CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 424 del 15 luglio 2008

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Testo Unificato sul riordino delle funzioni in materia di aree industriali

Cagliari, 15 luglio 2008 – La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Giacomo Spissu. All’ordine del giorno il Testo unificato sul Riordino delle funzioni in materia di aree industriali. La relazione è stata svolta dall’on. Giovanni Giagu (PD). Finalmente – ha detto – il testo arriva in aula dopo anni di confronti e dibattiti anche accesi. Spero che la riforma sia approvata prima possibile. Per Giagu alcuni aspetti della riforma sono essenziali. Per esempio è importante aver individuato un consorzio per provincia con la possibilità anche dell’inserimento di comuni che decidano di far parte di un determinato consorzio. Inoltre, è stato deciso di far partecipare alla vita del Consorzio anche le associazioni imprenditoriali (le Camere di Commercio) per permettere maggiore trasparenza e condivisione alle scelte. Numerosi dubbi sono stati sollevati in commissione sulla partita dei commissariamenti. Siamo fortemente contrari – ha detto Giagu - perché spesso il commissariamento non risolve ma anzi peggiora le cose. Si è deciso, dunque, di evitarli e abbiamo trovato una formula diversa “la fase liquidatoria”. Siamo consapevoli che in materia siano necessari ristrutturazione e riordino ma questo deve avvenire anche con snellezza e celerità. Giagu si è soffermato anche sul ruolo “indispensabile” della Regione di indirizzo e di controllo, sulla necessità di tutelare il personale attuale e sulla scelta di ridurre e semplificare i consigli di amministrazione. Dunque, una riforma che parte dalla necessità di cambiamento e di razionalizzazione del settore e sull’importanza degli enti locali che devono essere i protagonisti di questo processo. Per Giagu i Consorzi industriali devono restare ma devono essere riformati. Noi ci auguriamo – ha concluso - che da quest’aula emerga una proposta duratura che abbia un ampio consenso. Noi abbiamo lavorato in commissione assumendo decisioni difficili ma siamo consapevoli che il Consiglio sarà sovrano.
Dopo la relazione introduttiva, il primo intervento della discussione generale è stato svolto dall’on. Claudia Lombardo (F.I.). “Finalmente – ha detto l’ex vicepresidente del Consiglio regionale - dopo tanti anni la agognata riforma dai Consorzi industriali, sbandierata dalla giunta come fiore all’occhiello, arriva in aula grazie solo all’opposizione che ha consentito alla legge di andare avanti”. La maggioranza in commissione – ha proseguito Lombardo - non ha mai garantito il numero legale. E la frattura registrata durante i lavori dell’organismo consiliare non si è mai sanata tanto è vero che il testo unificato, oggi in discussione, è formato da due PL dell’opposizione e un testo presentato dall’on. Giagu. Claudia Lombardo ha ricordato che la prima proposta di riforma in materia di consorzi industriali era stata presentata dall’on. di Forza Italia Fedele Sanciu nel 2005.
“Proprio la condivisione da parte della Sesta commissione – ha affermato - della filosofia di fondo della nostra proposta ci ha portato a superare la paralisi imbarazzare della maggioranza.
La consigliera di Forza Italia ha detto di intervenire al dibattito con una certa insoddisfazione. “Ritengo questa discussione generale inutile perché il testo sarà totalmente modificato dagli emendamenti”.
Claudia Lombardo ha messo in guardia sulla possibilità che alcuni consiglieri della maggioranza non vogliano approvare la Riforma perché questo darebbe la possibilità al presidente Soru di mettere i “suoi” commissari a capo dei Consorzi. Ormai - ha affermato Claudia Lombardo - il Consiglio è ostaggio del presidente. Ma le riforme devono essere fatte dall’Assemblea e l’esecutivo non può prevaricare l’organo legislativo.
Per l’esponente di Forza Italia il “centralismo di Soru” sta mettendo in ginocchio la Sardegna. Per questo è necessario elevare la qualità e la competitività dei sistemi locali e disciplinare organicamente la materia. Claudia Lombardo si è poi soffermata a lungo su alcune questioni di incostituzionalità relative alla natura di enti pubblici economici dei Consorzi e che, pertanto, possono essere sciolti solo con legge dello Stato.
Entrando nel merito della proposta di riforma della giunta, l’on. Lombardo ha detto che presenta aspetti opachi e non emersi. In particolare non si condivide l’agenzia governativa provinciale. La trasformazione dei Consorzi industriali in agenzie rafforzerebbe la natura pubblicistica degli enti e, quindi, la politica. Il problema dei Consorzi, per l’on. Lombardo, è stata la prevalenza della parte pubblica. Se si volesse fare una riforma seria bisognerebbe rafforzare la parte privata.
Dunque, la funzione dei Consorzi di bonifica non può essere messa in discussione ma anzi, questi organismi devono essere messi al centro dello sviluppo della Sardegna.
E’, poi, intervenuto l’on. Mario Floris (UDS) secondo cui la riforma dei Consorzi industriali dovrebbe essere collocata nel più vasto processo di riforma delle Regione. Il leader dell’Uds è stato molto critico nei confronti della politica portata avanti in questi quattro anni di legislatura dal presidente della Regione Renato Soru.
“Quello dei Consorzi Industriali , dopo quello degli altri enti, chiude un ciclo di interventi pseudo riformatori che sono stati attuati senza aver avuto, all’inizio del ragionamento, un punto di riferimento certo. Dopo quattro anni – ha aggiunto l’ex presidente della Regione – abbiamo un sistema economico a rotoli e un apparato regionale nel caos”.
Sarebbe stata necessaria una riforma della Regione complessiva, pensata e decisa con il coinvolgimento dei soggetti interessati e diretta al riequilibrio dei poteri.
Tutto con “a monte” un progetto preciso nel pieno rispetto dell’autonomia della Sardegna. Invece siamo davanti allo “smantellamento” della struttura della Regione e all’annientamento
della programmazione economica regionale distrutta da “quattro amici al Bar”. Siamo arrivati alla fine di un processo che dal dopoguerra ad oggi aveva garantito democrazia alla Sardegna.
I metodi del presidente Soru sono stati definiti da Mario Floris “da amministratore unico” il cui unico obiettivo è conseguire il pareggio contabile. Si sta, insomma, con un colpo di spugna cercando di cancellare i sacrifici della classe politica della Sardegna che in sessanta anni ha creduto nell’autonomia speciale come diritto del popolo sardo e non come “graziosa” concessione da parte dello Stato.
Come osservatore – ha proseguito Floris - rilevo che nel centrosinistra c’è una tensione particolare “da separati in casa” . Si continua in una politica che in questi quattro anni ha portato molti “Lutti agli Achei”. Infatti, il governatore ha fatto danni ovunque abbia messo mano. Il leader dell’Uds ha detto, inoltre, che tra poco sarà tempo di bilanci ed emergeranno i dati disastrosi di una politica basata solo sull’arroganza. Il centrodestra ha cercato, invece, di trovare un confronto. Insomma, due metodi diversi tra “la cultura dell’io” del presidente Soru e la “cultura delle idee , del federalismo, del dialogo, delle decisioni condivise” auspicata dal centrodestra.
“Il federalismo – ha concluso - che è finalmente entrato nel governo nazionale non ci deve far paura anzi è una grande opportunità per la Sardegna”.
Per Pietro Pittalis (F.I.), malgrado gli sforzi estetici del presidente Soru volti a dare all’opinione pubblica un’ impressione di cambiamento, il testo unificato all’esame del Consiglio non è una riforma ma è una controriforma perché ci sarà un blitz del presidente Soru che cambierà le carte in tavola. Purtroppo – ha aggiunto Pittalis - non c’è articolazione in questo governo regionale dove esistono voci libere e questo dibattito rischia di essere assolutamente vacuo e inutile. Per il consigliere di Forza Italia il governatore ha introdotto un sistema di divieti allontanando ogni prospettiva competitiva e la sua azione di governo si è contraddistinta per un uso spregiudicato e illegittimo della Sardegna.
Anche in questa riforma, da parte della maggioranza, manca “una coscienza collettiva” manca il coinvolgimento dei comuni, degli enti locali, delle associazioni produttive. Inoltre, in materia non vi è un pensiero forte e una strategia. Tutto è lasciato ai calcoli dei rapporti interni della maggioranza che perde tempo in “lotte fratricide” per l’accaparramento del potere.
Pittalis ha avvertito che l’opposizione non farà sconti a nessuno ma che farà di tutto per impedire che arrivino i commissari definiti “yes man” che obbediscano al loro padrone.
Anche l’opposizione – ha sottolineato Pittalis - ritiene che 15 consorzi industriali siano troppi. Dunque, ben venga la razionalizzazione ma dopo un articolato lavoro assembleare in cui non devono intervenire i diktat del presidente Soru.
Anche l’on. Maria Grazia Caligaris (PS) è convinta che sia necessaria la riforma e il riordino del ruolo dei Consorzi. Finalmente – ha detto – siamo arrivati in aula e possiamo lavorare sul testo licenziato dalla Commissione. La consigliera socialista ha affermato che non è accettabile il punto di vista di chi vorrebbe passare un colpo di spugna su tutto senza prima avere un monitoraggio che accerti cosa hanno fatto i Consorzi negli ultimi quindici anni. Le scelte non discusse e non condivise non vanno bene.
Caligaris ha ricordato che con la Finanziaria 2008 la giunta ha disposto la soppressione di otto consorzi delle zone industriali di interesse regionale e ha chiesto di sapere dall’assessore all’Industria a che punto è il lavoro dei liquidatori.
Per Maria Grazia Caligaris ci sono alcuni punti da valutare attentamente prima di procedere con la riforma. Prima di tutto: si giunge all’esame della legge senza avere a disposizione l’ analisi dettagliata sul funzionamento e sui risultati dei Consorzi industriali negli ultimi anni. Degli otto consorzi rimasti, infatti, si ha una visione a macchia di leopardo. E’ quindi necessario recuperare tutti i dati possibili. Inoltre, per la consigliera l’indicazione del commissariamento e della soppressione dei consorzi non convince e non può essere accettata. Non si possono trasformare i consorzi in otto agenzie costituite ex novo, determinando un ulteriore accentramento in capo alla giunta.
L’on. Caligaris ha auspicato che il Consiglio trovi una soluzione adeguata che permetta al settore industriale un vero rilancio. “La situazione è talmente delicata – ha concluso - che non possiamo permetterci transizioni prolungate”. (R.R. Segue)

Consorzi industriali: prosegue la discussione generale sulla legge in attesa degli emendamenti.

Cagliari, 15 luglio 2008 – Prosegue la discussione generale sulla legge di riordino (e riforma) dei consorzi industriali. Una riforma virtuale – ha detto l’on. Franco Ignazio Cuccu (Udc) – considerato che il testo proposto dalla commissione è destinato a sostanziose modifiche “a giudicare dai numerosi salottini fuori dall’aula”. Tre anni di tentativi, “a volta rozzi e maldestri” hanno segnato un percorso che, secondo Cuccu, tende “a cancellare le tracce dei consorzi” e del loro sistema di gestione; penultima occasione per “Sorulandia” di appropriarsi delle leve di potere (rimane solo la legge urbanistica prima del confronto elettorale). Ricordando come la rete dei Consorzi rappresenti “il sogno industriale della Sardegna”, la loro riforma si discute “senza uno studio onesto della situazione” e con lo spirito di declassare gli stessi “a grandi zone artigianali”, lasciando fuori le Camere di Commercio e i rappresentanti delle attività produttive. Condizione che l’on. Cuccu giudica paradossale.
Ma la riforma può favorire il rilancio di un settore in forte difficoltà, che, soprattutto nella provincia di Nuoro (Ottana) registra il culmine del disagio. Lo ha detto l’on. Vincenzo Floris (Pd) affermando che “alcune incrostazioni anti industriali”, generate dalla gestione ambigua dei consorzi. I numeri della realtà regionali danno la dimensione della crisi: una densità di un’industria ogni 1257 abitanti (1/97 a livello nazionale), il 10 per cento della forza lavoro (contro il 23 per cento), il 15 della produzione (rispetto al 24 per cento). Senza contare che alcune industrie sono oggetto di “resistenza sociale” e la difesa dell’esistente diventa un obbligo morale. Ma ci sono segnali (il dopo-cartiera di Arbatax con la nascita del polo nautico) incoraggianti soprattutto se le politiche industriali saranno adeguate alle prospettive di mercato. Il tramonto della grande industria (ma ci sono esempi di longevità nei tre poli sardi, con autonomia produttiva di una quindicina d’anni) prevede nuove strategie a dimensione regionale e la possibilità di esercitare attrazione su nuove imprese ad alta tecnologia. I consorzi svolgeranno il proprio ruolo con l’offerta di aree, favorendo le sinergie tra imprese, integrando e sviluppando servizi specializzati.
Ci sarà, in extremis, un emendamento totale della giunta a correggere una legge che, così come è stata esitata dalla Commissione, denuncia aspetti di debolezza e l’insoddisfazione di parte del Consiglio? Secondo l’on. Diana (An) il pericolo è che Soru tenga in scacco la maggioranza e tenti di espropriare il Consiglio del diritto-dovere di legiferare. Oggi i consorzi sono sotto accusa: eppure – ha detto Diana – non tutti i concorsi hanno lavorato male, non tutti i direttori generali o i consigli di amministrazione sono responsabili dei modesti risultati di un settore nel quale “nessun problema è stato risolto”, tanto che “parlare di consorzi è come evocare il diavolo”. Hanno esercitato competenze non dovute, scivolando nella progettazione e realizzazione di opere, nella partecipazione di società partecipate o controllate, nella gestione di servizi: in realtà hanno sopperito vistose carenze da parte della Regione. La legge di riordino, tuttavia, non può eludere alcune situazioni: ad esempio, azzerare la partecipazione dei soggetti privati potrebbe creare difficoltà anche di natura giuridica, frenando la riforma. Maglio sciogliere i nodi in Consiglio, con onestà intellettuale.
Una onestà intellettuale alla quale si è appellato anche l’on. Mattama (Pd), il quale chiede che si lascino da parte “pregiudizi ed eccessivi moralismi”, ma si apra il confronto tra maggioranza e opposizione. Premesso che il riordino era un’esigenza vecchia di anni (erano cresciuti i poteri, qualche volta a discapito degli enti locali, come nella pianificazione urbanistica, nel diritto di esproprio, eccetera) e che la Finanziaria di quest’anno conteneva la volontà di cambiare , ora si tratta di trovare soluzione adeguate anche nella forma giudica (agenzia, ente pubblico economico, gestione in forma associata) e prevedere che nella promozione e nell’attrazione di imprese la dimensione intercomunale è insufficiente e va delegata a chi (Regione) ha una visione più ampia (da prevedere un interesse nazionale o, forse, internazionale). No ai commissariamenti, ha detto Mattana, nel senso che non ci deve essere soluzione di continuità tra il vecchio e il nuovo (“no a interruzioni; successiva la liquidazione delle partite non funzionali”). E garanzie per il personale (“non si può lasciare per strada nessuno”). Un lavoro impegnativo, quello che è davanti al Consiglio, ma da affrontare “senza ipocrisie”.
I lavori riprenderanno nel pomeriggio, alle 16,30. (adel)