CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 368 del 14 novembre
2007
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Discussione della Mozione n. 143 sull'applicazione delle regole relative a Sic e Zps sul territorio regionale.
Cagliari, 14 novembre 2007 - La seduta si è aperta sotto la presidenza dell'on. Gia-como Spissu. Dopo le dichiarazioni di rito i lavori sono proseguiti con l'esame della mozione n. 143 (Artizzu e più) sull'applicazione delle regole relative a Sic e Zps sul territorio regionale.
Questa mozione chiede al presidente della Regione e alla giunta di sospendere qualunque iniziativa amministrativa relativa alle zone di protezione speciale, in atte-sa di poter prendere visione delle direttive del governo nazionale. Queste direttive dovranno essere sottoposte alla discussione e alla valutazione dei cittadini dei co-muni interessati in osservanza delle normative europee sul coinvolgimento degli o-peratori del territorio e sulla loro informazione in materia di vincoli.
La mozione è stata illustrata dall'on. Artizzu (AN) che ha ricordato che tra la data della mozione e la giornata odierna c'è un'importante novità: il decreto del 6 no-vembre del ministro Pecoraro Scanio. L'esponente di An ha ricordato che venerdì arriveranno a Cagliari migliaia di persone che manifesteranno per chiedere al presi-dente della Regione di fermarsi, ragionare e meditare su un cammino che rischia di creare ingenti danni all'economia della Sardegna. Una manifestazione trasversale di sardi che vogliono restare padroni del loro territorio. Le decisioni, infatti, sono state prese dal presidente Soru, ancora una volta, senza avvertire nessuno. E così i Sic e le Zps saranno sottoposti ai vincoli propri dei parchi nazionali. Questo vuol dire che nei 427.183 ettari di territorio interessati (per l'80% di proprietà dei privati) non si po-trà esercitare quasi nessuna attività. Una situazione assurda se si pensa che l'area è più grande di 6,5 volte il parco del Gennargentu. Quindi, in questa area l'agricoltura sarà sottoposta a vincoli rigidissimi (le zone nei parchi nazionali dedicate all'agricoltura non superano il 12%), l'allevamento verrà sottoposto a limitazioni, la caccia sarà vietata totalmente e così pure la pesca, la raccolta di legna e funghi, l' utilizzo delle acque. Insomma sarà vietato tutto quello che lega l'uomo al suo territorio. Per Artizzu sarebbe stato "doveroso" informare i sardi di quello che stava succedendo. Anche perché la giunta aveva promesso l'arrivo di ingenti finanziamenti. Promesse a vuoto - ha detto Artizzu - perché nella Finanziaria non c'è un euro da destinare alle popolazione di queste aree. Inoltre, per il capogruppo di An, il decreto del 6 novembre del ministro Pecoraro Scanio è uno "straccio di decreto" perché una questione così importante doveva essere regolata da una legge. Questo decreto, inoltre, è frutto soltanto della creatività del ministro e non c'è stato nessun confronto. "Vogliono vedere - ha concluso Artizzu - come la giunta regionale accetterà lo "scippo" delle proprie competenze. Credo che sia importante un momento di riflessione".
Per l'on. Moro (AN) non c'è niente di nuovo sotto il sole. La giunta sta seguendo la sua filosofia nascondendo deliberatamente la verità anche nel sito ufficiale.
Per il consigliere di Alleanza nazionale le regole relative a Sic e a Zps comporte-ranno enormi danni all'economia della Sardegna. Con questa operazione - ha ag-giunto - la giunta regionale ha scippato ai sardi il proprio territorio. Per Moro nelle aree interessate dal provvedimento c'è grande preoccupazione. Qualcuno - ha chiesto - si è preoccupato di come sostituire lavoro e redditi familiari ? La regione non ha pensato a questo e ancora oggi la giunta si ostina a non dire la verità. Que-sto provvedimento è l'ennesimo esempio di un governo "senza e contro" il cittadino.
La nostra richiesta - ha concluso Moro - è di sospendere le procedure per aprire un confronto vero con le comunità locali.
L'on. Giorico (Misto) nel suo intervento ha detto che questa mozione, di cui è firma-tario, affronta un problema che suscita diffuso malessere nelle popolazioni che si sentono espropriate del loro territorio. Per Giorico anche i Sic (Siti di interesse co-munitario) e le ZPS (Zone di protezione speciale) se non sono inseriti in una politica di sviluppo e non innescano processi di crescita sociale ed economica, rischiano di danneggiare le popolazioni che a quei siti e a quelle zone fanno riferimento.
Tra uomo e ambiente - ha aggiunto - ci deve essere una compatibilità. La presenza dell'uno non esclude la difesa dell'altro. Il governo del territorio deve ricer-care e favorire i punti di equilibrio. Tutto questo, per il momento, non mi sembra che stia avvenendo. Ed è per questo motivo che esiste, in molte comunità, una forte ten-sione sociale; ad esempio, sui parchi.
La presenza dell'uomo, invece, tutela il territorio dall'abbandono e i vincoli e i divieti hanno ragione di esistere se non danneggiano le popolazioni rurali. Questi vincoli dovrebbero generare reddito, invece, gli stanziamenti annunciati sono irrisori. Per Giorico Il diritto di decidere sul proprio territorio è sacrosanto.
Per l'on. Uras (Prc) la giunta non può interrompere un processo di organizzazione del territorio che è già stato avviato. Annunciando il suo voto contrario alla mozione, il capogruppo del Prc, ha chiesto alla giunta regionale di attivare un grande dibattito sull'argomento. Per Uras non si può governare il territorio come se la Sardegna "fosse il giardino di casa nostra". La Sardegna è un enorme patrimonio dell'intera umanità. Così come il PPR ha affermato il principio che il nostro grande patrimonio ambientale non appartiene a questa generazione ma deve appartenere alle genera-zioni future di tutto il pianeta, anche questi vincoli vogliono tutelare e preservare la nostra isola. Ma - ha aggiunto Uras - puntualmente arrivano attacchi da tutte le parti soprattutto da chi vuole cementificare l'isola e venderla al ricco di turno. Uras si è soffermato anche sullo scontro politico in atto e ha detto che c'è una grande debo-lezza della maggioranza attorno ai grandi temi. "La maggioranza - ha proseguito - deve decidere se esiste e se è convinta degli obiettivi che si intendono perseguire".
L'on. Liori (AN) ha detto che la giunta ha agito "di nascosto" non informando i sardi di quello che stava facendo. La Regione - ha affermato - non può decidere da sola, senza interpellare i comuni. Anche nella gestione del territorio la politica centrista e clientelare della Regione non va bene. Per Liori è una vergogna che i cittadini siano all'oscuro di tutto perché hanno diritto di avere risposte chiare sul futuro dei loro ter-ritori. Non è possibile - ha concluso - che si prosegua a legiferare in queste mate-rie senza consultare le popolazioni. La Sardegna non può essere solo l'isola dei divieti e dei vincoli.
(Segue R.R.)
Zone di protezione speciale e Sic (mozione 143) prosegue il dibattito in Aula
Cagliari, 14 novembre 2007 - Con l'intervento dell'on Attilio Dedoni (Rif) è prosegui-to il dibattito sulle Zone di protezione speciale e sulle Sic (mozione 143 a firma Artizzu e più). Un intervento critico sull'operato dell'assessorato all'Ambiente, che si sarebbe mosso senza coinvolgere le popolazioni interessate. "Siamo tutti ovviamente a favore della tutela ambientale -ha ricordato Dedoni- ma siamo per una tutela seria. Sì ai parchi, ma perchè essi possano avere un futuro occorre la condivisione delle popolazioni locali interessate". Se i vincoli non sono condivisi, ha affermato il rappresentante dei Riformatori, nessun territorio può essere protetto in modo credibile. "Questi vincoli rischiano di creare malessere nei territori" perchè lo sviluppo "non si fa contro la gente ma con la gente".
Critico anche Silvestro Ladu (Fortza Paris): "La Giunta regionale deve dire chiaramen-te quali sono i vincoli e quali sono le attività consentite e compatibili all'interno di quelle are-e". Nessuno, ha ribadito il consigliere è contrario alla tutela dell'ambiente, anzi...Occorre tutta-via conoscere l'esatta posizione della Giunta sull'argomento.
Quindi la replica dell'assessore Cicitto Morittu che ha esordito ricordando che le direttive del ministro per l'ambiente, sono state ormai emanate e quindi almeno parzialmente la mozione è superata. I provvedimenti della Giunta dovranno pertanto essere in linea con quelle direttive e calate sulla realtà sarda. "Il tutto ovviamente -ha assicurato Morittu- passando attraverso il momento informativo e partecipativo che peraltro vi è già stato". Non è vero, ha detto infatti, che non vi siano stati già incontri con le popolazioni locali. Per altro, "su oltre 90 Sic (Siti di interesse comunitario) un'ottantina di piani di gestione (che fatti dai comuni) stanno partendo". E poi, ha aggiunto Morittu, nelle aree Sic già attivate "si è forse bloccata l'attività venatoria? O la pesca? O la pastorizia?".
Nella controreplica il primo firmatario la mozione, Ignazio Artizzu (An) si è detto mol-to deluso delle cose dette dall'assessore."Le risposte di dettaglio non bastano a rasserenare i sardi". L'annuncio dato oggi di voler avviare un processo informativo, quando il progetto Sic è già avviato preoccupa".
Critico anche Mario Floris (Misto-Uds): "la Regione è nata per nuove esperienze politiche di superamento del centralismo burocratico statale", ha ricordato, esprimendo un giudizio non positivo sull'attuale centralismo regionale. "L'ambiente nasce, cresce e si sviluppa con l'uomo, non tener conto delle realtà locali è gravissimo". Se non bastasse, "abbiamo già direttive europee e nazionali che affermano che l'ambiente è delle popolazioni che vi abitano".
Parere negativo sulla replica anche da Silvestro Ladu (Fortza Paris). "Nonostante quanto ha detto i dubbi che nutrivo li ho ancora". Non si può condividere il fatto che prima si fanno le cose poi si chiede il parere degli enti locali.
Per Pierpaolo Vargiu (Rif), la mozione ha il merito di porre un problema. Probabilmente "esiste un terreno di ragionamento comune -ha detto- e quindi è un grave errore dividere la Sardegna in "palazzinari e tutori dell'ambiente. Pericolose le divisioni ideologiche".
Il dibattito prosegue.
(LP)Il Consiglio non approva la mozione sull'applicazione dei vincoli a Sic e Zps. Vota contro, con qualche astensione, il centrosinistra. Auspicata la via del dialogo con le popolazioni locali. No alle imposizioni calate dall'alto.
Cagliari, 14 novembre 2007 - Con 40 voti contrari, 28 favorevoli e 9 astensioni il Consiglio ha bocciato la mozione 143 (primo firmatario l'on. Artizzu) sull'applicazione dei vincoli relativi a Sic (Siti di interesse comunitario) e Zps (Zone a protezione speciale) sul territorio regionale, vincoli che pregiudicherebbero qualsiasi attività economica a danno delle popolazioni che quei territori abitano.
La replica dell'assessore dell'Ambiente, Morittu, ha avvicinato le posizioni: non vi saranno im-posizioni dall'alto; le decisioni saranno prese con le comunità locali. Questa opportunità è stata richiama e sottolineata nel corso delle ultime dichiarazioni di voto, che tuttavia, chiedono (on. Dedoni, Riformatori) di conoscere i percorsi che la giunta intende compiere per arrivare a decisioni condivise, tenendo conto (on. Pisano, Riformatori) che circa un terzo del territorio sardo è sottoposto a vincoli ed occorre, perciò, stabilire una compatibilità tra tutela dell'ambiente e attività economiche, al fine di evitare il rischio di un generale impoverimento.
Dopodomani la manifestazione prevista a Cagliari contro il proliferare dei vincoli (questa volta riferita ai parchi) è un segnale da tenere presente, ha detto l'on. Cassano (Riformatori) perché denuncia una tensione sociale che riguarda soprattutto i piccoli Comuni, ai quali va riconosciuta "ufficialmente" la competenza nel decidere l'uso dei territori. Una decisione che Balnei ha preso nel decidere i piani di gestione - ha ricordato l'on. Corrias (Ds) che di Balnei è stata sindaco - accettando una sfida sul futuro che non suona come una rinuncia, ma rivendica auto-nomia nelle previsioni di sviluppo. L'on. Corrias ha auspicato confronti senza pregiudizi, senza atteggiamenti strumentali e senza speculazioni politiche che inquinano il dibattito delle autonomie locali. Peccato che "l'occasione mancata" del nuovo Statuto non consenta di dettare regole per i sardi, dovendole, per ora, mutuarle dall'esterno.
La fase pomeridiana della seduta (in prosecuzione nel pomeriggio) si è conclusa qui. Si riprende alle ore 16. (adel)Mozione 146 (Pisano e più) sul fallimento del modello della programmazione dello sviluppo territoriale attuato attraverso la progettazione integrata
Cagliari, 14 novembre 2007 - La seduta pomeridiana del Consiglio regionale si è aperta sotto la presidenza dell'on. Rassu che ha commemorato l'on. Carlo Sanna, recentemente scomparso. Dopo un minuto di silenzio l'Assemblea ha proseguito i suoi lavori, sotto la presidenza del presidente Spissu, con l'esame della mozione n. 146 (Pisano e più) sul fallimento del modello della programmazione dello sviluppo territoriale attuato attraverso la progettazione integrata. Con questa mozione trenta consiglieri regionali del centrodestra chiedono alla giunta di adottare provvedimenti urgenti di riequilibrio nei processi di recupero del ritardo nello sviluppo locale, utilizzando anche i punteggi di valutazione riportati dai Pit presentati dai 198 paternariati , a favore delle aree rimaste definitivamente escluse dai benefici della programmazione integrata, complessivamente rappresentative del 48 per cento dei Comuni della Sardegna e pari al 77 per cento dell'indice percentuale di ritardo dello sviluppo locale.
L'esecutivo, inoltre, secondo i consiglieri firmatari, deve avviare un nuovo indirizzo della programmazione dei processi di sviluppo locale tesi all'utilizzo delle risorse ancora disponibili nel POR Sardegna 2000-2006 e delle future risorse del POR 2007-2013, rinunciando alla politica della progettazione integrata posta in essere fino ad oggi, risultata fallimentare e pervenuta senza risultati alla fase finale, adottando entro sessanta giorni un nuovo piano regionale dello sviluppo locale da approvarsi in Consiglio regionale;
Inoltre, la giunta deve accelerare la spendita delle risorse residue e future snellendo le procedure.
La mozione è stata illustrata dal primo firmatario l'on. Pisano (Riformatori) che ha ripercorso tappa dopo tappa la storia della programmazione integrata in Sardegna. Una storia - l'ha definita - lunga e senza fine. La stessa "rivoluzione" promessa dalla giunta Soru nel settembre del 2004 non solo non è partita, ma ha messo in seria difficoltà la Sardegna. Nella mozione - ha detto Pisano - chiediamo che si restituiscano ai territori i soldi tolti e che si rielabori una programmazione.
L'on. Matteo Sanna (AN) ha definito la programmazione integrata "un'odissea" che ha coinvolto tutta la Sardegna . Un'odissea fatta di promesse, di impegni, di consulenze, di pellegrinaggi continui senza ricevere risposte e spiegazioni con una perdita di tempo e di soldi notevoli. Una macchina elefantiaca per gli enti locali perché c'è una reale difficoltà ad avere risposte. Per Sanna il malessere è generale e c'è un senso di sconforto. Chiediamo alla giunta - ha concluso - di adottare provvedimenti urgenti per cercare di arginare i ritardi. Basta con i proclami del presidente Soru che aveva detto che ci sarebbe stata la "rivoluzione della programmazione integrata", ora alle parole devono seguire i fatti. Una riflessione è necessaria.
L'on. Diana (AN) ha fatto rilevare che c'è la volontà, da parte della maggioranza, di sottrarsi a questo dibattito. L'esponente di An ha ricordato all'aula che su questo argomento ha presentato trenta interrogazioni ma solo ad una è stata data risposta dall'ing. Orlando, il tecnico dell'assessorato che inventò una procedura completamente nuova che ha avuto l'unico merito di far accrescere le difficoltà. Il fallimento, dunque, è generale.
Per l'on. Dedoni (Riformatori) l'argomento della programmazione integrata è di primaria importanza. La programmazione nella storia dell'Autonomia ha vissuto, in Sardegna, fasi alterne. Ma la situazione attuale è veramente difficile: non vi è una zona che non sia colpita da una disastrosa disoccupazione, si registrano solo chiusure di imprese, le multinazionali vogliono andare altrove, c'è il disastro di Ottana. Anche chi doveva cambiare tutto e in meglio - per l'on. Dedoni - ha "mischiato le carte" senza risolvere i problemi. Il risultato è che la crisi è irreversibile e che le istituzioni non sono più credibili. .
L'on. Vargiu (Riformatori) attende con interesse la replica dell'assessore Secci. Le risposte della giunta, infatti, potranno schiarire le idee sul futuro della programmazione integrata. Le questioni sollevate da questa mozione sono "inquietanti". Il capogruppo dei riformatori ha ricordato che l'ingegner Orlando era stato salutato come la persona capace di risollevare le sorti della programmazione integrata. Effettivamente - ha detto Vargiu - era una presenza "forte" all'interno del centro regionale di programmazione e ha impresso un metodo di lavoro differente rispetto al passato. Ma quale è stato il cambiamento e l'innovazione che la Sardegna ha avuto durante la presenza dell'ing. Orlando? Perché - ha detto - a giudicare dai passaggi si avrebbe l'idea di una programmazione regionale "frastornata" incapace di dare delle risposte. L'impressione complessiva è che le procedure siano di una lentezza senza precedenti. (SEGUE R.R.)
La Mozione n. 146 "Sul fallimento del modello della programmazione integrata" è stata respinta a maggioranza = Respinte a voto segreto le dimissioni dell'on. Eliseo Secci dalla carica di consigliere regionale
Cagliari, 14 novembre 2007 - Respinte le dimissioni dell'on. Eliseo Secci dalla carica di Consigliere regionale (l'on Secci ricopre anche l'incarico di assessore al Bilancio e Programmazione ndr). A conclusione della discussione della mozione N. 146, il Presidente on. Giacomo Spissu ha comunicato all'Aula che l'on Eliseo Secci aveva presentato le proprie dimissioni da consigliere regionale ed ha dato lettura della relativa comunicazione. Su richiesta del capogruppo di FI on. Giorgio La Spisa, il Presidente Spissu ha quindi posto in votazione l'accoglimento di tali dimissioni. A scrutinio segreto come da regolamento l'Aula, a maggioranza, ha respinto le dimissioni con 36 voti contrari e 21 favorevoli. Il Presidente ha ricordato che essendo le dimissioni un atto volontario "la questione sarà certamente riportata all'attenzione del Consiglio).
In precedenza il Consiglio aveva respinto la mozione 146, a firma Pisano e più sulla Programmazione integrata. Il dibattito su questo argomento aveva visto l'intervento dell'assessore alla Programmazione on. Eliseo Secci, il quale sottolineando di non aver avuto la responsabilità della gestione diretta del processo di attuazione della programmazione integrata in quanto nominato assessore solo recentemente, ha tuttavia affermato che il percorso fatto fino a questo momento è stato utile e deve spingere a gestire meglio il percorso futuro. Ricordando che dal 2004 tutti sono cambiate le modalità di governo della programmazione integrata in quanto negli anni precedenti si erano palesate difficoltà, Secci ha affermato che si è sulla strada giusta. Dopo aver fornito una serie di cifre concernenti lo stato degli impegni delle risorse, ha dato atto al predecessore assessore Pigliaru di aver individuato una impalcatura efficace.
Insoddisfatti si sono dichiarati Sergio Pisano (Rif), (primo firmatario della mozione che ha ribadito come "il tanto decantato voltare pagina annunciato dal presidente Soru, in realtà non ha dato alcun risultato"), Mario Diana (An) ("la creazione di consorzi ha creato problemi"), e Matteo Sanna (An). La conseguente votazione è stata di 31 voti contrari alla mozione e 23 favorevoli.
Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.
(LP)