CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 427 del 16 luglio 2008
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Consorzi industriali: sì all’articolo 1 della legge di riforma = Seduta sospesa su un emendamento all’articolo 2
Cagliari, 16 luglio 2008 – Con la discussione e votazione dei primi articoli è ripresa nel pomeriggio l’attività dell’aula che sta esaminando il testo unificato sulla riforma dei Consorzi di bonifica. Alla ripresa pomeridiana dei lavori il presidente ha posto in discussione l’articolo 1 e gli emendamenti collegati. E’ intervenuto Paolo Maninchedda (Psd’Az) che -parlando in particolare dell’emendamento 17 (a firma Biancu, Balia, Uras) tendente a sopprimere la lettera “d” del primo articolo con la quale si vorrebbe promuovere la nascita di zone franche fiscali alla produzione- ha espresso la propria meraviglia ricordando che persino lo Statuto parla della istituzione di zone franche fiscali. Sull’emendamento si è sviluppata una lunga serie di interventi per dichiarazione di voto. Si sono pronunciati contro l’emendamento tendente a sopprimere la parte relativa alle zone franche i consiglieri: Maria Grazia Caligaris (Sdi), Paolo Maninchedda (Psd’Az), Roberto Capelli (Udc), Adriano Salis (Idv), Giorgio La Spisa (Fi), Renato Cugini (Sa), Giommaria Uggias (Misto), Pierangelo Masia (Sdi). A favore dell’emendamento si sono espressi invece il consigliere Luciano Uras e l’assessore Concetta Rau (la Comunità europea non consente istituire vantaggi fiscali a favore di singoli territori), mentre il presidente della Commissione Industria, Giovanni Giagu si era rimesso all’aula. Poichè tuttavia è stato a più riprese osservato che il testo della lettera “d” dell’articolo non istituisce di per se alcuna istituzione di vantaggio fiscale ma intende semplicemente promuovere l’avvio di una procedura tendente alla istituzione eventuale di zone franche, l’aula ha deciso di sospendere la discussione e della lettera “d” in discussione e del relativo emendamento soppressivo parziale per giungere a una più corretta riscrittura del testo.
Posto in votazione per parti (con l’esclusione della lettera “d”) il primo articolo è stato approvato.
Nuovo intoppo con il successivo articolo 2 e gli emendamenti. Infatti senza discussione due emendamenti sostitutivi parziali sono stati approvati, ma uno dei due, relativo al Consorzio di Macomer è risultato erroneo (la constatazione è però venuta a votazione effettuata), per cui la seduta è stata sospesa per consentire una riscrittura del testo in modo corretto.
La seduta prosegue. (lp)Gli imprenditori entrano nelle assemblee e nei consigli di amministrazione dei consorzi industriali. Le Camere di commercio saranno rappresentate. Lungo dibattito su uno dei nodi della riforma.
Cagliari, 16 luglio 2008 – Uscite dalla porta principale, le Camere di commercio rientrano, con un rappresentante degli imprenditori “operanti in ambito provinciale”, dalla porta di servizio. Ma poiché, come ha detto il relatore, on. Giagu (Pd), “sono importanti gli obiettivi”, il percorso, un po’ tortuoso (sono le Province a nominare il rappresentante degli industriali, su terna proposta dalle Camere di Commercio), è ritenuto soddisfacente e pone fine a una lunga discussione che ha occupato buona parte della seduta serale. Era stato proprio l’on. Giagu a suscitare la querelle presentando un emendamento che giudicava essenziale la partecipazione degli imprenditori sia all’assemblea che al consiglio di amministrazione dei nuovi consorzi. Un emendamento (36) sottoscritto anche da Giuseppe Cuccu, Cocco e Tocco (tutti Pd) dava il là a una discussione abbastanza accesa. Contrario il capogruppo Biancu, perché lo spirito della riforma è quello di restituire totalmente la gestione agli enti locali, eliminando altri enti e associazioni. Ma già nella discussione generale, l’on. Cugini (Sinistra autonomista) aveva paragonato i consorzi industriali a dei “condomini”, dove è giusto che tutti gli inquini (in questo caso le imprese) abbiano voce. Riprendendo quel discorso, è stata superata l’impasse, nel senso che cresce di una unità il numero dei componenti e sarà la Provincia a nominare, sulla terna ricevuta dalla Camera di Commercio, il rappresentante degli imprenditori.
Giagu, presidente della Commissione industria e relatore della legge, aveva sostenuto questa esigenza giudicando “un errore” escludere la società civile (“la chiamiamo in causa quando ci fa comodo”). Anche il centrodestra (La Spisa e Contu, FI) era di questa opinione, che non dispiaceva neppure ai socialisti dello Sdi (Caligaris); mentre il Pd (Meloni, Silvio Cherchi) era decisamente contrario. Per ripetere le parole del capogruppo Biancu, “ci saranno altri momenti dove il sistema delle imprese potrà essere rappresentato”.
Due emendamenti (40 e 41) predisposti durante una breve sospensione dei lavori, accogliendo la proposta dell’on. Cugini, superano l’impasse: gli imprenditori ci saranno. Sia pure attraverso le Province. L’on. Farigu (Sardegna socialista) parla di “contorsionismo giuridico”, essendo tutti d’accordo che gli imprenditori devono esserci. L’emendamento Giagu, ritirato dal proponente e fatto suo dall’on. Contu (FI) viene bocciato.
C’è un altro passaggio delicato, il potere di delega da parte dei sindaci e dei presidenti della Province. Si deve fare riferimento ad assessori e consiglieri delle amministrazioni interessate o la delega può essere affidata ad estranei. Un emendamento (10) dell’on. Lanzi (Sinistra autonomista) prevedeva la delega a rappresentanti eletti o dell’esecutivo. L’on. Uras (Rifondazione) sostiene che “della politica dei blocchi non possiamo fidarci”, ma il Consiglio boccia la proposta.
Lavori condotti con qualche difficoltà per i continui “ritocchi” agli emendamenti. Ma i nodi da sciogliere erano diversi. Politicamente impegnativi.
I lavori riprendono domani mattina alle 10. (adel)