CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 359 del 2 agosto 2007
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Avviata la discussione del Testo unificato concernente l'Istituzione dei centri di accoglienza per le donne vittime di violenza
Cagliari, 2 agosto 2007 - La legge per la creazione dei centri di accoglienza per le donne vittime della violenza al centro di lavori consiliari nella seduta pomeridiana presieduta dall'on Giacomo Spissu. Una legge importante ed attesa su cui si è sviluppato un attento e approfondito dibattito.
La legge è stata illustrata dall'on Francesca Barracciu (DS), che insieme alle altre consigliere ha dato un contributo fondamentale alla stesura del Testo unificato elaborato dalla Commissione. L'on Barracciu ha tratteggiato con dovizia di dati e di statistiche il fenomeno caratterizzato da una gravità crescente. Un fenomeno trasversale socialmente parlando è stato precisato, "una mattanza quotidiana e diffusa all'interno delle pareti domestiche". Proprio perchè, ha sottolineato la rappresentante Ds la maggior parte dei fenomeni di violenza si realizza nelle chiuso della famiglia. Si tratta di violenze inflitte prevalentemente dagli stessi partner delle donne ed il teatro principale è la famiglia. Il fenomeno è poi aggravato dal fatto che il 90 per cento dei casi non emerge, non viene denunciato dalle vittime. Il sommerso, secondo le stime potrebbe addirittura rasentare il 96 per cento della totalità. Quando si parla di queste violenze, non si parla solamente di percosse e stupri ma anche di gravissime violenze psicologiche che tendono a porre la donna in uno stato di prostrazione e subordinazione fisica e psicologica. Una legge certamente voluta da tutte le donne presenti in Consiglio, ha ricordato Francesca Barracciu, di destra e di sinistra, alla quale hanno contribuito concretamente tutti i componenti la commissione e arricchita dalle risultanze delle numerose audizioni svolte. La violenza alle donne viene nella normativa connotata come violenza di genere. E con questa qualificazione la legge in esame è diventata, dopo il passaggio in commissione, una legge di tutto il Consiglio.
Claudia Lombardo (FI) ha parlato di argomento profondamente inesplorato, nascosto tabù nella coscienza collettiva. Ed invece la violenza contro le donne, come ha accertato l'ONU, è il reato più diffuso a livello mondiale. In Italia un passo avanti è stato fatto con la legge 66 del '96, e oggi l'argomento sta finendo di essere un fatto privato da tenere all'interno delle pareti domestiche, per essere finalmente un fatto sociale. I dati, ha ricordato l'on Lombardo, sono drammatici: un sesto della popolazione femminile è abusata, La violenza di genere trova spesso radici nella condizione di subalternità in cui si trovano le donne, e questo favorisce il silenzio che costituisce il dramma peggiore, ha ricordato Lombardo. E' vero che l'attenzione e la sensibilità a questo fenomeno sta facendo passi avanti, ma ancora si è troppo indietro soprattutto in Sardegna. E' una legge per la libertà delle donne, una legge in difesa delle donne di tutte le classi sociali.
La legge che sta per essere approvata è uno strumento fondamentale contro il ricatto affettivo, una condizione spesso drammatica per le donne. Lo ha sottolineato Maria Grazia Caligaris (Sdi), che ha sottolineato che le condizioni sociali sono spesso irrilevanti di fronte a questo fenomeno, e che ha ricordato le connivenze che attorno a questi fatti si realizzano all'interno delle stesse famiglie e nella cerchia più larga dei parenti. Il fenomeno ha i contorni così labili che è ormai invalso il termine di "femminicidio" per indicare tutti quei fatti non solo di violenza fisica ma anche psicologica ed affettiva che non sempre emergono. Certamente ha detto Caligaris si tratta di "violenza di genere" che si realizza attraverso l'assoggettamento fisico e psicologico. Un fenomeno purtroppo che pare in fase di espansione ed in cui le discriminazioni di carattere socio economico costituiscono una aggravante. Una legge importante, insomma, che nasce perchè sia la comunità intera a schierarsi in difesa delle donne.
Soddisfazione anche dall'on. Domenico Gallus (Fortza Paris) perchè questa legge sta per essere approvata in uno spirito di totale convergenza fra forze politiche e senza distinzione di genere. La Regione finora è stata indietro "latitante" come ha dichiarato il consigliere di fronte ad un fenomeno in crescita, ma ora il ritardo viene colmato ed il vuoto legislativo sanato
Per Alessandro Frau (PS), si tratta di una legge di civiltà che ribadisce la inviolabilità della persona. I dati, ha ricordato anche Frau, sono allarmanti, la violenza domestica è in forte crescita e a realizzarla sono uomini di tutte le età e di tutte le estrazioni socioculturali. Una violenza oltre tutto assistita da connivenza familiari che accrescono il fattore di rischio per le vittime. La violenza nei confronti delle donne denuncia uno stato di democrazia bloccata, una sorta di apartheid da infrangere. La legge è un primo passo, per dare voce alle vittime.
"Indignazione", questo il sentimento più profondo che si prova di fronte a questo grave fenomeno, secondo l'on Angelina Corrias (Ds). Ci deve essere una linea di demarcazione fra bene e male, al di là c'è la violenza alle donne e questa demarcazione deve essere chiara e netta. Nè la battaglia può essere di destra o di sinistra,ma di tutti. Il fatto, ha denunciato Corrias, è che c'è troppo giustificazionismo in giro. Occorre ridare senso alle azioni ed alle parole: la violenza non ha scusanti. Le statistiche come ha ricordato l'on Corrias sono drammatiche, terribili: certamente sono stati fatti passi avanti in Italia ma le statistiche dicono che c'è ancora da fare. Questa legge è importante, ha ribadito, perchè fa carico al soggetto pubblico delle responsabilità che gli competono senza gravare solo sul volontariato come accade oggi. Ma una cosa soprattutto è fondamentale, i centri da istituire devono essere creati rapidamente perchè esiste una emergenza sociale.
Una legge urgente, ha ricordato a sua volta Paola Lanzi (Sa), e occorre dare atto all'associazionismo femminile del grande lavoro che ha svolto e continua a svolgere anche nella sensibilizzazione a questa vera emergenza. Con questa legge finalmente le istituzioni assumono un impegno preciso nell'affrontare questo problema. Si tratta di un fenomeno di violenza di genere, ha ancora ricordato Lanzi, che è sempre aggravato dall'omertà sociale. Lo Stato se ne deve fare carico, ma in questa azione occorre che tutte le parti sociali ed istituzionali partecipino a cominciare dagli enti locali insieme alla Regione.
La drammaticità dei dati e delle statistiche è stata sottolineata anche da Renato Lai (Udeur) che "sono pesanti come pietre". Occorre una sensibilità più ricca verso la gravità di questo fenomeno. Ricordando le numerose audizioni svolte ed i contributi che sono stati generalmente accolti, Lai ha parlato dell'esigenza di interventi a carattere multi disciplinare. In commissione, ha sottolineato, ci si è dovuti anche confrontare con i problemi finanziari, che sono stati affrontati con unità di intenti.
Si tratta di una legge molto simile a una proposta della scorsa legislatura presentata dai Riformatori, ha ricordato Pierpaolo Vargiu (Rif), "senza con ciò voler mettere il cappello ad occupare il posto della primogenitura", ma solo per dire che si sta parlando di una normativa "che è frutto di una sensibilità condivisa". Sottolineando la gravità del fenomeno, Vargiu si è soffermato sugli aspetti derivanti da certi fenomeni sociali come quello dell'immigrazione che aggrava la debolezza delle vittime e di cui la legge deve tenere conto. Occorre maggiore attenzione alle responsabilità dei soggetti pubblici, ed alle caratteristiche che devono avere quelle istituzioni idonee all'apertura dei centri di accoglienza.
La discussione generale si è conclusa con l'intervento dell'assessore Nerina Dirindin che ha ricordato l'importanza delle normativa che tende ad affrontare la questione in modo organico, ed ha sottolineato come la giunta (che ha inserito in un Por già avviato un centro di accoglienza nel Nuorese) ha lavorato in parallelo con il legislatore. Il dibattito prosegue con il passaggio all'esame degli articoli. (LP)
Approvate le leggi sui centri di accoglienza per le donne vittime di violenza e sulla polizia locale. Conclusa la tornata, se ne riparla a settembre.
Consiglio conclude in scioltezza i lavori pre-feriali: approva, praticamente all'unanimità (unica astensione, peraltro di rito, quella del Presidente Spissu) due leggi importanti: sui centri di accoglienza per le donne vittime di violenza e sulla polizia locale. Quest'ultima passa praticamente senza discussione, dopo l'intervento del relatore (l'on. Mario Bruno, Ps). Una rapidità che - dice l'on. Caligaris (Sdi-Rnp), riferendosi alla legge sui centri antiviolenza - che non deve trarre in inganno: la legge è tosta ed era molto attesa. Ha aspettato tre legislature, primi di approdare in aula e dopo un attento lavoro della Commissione. Il fatto che finisca con 66 sì su 67 votanti conferma la convinta convergenza di tutti i gruppi. L'on. Uras (Prc) riconosce decisione il ruolo svolto dalle donne del Consiglio ed auspica che la prossima occasione (legge elettorale) consenta di attuare meccanismi che consentano una equilibrata presenza di genere. In realtà la legge era abbondantemente matura per intervenire in un settore nevralgico della società, essendo diffusa la coscienza che l'ambiente domestico è, spesso, ambiente di "mostri" (non occorre la violenza fisica per delineare scenari d'inquietudine) per modi, toni, linguaggio (on. Cerina, Ps). Ambiente da risanare. La legge è un passo importante, dà sicurezza a chi, altrimenti, la sicurezza perderebbe. Anche il presidente Spissu sottolinea questa collaborazione, che consente di chiudere in tempi quasi da record. Soddisfatta la relatrice, on. Barracciu (Ds). Un po' meno l'on. Sanjust (FI), che lamenta il ritardo (due anni in attesa d'istruttoria) di un'altra legge che con questa s'interseca: l'assegno di mantenimento a sostegno dei minori in difficoltà. L'impegno dell'Aula è di discuterla presto.
Ma il record lo stabilisce la legge sulla Polizia locale e sulle politiche regionali per la sicurezza, che la Regione approva, buona ultima, acquisendo potestà in materia. Non si tratta di sostituirsi allo Stato, in materia di ordine pubblico, ma di dare alla polizia municipale un ruolo più ampio e preciso. Per evitare equivoci, i sindaci, che ne saranno a capo, non diventeranno sceriffi alla Gentili (il sindaco leghista di Treviso), ma avranno il compito di intervenire integrando l'azione delle forze dell'ordine. La società ha una percezione della sicurezza (problema fondamentale, a leggere i sondaggi) diversa rispetto al passato; perciò la sicurezza - ha detto l'on. Bruno - diventa un problema sociale e le amministrazioni locali hanno un ruolo importante. La sicurezza deve parlare il linguaggio della gente e favorire l'integrazione, l'inclusione sociale, la tutela del territorio. .
Ottenuta assicurazione che nella prossima programmazione bimestrale dei lavori, dopo le ferie, si darà spazio anche alla proposta di legge Cassano sulle compagnie baracellari, una polizia rurale che nasce in Sardegna da vecchi istituti di mutua sorveglianza, anche i Riformatori, che su quella legge premono, hanno dichiarato la propria soddisfazione.
Votazione finale: su 48 votanti, 47 i sì (e astensione del Presidente).
Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio. (adel)