CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 371 del 22 gennaio 2008

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Seduta congiunta Consiglio regionale e Consiglio delle Autonomie locali.

Cagliari, 27 aprile 2007 - Seduta congiunta stamattina del Consiglio regionale e del Consiglio delle Autonomie locali. Ha aperto i lavori il presidente del Consiglio regionale Giacomo Spissu che ha ricordato che quello di oggi è il terzo appuntamento previsto dalla legge istitutiva del Consiglio delle Autonomie locali. Il presidente del Consiglio ha affermato che prosegue il consolidamento dell'attività legislativa sia dal punto di vista dell'attuazione delle leggi già approvate sia delle leggi in fase di elaborazione. Il presidente Spissu ha confermato la precisa volontà di trasferimento delle competenze e dei servizi alle province e ai comuni in attuazione del principio costituzionale della pari ordinazione. Per quanto riguarda le risorse il presidente ha ricordato che nella finanziaria 2007 erano stati stanziati 500 milioni di euro nel Fondo unico a favore degli enti locali. La proposta per la Finanziaria 2008, anche in accoglimento alle richieste del Consiglio delle Autonomie locali, è di 545 milioni di euro. I problemi da risolvere sono ancora molti soprattutto per quanto riguarda la ripartizione dei fondi per i comuni di grandi dimensioni (che soffrono ancora condizioni di svantaggio) e a favore delle aree più vaste. Per il presidente del Consiglio è importante lavorare per stabilire un criterio di riparto automatico a favore di comuni e province. Inoltre, è importante - ha detto il presidente Spissu - capire quale è lo stato di attuazione del trasferimento delle funzioni. A tal fine la giunta regionale deve inoltrare al Consiglio tutta la documentazione sullo stato di attuazione della Legge regionale n. 9 del 2006 e della Legge regionale 12 del 2005. Nell'ottica delle riforme il Consiglio regionale deve impegnarsi a dare il potere di iniziativa legislativa anche al Consiglio delle Autonomie locali. Il presidente Spissu, ha auspicato la definizione di un nuovo statuto di autonomia. Siamo in una fase - ha detto - nella quale le autonomie speciali sono fortemente messe in discussione. Si nega la radice della specialità che viene considerata una questione che attiene a tutte le Regioni. Questo fatto rischia di annullare la specialità della Sardegna che è fondata su ragioni profonde che non possono essere più gestite staticamente ma che devono essere inserite in un contesto costituzionale globale. Per il presidente Spissu "O il Consiglio regionale è in condizioni di affrontare la questione della specialità in maniera coesa per aggiornarla alle nuove relazioni con l'Europa e lo Stato o si rischierà di avere una specialità del tutto marginale".
E' poi intervenuto il presidente del Consiglio delle Autonomie Locali Graziano Milia che ha espresso piena e incondizionata solidarietà al presidente della Regione Renato Soru per i fatti accaduti la settimana scorsa davanti alla sua casa. Il presidente del CAL ha ricordato la difficile situazione che si sta vivendo in Italia sia a livello politico che economico. "Noi chiediamo a questo Consiglio regionale - ha detto - di scommettere sulle autonomie locali". Milia ha citato un articolo pubblicato ieri sul quotidiano "Il sole 24 ore" che facendo riferimento alla finanziaria nazionale ha riportato dei dati non certo incoraggianti per i comuni della Sardegna. Al comune di Cagliari andranno, nel prossimo triennio, 10 milioni e 400 mila euro in meno rispetto al passato, al comune di Sassari 6 milioni e 400.000 euro in meno, circa 2 milioni in meno a Nuoro e 1 milione e 600 mila in meno a Carbonia. "Abbiamo, invece, registrato un passo in avanti nella Finanziaria regionale - ha aggiunto - le nostre richieste sono state tenute in considerazione".
Milia ha detto di essere d'accordo con il presidente del Consiglio Giacomo Spissu sulla necessità di una verifica in tempi rapidi delle riforme che sono state fatte. Sulle comunità montane ha detto che devono essere sciolte al più presto perché attualmente non sono in grado di operare.
L'ultimo punto trattato dal presidente Milia è stato il PPR. "Condivido l'impianto di fondo - ha detto - ma da una parte abbiamo il Piano paesaggistico regionale e dall'altro una vecchia legge urbanistica. Credo che il Consiglio debba licenziare al più presto una buona legge urbanistica che metta a regime il governo del territorio". (r.r.)

Consiglio delle autonomie: riaffermare e rendere efficace il federalismo interno definendo le quote di sovranità e rivisitando le norme vigenti. La stagione delle riforme deve compiere altri passi ed evitare il consolidarsi del centralismo regionale.

Cagliari, 22 gennaio 2008 - La seduta congiunta Consiglio regionale - Consiglio delle autonomie locali rischia di diventare "un rituale poco efficace e inconcludente". Lo ha detto l'on. Maninchedda (Misto) e gli ha fatto eco il sindaco di Bortigiadas, Deiana ("la legge istitutiva è nata con le peggiori intenzioni, con lo scopo di ripulirsi la coscienza, ma nell'intento di svuotare il Consiglio"). E questo è il primo punto, in più significativo, emerso dal dibattito, in corso di svolgimento dopo gli interventi istituzionali del presidente dell'assemblea regionale, Spissu, e del presidente del Consiglio delle autonomie, Milia. Un punto che sottolinea la necessità di rivisitare la legge del 2005 e dare un ruolo, non semplicemente consultivo, alle autonomie locali, che nelle occasioni canoniche (è la terza volto che la seduta congiunta ha svolgimento) denuncia le carenze e le manchevolezze della legge stessa. Gli enti locali "non hanno avuto un riconoscimento strategico" e non sono in grado di sostenere le comunità locali, le cui realtà sociali sono complesse. Mancando "una rete di protezione sociale" (Deiana), rischiano di non essere competitivi nella costruzione di un sistema delle autonomie efficace. Insomma, rischia di prevalere il centralismo regionale, che oggi appare, a giudizio dei Comuni (in tal senso si è espressa anche l'Anci in affollata assemblea) , la fase più importante della stagione delle riforme. Un "tumore centralista" che non si cura e produce metastasi.
Il problema della gestione del territorio - sostanzialmente impedito dal subordine della legge urbanistica, strumento essenziale di governo democratico, al Piano paesaggistico - rappresenta uno dei nodi difficili da sciogliere e rivela una generale insoddisfazione. La Finanziaria 2008, che è occasione prescritta per la seduta comune, non risolve il problema e denuncia (on. Pisano, Riformatori) la rigidità nei confronti degli ambiti ottimali, che impoveriscono la legge 12 sulle forme associative tra i Comuni, determinando, non solo burocrazia, ma anche un sovraordinamento della Regione nei confronti degli enti locali (Trincas, sindaco di Cabras)
Non c'è feeling. Anzi, "sono numerosi i casi di scorrettezza istituzionale" che si registrano nel rapporto tra i diversi livelli istituzionali, equiordinati solo sulla carta.
Se il confronto "ufficiale" di questa mattina serviva a mettere a fuoco i problemi, il bilancio della prima tranche di dibattito ha fatto emergere la necessità di compiere altri passi verso il raggiungimento di un sistema delle autonomie "più moderno ed efficace" (on. Orrù, a nome del Pd e come presidente della Commissione autonomia) mettendo a punto un "testo unico sul rapporto Regione-autonomie locali" (c'è una commissione di studio chiamata a delineare un progetto; dovrà farlo, ha detto Orrù, possibilmente nei prossimi sei medi).
Già in apertura il presidente Spissu aveva parlato dell'utilità di valutare a pieno gli strumenti legislativi (dal federalismo interno della legge 9 alla ridefinizione del sistema associativo): su questa linea si sono dichiarati tutti d'accordo.
Ma non basta uno statuto per il Consiglio delle autonomie: il problema, ha dettil sindaco di Ollolai,. Arbau, è complesso perché richiede una classe dirigente locale, che deve cresce affrancandosi "dalla cultura della partitocrazia" e incominciando a ragionare per il bene comune delle popolazioni.
Concetto ripreso dall'on. La Spisa, capogruppo di Forza Italia, favorevole a investire di maggiori responsabilità (e potere) chi è sul territorio e rappresenta (direttamente) la voce della gente. Le riforme realizzate dal presidente Soru rappresentano un processo solo avviato, che ripropone "un sistema piramidale sostanzialmente accentrato". Alle autonomie locali sono state assegnate competenze difficili da svolgere proprio a causa del fatto che il processo "è monco", soprattutto in materia urbanistica, "cuore della politica territoriale".
Quanto alle risorse (fondo unico) la Finanziaria aggiunge alle Province (che di risorse avevano bisogno, soprattutto le nuove, che devono fare i conti con lo start-up) ma riduce ai Comuni, che, ha detto l'on. Pisano, sono in forte difficoltà. In particolare i piccoli, i quali rischiano di essere escludi dai progetti dei bandi Por non avendo soldi per il cofinanziamento con l'Unione europea.
La risorse insufficienti - ha sottolineato l'on. Maninchedda - hanno orientato la regione verso i bandi, mettendo in competizioni i territori: non è, questo, "un fattore unificante", sia perché deve essere riaffermato il principio che, per essere cittadino, non bisogna competere, sia perché si alimenta un conflitto "che rischia di frantumare la solidarietà tra le comunità", pericolo che più il territorio è genericamente povero, più è elevato. Il problema, dunque, è quello di ridefinire il concetto di assegnazione delle quote di sovranità nel rispetto dei ruoli e non per un semplice processo di decentramento da parte della Regione, destinata a riaffermare il proprio ruolo di vertice. (adel)

Conclusa la seduta congiunta Consiglio regionale - Consiglio delle autonomie. Il Presidente Spissu: "occasione non rituale nè vuota"

Cagliari, 22 gennaio 2008 - La seduta congiunta Consiglio regionale - Consiglio delle autonomie locali si è conclusa con gli interventi del Presidente della Regione Soru e del Presidente del Consiglio Regionale Spissu.
Ma le loro conclusioni erano state precedute da altri interventi nei quali, tutti gli oratori, nella sostanza hanno ribadito l'esigenza di un maggior confronto fra i vari livelli istituzionali e la necessità di rendere più concreto quel federalismo interno tanto auspicato.
L'on. Paolo Pisu (Rc), ha sottolineato il ruolo importante "a presidio dello stato democratico" che svolgono gli enti locali. Gli incontri come quello odierno danno pertanto l'opportunità di approfondire i problemi sul tappeto. Per Pisu è una grave responsabilità non essere riusciti a completare le riforme a causa di divisioni e ritardi nella classe politica regionale. Sotto questo aspetto, ha affermato, è necessaria maggiore unità attorno ai problemi reali del regionalismo e del federalismo regionale: le leggi vanno applicate e devono essere superati i limiti del neocentralismo regionale.
Per Silvestro Ladu (Fortza Paris) l'occasione odierna rappresenta una opportunità per approfondire il rapporto fra istituzione regionale e enti locali. "Affrontiamo il dibattito in un momento difficile per il Paese e per la Regione", ha detto Ladu che ha sottolineato la crescente disaffezione dei cittadini verso la politica, che si può contrastare solamente superando "la attuale crisi di credibilità". Ladu ha ribadito che "il nostro Statuto di autonomia è superato", quanto alle deleghe nei confronti degli enti locali, queste esistono solo sulla carta.
"Vi chiedo scusa per le numerose assenze. Stiamo consumando una formalità", ha detto da parte sua Roberto Capelli dell'Udc, mentre ci si trova di fronte a una "crisi istituzionale". Il rischio, secondo Capelli, è che si sia superato il limite di distacco dalla società, col risultato di aver esasperato la distanza fra società e istituzioni regionali. Per Roberto Capelli si è "traslata la forma di governo dai comuni alla Regione", senza comprendere che "il governo non è legiferare", e questo ha determinato un aumento del centralismo di Cagliari". Il risultato secondo Capelli è che il Consiglio non è più in grado di garantire assistenza alle autonomie perchè il suo ruolo è stato depotenziato.
E' quindi intervenuto l'assessore Gian Valerio Sanna, per il quale l'occasione odierna è importante per cogliere riflessioni e proposte. Ha sottolineato come il clima di mera contrapposizione in atto rischia oggi di non far percepire adeguatamente le innovazioni che pure si stanno attuando. Ci sono materie da sottrarre a questa cultura della contrapposizione, perchè la coesione deve essere alla base del governo. Il processo di riforma sottopone tutti, ha aggiunto Sanna, a una sfida fra il livello generale e quello locale. Ma certi processi devono essere accompagnati dal consenso imperniato sulla "equiordinazione" . Concertazione è "portare a sintesi più alte le possibili decisioni: che comunque vanno assunte". La competizione non lede la coesione, ha ricordato Sanna, ma occorre il più largo consenso possibile.
Quindi l'intervento del presidente della Regione, Renato Soru, che ha esordito riferendosi ai recenti avvenimenti di violenza sia a Cagliari che in altri centri della Sardegna, sottolineando "le difficoltà delle nostre comunità a causa della violenza". C'è un forte disagio nelle nostre comunità, ha detto il presidente, c'è una crisi che nasce anche dalla violenza. Non si tratta solo delle bombe, ma anche della qualità del dibattito che è caratterizzato esclusivamente dalla contrapposizione. E tuttavia, ha detto Soru, un certo processo di cambiamento è stato avviato, ed è importante ricercare i punti di condivisione. Si è detto, ha ricordato ancora il presidente, che occorre scommettere sulle realtà locali. "Noi stiamo scommettendo sulle autonomie locali -ha ribadito il presidente- a cominciare dalla finanziaria con l'istituzione del fondo indistinto", ma anche con una serie di altre leggi importanti. E tuttavia, ha osservato, nei vari livelli istituzionali devono essere valorizzati i diversi ruoli di governo e legislativi. La scommessa del governo regionale, ha proseguito, è di "invertire la tendenza al centralismo regionale" e ne è un metro di misura fra le altre cose "la riduzione della pianta organica regionale" e la ricerca del decentramento delle competenze. Ma ci sono responsabilità di livello regionale, ha ribadito Soru, che vanno assicurate per garantire quella visione più lunga e più ampia. Dobbiamo tutti chiederci, ha quindi concluso, in quale Regione e in quale Paese vogliamo vivere.
Le conclusioni le ha tratte il Presidente del Consiglio, Giacomo Spissu, che ha sottolineato come l'incontro odierno "non è stato né rituale, né vuoto". Sono emerse "osservazioni anche critiche, proposte, richieste di miglioramento dell'azione del Consiglio delle autonomie e del Consiglio regionale". Al di là della riunione obbligatoria per legge, ha detto Spissu, sarà promosso un altro incontro, nel quale sarà importante fare il punto sullo stato di attuazione delle leggi di riforma poste in campo e la verifica della legge finanziaria. "I processi di riforma -ha concluso- non sono mai automatici o scontati. Chi pensa che siamo possibili scorciatoie sbaglia".
La seduta congiunta fra Consiglio delle Autonomie e Consiglio regionale si è quindi conclusa.
Il Consiglio regionale proseguirà i suoi lavori questo pomeriggio con alcuni adempimenti istituzionali e l'avvio della discussione della manovra finanziaria.
(LP)