CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 435 del 30 luglio 2008
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Conclusa la discussione generale sulla legge di riordino dell’Istituto zooprofilattico, si passa all’esame degli articoli. Voto critico di astensione dell’opposizione. Capelli: affidiamo il compito alle università per evitare di essere una “dependance” di Teramo. Uras: necessaria una verifica sull’efficacia delle riforme.
Cagliari, 30 luglio 2008 – Conclusa la discussione generale sulla legge di “riordino” dell’istituto zooprofilattico (sede centrale a Sassari, sedi territoriali a Cagliari, Nuoro e Oristano; centri operativi a Tortolì e Olbia). Il passaggio agli articoli avviene col voto favorevole della maggioranza e l’astensione dell’opposizione.
L’on. Gavino Manca (Pd), primo firmatario della proposta di legge, dalla cui sintesi col disegno di legge della Giunta è nato il testo unificato in discussione, sottolinea che si colma una vistosa lacuna (la Sardegna è la penultima Regione ad adeguarsi al decreto legislativo del 1993. All’ultimo posto è la Campania), il cui effetto è stato negativo nell’efficienza e nell’efficacia della sanità veterinaria, settore strategico per l’economia dell’isola. Si era partiti con un progetto più ambizioso: fare sistema tra le varie realtà del settore, ma le audizioni in Commissione hanno rivelato le distanze tra le varie posizioni, consigliando una soluzione indolore e immediata, essendo questo obiettivo “improrogabile”, con la prospettiva di un successivo disegno di legge. La legge costituisce l’avvio di una riforma, che riguarda la salute del mondo animale, il controllo di malattie trasmissibili all’uomo, il controllo dell’igiene alimentare. Punto qualificante l’avvio della stabilizzazione dei precari, per i quali, tuttavia, l’on. Manca ha detto di non nascondere “una forte preoccupazione per i possibili ritardi”.
L’on. Licando (Forza Italia) ha detto di non poter essere soddisfatto, sia per i ritardi (il decreto legislativo del giugno 1993 fissava la scadenza dello stesso anno per l’adeguamento da parte delle Regioni), sia per l’impossibilità di promuovere una governance del sistema, sia per il centralismo regionale, al quale la legge fa riferimento, distanziandosi dal decreto legislativo che affidava la vigilanza al Ministero della salute. Alla Regione – ha detto – restava l’attività di coordinamento. Programmi, obiettivi, priorità ed indirizzo sono, a rileggere il decreto 270, riservati, infatti, alla sanità nazionale.
Costruito sul modello delle Asl, l’Istituto “è nelle mani del presidente Soru”, ha ribadito l’on. Farigu (Sardegna socialista). La volontà politica è quella di ridurre il consiglio di amministrazione dell’ente “ad uno straccio”; la rappresentanza legale è affidata al direttore generale, anziché ad un organismo democratico nel quale “dovrebbero essere rappresentati i legittimi interessi del mondo agropastorale e del mondo sanitario veterinario”.
La Sardegna, ha ricordato l’on. Renato Lai (Udc), è molto esposta a rischi di zoonosi, malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo. Porti e aeroporti sono luoghi a rischio, ma alla Sardegna non vengono riconosciuti i punti frontalieri di controllo (è la Toscana ad occuparsi di noi). Per questo motivo l’Istituto zooprofilattico deve avere un ruolo chiaro e svolgere una politica attiva di prevenzione e intervento. La legge in discussione non risolve i molti problemi, né dà garanzie sul funzionamento dei centri operativi di Tortolì e Olbia, che esistono “ma solo sulla carta”. Sanità animale, igiene degli allevamenti, corretto rapporto fra animali, uomo e ambiente, igiene degli alimenti sono competenze ampie rispetto ai quali la legge appare inadeguata. Lai ha sollecitato (attraverso gli emendamenti) di affrontare questi problemi per far fronte a nuovi pericoli, alla recrudescenza di alcune (l’echinoccocosi), all’effetto che anche gli uccelli migratori possono avere, per non parlare di controlli nella pesca e dei mangimi.
Per l’on. Uras (Prc) anche l’Istituto zooprofilattico rientra in quel progetto di “rinascita”, del quale si avverte una forte esigenza per colmare il divario con le Regioni economicamente più forti, sempre che decidano, per sé, i sardi e non il governo centrale, che interpreta la “rinascita” in un modello nazionale di sviluppo. Per questo, dopo aver votato questa legge, è indispensabile fare il punto sulle riforme (lo ha chiesto all’assessore Dadea, essendo la signora Dirindin, il cui snobbismo nei confronti del Consiglio “non possiamo sempre tollerare”) affinché sia capisca se le riforme hanno avuto effetto o se per vari motivi (statuti, ordinamenti e regolamenti) siano ferme da tempo al palo.
L’Istituto zooprofilattico? “Non ha ragione di esistere”, ha detto l’on. Capelli (Udc) sostenendo che non può essere (come è avvenuto in un recente passato) una dependance di Teramo, dove il “famoso dottor Caporale” esercita un forte potere, “anche economico”, nella gestione di attività decisive (gestione, studio, ricerca dei vaccini, ad esempio). Meglio rivalutare la ricerca delle università ed affidare ad esse le competenze dell’Istituto. La Regione – ha sostenuto Capelli – deve far valere la propria autonomia e rivendicare un ruolo nella programmazione e pianificazione. La legge in discussione è ambigua (“se l’Istituto deve rassomigliare alle Asl, sul piano organizzativo, che cosa ci fa il consiglio di amministrazione?”) ed a superare le ambiguità non è bastato il lavoro in Commissione. “Proveremo a farlo – ha concluso – con gli emendamenti”).
Replica della Giunta, con scuse di Dadea per l’assenza della Dirindin, impegnata in una importante riunione a Roma, ma, da domani, in aula. La legge è importante perchè disciplina un settore cruciale per l’economia e la salute. D’accordo ad un confronto per misurare gli aspetti virtuosi delle riforme (compresi gli effetti) che hanno caratterizzato questa legislatura, che si avvia all’epilogo.
La presentazione degli emendamenti richiede una breve sospensione. Poi si inizierà con l’esame degli articoli. (adel)
Il Consiglio approva la legge di Riordino dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna. Approvato un emendamento che diminuisce i componenti del consiglio di amministrazione nominati dal Consiglio regionale da quattro a due.
Cagliari, 30 luglio 2008 – Il Consiglio ha approvato (presenti 46, votanti 40, sì 40, 6 astenuti) la legge di Riordino dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna. In un clima sereno in poco meno di due ore sono stati approvati tutti gli articoli. Poche le modifiche apportate al testo licenziato dalla commissione. Tra le più significative quelle all’articolo 7 (Consiglio di amministrazione). A questo articolo erano stati presentati l’emendamento n. 3 (Capelli e più) che prevedeva di sostituire la parola “quattro” con la parola “due” e l’emendamento n. 16 (Pacifico e più) che prevedeva che i componenti del Consiglio di amministrazione designati della giunta fossero, invece, designati dal Consiglio regionale. Nella formulazione approvata dal Consiglio regionale “Il Consiglio di amministrazione è composto da tre componenti di cui uno designato dal ministero della salute e due eletti dal Consiglio regionale con voto limitato…..”
Sugli articoli e sugli emendamenti sono intervenuti, anche più volte, gli on.li Pisu (PRC), Rassu (F.I.), Renato Lai (Udc), Silvio Lai (Pd), Gessa (Pd), Vargiu (Riformatori), Capelli (Udc), l’assessore Dadea, Serra (Sinistra Autonomista).
Sull’ordine dei lavori, subito dopo la votazione dell’articolo 7, è intervenuto l’on. Pittalis (F.I.) che ha fatto rilevare che i consiglieri della maggioranza presenti il aula erano 37 e, quindi, il numero legale in Aula era garantito dalla minoranza.
I lavori del Consiglio regionale riprenderanno domani mattina alle 10. (R.R.)