazioni per le quali il presidente Spissu aveva invitato l’assessore a un comportamento istituzionale) dicono – secondo l’on. Atzeri (Psd’Az) – sui livelli di fibrillazione della Giunta, che ha “un triste primato” di sentenze contrarie della magistratura “amministrativa, pena e contabile” che renono opportuna la commissione d’inchiesta.
Per l’on. Cugini (Sinistra autonomista) le sentenze devono essere rispettate, ma contrastarle “a fin di bene” non rappresenta un comportamento sconsiderato per la politica, che spesso, contro alcuni provvedimenti, mobilita le piazze.
La necessità di fare chiarezza, ha detto l’on. Farigu (Sardegna socialista), è indispensabile per la caduta di credibilità della Giunta in seguito a comportamenti autoritari che minacciano le istituzioni. Si tratta di un fatto politico di rilievo, che la commissione d’inchiesta deve serenamente esaminare. D’accordo anche l’on. Pisano (Riformatori), mentre l’on. Capelli, capogruppo Udc, ritiene che, sella commissione, siano rappresentati tutti i gruppi e non azzarda giudizi preventivi. Vero è, tuttavia, che alcuni elementi di illegittimità sussistono, al pari degli atti della Saatchi and Saatchi, la cui vicenda ha scoperchiato la pentola .
Il presidente Spissu, che ha sospeso per qualche minuto l’aula per consentire di superare le ultime resistenze (da parte dell’on. Uras) ha “depurato” l’ordine del girono dai contenuti accusatori (“come spesso abbiamo fatto”) e l’ha posto ai voti. L’ordine del giorno, firmato anche dai capigruppo Masia Misto, socialista), Biancu (Pd), Salis (IdV) e Farigu (Sardegna socialista) è stato votato a larghissima maggioranza (tre voti contrari).
Si riprende domani mattina alle 10,30. (adel)