CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 365 del 25 ottobre 2007
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Lungo dibattito sulle mozioni (tutte del centrodestra) sulla crisi del mondo agricolo e pastorale. Il patrimonio delle campagne in mano alle banche. L'on. Floris: "La Regione rischia di pagare per distruggere le aziende".
Cagliari, 25 ottobre 2007 - Dedicata alla grave crisi del settore agropastorale la seduta antimeridiana del Consiglio. Presentate quattro mozioni, che sono state unificate. Ad illustrarle sono intervenuti, nell'ordine, gli onorevoli Cappai (Udc), Rassu (FI), Ladu (Fortza Paris) e Diana (An). Due gli aspetti principali: uno, contingente, legato alla situazione debitoria delle aziende, "strangolate dalle banche" con interessi fuori programma (le leggi che introducevano regimi di agevolazioni dei prestiti sono state bloccate dall'Unione europea, sconvolgendo i piani finanziari delle imprese agricole); ed uno di medio termine, sulla necessità di una riforma che renda le aziende competitive sul mercato. L'insularità e una serie di costi legati a energia e trasporti fanno lievitare (on. Rassu) i costi di produzione di oltre il 30 per cento rispetto ai costi delle aziende che operano nel territorio nazionale e in Europa. Una politica che tenga conto di questi handicap deve essere messa in campo dalla Regione, la quale, lo ha ricordato l'on. Mario Floris (Uds), primo ad intervenire nel dibattito, non è spettatore estraneo alla vicenda, avendo prestato fideiussioni alle imprese e dovendo intervenire, a ripianare parte del debito, in caso di fallimento. Meglio, allora, ha detto Floris, che la Regione eviti il fallimento impiegando le somme che perderebbe comunque a sostegno del comparto.
L'on. Cappai - che si è lamentato dell'aula semideserta in apertura di seduta: segno evidente, ha commentato, che il problema è poco sentito - ha ricordato gli impegni presi, nella passata legislatura, dal centrosinistra; impegni che sono caduti nel nulla. Il volume dei debiti, calcolato attorno ai 1500 miliardi (in lire) non consente alcuna inerzia. L'attuale governo regionale non ha presentato alcuna iniziativa di legge per affrontare questo nodo, che condiziona qualunque progetto di sviluppo del settore. Del tutto insoddisfacenti anche gli incontri della giunta a Bruxelles.
E, a proposito di Bruxelles, l'on. Rassu ha chiesto che la Regione tratti con l'Unione europea, "senza intermediari governativi", sostenendo con fermezza le proprie richieste, "come ha fatto, con successo, la Grecia". Ormai - ha detto Rassu - l'agricoltura sarda "è di proprietà delle banche" essendo il debito "quasi pari al prodotto interno lordo". Dal momento che Soru ha scelto assessori tecnici, c'è da attendersi soluzioni tecnicamente ineccepibili che, invece, non arrivano e, quando arrivano, sono deludenti. Ma anche la maggioranza consiliare ha le sue responsabilità. Una proposta di legge per la ristrutturazione aziendale, presentata dall'on. Rassu, è nel cassetto della Commissione agricoltura dal 2005. Segno, ha concluso, del disinteresse che il problema riscuote.
Adottare misure urgenti per la dilazione dei debiti agrari è il primo passo, ha sostenuto l'on. Ladu, per evitare il tracollo definitivo delle imprese agricole. Lo sciopero della fame degli agricoltori di Decimo è un segnale di grave inquietudine, al quale la Regione ha il dovere di rispondere con interventi adeguati. A leggere i giornali, sembra che l'assessore propenda per fare acquisire i debiti (a valore di bilancio) da un ente costituito ad hoc; ma la soluzione non appare condivisibile se no rientra in un preciso piano finanziario. Inutile pensare d'aver risolto il problema con i 19 milioni di anticipazioni a fronte dei finanziamenti statali. Si è trattato di sanare una pendenza, non di contribuire a rimuovere le cause della crisi. L'assessore dia prova di sensibilità affrontando alcuni nodi che richiedono la sua mediazione, come la definizione del prezzo del latte ovino. I tempi sono maturi; oggi si può intervenire, evitando che una dilazione metta su posizione di forza gli industriali e indebolisca i produttori, "costretti" ad accontentarsi del prezzo deciso dai caseari per ottenere le anticipazioni.
Critiche all'operato dell'assessore Foddis ("che rappresenta la Regione e non altro") sono state mosse dall'on. Diana all'esponente della giunta, definito "il più impopolare degli assessori all'agricoltura dell'autonomia regionale". Finora Foddis si è segnalato per i ritardi, per avere presentato per ultimo il Piano di sviluppo rurale che ha ricevuto ben 30 pagine di addebiti dall'Unione europea, per aver allungato la graduatoria dei progetti Por senza la copertura finanziaria, per non fornire al Consiglio lo stato della spesa e rendicontazione. La gravità della crisi smentisce l'ottimismo di Soru ("lo stato di salute dell'agricoltura - ha detto di recente il presidente - è migliorato") e non occorrono le manifestazioni disperate di mobilitazione per rendersene conto. La giunta è del tutto assente rispetto alle politiche a sostegno dei giovani agricoltori e al riordino fondiario, condizione indispensabile di rilancio del comparto. L'on. Diana ha proposto un ordine del giorno comune che indichi gli interventi che la giunta intende portare avanti nel breve periodo.
"Speriamo che il dibattito non finisca nella classica bolla di sapone", ha detto l'on. Mario Floris intervenendo nella discussione generale. L'emergenza è segnata dai debiti bancari e va gestita correttamente, nel senso - ha spiegato - che le imprese agricole sono nate con l'intervento finanziario della Regione, che ha fornito garanzie alle banche sui prestiti concessi. La Regione, cioè, sarà chiamata a pagare le insolvenze. Pagherà, perciò, "per distruggere un patrimonio essenziale alla nostra economia". E' preferibile evitare questo atteggiamento masochista. Una strada potrebbe essere questa: le banche creditrici vendono ad altri istituti di credito il 25 (0 30) per cento dei crediti vantati, che, andando in detrazione d'imposta, non arrecherebbero perdite. Le banche toglierebbero l'ipoteca ai terreni e l'Ismea sostituirebbe la Regione intervenendo a sua volta con le fideiussioni. Un percorso praticabile - ha detto Floris - che consentirebbe, fra l'altro, al presidente Soru di mantenere gli impegni presi in campagna elettorale.
Altro che progetti di sviluppo; le imprese agricole chiedono di sopravvivere di fronte alla calamità dei debiti, assai più grave delle altre calamità che si sono abbattute sul mondo dei campi. La Regione dimostri che voler affrontare il problema con lo stesso impegno del dopoguerra, quando affrontò il nodo della trasformazione fondiaria, istituendo l'ente tecnico dell'Etfas, avendo capito che l'agricoltura rappresentava una base che coinvolgeva, direttamente e no, una parte importante dell'economia sarda. Il naufragio del miracolo industriale aveva convinto la Regione a dedicare nuove attenzioni al comparto, ma, nel tempo, i risultati sono stati insoddisfacenti. La desertificazione e lo spopolamento delle campagne potrà far piacere al clima di divieti introdotto dal Piano paesaggistico, ma mina profondamente un mondo che chiede di poter vivere e lavorare nelle campagne senza dover raccogliere solo debiti. Ora è tempo di agire per salvare il salvabile. Risolto il difficile rapporto con le banche, si potrà mettere mano alla riforma del settore. (adel)
Prosegue il dibattito generale sulle mozioni sull'agricoltura
Il dibattito sulle mozioni sull'agricoltura è proseguito con l'intervento dell'on. Uras (Prc) che ha detto che i problemi dell'agricoltura non si risolvono certo con un atto di accusa nei confronti dell'assessore di turno. Siamo davanti - ha proseguito - ad un "pasticciaccio" enorme su cui tutti per anni hanno "marciato". Per il capogruppo di Rifondazione è necessario smetterla con le polemiche e cercare di risolvere il problema inventando qualche strumento nuovo. Come quello proposto ieri di istituire un soggetto che abbia funzioni di arbitro e che convochi le parti (comprese Regione e banche). Il rapporto con il sistema del credito, infatti, deve essere di relazione, di collaborazione e non di sudditanza. Questo soggetto-arbitro deve valutare la situazione e deve organizzare i rientri azienda per azienda. L'on. Uras ha chiesto che l'istituzione di questo soggetto sia inserito nell'ordine del giorno unitario che il Consiglio predisporrà al termine del dibattito generale.
L'on. Licheri (Sinistra Autonomista) in apertura di intervento ha detto che se il suo ruolo di presidente della commissione agricoltura può frenare in qualche modo il lavoro della stessa commissione è pronto a farsi da parte per il bene dell'agricoltura e dei sardi in generale. Troppo spesso - ha detto rivolgendosi alla giunta regionale - l'esecutivo non tiene in nessun conto i pareri espressi dalla commissione, anzi a volte fa esattamente il contrario di quanto deciso dall'organismo consiliare. Sarebbe bene, invece, capire che solo lavorando insieme e ascoltando gli agricoltori, le associazioni e gli operatori del settore si possono risolvere i problemi. Infatti, solo con un confronto serrato si può avere l'esatta dimensione della situazione. Questo Consiglio - ha aggiunto - deve rispondere in primis alle esigenze più drammatiche e poi pensare al rilancio del comparto. Il presidente della commissione agricoltura ha illustrato alcuni dati Istat in cui si evidenzia che le campagne del sud Italia sono quelle che hanno pagato di più in termini di valore aggiunto. Quindi, è l'agricoltura del meridione che ha risentito della crisi in misura maggiore. E la Sardegna è una delle ultime regioni anche fra quelle del Sud Italia. Per Licheri l'ordine del giorno unitario con cui si concluderà il dibattito dovrà impegnare la giunta a promuovere un confronto serrato per risolvere lo stato dell'indebitamento, dovrà stabilire le urgenze relative alle calamità e avviare una discussione trovando misure concrete (già da questa Finanziaria) per sviluppare il settore agricolo.
"La Regione deve intervenire pesantemente perché vengano bloccate le procedure giudiziarie, deve garantire i debiti favorendo un rimborso a lunga scadenza mentre le banche dovrebbero rinunciare almeno in parte agli interessi maturati." Lo sostiene l'on. Giorico (Misto) che ha espresso grande preoccupazione per una situazione che "rischia di andare in cancrena". Per il consigliere del gruppo misto lo stato drammatico in cui si trovano le aziende agricole sarde non è certo dovuto alla incapacità imprenditoriale degli operatori ma dalle incertezze della politica regionale.
L'on. Alberto Sanna (Ds) ha accusato il sistema creditizio isolano che non ha certo lavorato a favore dell'agricoltura applicando interessi superiori a quelli nazionali ed europei e facendo pagare interessi sugli interessi. L'ex presidente della commissione agricoltura ha detto che l'indebitamento complessivo è intorno ai 700 milioni di euro; la sofferenza di indebitamento è sui 200 milioni di euro; l'incaglio (cioè la fase di pre sofferenza ) è di 30 milioni di euro. I comparti più colpiti sono quello serricolo (40%) e quello florovivaistico (20%) mentre non c'è il comparto agropastorale perché è un settore che non mai fatto uso del credito in maniera rilevante. Alberto Sanna ha auspicato la predisposizione di un ordine del giorno unitario che preveda una stretta collaborazione tra la regione e la commissione agricoltura. Il consigliere non è d'accordo, invece, con l'istituzione di un soggetto terzo. Questo ruolo, ha detto, è della giunta e del Consiglio che unitariamente devono lavorare per dare risposte certe agli agricoltori.
L'on. Giuseppe Cuccu (Margherita) ha auspicato che la Regione risolva i problemi dell'indebitamento nel più breve tempo possibile perché siamo di fronte ad una situazione talmente grave in cui i debiti stanno assumendo una rilevanza sociale con risvolti di ordine pubblico. Davanti a questa situazione è necessario uno sforzo straordinario non solo da parte della Regione ma anche dello Stato e dell'Unione Europea. Per il consigliere della Margherita sarebbe utile risalire alle cause che hanno generato tale situazione. In Sardegna - ha aggiunto c'è una debolezza di fondo del settore. Dopo aver risolto la situazione debitoria dobbiamo pensare degli interventi tesi a ridare competitività al comparto. Se le aziende rimangono frantumate e se non creiamo le condizioni la debolezza dell'agricoltura rimarrà tale. Cuccu ha auspicato anche che si completi al più presto la riforma degli enti agricoli. (R.R.)
Stasera il voto sulle mozioni per l'agricoltura e sull'ordine del giorno sui trasporti locali (sospeso ieri)
Rinviati a stasera sia il voto sulle mozioni per l'agricoltura (in attesa della presentazione di un eventuale apposito ordine del giorno unitario) sia quello riguardante lo schema delle norme di attuazione per il conferimento di funzioni sul trasporto pubblico locale (quest'ultimo, annunciato ieri, è stato illustrato oggi all'aula ma la relativa discussione si è prolungata e la seduta sospesa e rinviata al pomeriggio).
Conclusa comunque la discussione generale sulle quattro mozioni riguardanti la crisi del comparto agricolo.
Nel corso dell'ultima parte della discussione, l'on. Giovanni Moro (An), affermando che un eventuale ordine del giorno non risolve il problema: ""è una terapia che non guarisce il malato", se non vi sono atti concreti; ha affermato che "il cambio di assessore (il precedente è stato defenestrato) non ha certo risolto i problemi dell'agricoltura sarda". In realtà, ha aggiunto, "la situazione strutturale del settore agricolo non consente la competitività con le altre regioni sviluppate".
Un problema importantissimo e che merita grande attenzione, ha ricordato Giorgio La Spisa (FI), tanto ampio "da rendersi necessario un pronunciamento unitario del Consiglio". Per La Spisa "l'iniziativa della Giunta anche in questo settore è stata finora debolissima e la maggioranza che sostiene l'esecutivo troppo attendista di fronte alle urgenze degli agricoltori". Quanto alla questione del credito, la Regione è troppo debole davanti al Banco di Sardegna che attualmente "è di fatto il vero proprietario della stragrande maggioranza delle aziende agricole".
Quindi la replica dell'assessore all'Agricoltura Francesco Foddis. Dopo aver sottolineato l'attualità e la gravità del problema, Foddis ha sottolineato che la situazione è stata ereditata dalla precedente legislatura, ricordando che solo nel 2004 è stato fatto il protocollo d'intesa Regione-Banche-Aziende agricole, mentre in precedenza si era lasciato alle banche l'autonomia di ricontrattazione dei crediti. Si è quindi soffermato sulla Risoluzione unitaria approvata dalla Commissione consiliare competente che individuava un preciso percorso per far fronte al grave problema dell'indebitamento agrario (contenente fra l'altro l'ipotesi del passaggio dei crediti alla Regione attraverso una procedura particolare di cartolarizzazione). "La Giunta è stata attenta a queste indicazioni -ha dichiarato l'assessore Foddis- e le ha perseguite con sollecitudine e fermezza". Ed in questa direzione sono state esplorate tutte le eventualità tecniche che si presentavano. "Condivido la proposta della Commissione -ha sottolineato Foddis, ed è con questo impegno che andremo all'incontro con il ministro sul piano di sviluppo rurale".
Quindi le repliche dei presentatori le mozioni. Per Mario Diana (An), "è da sottolineare che lo stesso assessore conferma le difficoltà emerse: nessuno potrà ora dire che le mozioni non avevano fondamento". Pur non avendo avuto risposte soddisfacienti ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno.
Per Nello Cappai (Udc) occorre restare con i piedi per terra i debiti delle aziende crescono. Ha comunque auspicato un voto unanime sull'ordine del giorno che verrà presentato.
"Non c'è nulla di concreto", ha da parte sua replicato Silvestro Ladu (Fortza Paris), "nessuna scelta operata è stata in grado di dare risposte". Dubbi, poi, ha espresso sul Piano di sviluppo rurale.
Con questo intervento si è conclusa la discussione delle mozioni sull'agricoltura ed il Presidente on. Giacomo Spissu, in attesa che venga presentato l'ordine del giorno annunciato, ha sospeso la trattazione dell'argomento per passare alla votazione dell'ordine del giorno (annunciato ieri) sullo schema di attuazione concernente il trasporto locale.
Si è quindi aperto un lungo dibattito con moltissimi interventi per dichiarazione di voto. Al centro della discussione la richiesta di emendamento dell'ordine del giorno al fine di garantire che lo "Stato si faccia carico, nella fase di passaggio elle funzioni, dell'adeguamento dello standard strutturale e qualitativo del sistema sardo agli standards nazionali". Presentato da Paolo Maninchedda, l'emendamento (dopo lungo dibattito) è stato accolto dall'assessore Broccia; ma poichè persisteva l'esigenza (in particolare da parte di esponenti della maggioranza fra cui il Presidente della Prima commissione Giambattista Orrù) di un'ulteriore riflessione sul testo, il voto è stato rinviato al pomeriggio.
Nel corso degli interventi per dichiarazione di voto, Maria Grazia Caligaris (Sdi) ha annunciato il voto contrario ("Si tratta di un accordo penalizzante: è una filosofia federalista senza attenzione alle regioni deboli"). Paolo Maninchedda (Misto) ha espresso riserve sul testo dell'ordine del giorno ed ha appunto presentato l'emendamento di cui sopra: in tal caso è possibile l'astensione. Voto favorevole all'Ordine del giorno da parte di Antonio Biancu (Margherita) per il quale la proposta di modifica può essere accolta ma si rischiano ulteriori ritardi. Per Roberto Capelli (Udc) il "voto contrario già inizialmente previsto potrebbe essere modificato se venisse accolto l'emendamento Maninchedda". Dello stesso avviso Nicolò Rassu (FI), "non vogliamo che lo stato ci scarichi un servizio non al passo con lo standard nazionale". Perplessità da Pierangelo Masia (Misto-Sdi) per il quale "una analisi maggiore richiederebbe un ordine del giorno diverso" ed ha annunciato l'astensione. Renato Cugini (Fas) ha "suggerito che tutto ciò che non contrasta con lo schema possa essere accolto nell'ordine del giorno" ed ha comunque annunciato il voto favorevole. Per Giambattista Orrù (Ds- Presidente 1 commissione), si possono anche accogliere modifiche "ma il rischio è che si debba ricominciare tutto da capo, l'emendamento rischia di avere effetti peggiorativi". Di diverso avviso Sergio Pisano (Riformatori): "l'ordine del giorno rischia di trasformarsi in una cambiale in bianco a favore dello Stato". Mentre per Luciano Uras (Rc) è fondamentale che il sistema del trasporto locale passi sotto il governo e le scelte della Regione". No all'ordine del giorno è stato annunciato da Silvestro Ladu (Fortza Paris), "No a questo tipo di federalismo". E perplesso e critico Attilio Dedoni (Riformatori) "Il problema del trasferimento delle competenze riguarda le risorse finanziarie". Mentre per Paolo Pisu (RC), il tema delle risorse è stato discusso anche in commissione: "bisogna dire basta all'assenza annosa dello Stato e bisogna dare le competenze alla Regione".
Quindi la chiamata al voto da parte del Presidente, voto che però è stato rinviato perchè, nonostante l'assessore avesse dichiarato accoglibile la modifica proposta, sono sorte perplessità dai banchi del centrosinistra.
La seduta riprenderà alle ore 17.
(LP)