CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 394 del 14 febbraio
2008
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Soru riferisce in Consiglio sulla sentenza della Consulta che boccia le tasse sul lusso (seconda casa). "Aspettiamo di conoscere le motivazioni". Dibattito in aula: il centrodestra accusa: "Una gestione temeraria della finanza regionale".
Cagliari, 14 febbraio 2008 - La sentenza della Consulta che boccia la tassa sul lusso (seconda casa, plusvalenze comprese) condiziona i lavori del Consiglio. Accantonata momentaneamente la Finanziaria, il presidente Soru è invitato a dire la sua su un provvedimento che fa molto discutere. Un breve intervento, il suo. "Non abbiamo ulteriori informazioni" rispetto alla nota diffusa dalla Consulta; "non conosciamo le motivazioni del provvedimento", dice. La manovra finanziaria, assicura, non ne risentirà, i 50 milioni di euro saranno assorbiti senza contraccolpo dalle risorse proprie per l'edilizia sanitaria. Tecnicamente la variazione è poco significativa. Sono le motivazioni politiche a costituire argomento di discussione: capire se non sia stata riconosciuta l'autonomia impositiva oppure sia stata bocciata la discriminazione tra cittadini, residenti e no. Sulla politica fiscale della Regione c'è stato, comunque, un riconoscimento, quello sulle tasse per lo scalo di aerei e imbarcazioni (peraltro al giudizio dell'Ue, Corte di giustizia).
Soru spiega (il tono è pacato, il linguaggio insolitamente remissivo) che tutto nasce dall'indebitamento spropositato con il quale era stata ereditata la Regione. La vertenza con lo Stato per le maggiori entrate è stato il clou della lunga vicenda, con mobilitazione generale. Ma, in attesa della risposta del governo, si cercavano nuove risorse attraverso tasse che colpivano benefici di mercato altrimenti sfuggenti (quelle tasse si pagano altrove, non in Sardegna) e l'utilizzo del patrimonio ambientale.
Risanamento di bilancio compiuto, dice Soru, che tuttavia sostiene l'utilità delle tasse bocciate, "perché nessun reddito prodotto in Sardegna deve sfuggire alla compartecipazione regionale". Tutto il resto, alla prossima puntata (quando saranno note le motivazioni della sentenza).
Riunione lampo dei capigruppo, convocata dal presidente Spissu per decidere come procedere. Prevale la tesi di un dibattito contingentato (un solo intervento per gruppo, tranne che per il "misto", che avrà più spazio per l'eterogeneità delle forze politiche che lo compongono).
Non sarà presente Soru, partito a Roma, per impegni istituzionali a Palazzo Chigi. La cosa non passa sotto silenzio, anche se Spissu sottolinea che non si tratta di mancanza di riguardo nei confronti del Consiglio.
L'on. Diana (An) sostiene che il presidente della Regione avrebbe fatto bene a evitare, soprattutto in momenti di grande incertezza per il suo operato, considerazioni di natura politica: non condividere l'operato della Corte costituzionale significa porsi in rotta di collisione con una delle massime istituzioni dello Stato. La botta è pesante e potrebbe non essere la sola. Si attende la risposta sulle anticipazioni (500 milioni) sulle entrate del 2011. Se la sentenza fosse analoga, bisognerebbe trarre pesanti conclusioni. Ma, sin d'ora, sembra preferibile ritirare la Finanziaria, modificarla e ripresentarla in Consiglio.
L'on. La Spisa (Forza Italia) ha parlato di temerarietà e non di coraggio nel comportamento di Soru. Il presidente, "che ha accusato il colpo" ed ha usato toni dimessi nel cercare di giustificare errori madornali, ha giustificato l'introduzione delle tasse sul lusso come grimaldello per la vertenza delle entrate con lo Stato. Ma, risolta la vertenza, ha mantenuto, riproposto e incattivito (con gli emigrati) un criterio che tende a spremere come un limone chi in Sardegna produce economia. Tasse sulle plusvalenze? Ma perché - si chiede La Spisa - vanno fatte pagare solo agli altri. La strada delle dimissioni, certificato il fallimento della sua politica, sembra la migliore.
Ma il calvario continuerà, dice l'on. Mario Floris (Uds) perché Soru, "affetto da demagogia schizofrenica, di chi deve sempre sbalordire", ritiene di dare attuazione a una intuizione, per quanto interessante, senza compiere i dovuti percorsi delle norme vigenti e del rispetto delle norme dello Stato. E' questo un atteggiamento tipico di chi ha "limiti" politici e culturali. Su molte vicende la Regione è impegnata a diversi livelli di giustizia, da quella amministrativa alla penale, dalla Corte dei conti a quella di Giustizia, "rischiando di diventare la barzelletta d'Europa".
Passeremo il tempo a pagare i danni di decisioni inconsulte del governatore, ha detto l'on. Ladu (Fortza Paris), che ha citato la recentissima sentenza Tar su Tuvixeddu. Autonomia impositiva e federalismo solidaristico percorrono altre vie e nulla hanno a che vedere con provvedimenti inventati con una grande fantasia. Oggi - ha aggiunto Ladu - Soru afferma di aver risanato il bilancio; affermazione infondata perché basata sull'effimero di una finanza che non tiene conto delle competenza e utilizza risorse che dovranno arrivare tra quattro o cinque anni. "Un grande imbroglio", che non ha regalato ai sardi alcuna certezza di crescita e sviluppo: la gravità della crisi economica lo dimostra. (adel)
Tassa sul lusso: sugli effetti della sentenza della Corte costituzionale interventi di Pittalis, Uras, Balia, Cuccu, Cugini e Salis
Dopo l'on. Ladu è intervenuto l'on. Pittalis (UDEUR):" dopo il mancato giudizio di parificazione del bilancio, dopo il caso Saatchi, dopo la sentenza Tuvixeddu, incombe nel bilancio la sentenza della corte costituzionale che ha dichiarato illegittime le tasse sul turismo, non sul lusso. È uno stop ulteriore alle politiche dei divieti di questa giunta e ci chiediamo chi restituirà le somme pagate senza titolo. Il presidente Soru dice che dobbiamo leggere le motivazioni, e siamo d'accordo. Ma abbia il buon gusto di dimettersi alla luce dei provvedimenti in arrivo da tutte le magistrature".
Il capogruppo di rifondazione on. Luciano Uras ha parlato "di toni eccessivi da parte del centrodestra in questa vicenda, noi chiediamo che in questa o chissà nella prossima legislatura si discuta dei temi dell'autonomia impositiva delle regioni e della nostra regione. Anche in vista della rivisitazione dello statuto, che è il patto con lo stato, la richiesta di dimissionaci pare francamente fuori luogo perché l'intenzione di questa legge era anche quella di censire le doppie case spesso occasione di grandi evasioni fiscali. È anni che discutiamo sull'attuazione degli articoli 13 e 14 dello statuto, spesso cadendo in polemiche. Il presidente del Consiglio si faccia carico di avviare un ragionamento generale in quest'aula nel merito di questi temi".
E' poi intervenuto l'on Peppino Balia, capogruppo dei Socialisti, che ha detto: "Su questo e altri problemi è opportuno abbassare il tono della polemica e iniziare a riflettere. Il problema non è l'aggiustamento del bilancio, che dovremo fare alla luce di questa sentenza. Vogliamo ricordare che le nostre perplessità di allora furono accantonate con un senso di fastidio. Invece, erano opportune maggio capacità di ascolto da parte della Giunta e maggiori certezze giuridiche. Noi socialisti abbiamo presentato un emendamento sulle anticipazioni finanziarie da parte dello Stato ma anche quell'emendamento è stato bocciato: il nostro non era un dispetto ma una preoccupazione".
Per l'Udc è intervenuto l'on. Franco Cuccu, secondo cui "le stringatissime comunicazioni odierne del presidente Soru testimoniano il fastidio per una formalità che non poteva evitare. Ha fato il minimo necessario e se l 'è filata, insofferente e intollerante verso l'assemblea del popolo sardo, nella rassegnazione generale dell'Aula. Ma davanti al fisco si è diversi soltanto per la quantità di ricchezza che ciascuno produce: non aspettateci tra coloro che difenderanno questa concezione dell'autonomia impositiva perché non abbiamo mai condiviso nulla di questo provvedimento. Cosa accadrà se la Corte costituzionale boccerà anche l'anticipazione delle entrate? Che Sardegna troverà chi governerà la quattordicesima legislatura?
Per Sinistra autonomista è poi intervenuto l'on. Renato Cugini: "Nessuno intende disconoscere il giudizio della Corte Costituzionale ma in questa sede è importante riflettere". L'oratore ha ricordato che nella sinistra e nella cultura sardista è vivo il pensiero di chi ritiene che "la capacità impositiva sia lo strumento per raggiungere l'autogoverno. E' un pensiero che non è soltanto della Sardegna ma ha carattere sopranazionale. La sentenza dice che la Regione e il Consiglio regionale hanno sbagliato scrivendo questa legge ma è arrivato allora anche il momento di interrogarci sulle competenze che stiamo utilizzando perché non è possibile che ad ogni incrocio siamo multati. Bisogna evitare in futuro di portare all'errore il Consiglio regionale e ascoltare invece i dubbi e chi li pone". Per l'on. Cugini "è prevalsa la polemica sulla politica e non siamo adeguati a cambiare le istituzioni, dobbiamo prenderne atto. Bisognerà cambiare la legge rispetto alle finalità del federalismo solidale che abbiamo scelto. E se non chiediamo la solidarietà al centrodestra è vero anche che è un dovere di chi governa pensare a come incrementare la provvista finanziaria". Sullo Statuto sardo e sul dibattito in corso da anni per la sua modifica, l'esponente di SA ha detto: "E' arrivato il momento, ineludibile, di scrivere il nuovo Statuto e in quindici anni non siamo riusciti ancora a farlo".
L'on. Adriano Salis (Italia dei Valori) si è scusato con l'on. Ladu per una precedente polemica in coda all'intervento dell'esponente di Fortza Paris e ha poi aggiunto: "Non credo che da questa vicenda la Sardegna esca fuori come il paese dei campanelli. Noi abbiamo norme statutarie che prevedano la capacità impositiva della Regione e non le abbiamo mai utilizzate". (c.c.)
Finanziaria: il dibattito dopo le comunicazioni del presidente Soru e l'intervento dell'assessore Congera sull'articolo 6
Cagliari, 14 febbraio 2008 - Nel dibattito sulle dichiarazioni del presidente Soru è intervenuto l'on. Atzeri (Misto - Psd'az) che ha detto che nessuno può gioire per la decisione della Consulta. Questa sentenza - ha detto - è la risposta alla politica personalistica del presidente Soru. La cosa singolare - ha proseguito Atzeri - è che le entrate di queste tasse sul lusso erano destinate al riequilibrio delle zone interne e poi con una politica contraddittoria si decide di chiudere l'università di Nuoro.
L'on. Marrocu (PD) ha ricordato che la Consulta non ha bocciato le decisioni di Soru ma quanto approvato dal Consiglio regionale. Non mi vergogno della scelta portata avanti e condivisa dalla maggioranza e dalla giunta - ha affermato - noi avevamo il dovere di cercare di trovare le risorse e l'abbiamo fatto. Ammetto che la decisione della Consulta è una sconfitta politica ma siamo in grado di concludere questa finanziaria per il bene della Sardegna anche perché anche senza le entrate delle tasse sul lusso possiamo contare sul 40% delle risorse in più rispetto al 2004.
L'on. Dedoni (Riformatori) ha avvertito che non si possono fare "fughe in avanti" soprattutto in materia di Statuto e ha detto che questa giunta sta ulteriormente rovinando il bilancio.
L'assessore al Bilancio Eliseo Secci ha confermato che il presidente Soru aveva un impegno a Roma e che nella conferenza dei capigruppo di ieri era stato deciso che il presidente Soru dovesse fare delle dichiarazioni e che non si doveva aprire un dibattito. Il presidente - ha detto l'esponente della giunta - non ha parlato né in tono dimesso né in tono arrogante: ha fatto semplicemente delle comunicazioni. La Regione,comunque, è in attesa che venga depositata la sentenza per conoscerne tutti gli aspetti. Nel frattempo ha tutta l'intenzione di rispettarla. Secci ha detto, inoltre, che mancheranno 100 milioni da destinare ai comuni della Sardegna ma che dovranno essere recuperati dal bilancio solo 50 milioni. Certo, ha aggiunto, non possiamo gioire della decisione ma con fatica e sofferenza ci adegueremo. Siamo convinti che è stato fatto un passo indietro ma non ci scoraggiamo.
L'on. Caligaris (Misto - Sdi) ha abbandonato l'aula in polemica con il presidente Spissu che non le ha dato la parola.
Sull'articolo 6 il presidente del Consiglio ha dato la parola all'assessore Romina Congera che ha ricordato che in materia di lavoro si svolgerà la conferenza per l'occupazione e ha risposto punto per punto alle osservazioni fatte dai consiglieri regionali durante il dibattito generale. L'esponente della giunta ha illustrato gli importanti provvedimenti contenuti nell'articolo 6 (i 26 milioni previsti per stabilizzare i lavoratori socialmente utili, la volontà di dare organicità ai centri servizi per il lavoro, i provvedimenti per la formazione professionale) e ha detto che l'articolo 6 non può risolvere tutti i problemi del lavoro ma che sicuramente è un buon inizio.
L'on. Uggias (Misto) ha chiesto spiegazioni su come procedere alla luce della decisione della Consulta. L'on. La Spisa (F.I.) ha chiesto una sospensione di qualche minuto. (R.R.)
Ripresa la discussione sulla legge Finanziaria e sull'articolo 6: respinto l'emendamento soppressivo totale dell'opposizione
Cagliari, 14 febbraio 2008- Si ritorna a parlare di Legge Finanziaria dopo la lunga parentesi mattutina dedicata necessariamente al "dopo-sentenza" della Consulta sulle tasse regionali. E si torna a parlare di lavoro con la discussione sugli emendamenti all'articolo 6. Dopo l'elencazione dei numerosi emendamenti presentati, compreso l'emendamento di sintesi che riscrive interamente l'articolo in parola (Emendamento 974), è cominciata la trafila degli interventi per dichiarazione di voto.
Il primo emendamento in discussione è stato il soppressivo totale dell'articolo 6 (emendamento 107) dell'opposizione.
Mario Diana (An), ha affermato che "mai emendamento è tanto appropriato come questo, dato che la stessa maggioranza ha riscritto interamente l'articolo 6". Ciò corrisponde, a giudizio di Diana, a una "sonora bocciatura" dell'articolo 6 e della politica della giunta per il lavoro.
Renato Cugini (Sa) ha osservato che se la commissione ha sospeso l'articolo 6 era perchè effettivamente qualche problema esisteva. Ma ora che la materia è stata rivista dal Consiglio sarebbe opportuno che l'emendamento 107 venisse ritirato. Ha annunciato il voto contrario
Sergio Marracini (Misto Udeur) ha invece annunciato il voto favorevole: "bisogna cancellarlo per vederlo interamente cambiato".
Favorevole al 107 anche Giovanni Moro (An): "avevamo ragione a eliminare l'articolo 6".
Dello stesso avviso Pietro Pittalis (Misto Udeur), "sull'articolo 6 nessuno era d'accordo"; ha reiterato all'assessore Secci il quesito sul rischio di eccesso di delega.
Oscar Cherchi (Fi), ha ripetuto che l'emendamento 107 è "perfettamente azzeccato"; "il percorso indicato dalla finanziaria non potrà mai essere portato avanti.
Giudizio critico e severo anche di Paolo Maninchedda (Misto Psd'Az), che ha annunciato il voto contrario al 107, "ma solo perchè la soppressione dell'art 6 farebbe decadere altri emendamenti importanti". Negativo il giudizio politico: "non c'è nella politica della giunta una filosofia del welfare".
Nello Cappai (Udc), ha invece annunciato il proprio sì: l'articolo 6 è scritto male e interpretato peggio. E poi: che cosa si farà dei lavoratori della Silius, e dei consorzi di bonifica, e della Formazione?
Anche Raffaele Farigu (Misto Nuovo Psi) ha annunciato il proprio sì all'emendamento 107. Occorre ha detto un forte cambiamento di rotta: "non si può andare avanti in questo modo, senza organicità e senza sistematicità".
Infine Giorgio La Spisa (Fi), "L'emendamento soppressivo è stato presentato prima di quello di sintesi". Quest'ultimo mostra qualche segnale positivo, ma resta netto il giudizio negativo sulla politica per il lavoro della Giunta.
Posto in votazione a scrutinio palese l'emendamento soppressivo totale 107 è stato respinto con 44 voti contrari e 24 favorevoli.
La seduta è stata quindi sospesa e riprenderà questo pomeriggio alle ore 16. (LP)