CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 342 del 19 giugno 2007
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Discussione sulla relazione finale della Commissione d'inchiesta sull'affidamento della campagna pubblicitaria istituzionale della Regione.
Cagliari, 19 giugno 2007 - Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Eliseo Secci e poi del presidente del Consiglio Giacomo Spissu.
Il primo consigliere ad intervenire, questo pomeriggio, nella discussione sulla relazione finale della commissione d'inchiesta sull'affidamento della campagna pubblicitaria istituzionale della Regione è stato l'on. Vincenzo Floris (DS) che ha detto che il lavoro della commissione è utile e importante. Il compito della commissione - ha ricordato - era quello di riferire al Consiglio senza però la pretesa di sostituirsi all'autorità giudiziaria, amministrativa o penale. Il ruolo del Consiglio è quello di fare delle valutazioni e di verificare se ci siano state interferenze. Anche per l'esponente diessino emerge con chiarezza l'estraneità del presidente della Regione che ha dato solo indicazioni sulle scelte di fondo sul futuro dell'isola. Io non credo - ha detto Vincenzo Floris - che questo sia sbagliato. E' necessario, invece, valutare oggi se l'impostazione generale che caratterizza l'azione della giunta è coerente con il programma di governo. Il consigliere Ds ha dichiarato che si devono evitare le basse strumentalizzazioni e se esistono zone d'ombra sarà compito dell'autorità penale indagare.
L'on. Paolo Pisu (Prc) ha dichiarato di non essere entusiasta di partecipare a questa discussione. Mi auguro - ha detto - che il messaggio che mandiamo alla società civile sia positivo: il Consiglio regionale ha voluto una commissione d'inchiesta per far piena luce sul caso della Saatchi & Saatchi. Dalla relazione unitaria della commissione emerge che ci sono state palesi violazioni delle procedure, inoltre ci sono zone d'ombra. Affermazioni forti che devono essere prese nella giusta considerazione se in aula non vengono smentite. L'ex presidente della seconda commissione ha chiarito che in aula non si sta svolgendo nessun processo ma che la gara deve essere annullata anche per cancellare ogni dubbio. L'on. Pisu ha concluso il suo intervento lanciando una sfida: "facciamo una giornata di dibattito in diretta tv per discutere il nuovo status del Consigliere regionale e pubblichiamo nel nostro sito tutto quello che percepiamo".
L'on. Diana (AN) in apertura di intervento ha fatto notare l'assenza in aula del presidente Soru e ha sottolineato che il relatore Silvio Cherchi illustrando la relazione approvata dalla commissione, non si è attenuto al documento approvato, ma "è andato oltre". Per l'on. Diana è stata scritta una pagina triste : "Se si voleva fare pubblicità alla Sardegna ci siamo riusciti - ha affermato - ma è una pubblicità negativa". L'esponente di Alleanza Nazionale ha ricordato all'aula che il presidente della Regione non risponde mai alle interrogazione e alle interpellanze sulla trasparenza degli atti amministrativi.
Per l'on. Pierangelo Masia (Misto) la commissione d'inchiesta ha distinto due aspetti: una cosa è la commissione di gara, l'altra cosa è l'azione della giunta. Masia ha messo in guardia sui comportamenti strumentali della destra che cavalcando queste situazioni gettano discredito sulle istituzioni. Certo, ha detto l'esponente del gruppo misto, su un appalto di questo genere e, soprattutto, di tale importo, la Regione non si è dimostrata all'altezza della situazione. Come non si è dimostrata all'altezza la commissione di gara. Negativa, infatti, è stata la valutazione dei commissari, negativa la valutazione del presidente della commissione, negativo lo svolgimento della gara con verbali poco chiari, con votazioni più volte ripetute. Per l'on. Masia la giunta deve annullare la gara e deve rimuovere il direttore generale.
Dopo l'on. Masia sono intervenuti i capigruppo.
L'on. Uras (Prc) ha subito chiarito che era contrario a concludere questo dibattito con un voto: la commissione ha operato e ha raccolto il materiale. Ora trasmetta la relazione alla giunta e a tutti gli organi che ne hanno competenza. Il capogruppo di Prc ha sottolineato che dai lavori della commissione d'inchiesta è emerso che a parte un articolato disordine non vi è una virgola sulla responsabilità politica del governo regionale e del presidente. Non vi è nulla: né una pressione, né un appiglio per criticare l'azione della giunta. Quindi la Regione e il suo presidente non sono responsabili per il disordine amministrativo che esiste in questa gara. L'esponente di Prc ha detto di essere convinto che i comportamenti dei componenti della commissione della gara siano stati indirizzati all'interesse generale dell'amministrazione trattandosi di persone capaci che in questi decenni hanno sempre esercitato con rigore le funzioni e i compiti assegnati. L'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris) ha detto che la commissione d'inchiesta ha lavorato bene e che il dibattito che si sta sviluppando in aula è serio. Il capogruppo di Fortza Paris ha affermato di essere preoccupato sia per la rilevanza dell'importo (56 milioni di euro) sia perché la gara sembra sia stata aggiudicata prima della conclusione dell'iter. Perché - ha chiesto - un importo così alto da destinare alla pubblicità istituzionale mentre si tagliano altri settori come la formazione e l'agricoltura? R.R.
Discussione sulla relazione finale della Commissione d'inchiesta sull'affidamento della campagna pubblicitaria istituzionale della Regione.
Dopo l'on. Ladu è intervenuto l'on. Vargiu per i Riformatori che ha elogiato il lavoro della commissione di inchiesta "rivolto sostanzialmente all'accertamento della verità politica. Sono soddisfatto per il metodo con il quale si è arrivati alle conclusioni e ci sembra che queste conclusioni siano un minimo riferimento al quale il Consiglio si può e deve sentire vincolato: la richiesta dell'annullamento della gara e la richiesta circa la permanenza al suo posto del direttore generale della Regione. D'altronde, anche le parole sentite da esponenti del centrosinistra indicano la strada che ho tracciato".
L'oratore ha proseguito affermando: "Se fossimo davanti alla giustizia sportiva e alla responsabilità oggettiva il presidente di questa squadra sarebbe radiato dalla Federazione. E se fossimo nel clima degli anni '90 le conclusioni sarebbero identiche. D'altronde, si diceva che fosse impossibile che Craxi non sapesse cosa facesse il suo braccio destro. Ma il presidente Soru dice alla stampa di avere piena fiducia nel direttore generale: o sbaglia lui o sbaglia la commissione.
Se fossi stato in quella commissione avrei votato per consentire al presidente Soru di dichiarare qualcosa alla commissione. Ma comunque il presidente Soru, che è assente ed è grave, avrebbe potuto dire alla stampa le cose che gli premeva dire alla commissione d'inchiesta. Non le ha dette alla stampa e non le dice in quest'Aula, visto che è assente".
Rivolto alla Giunta e al presidente del Consiglio, l'oratore ha detto: "Un concorso di indizi così convergente e omogeneo sui contatti che ci sono stati con la Saatchi prima che ci fosse il bando, sui rapporti in corso d'appalto, tutto questo è sufficiente a far rabbrividire chiunque. Sono convinto che sia necessario un bilanciamento dei poteri tra il presidente della Regione attraverso il rafforzamento del rispetto della legge, non solo del ruolo del Consiglio regionale. Non esiste una legge superiore alla legge incarnata da chi conosce i diritti dei sardi. Non c'è nessuno legibus solutus nel nome dei sardi".
E' poi intervenuta l'on. Paola Lanzi (capogruppo Sinistra autonomista), che ha ricordato le campagne di stampa e ha detto: "Si è creata un'opinione pubblica che ha reso necessario istituire la commissione d'inchiesta, che ha esaminato atti amministrativi e ha riconosciuto alcune leggerezze di alcuni commissari della gara.
Questo non è un tribunale ed è stato accertato che la politica non è intervenuta ad alterare il lavoro dei commissari della gara. Mi chiedo se i resoconti sulla stampa di domani saranno all'altezza di quanto è accaduto e delle risultanze della commissione d'inchiesta. Non ci può essere spazio per i pregiudizi politici, per la delegittimazione continua del presidente della Regione, per distruggere, colpire e infangare i singoli e le istituzioni. Questo modo di fare politica non porta alcun cambiamento positivo alla Regione né alla politica, non so se porti consensi elettorali ma non lo condividiamo di certo".
Ha preso poi la parola l'on. Ignazio Artizzu, capogruppo di Alleanza nazionale: "I sardi osservano da sette mesi con sconcerto questo scandalo, che nonostante gli interventi blandi di chi mi ha preceduto è da considerarsi uno scandalo senza precedenti che investe la macchina amministrativa della Regione e la politica tutta. Potremmo paragonarlo a un altro scandalo, il caso Scomazzon, quello dei miliardi spariti dalle casse della Regione. Ma questo è più grave di quello, perché investe l'amministrazione e la politica, che non è affatto esente dalle conseguenze politiche e non solo del coinvolgimento.
E' chiaro che qui non si fanno processi e la tradizione forcaiaola da decenni in Italia è dall'altra parte di quest'Aula. Qui si fa un'analisi politica l'esistenza di responsabilità chiare che fanno riferimento direttamente ai vertici della Giunta. Sono responsabilità evidenti, non il frutto di un agitarsi dell'opposizione né di una stampa asservita a chissà quali poteri economici. Ce ne vuole coraggio per affermare queste cose. Questi fatti devono spingere il presidente della Regione a provare imbarazzo e vergogna per questo scandalo che ha disonorato la Sardegna e mi fa piacere dirlo davanti al presidente Soru, che è tornato in Aula.
Presidente, lei ha fatto una pubblicità devastante contro la Sardegna, con le sue tasse che stanno facendo il giro del mondo e che portano altri a riderci alle spalle.
Presidente Soru, lei ha responsabilità politiche gravi e dovrebbe sposare in pieno la richiesta unanime della commissione: annullare la gara d'appalto, eliminando la possibilità che questi concorrenti partecipino in futuro a gare simili. Io ho dubbi che lei lo farà, per la verità: anche se farebbe meglio a dimettersi lei, interrompendo questa stagione politica triste".
L'on. Artizzu ha ricordato le sei conclusioni della commissione d'inchiesta e ha aggiunto: "Vorremmo ascoltare anche il convitato di pietra, il direttore generale Dettori. Che sa di sapere e sarebbe interessante ascoltarlo così come vorremmo ascoltare il presidente Soru e lo avrei voluto ascoltare in audizione di commissione d'inchiesta".
E' poi intervenuto il capogruppo dell'Udc, on. Roberto Capelli: "Spero che la diretta tv abbia dato ampio conto delle ripetute assenze del presidente Soru in questa seduta. E spero anche che si colga il politichese e l'equilibrismo della maggioranza a difesa del presidente Soru: siamo tornati indietro di trent'anni, a difendere l'indifendibile e a giustificare col politichese qualsiasi azione. Sappiamo come la pensa sulla democrazia e sul confronto il presidente Soru ma la colpa è di chi continua a garantire col suo voto e con le parole al presidente Soru il governo e a se stesso di stare a galla e di salvare la casta. Noi non vogliamo appartenere a questa casta e sono questi, collega Pisu, i veri costi della politica. Non si fanno interventi concreti per i giovani e per il lavoro ma si pensa di eliminare cartelli pubblicitari e introdurre tasse sui cani: questa è la vostra politica e siete voi della maggioranza che volete andare avanti così. Continuate a tenervi aggrappati ai privilegi di un ruolo: ma come facciamo a chiedere fiducia ai sardi se in quest'aula negate l'evidenza?".
L'onorevole Capelli ha aggiunto: "Tutti dovete salvare il presidente Soru, dovete salvare una persona e non tutelare gli interessi dei sardi. Dite che il presidente non c'entra e non sapeva ma il presidente Soru avrebbe dovuto fermare il direttore generale della Regione e l'avrebbe dovuto invitare a comportarsi diversamente. Presidente, lei deve garantire trasparenza e la doveva garantire in questa vicenda. Io sono che parlando così sto ricompattando la maggioranza, perché siete una casta e i sardi sono l'ultimo problema di quest'Aula". (c.c.)
Continuano gli interventi dei capigruppo = Si va verso la replica del Presidente Soru
Cagliari, 19 giugno 2007 - Prosegue la seduta sulle risultanze della Commissione d'inchiesta con gli interventi dei capigruppo prima della replica del Presidente della Regione, Renato Soru. E continua il ping pong fra interventi critici e di accusa e interventi in difesa dell'operato della presidenza e della commissione di gara.
Per Giuseppe Atzeri (Misto -Psd'Az) al fondo di tutto vi è un "sistema istituzionale devastante basato sull'elezione diretta del presidente della Regione e sul principio del 'simul stabunt simul cadent'" a causa del quale le decisioni del governatore diventano inconfutabili. Secondo Atzeri meglio sarebbe giunti a questo punto annullare la gara che ha manifestato a suo giudizio gravi incompetenze da parte della commissione di gara e del direttore generale della Regione. Nonostante le affermazioni del presidente Soru, ha proseguito Atzeri, la commissione e il suo direttore hanno manifestato una grande incompetenza. Tutto nasce, ha proseguito Atzeri da un sistema politico che ha attribuito un potere enorme al Presidente. Atzeri ha concluso dichiarando di condividere le conclusioni della commissione consiliare d'inchiesta.
E' stata quindi la volta del capogruppo di Progetto Sardegna, Chicco Porcu. "Sono tra quelli che sostengono -ha affermato- che le conclusioni della commissione sono incoerenti, incomplete e non sufficienti". Secondo Porcu, non interessa in realtà a nessuno sapere se vi siano state realmente incongruenze o no nella gara d'appalto, ma solamente dare per assodato un dolo e quindi porre una questione politica e una questione morale. Fi da subito è montata una denuncia mediatica, mentre ai sardi interessa conoscere realmente se le risorse poste in campo sono congrue rispetto agli obiettivi di diffondere l'immagine della Sardegna e rilanciare lo sviluppo. Sembra che interessi solamente colpire il presidente e coloro che hanno avuto contatti di lavoro con Tiscali. Ma è giusto, si è chiesto, che tutte le imprese anche importanti che generano ricchezza per la Sardegna non possano secondo questo clima partecipare ai bandi? Se vale questo assioma, ha ribadito, chi ha lavorato con Tiscali dovrebbe essere dai bandi pubblici.
Quindi l'intervento di Antonio Biancu (Margherita), che ha sottolineato come il primo elemento da sottolineare riguarda la strumentalizzazione operata dalle opposizioni che hanno tentato di sollevare un polverone politico. Si è discusso se fosse opportuna una commissione d'inchiesta e se fosse legittima. Secondo Biancu la commissione consiliare era non solo legittima ma anche del tutto opportuna. Il lavoro della commissione è stato attento e sereno ed ha evidenziato incongruenze di procedura che era giusto sottolineare. (LP)
Concluso con la replica del presidente Soru il dibattito sul caso Saatchi & Saatchi. Sotto tiro di "trenta pubblici ministeri" e con poco tempo per difendersi. "Sono un uomo onesto e non ho fatto nulla di male". La maggioranza: le accuse sono illazioni. La Spisa: "Interferenze tra politica e affari".
Una barbarie giuridica", difendersi da "trenta pubblici ministeri" che accusano avendo a disposizione solo venti minuti, dopo ore ed ore di accuse. Qualunque tribunale ha "regole di garanzia", non il Consiglio regionale. Il presidente Soru vive questo "giorno triste dell'autonomia" con evidente amarezza e un po' di nervosismo e chiude i 20 minuti di tempo assegnatigli con un accattivante: "Sono una persona onesta e non ho fatto niente di male". Un finale, insomma, da cronaca giudiziaria per una vicenda che alla cronaca giudiziaria affida la parola definitiva; ma in Aula recita la parte politica, interpretando gli esiti della Commissione d'inchiesta sulla gara d'appalto per la pubblicità istituzionale, vinta con qualche dubbio dalla Saatchi & Saatchi. L'opposizione grida allo scandalo e non nasconde la sensazione che i commissari (che hanno esaminato i progetti di promozione dell'immagine dell'Isola) abbiano favorito il colosso, il quale (ma sino al 2003, precisa Soru) aveva rapporti di lavoro con Tiscali. Ma anche dal centrosinistra (Fas, Sdi, Udeur) sono arrivate le bordate e il verdetto della Commissione d'inchiesta (gara da annullare e censura nei confronti del direttore generale della presidenza della Regione, Fulvio Dettori) viene indicato come l'esito necessario del lungo dibattito.
Soru affronta diritto il centrodestra, ricorda alcuni appalti poco chiari e poco trasparenti della passata legislatura (gara da 238 milioni per un contratto decennale della sanità, gara "scandalosa" e annullata; gara da 45 milioni per l'informatizzazione che il centrosinistra ha concluso, con gli stessi servizi, a 9 milioni). L'attuale governo regionale risponde tenendo fuori dagli appalti Tiscali; non solo, ma riduce di 1,4 milioni le somme appaltate.
Con la gara per la pubblicità istituzionale mette un freno alla totale discrezionalità della Regione, abituata, tra l'altro, a spendere utilizzando i media sardi, strumento del tutto inefficace per far conoscere la Sardegna oltremare. Chi godeva, fino a ieri, di una rendita, magari piccola ma sicura, è out. Di qui il montare della protesta e le accuse, alcune pesanti, tutte, dice Soru, senza uno straccio di prova. Mancava a Saatchi la certificazione di garanzia? Non credo - obietta - che una società di rango, consulente di governi, istituzioni e grandi gruppi economici sia sprovvista di quel certificato. Del resto i 55 milioni (triennali; 18 più iva all'anno) non vanno alla Saatchi, che percepirebbe solo la retribuzione per il progetto, il 5 o 6 per cento, un milione all'anno, e voi pensate che per tre o quattro milioni io verrei meno al giuramento di lealtà fatto a tutela della cosa pubblica?". Poi un'altra certificazione, la sua, di persona onesta, che chiude un intervento un po' teso e con qualche interruzione.
In precedenza erano intervenuti gli ultimi due capigruppo, Mattana (in mattinata era intervenuto Marrocu) per i Ds e La Spisa per Forza Italia. Clima politico avvelenato, dice Mattana, che accusa il centrodestra di voler creare a tutti i costi il caso politico: un tentativo strumentale non suffragato dall'andamento (collaborativi) dei lavori della Commissione d'inchiesta. Forse non tutti i dubbi sul corretto andamento della gara sono stati fugati; forse s'è creato un conflitto d'interessi per alcuni commissari; ma tutto - dice Mattana - resta nell'ambito delle "anomalie", parola che dice già tutto. Semplici anomalie.
L'on. La Spisa respinge la tesi di una teoria accusatoria costruita ad arte e parla invece di "teoria assolutoria" che aleggi in alcuni settori del centrosinistra con la volontà di non mettere sotto accusa nessuno (gli elementi ci sarebbero: difetto di certificazione di qualità, pessima e lacunosa stesura dei verbali, possibili "arrotondamenti" dei punteggi) facendo sembrare soltanto sospetti situazioni ormai acclarate. Allarmante "l'interferenza tra politica ed affari" e la pretesa di interpretare, da parte del presidente, una "missione salvifica" a fronte della quale "il principe ha un margine di manovra illimitato". Il centrosinistra riconosce l'illegittimità del risultato della gara ma scarica le responsabilità sulla struttura amministrativa, assolvendo solo Fulvio Dettori, che Soru definisce "persona di indubbia moralità". Una farsa da teatro dell'arte. "Non siamo giustizialisti", afferma La Spisa, ma, aggiunge, "non accettiamo che il potere sia svincolato dalle regole" e, ancora di meno, "che esiste un'area di impunità per personaggi che sono organici alla sinistra" violando le leggi "anche se animati da buoni propositi". Una cappa di potere, raffinato e non ruspante, da combattere. E il centrodestra lo farà.
Concluso il dibattito con la replica di Soru, il presidente del Consiglio, Spissu ha sospeso i lavori per un incontro dai capigruppo. Da decidere come mettere la parola fine alla tormentata vicenda. (adel)
Presentati due ordini del giorno. Via alle dichiarazioni di voto.
Dopo una interruzione per consentire un'interlocuzione sul proseguo dei lavori, il Presidente Spissu alla ripresa ha annunciato la presentazione di due ordini del giorno, uno dell'opposizione ed uno della maggioranza. Il primo ordine del giorno dichiara seccamente l'approvazione della relazione della commissione consiliare di inchiesta; il secondo, della maggioranza, nel dichiarare l'approvazione della stessa relazione, rinvia tuttavia alla Giunta regionale la valutazione degli eventuali atti.
Sui due documenti è cominciata una lunga serie di dichiarazioni di voto.
Il primo a prendere la parola l'on Capelli (Udc) che ha sottolineato come nessuno abbia messo in dubbio l'onestà di chicchessia e tuttavia si pone un problema di "Inadeguatezza" del presidente della Regione. "Nessuna parola sulla regolarità del bando nessuna difesa sul direttore generale che sarà la vittima sacrificale". Ha annunciato il voto a favore dell'odg n 1 a firma dell'opposizione.
Quindi l'on Diana (An) che ha annunciato il voto a favore dell'odg 1. Certo è che il presidente Soru, parlando oggi ai sardi in diretta non ha raggiunto lo scopo. Il Consiglio ha fatto di tutto e di più, tuttavia scrivere nel secondo odg che si invia alla Giunta significa non dare nessun esito al responso della commissione d'inchiesta.
Per Pietro Pittalis (Misto Udeur) è sconcertante che si siano presentati 2 ordini del giorno. "Non ci piacciono le vie tortuose, vorremmo che il lavoro della commissione fossde rispettato nella chiarezza. Per questo non si capisce la presentazione di due odg che nella sostanza dicono la stessa cosa. H preannunciato il sì all'odg n. 1.
Durissima la dichiarazione di voto di Antonello Liori (An) per il quale se questa cosa fosse successa in Sicilia vi sarebbe stato lo scioglimento del Consiglio. Per cose di questa gravità bisognerebbe avere il coraggio di andare a casa. Non si è data risposta alle questioni dei verbali della commissione di gara. Ha annunciato il voto a favore dell'odg n2.
Anche Vargiu (Rif) ha annunciato il voto a favore dell'ordine del giorno dell'opposizione. Il documento della maggioranza a suo giudizio è un arretramento nei confronti della Giunya Quello chje vogliono sapere i sardi è se la gara è stata fatta dentro la legge o contro la legge.
Quindi Mario Floris (Misto Uds), per il quale prevale la linea della sopravvivenza tante volte sperimentata dal presidente Soru, che vince ancora una volta. Una linea che critica i governi regionali del passato per salvare questo. Con l'odg 2 c'è un arretramento e quindi si deve votare il documento 1.
Il dibattito prosegue.
(LP)
Numerose e vivaci dichiarazioni di voto sui due ordine del giorno che concludono il dibattito in Consiglio sul caso Saatchi. Per il centrodestra è stata delegittimata la Commissione d'inchiesta. Per il centrosinistra l'opposizione ha voluto trovare il modo di distinguersi.
Cagliari, 19 giugno 2007 - Proseguono le dichiarazioni di voto sui due ordini del giorno che diversificano le posizioni tra maggioranza e opposizione facendo saltare l'intesa raggiunta sulle posizioni conclusive della Commissione d'inchiesta. Numerosi gli interventi, soprattutto del centrodestra e aspri i toni.
L'on. Moro (An) ha definito quello del centrosinistra "un atto di vassallaggio" al presidente Soru che diventa arbitro di una vicenda ricca di lato oscuri e contraddizioni. L'on. Salis (Fas) ha ritenuto doverosa la puntualizzazione della maggioranza per evitare che il dibattito spinga il "caso" Saatchi sul versante dell'attacco politico. L'on. Farisu (Nuovo Psi) è sconcertato per l'atteggiamento della maggioranza che "brucia" in un battibaleno l'unità della Commissione, auspicio di un confronto più sereno; mentre l'on. Oscar Cherchi parla di "fallimento del Consiglio" e considera l'autodifesa di Soru, intrisa di populismo, una "excusatio non petita". L'on. Ignazio Cuccu (Udc) ribadisce la Saatchi "è stata favorita in maniera inequivocabile" passano sopra le norme vigenti e violando i principi contenuti nel Codice civile ("è la classica foglia di fico per coprire le miserie"); l'on.Sanjust (FI) invoca, tra i componenti la Commissione, un sussulto d'orgoglio; mentre l'on. Ladu (Fortza Paris) è preoccupato della "umiliante mediazione per salvare la Giunta" che ha portato al secondo ordine del giorno e parla di "democrazia in pericolo"; l'on. Dedoni (Riformatori) ritiene a questo punto del tutto inutile il dibattito in aula, essendo Soru il solo arbitro della situazione. Ciò significa che passeranno in cavalleria le "condizioni illegali dell'appalto".
Per l'on. Rassu (FI) si delegittima il buon lavoro della commissione. Sconcerto e delusione da parte dell'on. Uras (Margherita) per la scelta della minoranza, "che ha voluto distinguersi pur non essendocene necessità"; le decisioni della Commissione d'Inchiesta sono rispettate e la garanzia dell'autonomia del Consiglio (sancita dalla presidenza affidata alla minoranza) confermata dall'ordine del giorno firmato dai capigruppo della maggioranza. (adel)
Proseguono le dichiarazioni di voto
Cagliari, 19 giugno 2007 - Proseguono le dichiarazioni di voto. Pileri (FI) ha annunciato il voto favorevole all'odg 1 perchè a suo giudizio il secondo odg è una difesa d'ufficio della Giunta. Anche Artizzu (An) ha annunciato il si all'odg n1, ed ha affermato rivolto alla maggioranza "avete paura di andare a casa e avete fatto l'odg 2". L'astensione sull'ordine del giorno 1 e il sì all'odg 2 da parte di Balia (Misto Fas) perchè di valutazione della Giunta non si parla nella relazione della Commissione consiliare.Caligaris (Misto Sdi) ha auspicato la ricerca dell'unità ed ha proposto che si trovi un'intesa in caso contrario sarà astensione su entrambi. Atzeri (Misto Psd'Az) non ha dubbi e voterà l'odg 1 ed ha parlato di visione antidemocratica deòlle regole da parte del Presidente. Favorevole all'odg 2 e contrario all'1, invece Uras (Rc), per il quale in questa legislatura non esiste una questione morale. Favorevole all'odg 2 Paolo Maninchedda (Misto Fas) in quanto solo questo documento da gambe alla relazione della commissione non il primo documento. Non si è mai vista una maggioranza che ha manifestato tanta disponibilità al confronto, ha detto Marrocu che ha annunciato voto a favore dell'odg 2.Per Pisano la Gara va annullata ed ha annunciato il sì all'odg 2. La Spisa non condividendo che l'odg 1 non dia seguito ad atti amministrativi ha preannunciato il voto a favore. Anche per Scarpa (Misto Psd'az) non c'è alcun motivo per non votare l'odg 1. Dello stesso parere Cappai (Udc) in quanto l'odg 1 è completo. Per Giuseppe Cuccu (Margherita) ci si aspettava una maggiora unità in Consiglio e non tanta strumentalizzazione. Ed ha annunciato il sì all'odg 2. Anche Pirisi (Ds) si è pronunciato a favore dell'odg 2 con toni duri nei confronti della minoranza. E per Licheri (Sa) non si chiama in causa nella relazione della commissione il soggetto poltico ed ha annunciato il sì all'odg 2. Il dibattito prosegue.
(LP)
Concluso il dibattito sul "caso" Saatchi. Approvati entrambi gli ordini del giorno sulle conclusioni della Commissione d'inchiesta
Cagliari, 19 giugno 2007 - Concluse le dichiarazioni di voto con gli interventi dell'on. Alberto Randazzo (Udc), Marracini (Udeur) e Vincenzo Floris (Ds) il Consiglio ha affrontato, non senza una lunga "coda", la votazione dei due ordini del giorno, al termine del lungo dibattito sul "caso" Saatchi. Con l'astensione, definita tecnica, di buona parte della maggioranza, l'ordine del giorno del centrodestra è stato approvato: 30 i voti a favore, 3 i no e ben 44 le astensioni.
Ma sul voto del secondo ordine del giorno (presentato dal centrosinistra) si pone il problema se esso sia in contrasto col precedente (in tal caso il regolamento prevede che non possa essere votato). Per L'on. La Spisa (FI) il contrasto c'è, ma per il presidente Spissu il numero 2 è integrativo. Si riapre la discussionenella quale intervengono l'on. Lombardo (FI); l'on. Capelli (Udc), il quale spiega che il primo odg "dice che cosa deve fare la giunta", mentre il secondo affida al presidente Soru la facoltà di decidere ("ed è come consegnare il sequestrato ai sequestratori dopo la liberazione"), Marracini (Udeur), che, per tagliare la testa al toro, dice che voteranno entrambi i documenti (il secondo rafforzerebbe il dispositivo del primo; ma l'on Cappai, Udc, è di parere diametralmente opposto). Intervengono anche Rassu (FI), Porcu (Ps), Vargiu (Riformatori), Sanjust (FI), Pisu (Prc), Pileri (FI). Si tenta una mediazione votando per parti. Sulla prima il consenso è totale (69 sì e un astenuto), sulla seconda parte affiorano le divergenze (45 sì e 23 no), sulla terza parte i no sono tre, i si' 62.
I lavori riprenderanno domani alle ore 11. (adel)