CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 344 del 6 luglio 2007
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Il dibattito sulla crisi industriale. L'assessore: "Siamo sulla strada della ripresa". Ma il centrodestra contesta: dati sbagliati.
Cagliari. 6 luglio 2007 - In previsione dell'incontro col governo in programma martedì prossimo, 10 luglio, il Consiglio regionale è chiamato oggi al cappezzale dell'industria. Prognosi: un malessere diffuso, d'origine strutturale, con "picchi" di malattia e momenti di relativa attenuazione del morbo. Prevista una lunga terapia che, fatto salvo tenacemente l'esistente, preveda una nuova fase dell'industrializzazione, basata sull'innovazione tecnologica.
L'assessore Rau ammette una flessione nell'occupazione, ma dà numeri che l'opposizione contesta. "Solo" di 4000 unità il calo dell'occupazione del settore secondario, in parte compensato dall'aumento del terziario. Un fenomeno - spiega - abbastanza comune per indicare il "trasferimento" di alcune attività da un comparto all'altro (pulizie, servizi, eccetera). Crescono produzioni, scorte e domanda, tanto da fare definire il 2006 "un anno positivo". Produttività ed export si rafforzano, ma sono in gran parte legate ai prodotti petroliferi; in realtà la situazione dello "storico" è viziata da una serie di disagi locali, di veretenze, di difficoltà di mercato. La qualità delle imprese sarde non è elevata, la voglia di lavorare insieme è quasi assente. Se si aggiunge la generale sottocapitalizzazione e l'elevato indebitamento, si capisce che, per restare sul mercato occorre una sterzata, rappresentata dall'innovazione.
Quale azione ha svolto la giunta? Intanto ha migliorato l'assistenza alle aziende (gli sportelli unici si sono moltiplicati): una burocrazia più snella riduce i tempi e consente alle imprese di rispettare i piani aziendali. In secondo luogo, l'estensione dei servizi (ad esempio, i collegamenti in banda larga) per essere competitivi. In terzo luogo una selezione dei progetti: premiati i migliori ma privilegiando al semplice dato dell'occupazione quello dei livelli d'innovazione.
Salvare l'esistente è indispensabile. L'operazione egler che ha coinvolto la Sfirs dimostra l'attenzione dell'esecutivo. Ma, attenzione, il confronto con i Paesi a basso costo di lavoro consente solo di puntare su lavorazioni ad alto valore aggiunto. Buone intenzioni si Carbosulcis e il comparto del carbone. I progetto integrato minisera-centrale è in fase di allestimento. Per il resto minitoraggio continuo delle aziende e decisivo passo avanti sull'energia (l'accordo di ieri con Endesa lo dimostra) che consente di avviare l'ulteriore confronto col governo senza la pressione dell'urgenza e dell'emergenza.
Più attento agli scenari l'intervento dell'on. Giagu, presidente della Commissione industria. Premesso che "la lenta e inarrestabile agonia rischia di produrre conseguenze letali per la nostra economia", Giagu sottolinea, di fronte al pericolo, la presa di coscienza della classe politica e sindacale che fanno fronte unico nel confronto col governo. Discutere sui numeri, sui posti lavoro persi e su quelli in pericolo, appare oggi riduttivo. E' sicuramente più importante capire meglio le origine del malessere, analizzare i nuovi scenari della globalizzazione, individuare soluzioni (la programmazione negoziata ha registato un drammatico fallimento: molti soldi spesi, scarsissimi i risultati) e, soprattutto, chiudere le partite aperte col governo. Bisogna avere una visione chiara del futuro, evitare le trappole della pirateria finanziaria e imprenditoriale (industrie dalla vita breve, capaci di assorbire danaro), monitorare le iniziative stabilendo misure di controllo. Su questi punti è indispensabile trovare l'unità.
Nove mesi dopo l'ordine del giorno unitario del Consiglio, non si registra alcun miglioramento, replica all'assessore l'on. Lombardo (FI) . Contestati i dati forniti: sono 30 le aziende in forte sofferenza, 1580 i lavoratori in cassa integrazione, 12 mila i posti di lavoro perduti, 6 mila quelli a rischio; ma, soprattutto, non esiste un nuovo modello di sviluppo. Se il comparto metallurgico e chimico dovessero chiudere, sarebbero 9 mila le buste paga in meno. Un danno insopportabile. "Teniamoci stretto e caro quel che abbiamo", ha affermato la Lombardo, dal momento che non esiste un'alternativa credibile. Ma anche l'esistente minaccia di cedere; come nel caso del carbone. L'intervento del ministro Pecoraro Scanio manda in pensione il progetto della Carbosulcis legato alla costruzione della centrale elettrica. Tutto ciò, mentre le scelte di politica energentica segnano un arretramento, che l'accordo con Endesa enfatizza, essendo la quantità d' energia fornita insufficiente per la sola Portovesme srl.
Riserve sull'accordo e sulle prospettive Endesa sono state avanzate anche dall'on. Scarpa (Psd'Az; "ma parlo a titolo personale"), che ha sollevato anche "una questione istituzionale" sui rapporti tra giunta e Consiglio, chiedendo che l'Assemblea sia messa subito in condizione di conoscere la bozza del piano energetico regionale. (adel)
Emergenza industriale, le dichiarazioni del Presidente della Giunta
Cagliari, 6 luglio - Non tutto ciò che è stato fatto può essere considerato a tinte fosche, ma non si può assistere disarmati a parti importanti dell'apparato industriale che rischiano la chiusura. Lo ha sottolineato Vincenzo Floris (Ds), per il quale il prossimo 10 luglio a Roma si dovrà verificare la consistenza della volontà del Governo di portare a termine accordi efficaci per il rilancio dello sviluppo. Per Floris è necessario attivare uno strumento moderno di rilancio dello sviluppo. Dopo aver4 approfondito gli aspetti salienti della situazione industriale, Floris dalla chimica all'energia, ha sottolineato l'importanza dell'accordo con Endesa che consente di "sbottigliare" il settore dello zinco.
Giudizio negativo sulla politica industriale della Giunta da parte di Silvestro Ladu (Fortza Paris) per il quale "preoccupa l'ottimismo dell'assessore : vuol dire che vediamo due realtà diverse". Occorre focalizzare bene i nodi esistenti, ha detto, per individuare i fattori dello sviluppo.
Non soddisfatto di quanto si sta facendo è Renato Lai (Udeur), per il quale la situazione di crisi nasce da lontano ma desta meraviglia la mancanza di azioni adeguate. Soffermandosi brevemente sulle principali situazioni di crisi da Porto Torres a Ottana, da Cagliari al Sulcis, ha ricordato la grave crisi che rischia la Palmera.
"Secondo l'assessore sembrerebbe quasi che non ci siano problemi, poi arriva il presidente della Commissione e dice che la situazione non è affatto rosea e la Giunta non ha capacità di ascolto: ma quale sarà la linea che si porterà a Roma", se lo chiede Sergio Milia (Udc) che sottolinea lo scollamento fra maggioranza e governo regionale. Qu8anto ai numeri ed alle cifre, essi dicono, ha detto, vi è un calo generalizzato di tutto i9l sistema industriale, ed ha criticato la politica di acquisizioni della Sfirs.
Di crisi dell'occupazione senza precedenti ha parlato Pierangelo Masia (Fas), ricordando come lo sviluppo industriale abbia cambiato nei decenni la cultura dei sardi e che occorre oggi difenderla. E' vero che i dati devono essere interpretati, ma tenendo conto che anche l'occupazione è cambiata ed il precariato è in fortissimo aumento.
L'adesione totale alla piattaforma che la Regione ed i sindacati porteranno a Roma è stata preannunciata da Luciano Uras (Rc), che ha ricordato che questo dibattito sulla crisi deve essere uno dei perni fondamentali della politica del Consiglio. Non si possono inseguire modelli di sviluppo di altri territori ha aggiunto, "non siamo la Lombardia". Dobbiamo pensare a come salvare ciò che abbiamo.
Giudizio estremamente negativo da parte di Giuseppe Atzeri (Misto Psd'Az) sule operazioni della Sfirs che "ricorda una stagione prodiana della vecchia Iri che era meglio dimenticare". Secondo Atzeri la sorte del sistema industriale sardo potrà essere deciso solamente da una imprenditoria sana, ed ha ricordato il caposaldo dello sviluppo che è la continuità territoriale delle merci.
Secondo Pierpaolo Vargiu (Riformatori), il dibattito odierno dimostra quanto sia giusto ridurre il numero dei consiglieri regionali, considerata la scarsa attenzione a questa discussione. Ha sottolineato che il modello di sviluppo basato sulla monocultura produttiva è errato ed ha ribadito che quanto sostenuto dall'assessore all'industria è molto diverso da quanto si sente in giro è per la Sardegna. Ha auspicato una chiara politica industriale che non si vede.
La priorità odierna, ha detto Chicco Porcu (Ps) è quella di indicare i punti prioritari da portare il 10 a Roma e ritrovare l'unità e lo spirito del comune interesse. Dopo aver ricordato che è giusto e fondamentale oggi salvare l'esistente, ha aggiunto però che occorre subito affiancare strumenti di sviluppo alternativi e non basati sulla monocultura industriale.
Critico Giovanni Moro (An) sulla politica di sviluppo della Giunta. "Come sostengono le parti sociali e gli stessi enti locali, la Regione oggi non ha una politica economica, o meglio ne ha troppe e incerte". In questa situazione è difficile, ha detto Moro che si possano portare proposte efficaci a Roma il 10 luglio. Quanto alle cifre citate, non dicono tutto, in particolare per quanto riguarda l'occupazione.
La replica finale è venuta dal Presidente Renato Soru, per il quale la Regione ha una politica di sviluppo che sta portando avanti da tre anni in modo efficace. Oggi tutti hanno detto che non si devono ripetere gli errori del passato, quando invece il precedente governo regionale ha assistito disarmato alla chiusura di importanti settori industriali. Oggi invece "abbiamo trovato le soluzioni per difendere Ottana e Arbatax". A portovesme, ha aggiunto "abbiamo trovato chiuse Ali, Ila, e Carbosulcis tutto l'apparato di Portovesme in difficoltà. Oggi si ricomincia a estrarre carbone, si sta salvando la Cartiera". Sbagliato sottovalutare gli accordi con Endesa ed Enel. Quanto alla Sfirs, Soru ha ricordato che è una finanziaria regionale per sostenere lo sviluppo, non una banca che fornisce prestiti alle imprese, e come finanziaria per lo sviluppo sta operando con gli ultimi atti per salvare Legler e la Cartiera.
La seduta è stata quindi sospesa. (LP)
Emergenza industriale, le dichiarazioni del Presidente della Giunta: approvato a maggioranza un Ordine del giorno
Cagliari, 6 luglio - Alla ripresa dei lavori il Presidente Giacomo Spissu ha annunciato la presentazione da parte dei gruppi della maggioranza di una mozione a firma Giagu e più. La mozione è stata trasformata in ordine del giorno e messa in votazione. Ha parlato con accenti fortemente critici per dichiarazione di voto Mario Diana (An): ""Non possiamo condividere in alcun modo le osservazioni dell'assessore Rau", ha detto ed accusato con forza le affermazioni rese dal Presidente Soru. "Non vi possiamo affidare il nostro mandato a trattare con Roma".
Anche Paolo Pisu (Rc) è intervenuto per dichiarazione di voto, annunciando il sì del suo partito per l'ordine del giorno e deplorando la mancanza di unità su un argomento di così grande importanza per la Sardegna.
L'astensione è stata invece annunciata da Renato Lai (Misto Udeur), perchè non sono state date risposte alle esigenze poste dalla sua parte politica.
Posto in votazione, l'ordine del giorno è stato approvato per alzata di mano. La seduta è quindi terminata. Il Consiglio verrà riconvocato a domicilio. (LP)