CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

------------------------------------

Nota stampa
della seduta n. 387 del 7 febbraio 2008

------------------------------------

Finanziaria, è il turno di istruzione, cultura, sport e spettacolo. Molte risorse disponibili, ma nessuna strategia rischia di rendere improduttivi gli interventi. Maninchedda: le scelte della giunta in contraddizione col libro bianco del ministro Fioroni.

Cagliari, 7 febbraio 2008 - Molte risorse disponibili (soprattutto nell'istruzione) ma non c'è un filo conduttore che consenta di raggiungere l'obiettivo di elevare il livello della conoscenza. Interventi anche generosi, ma fuori di un progetto. Questo, in sintesi, il contenuto dei primi interventi nel dibattito sull'articolo 4 che concerne istruzione, cultura, spettacolo e sport, in corso di svolgimento. Propositivo l'on. Maninchedda (Psd'Az) il quale ha chiesto alla giunta di riscrivere il testo del primo comma, che investirà nella scuola 33 milioni. Difficile rilevare l'efficacia dell'azione intrapresa (ci vorrà del tempo prima di sapere se siamo riusciti ad abbandonare l'ultimo posto assegnato dall'Ocse), ma, sicuramente, gli interventi previsti (prolungare l'apertura delle scuole per favorire interventi didattici integrativi) "sono in controtendenza col libro bianco del ministro Fioroni". Non c'è alcuna relazione tra spesa e competenze acquisite, né l'aumento delle ore trascorse nei banchi migliora le competenze. Anche sulla dispersione scolastica i risultati stentano ad arrivare perché la strada è sbagliata: si è spesa la metà dei finanziamenti del 2006 (18 milioni) per costruire centri di accoglienza per studenti pendolari, "mentre non esiste alcuna relazione tra pendolarità e dispersione". La genericità della proposta non consente di mettere a fuoco alcuni progetti possibili (prima di tutto l'aumento e la diversificazione dell'offerta formativa) né di intravedere una strategia per migliorare il contesto attorno alla scuola. Una proposta monca, destinata ad apparire poco efficace. Di qui l'invito alla riscrittura.
Anche per l'on. La Spisa (Forza Italia) si prevedono "i soliti interventi spot" destinati a non incidere per il semplice fatto che non vanno al cuore dei problemi e non indicano un percorso per la loro soluzione. Nella stagione (annunciata) delle riforme, non aver riformato la scuola, aspetto fondamentale della società, "è un grave delitto politico". Della scuola si percepisce un'immagine elitaria, che non dà a tutti la stessa formazione. Dagli istituti di eccellenza si passa all'istruzione professionale non adatta alle esigenze del lavoro e dell'affermazione dei giovani. Forse ciò dipende dal fatto che si dia la priorità ad altri problemi (dallo sviluppo al lavoro, alla povertà); ma il risultato, sotto gli occhi di tutti, è quello che non si formano né professionisti né operai che il mercato sollecita. L'avvicendamento di tre assessori, ma soprattutto la cultura dirigista che ispira la giunta, non consente di valutare i problemi nella loro realtà.
Di assenza di qualunque riferimento all'informazione ha parlato l'on. Caligaris (Sdi), che ha aperto la serie degli interventi. La crisi del settore, che penalizza gli editori (anche quelli librari), che trascura la crisi delle emittenti radiofoniche private non trovano sponda nel testo presentato in aula. La conferenza regionale dell'informazione, annunciata per la fine del 2007, è slittata e solo in extremis (emendamento) la giunta ha rimediato all'omissione.
Tanti soldi per la scuola (la legge di riforma sull'istruzione e sulla formazione è all'attenzione dell'Ottava Commissione) ma destinati ad essere spesi al di fuori di un progetto. Il problema - ha detto la Caligaris - non si risolve assegnando borse di studio, ma favorendo l'affermazione dei giovani attraverso una maggiore offerta didattica. Dubbiosa sull'agenzia "patrimonio culturale" che la Regione intende gestire, la consigliera crede non sia utile perché soffocherebbe le autonomie degli enti locali, il cui ruolo deve essere considerato fondamentale nel processo di affermazione "della società delle competenze".
Alle politiche giovanili ha dedicato il suo intervento l'on. Sanjust (Forza Italia), apprezzando i 10 milioni previsti, ma sottolineando "la mancanza di programmazione". Chiedendo che del problema (collocato nel capitolo della sanità. Per problemi specifici di quel settore "esistono altre leggi ed altri finanziamenti") si parli nel capitolo della cultura, Sanjust ha avanzato il timore che la Sardegna, per l'incertezza della Regione, non possa accedere al fondo nazionale, compartecipando a scelte strategiche decisive (casa, credito, lavoro).
Il dibattito sull'articolo 4 prosegue. (adel)

Prosegue il dibattito sull'articolo 4

È poi intervenuto l'on. Giovanni Pileri (Fi) che ha espresso apprezzamento per l'intervento dell'on. Maninchedda e ha contestato il mancato rifinanziamento della legge regionale 17 e la riduzione dei fondi per le università decentrate: "attenti alla falsa modernizzazione, attenti a non sfasciare l'università, perché studiare fuori sede oggi è insostenibile".
L'on. Sergio Pisano (Riformatori) ha parlato dell'andamento "strano dell'articolo 4, con accelerazioni e decelerazioni". Questa norma dovrebbe essere scritta da tutto il Consiglio perché parliamo di cultura e conoscenza che sono beni di tutti. E invece non c'è spazio per i suggerimenti.
Non è vero che noi abbiamo un ritardo nel conseguimento dei titoli di studio né sul fronte del numero dei laureati. Manca invece la diversificazione dell'offerta formativa. I progetti contro la dispersione non possono riguardare soltanto i disabili perché la dispersione non si esaurisce con la disabilità". Nelle scuole abbiamo più di 700 laboratori multimediali, molti dei quali sono inutilizzati e inutilizzabili. Dobbiamo aprire la scuola alla società, per fermare lo spopolamento dei territori e dei piccoli comuni. E di tutto questo nell'articolo 4 non c'è traccia".
Ha preso dunque la parola l'on. Renato Lai (Misto), che ha ricordato l'impegno della precedente finanziaria sul fronte degli sport minori e ha sollecitato uguale attenzione in questa manovra, con particolare attenzione al comitato paraolimpico "per il forte carattere di eticità".
Quanto al taglio dei finanziamenti per le università decentrate, l'on. Lai ha detto che ci sono pochissimi fondi e in particolare soltanto 344 mila di euro per Olbia e Tempio a fronte di un numero elevato di studenti. "Non vorrei - ha aggiunto - che si distribuissero i finanziamenti sulla base delle simpatie politiche".
L'on. Mariano Contu (Forza Italia) ha chiesto all'Assessore Mongiu un impegno a cogliere nella sua replica tutti gli spunti emersi nel corso del dibattito, "che testimoniano il bisogno di istruzione nella nostra isola mentre in questa norma si notano soltanto interventi spot. Quali risultati hanno dato 10 anni di lotta alla dispersione scolastica? Che fine hanno fatto i libri che abbiamo dato alle scuole? Lo vorrei sapere perché stiamo prevedendo altri 3,5 milioni di euro".
Per l'on, Gianluigi Gessa (Pd) "Le lauree brevi sono un valore ma è chiaro che quando in un corso di laurea breve ci sono più docenti che allievi bisogna pensare che qualcosa non và. Non possiamo dare soldi pubblici soltanto perché si fanno così dei laureati, anche perché a quei laureati, alla meglio gioventù sarda rischiamo di sottrarre tre anni della vita per una laurea che non è spendibile sul mercato della conoscenza. Dunque, sì ancora una volta al finanziamento alle università decentrate ma che sia l'ultima volta: il sistema deve essere ripensato". (c.c.)

Legge Finanziaria: prosegue il dibattito sull'articolo 4.

Cagliari, 7 febbraio 2008 - Il dibattito sull'articolo 4 è proseguito con l'intervento dell'on. Dedoni (Riformatori) che ha dato un giudizio negativo sulla politica che la Regione sta portando avanti nel settore della conoscenza, cultura e tempo libero. L'esponente dei Riformatori ha chiesto più attenzione per la cultura decentrata sul territorio. Dedoni ha chiesto di sapere dove sono andate a finire le politiche della ricerca legate all'università e come si può pretendere di fare una sana cultura accentuando la dispersione scolastica. Ma quale formazione vogliamo dare - ha concluso - se diamo soldi per fare scuole materne dove mancano i bambini? Il consigliere è stato molto critico anche sul Master and back: bisogna trovare il modo che almeno per tre o cinque anni chi torna abbia una occupazione anche a tempo determinato.
L'on. Scarpa (Misto) ha illustrato i suoi emendamenti presentati a favore di soggetti che hanno particolari handicap e di quello che prevede l'istituzione di 120 borse di studio per corsi di specializzazione a favore di laureati che seguono corsi presso le università di Cagliari e di Sassari.
Per l'on. Vargiu (Riformatori) l'articolo 4 è un articolo che vive nell'estemporaneità. Anche questo articolo - ha detto il capogruppo dei riformatori - rispecchia il fallimento di questa giunta. Anche Vargiu ha chiesto chiarimenti sul master and back e ha chiesto dove devono sorgere le "cattedrali della cultura" che vuole la giunta. R.R.

Legge Finanziaria: prosegue il dibattito sull'articolo 4.
Gli ultimi interventi della mattinata; si riprenderà alle ore 16

Cagliari, 7 febbraio 2008 - Gli interventi dei consiglieri Oscar Cherchi (FI), Giommaria Uggias (Misto) e Pierangelo Masia (Misto-Sdi) sono stati gli ultimi della seduta antimeridiana; i lavori riprenderanno nel pomeriggio a partire dalle ore 16.
Oscar Cherchi ha definito "una genialata" l'intuizione del presidente Soru di immaginare incentivi finanziari ai giovani che dovessero intraprendere studi universitari scientifici, ma ha detto che non è certo una scelta condivisibile. Manca un vero accordo nella stessa maggioranza, ha detto, anche sulla modifica del sistema scolastico. Ha aggiunto che per governare occorre porsi obiettivi e perseguirli, ma nella politica per l'istruzione non ce ne sono, al di là di meri "spot" propagandistici. Cherchi ha quindi difeso con forza l'università diffusa, ma se proprio la si vuole soffocare si abbia il coraggio di prendere una decisione.
Breve l'intervento di Giommaria Uggias che ha invitato con fermezza la Presidenza del Consiglio a rivedere la propria decisione di dichiarare norma intrusa l'emendamento 513 (alla luce, ha detto, di precise norme di legge che lo giustificano). Sull'Università diffusa ha detto che sarebbe stato utile sentire l'assessore competente prima del dibattito su questo articolo per comprenderne gli orientamenti. Al riguardo i dati da verificare per valutare l'efficacia di un modello, ha detto, come l'università diffusa, non possono basarsi sul numero delle ricerche scientifiche svolte ma sul più generale sistema culturale sviluppato. Ha ricordato una ricerca Usa per cui il livello di reddito dei cittadini inesorabilmente scende al calare del livello culturale.
Pierangelo Masia ha negato che il problema dell'istruzione sia penalizzato dall'avvicendamento di vari assessori nel corso della legislatura, ed ha ricordato che anche nella precedente siano stati numerosi gli assessori. Il problema vero è la qualità dell'istruzione e l'attenzione che viene data al sistema nel suo insieme compreso il corpo docente: "le riforme, soprattutto nella scuola sono adeguate se le risorse sono adeguate".. Ha ricordato che occorre veramente investire nella cultura per cambiare la società. Ha espresso un giudizio negativo "sul presalario che dovrebbe privilegiare le facoltà scientifiche".
Il presidente di turno, Nicolò Rassu ha quindi dichiarato chiusa la seduta. I lavori riprenderanno questo pomeriggio alle ore 16.
(LP)