CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 341 del 19 giugno 2007
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Discussione sulla relazione finale della Commissione d'inchiesta sull'affidamento della campagna pubblicitaria istituzionale della Regione.
Cagliari, 19 giugno 2007 - Con la relazione dell'on. Silvio Cherchi (Ds) si è aperta stamattina in Consiglio regionale, sotto la presidenza dell'on. Spissu, la discussione sulla relazione finale della Commissione d'inchiesta sull'affidamento della campagna pubblicitaria istituzionale della Regione. Per il relatore non risulta nessun ruolo né interferenza da parte del presidente Soru e della giunta nei lavori della commissione della gara. L'unico ruolo dell'esecutivo - ha detto Silvio Cherchi - è stato quello, sin dall'inizio della legislatura, di porre fine ai mille rivoli in cui si disperdevano i fondi della pubblicità. Netta diversità di giudizio, invece, è stata espressa sulla commissione di gara. Ci sono anomalie - ha detto l'on. Cherchi - e tutte le questioni su cui c'erano dei dubbi sono state trattate in modo superficiale e approssimativa. Inoltre, per la commissione d'inchiesta c'è stata una violazione della legge sugli appalti e un palese conflitto di interessi nella nomina di alcuni membri della commissione della gara. La commissione consiliare d'inchiesta ha proposto al Consiglio regionale di censurare gravemente l'operato della Commissione di gara e del suo presidente e di chiedere alla Giunta regionale, in sede di autotutela, di annullare la gara e di effettuare una nuova valutazione sull'opportunità che Fulvio Dettori mantenga la funzione che ricopre all'interno dell'amministrazione regionale. Quindi, per la commissione d'inchiesta nominata dal Consiglio regionale, lo svolgimento della gara non è stato caratterizzato dall'imparzialità, dalla trasparenza e dalla correttezza. Per l'on. Sanjust (F.I.) questa vicenda è il più grosso scandalo della storia autonomistica. Nel suo intervento l'esponente di Forza Italia ha sottolineato la gravità degli intrecci tra la società che ha vinto la gara, le sue collegate e Tiscali. Secondo l'on. Sanjust più che di una gara d'appalto si è trattato di un affidamento diretto ad una società amica per creare un "micidiale sistema di informazione di regime". Dietro tutto questo c'è stata una "regia occulta" che ha tentato di spazzare via ogni regola. Per Sanjust il vero artefice di questa spericolata operazione è il presidente Soru. Se fosse vero- ha affermato - che sono stati truccati i verbali, se fosse vero che la gara è stata pilotata saremmo di fronte a una truffa colossale. Il giudizio della commissione d'inchiesta del Consiglio - ha concluso l'on. Sanjust - è unanime: la gara è stata falsata. Sono convinto, però, che dietro alle responsabilità amministrative ci siano precise responsabilità politiche. Solo con l'ipocrisia si può fingere che non esista una regia occulta. Il presidente Soru si dovrebbe dimettere. (R.R.) SEGUE
Discussione sulla relazione finale della Commissione d'inchiesta sull'affidamento della campagna pubblicitaria istituzionale della Regione.
Dopo l'on. Sanjust è intervenuto l'on. Mario Floris (Uds), secondo il quale "non si poteva fare di meglio e a costo zero per far parlare della Sardegna nel mondo. Certo, non per le sue bellezze e per i suoi paesaggi ma per le trame di questo thriller sulla pubblicità istituzionale. Anche per questo sposo la soluzione dell'annullamento della gara suggerita dalla commissione d'inchiesta e auspico che le risorse così risparmiate siano spese diversamente.
Dico di più: rifare la gara non avrebbe senso. Quanto è accaduto con la pubblicità istituzionale ci dà l'immagine di una Regione impicciona ma la pubblica amministrazione non ha le stesse regole di un'azienda privata.
Presidente Soru, lei è chiamato a rendere conto di cosa è accaduto. Il rispetto delle regole, il sistema dei poteri, il ruolo del Consiglio regionale e del presidente della Giunta: tutto questo è in ballo in questo dibattito pure l'autonomia e il presidenzialismo inteso in senso distorto diventa personalismo da regime peronista.
Questo episodio ci vede far riflettere per portare la politica sarda oltre il vuoto e il sadico spirito distruttivo dell'autonomia. Dobbiamo rimuovere lo spettro di una Regione pasticciona e tornare alla politica regolatrice della civiltà.
Il presidente ha invitato la commissione d'inchiesta a pensare ad altro, l'ha irrisa: ma la commissione non sarebbe stata nemmeno istituita se il presidente avesse dato immediata comunicazione al Consiglio regionale, a tutela dell'amministrazione e dell'Autonomia.
Noi rivendichiamo il primato della funzione politica ma è ancora più grave l'atteggiamento di sfida dei protagonisti di questa vicenda, simile a quello del proprietario di un'azienda privata. Sia chiaro che anche il presidente eletto dal popolo ha dei limiti posti a garanzia del pubblico interesse. Per questo voterò a favore dei risultati della commissione speciale".
Ha preso poi la parola l'on. Pietro Pittalis (Udeur), che ha esordito citando "I promessi sposi" e i protagonisti di un passo del romanzo di Manzoni. "La parzialità in questo Consiglio non potrà prevalere sulla giustizia e anche se non ci faremo trascinare da furori giustizialisti non accetteremo di insabbiare questa triste vicenda che riguarda ingenti risorse pubbliche. Mi chiedo se in quest'Aula siamo animati da uno spirito di ricerca della verità. La commissione d'inchiesta ha lavorato con spirito unitario, giungendo a conclusioni unanimi. E questo deve far riflettere sul rigore profuso da tutti i commissari.
Presidente Soru, io non ho apprezzato alcune sue dichiarazioni: non è forse importante esercitare il potere di controllo su un appalto da 65 milioni di euro?
E' stato anche uno sgarbo non audire il presidente della Regione, che chiedeva di essere sentito. Ecco, mi rivolgo al presidente Soru e gli chiedo di prendere le distanze da questa gara e dalla sua conduzione perché sia fugato ogni sospetto. E deve condividere anche lei le conclusioni della commissione, senza aspettare gli esiti della magistratura".
Il presidente Spissu ha poi dato la parola all'on. Maria Grazia Caligaris (Socialisti), che ha detto: "Il lavoro della Commissione d'inchiesta va apprezzato per diverse ragioni. La più importante, a mio avviso, è la rilevanza data alla funzione ispettiva e di controllo propria dell'organo legislativo. Un ruolo esercitato nell'esclusivo interesse dei cittadini.
I rapporti tra le Assemblee legislative e le giunte, tra gli enti locali intermedi e l'amministrazione regionale, tra i cittadini e la burocrazia sono stati profondamente modificati in questi ultimi anni a danno dei primi e a favore dei secondi. La situazione è stata accentuata dal nuovo sistema elettorale maggioritario e presidenzialista. In generale l'elezione diretta del capo degli Esecutivi affida ai Presidenti di regioni, province e ai Sindaci dei Comuni un potere straordinario, a mio avviso eccessivo. Il ruolo delle assemblee elettive è fortemente messo in discussione come dimostrano le cronache di tutti i giorni. Il nuovo sistema quindi, anziché ridurre gli effetti negativi delle distorsioni denunciate durante la cosiddetta "prima Repubblica", li ha paradossalmente aumentati e a farne le spese - in tutti i sensi - sono comunque sempre i cittadini.
Anche per questo motivo ho firmato con convinzione la richiesta di referendum sulla legge statutaria. Considero, infatti, un atto di democrazia rendere protagonisti i cittadini correttamente informati e coinvolti sulle scelte istituzionali operate dal Consiglio. Sarà inoltre una grande occasione per rilanciare la riscrittura dello Statuto di Autonomia e discutere su una legge elettorale regionale. Due importanti atti che permetteranno di rispondere alla richiesta di riduzione dei costi della politica ponendo un serio argine alla campagna denigratoria e di delegittimazione degli eletti che si affianca, in modo pericoloso per la democrazia, a quella contro i sindacati dei lavoratori e contro i partiti.
Per come si é articolato, anche l'affidamento della campagna pubblicitaria della Regione, si presenta come un esempio dello strapotere di un organo esecutivo e, pur tra forti contraddizioni, della burocrazia. Un modus operandi esercitato peraltro ai danni dei cittadini che invece dovrebbero trarre vantaggi dalla trasparenza, dalla chiarezza e dalla correttezza degli atti amministrativi. Ricordo per inciso che, al contrario delle maggior parte delle Regioni italiane, in Sardegna i cittadini non possono neanche contare sul difensore civico al quale segnalare distorsioni e abusi in quanto da oltre due anni viene chiesto inutilmente che venga eletto.
Si diceva dell'applicazione delle leggi. Il caso della campagna pubblicitaria della Regione purtroppo non è il solo a suscitare perplessità e dubbi. Lo conferma il proliferare dei ricorsi alla magistratura amministrativa e a quella del lavoro da parte di chi ritiene di essere stato ingiustamente danneggiato.
Tornando al merito della relazione ritengo debba essere dato atto alla Commissione di aver tralasciato nella elaborazione conclusiva qualsiasi considerazione politica sulle motivazioni che hanno spinto a dar vita ad un bando di gara, dall'importo rilevante, e senza che sia stata resa nota la valutazione tra costi e benefici.
Dai contenuti della relazione emergono, con chiarezza, a mio avviso, cinque aspetti utili per interventi concreti.
- Il primo riguarda le carenze della normativa sulle gare di appalto. Mi auguro che prima dell'estate il Consiglio possa discutere il disegno di legge, approvato dalla Commissione Lavori Pubblici, che disciplina appalti e bandi di gara per i servizi pubblici. Un complesso di norme che, dopo le vicende segnalate dalla Commissione, vanno rese particolarmente rigide per ridurre gli aspetti discrezionali negli appalti.
- Il secondo aspetto è relativo agli intrecci, non sempre chiari, tra le società delle Associazioni Temporanee di Impresa. Gli accertamenti sulle singole società e sulle loro intese devono escludere anomalie che procurano, anche se indirettamente, un danno all'amministrazione e ai cittadini. Per esempio situazioni mascherate di subappalto.
- Il terzo aspetto chiama in causa i controlli, spesso del tutto inesistenti e inefficaci, che, talvolta, possono creare situazioni al limite della legalità per tolleranza e mancanza di segnalazioni. Il più delle volte non vi sono poi le verifiche sul come, nel dettaglio, si è sviluppata l'attività e sulla rispondenza agli obiettivi che si intendevano raggiungere.
- Il quarto aspetto evidenzia il problema dei rapporti tra burocrazia regionale in genere, singoli funzionari pubblici e i Consiglieri regionali i quali hanno l'obbligo di svolgere le funzioni ispettive e di controllo. Oltre alla tendenza a non dare risposte immediate da parte degli Esecutivi alle interrogazioni dei Consiglieri - in tal senso ritengo sia stato un errore sopprimere il "question time" che al contrario, come avviene in Parlamento, può risultare utile per i cittadini - vi è talvolta quello che nella relazione viene definito un atteggiamento "non collaborativo" dei funzionari. In proposito ritengo non sia adeguato a un Consigliere che, per avere informazioni sull'iter di un atto, debba rivolgersi all'assessore o a un componente dell'ufficio di Gabinetto. Se ciò tuttavia si verifica mi domando quando avrà risposta un cittadino?
- L'ultimo aspetto è il più delicato. Riguarda il ruolo del Direttore generale della Regione. Con l'attuale sistema rischia di scomparire la figura del segretario generale della Regione garante della correttezza dell'operato della Pubblica Amministrazione. Autonomo rispetto al potere politico. E' opportuno quindi che i ruoli apicali della burocrazia regionale mantengano l'autonomia.
In conclusione del mio intervento due brevissime considerazioni: la prima relativa al modus operandi della scuola. Le Commissioni d'esame nelle scuole di ogni ordine e grado, prima di avviare le prove e di assegnare le valutazioni, definiscono in modo inequivoco i giudizi corrispondenti al voto. Prima infatti viene formulata una griglia di valutazione e poi si procede con le eventuali prove. Se qualcuno dei componenti della Commissione di gara avesse fatto parte del mondo della scuola non ci sarebbero stati problemi su questo versante.
Non ci sarebbero stati neanche problemi - e questa è la seconda considerazione - sulla completezza della documentazione perché nessuno si sarebbe vergognato di chiedere, anche a un candidato pur noto e blasonato, di presentare tutti (sottolineo tutti) gli attestati necessari ad essere ammesso all'esame. Mi sembra inoltre che questo specifico aspetto sia in contraddizione con il rigore esercitato nei confronti dei giovani che aspirano ad avere l'assegno del Master & Back. In questo caso infatti se uno chiede di frequentare anche la scuola più accreditata a livello europeo - faccio per dire per l'architettura - non gli viene concesso il master perché non è inserita negli elenchi autorizzati dall'assessorato.
Insomma, occorre che il lavoro svolto dalla commissione non rimanga soltanto un atto parlamentare significativo".
Dopo l'onorevole Caligaris ha preso la parola l'on. Eugenio Murgioni (Fortza Paris), che ha detto: "Questo è un momento di riscatto della politica perché il lavoro fatto dalla commissione d'inchiesta va oltre gli schieramenti politici. Questo clima positivo ha favorito un lungo iter di accertamenti che ha portato alla relazione finale.
E' difficile oggi non riconoscere un'ombra di illegittimità di alcuni atti e non riconoscere la superficialità del direttore generale della Regione nel ruolo di presidente della commissione aggiudicatrice della gara. Ci sono aspetti di questa vicenda che fanno pensare a vere e proprie irregolarità. Tutto questo porta alla conclusione della necessità della sospensione di questa gara e alla necessità di indirne un'altra ma resta la compromissione dell'immagine della nostra istituzione. Un presidente e una Giunta che dicono voler ridurre i costi della politica e che attaccano i partiti come il male della società sono scivolati proprio su questa buccia di banana. Perché soltanto all'ultimo il presidente Soru ha chiesto di essere audito, quando la commissione aveva già svolto il suo lavoro?
Io non invoco dimissioni anche se le attendo: chiedo che la gara sia annullata come chiedono anche i componenti della maggioranza". (c.c.)
Prosegue il dibattito sulle risultanze della Commissione Saatchi & Saatchi. Gli interventi di Mario Bruno (Ps) e Paolo Maninchedda (Misto)
"Ho fatto mettere a verbale il mio dissenso sulle conclusioni dei lavori della Commissione": così Mario Bruno (Ps) nel suo intervento che ha voluto sottolineare con estrema chiarezza come la Commissione non abbia nel suo lavoro riscontrato responsabilità politiche della Giunta, diverso il discorso sul modo in cui tecnicamente si è svolta la gara. Nel suo preciso intervento Bruno ha ricordato di aver sollevato il problema quale componente la commissione di inchiesta la questione dei possibili conflitti di interesse di qualche componente della stessa commissione giudicatrice. Dopo aver sottolineato come una gara da 54 milioni di euro non avrebbe certamente mancato di richiamare l'attenzione, ha affermato che in passato si sono spese risorse anche superiori ed in modo del tutto disorganico. Va dato atto invece alla presidenza della Giunta di aver voluto affrontare il problema della comunicazione in modo organico. "Questa materia è fondamentale per promuovere lo sviluppo del turismo, per l'agroindustria, per l'artigianato: per lo sviluppo di tutti questi settori sono previsti 18 milioni all'anno per promuovere la Sardegna in tutto il mondo, cifra sicuramente inferiore a quanto speso in passato. Sottolineando che la commissione consiliare ha svolto il lavoro in modo rigoroso, si è chiesto: perchè un'indagine su questa materia e non su altre? "Condurre un dibattito strumentalmente - ha quindi proseguito - è un errore", ed ha duramente deplorato che non sia stato audito il presidente della< Regione da parte della commissione: solo in 4 abbiamo appoggiato la richiesta del Presidente, è stato un errore porre in votazione tale richiesta ed è stato uno sgarbo internazionale.
Molto critico sulla vicenda e d'accordo sulle conclusioni della Commissione, l'on. Paolo Maninchedda (Misto): "Difendo la proposta della commissione in nome della legalità e della democrazia".
Bisogna partire dai fatti, ha detto Maninchedda, ed ha fra l'altro ricordato come la richiesta della Saatchi per la comunicazione istituzionale sia venuta prima della gara, come sia stato verbalizzata solo una votazione delle diverse che si sono svolte, ed ha ribadito che alla base di qualsiasi giudizio ci deve essere essenzialmente l'accertamento degli avvenimenti. L'accertamento sui moventi e sulle modalità amministrative spettano ad altri soggetti. Per il Consiglio la domanda di fondo deve invece essere: come sia possibile che la gara sia stata alterata.
Per quanto concerne l'obiettivo di un unico coordinamento delle politiche di comunicazione della Regione, come indicato dalla Giunta, ha proseguito Maninchedda, è un obiettivo perfettamente condivisibile. E' giusto che la Regione definisca solamente l'obiettivo, e che si fermi lì: oltre non deve andare. Ma in Sardegna si sta facendo strada un'opinione: forse è giusto orientare una scelta a favore di un soggetto che sia pure il più capace e preparato a svolgere un certo lavoro o un certo servizio; ma questa, ha detto Maninchedda, è una teoria aberrante; un attacco alla democrazia ed alla legalità. Per questo la commissione ha chiesto l'annullamento della gara: per una questione di trasparenza e legalità. (LP)
Discussione sulla relazione finale della Commissione d'inchiesta sull'affidamento della campagna pubblicitaria istituzionale della Regione.
E' poi intervenuto l'on. Dedoni (Riformatori), presidente della commissione d'inchiesta, che ha detto che il presidente della giunta Soru avrebbe dovuto aprire i lavori per dire la sua verità. Il ragionamento è monco - ha affermato l'on. Dedoni - perchè le dichiarazioni del Presidente della Regione si limiteranno alla replica. L'esponente dei Riformatori ha sottolineato il ruolo del Consiglio regionale che, nonostante, la presenza incombente del Presidente Soru, ha avuto la forza di nominare la commissione d'inchiesta. L'on. Dedoni ha detto che tutti insieme si deve trovare la forza per dire basta ai comportamenti non trasparenti. "Chi governa - ha aggiunto - deve dare garanzia di onestà e di serenità".
Per l'on. Giuseppe Cuccu (La Margherita) il lavoro della commissione d'inchiesta è stato proficuo e il dibattito è stato franco, corretto e aperto. L'esponente della Margherita ha ricordato il lavoro minuzioso fatto dalla commissione che ha esaminato documenti, i verbali della gara e ha sentito in audizione le persone coinvolte. "Il nostro lavoro è stato svolto secondo coscienza - ha aggiunto - al di là di vincoli e di schieramenti. Per questo i risultati conseguiti sono importanti e la proposta fatta dalla commissione alla fine dei suoi lavori è responsabile". Il Consiglio regionale deve individuare tutti gli strumenti correttivi perché la macchina amministrativa sia sempre più trasparente. (R.R.)
Il dibattito sui lavori della Commissione d'inchiesta sulla pubblicità istituzionali. Bipartisan la richiesta di rispettare il parere (unanime) dell'organo consiliare: gara da annullare e censura al direttore generale della Regione.
La Commissione d'inchiesta si è espressa, all'unanimità, perché la gara d'appalto per la pubblicità istituzionale della Regione (assegnata alla Saatchi & Saatchi) sia annullata e il direttore generale della Regione, Fulvio Dettori, che presiedeva i lavori, censurato. Un giudizio, che, anche in considerazione della unanimità raggiunta, va rispettato. Questo il denominatore comune degli interventi nella seconda parte della mattinata, nel corso del dibattito su una vicenda che, senza dubbio, suscita perplessità e non aiuta (altro giudizio largamente condiviso) ad avvicinare l'opinione pubblica al Palazzo.
Inutile (on. Oscar Cherchi, Uds) prevedere una gara-bis; di pubblicità la Regione se ne è fatta abbastanza, anche se non nella direzione sperata. Ciò potrebbe indurre ad un giudizio politico severo con richiesta di dimissioni del presidente Soru, la cui "ombra" incombe sui modi e sui tempi delle procedure. Che si tratti di leggerezza e superficialità di chi è stato chiamato a valutare le offerte, poco importa. Né si può giocare sulla difensiva facendo quadrato attorno al direttore generale; gli episodi della vicenda, la fuga di notizie, lasciano supporre "uno squallido intreccio" tra politica e affari. Faccia il "mea culpa", il presidente Soru, assumendosi le responsabilità, dirette e no, di fronte ai sardi.
Tuttavia non va dimenticato che il Consiglio regionale è chiamato - ha sostenuto il capigruppo Ds, Marrocu - non a investigare sulle responsabilità di qualcuno (compito affidato alla magistratura), ma a valutare il documento finale della Commissione d'inchiesta, dal quale non emerge alcuna interferenza politica, diversamente da quanto è accaduto, in un recente passato, per altre vicende (cita il caso Ranno-Fideuram). Centrosinistra e Ds hanno aderito alla richiesta di una Commissione d'inchiesta per rispondere "al nostro elettorato che chiede chiarezza", sottolineando che, col bando in questione, la pubblicità istituzionale veniva sottratta alla "totale discrezionalità" degli assessori di turno, guidati spesso dall'amicizia di questo o di quello. Oggi, perlomeno, si instaura un rapporto corretto alla ricerca di un'immagine unitaria, i cui risultati si immaginano più redditizi. C'è una logica politica, in tutto questo? Inevitabile che sia così, essendo rappresentata la linea di governo. C'è una bella differenza tra l'invito "a venire in Sardegna con la doppietta, rivolgendosi a chi crede nella caccia, o con la manica fotografica per gli ambientalisti". Il Consiglio non può invadere il recinto della giustizia dei tribunali, ma può indicare alla Giunta, per autotutela, la sospensione dell'appalto, come la Commissione d'inchiesta suggerisce.
Ma non bisogna consentire a chi ha sbagliato di stare al riparo e al presidente Soru di tirarsi fuori, con un giudizio di assoluzione dubitativa. Per l'on. Moro (An) le prove di un coinvolgimento diretto del "governatore" esistono, anche a monte dalla fase cruciale dell'appalto. Ad esempio, prima che la Commissione aggiudicataria del bando si esprimesse ufficialmente il 22 novembre 2006 il sito della Regione rendeva noto il nome del vincitore, affermando che era la stessa Commissione ad essersi espressa. Lo stesso Soru era in grado, in prima assoluta, di valutare la prova degli altri partecipanti entrando perfino nel dettaglio. Come si fa a dire "che non è successo niente" e che tutto sia in ordine? Sembrerà, questa, una risposta convincente per l'opinione pubblica?
Mancata riservatezza e uso distorto del giudizio (negativo) sulle carenze (vistone e numerose) delle procedure amministrative non hanno agevolato le cose. Da questo punto di vista anche la Commissione d'inchiesta deve fare il mia culpa. C'era infatti chi voleva profittare, politicamente, delle circostanze. Lo ha detto l'on. Sabatini (Margherita), ricordando che la cultura del centrosinistra non grida allo scandalo se prima non ha accertato il fatto in questione. "Non si condanna Soru, la Giunta e la coalizione per atti amministrativi"; in passato non si è gridato allo scandalo "per circostanze che ci hanno coperto di vergogna".
Ma il presidente "è nudo", ribadisce dall'opposizione l'on. Contu (FI): le sue "interferenze dirette sui lavori della Commissione d'inchiesta e, in precedenza, sui percorsi della gara, sono accertati". Soru non avrebbe tutelato gli interessi della Regione, ma avrebbe promosso "interessi poco chiari" a favore "dei soliti amici". Oggi, chiamato alle sue responsabilità, preferisce lavarsene le mani. Abbia il buon gusto di chiedere scusa (in attesa del giudizio della magistratura).
C'è chi, in questa vicenda, vede il riscatto del Consiglio e il lento recupero di una dignità faticosamente riconquistata: segnali importanti - afferma l'on. Farigu (Nuovo Psi) rafforzati dalle firme del centrosinistra per il referendum sulla legge statutaria. Una svolta, la definisce, anche nei confronti "di un presidente invasivo e autoritario" al quale chiede un atto di umiltà per inaugurare una stagione di democrazia. Se la politica conosce tempi grami e i partiti del centrosinistra escono sonoramente battuti dalle recenti competizioni elettorali, è in forte crescita, invece, il DDS, il partito dei 'delusi da Soru'".
Polemiche a parte, non bisogna uscire dal seminato dei compiti del Consiglio, né, viceversa - sostiene l'on. Balia (Misto) - limitarsi al richiamo alla morale cristiana del "chi è senza peccato…". Stabilito che le interferenze di Soru (non se ne trova traccia nella Commissione d'inchiesta) nell'assegnazione del bando e nei lavori della Commissione sono una forzatura, preso atto di una serie di emergenze (in particolare sulla mancata certificazione di qualità dei concorrenti, sul collegamento tra società e sulla carenze delle motivazioni con le quali si arrivati al giudizio finale), resta, pietra miliare, la "sentenza" bipartisan della stessa Commissione (gara da annullare e Dg della Giunta da censurare) alla quale l'on. Balia invita il Consiglio ad attenersi.
Di questo parere anche l'on. Pisano (Riformatori), per il quale "le macro irregolarità amministrative evidenziate dall'inchiesta" invitato tuttavia ad escludere una censura politica, affidandosi con fiducia alla magistratura. (adel)
Seduta sospesa per la pausa pomeridiana. Gli interventi di Giuseppe Fadda (Sa), Paolo Antonio Licheri (Sa), Giovanni Pileri (Fi) e Mondino Ibba (Sdi)
Con gli interventi di Fadda (Sa), Licheri (Sa), Pileri (Fi) e Ibba (Sdi) si è conclusa la seduta antimeridiana sulle conclusioni della Commissione d'inchiesta denominata "Saatchi & Saatchi". I lavori riprenderanno alle 16,30 per arrivare a conclusione nella tarda serata.
"La Commissione d'inchiesta del Consiglio doveva verificare la regolarità della gara e non ha evidenziato alcun coinvolgimento della politica" così ha sostenuto Giuseppe Fadda (Sinistra autonomista) nel suo intervento. "Condivido la censura nei confronti della commissione della gara d'appalto, per le anomalie e le superficialità evidenziate, ma si può sicuramente escludere il coinvolgimento politico". Fadda ha ricordato di essere "a favore della perfetta legalità, ma contrario a qualsiasi strumentalizzazione politica delle vicende". Ed ha replicato al relatore Sanjust che aveva chiesto le dimissioni del Presidente della Regione, ricordando che "egli ha condiviso le conclusioni unanimi della Commissione d'inchiesta". "Non bisogna forzare i fatti -ha detto Fadda- nè le conclusioni a meri fini di utilità di parte".
Per Paolo Antonio Licheri (Sa), il giudizio si deve fermare alle conclusioni della Commissione: "Non comprendo le strumentalizzazioni del Centrodestra che utilizza ogni circostanza ed ogni momento a scopo mediatico". Per Licheri è imprescindibile separare nettamente il ruolo di controllo del Consiglio da quello giudiziario; ed occorre sottolineare come l'atteggiamento della Commissione della gara è stato improntato alla superficialità amministrativa. Quanto alle accuse mediatiche lanciate dall'on Pili, Licheri ha sostenuto che "prima di andare in Parlamento collezionava dossier contro. Soru che a distanza di tempo si sono tutte rivelate 'bufale'". Meglio piuttosto lasciar fare alla magistratura ciò che le compete e il Consiglio si dedichi a cose più utili.
"La responsabilità della gestione di questa vicenda non è solamente dei funzionari ma anche della parte politica che non ha vigilato a sufficienza", questa al contrario, l'opinione di Giovanni Pileri (Fi). Per Pileri il dibattito in corso rappresenta "un importante momento di democrazia"; dopo aver ricordato che la Commissione consiliare ha dimostrato un grande spirito unitario ed ha lavorato senza interferenze, ha ricordato che il lavoro è stato serio e si è concluso con la censura delle modalità della gara. Ma è anche necessario, a giudizio di Pileri, giudicare le implicazioni politiche. "Condivido -ha aggiunto- quanto accertato sulle evidenti anomalie della gara e condivido le conclusioni della Commissione consiliare che invitano il Consiglio a censurare la commissione della gara e il Presidente della Regione".
Tre aspetti, ha approfondito da parte sua Raimondo Ibba (Sdi), concludendo la seduta antimeridiana: la necessità di valutare la compatibilità fra obiettivi posti dalla Giunta con la valutazione costi/benefici; la valutazione delle procedure e la correttezza amministrativa della commissione di gara; gli aspetti politici e le ricadute. Denunciando che in aula aleggia un eccesso di aggressività da parte dell'opposizione che tende ad affermare più la logica della strategia demolitiva che il ruolo di critica utile a risolvere i problemi, Ibba ha difeso l'azione della Giunta respingendo gli attacchi dettati prevalentemente da interessi elettoralistici. Bisogna offrire un'immagine della Sardegna come Regione-nazione d'Europa, ha detto Ibba. Le nostre caratteristiche pur "regione fra le regioni" ci assegnano una connotazione di nazione d'Europa. In questa dimensione anche il livello delle risorse stanziate per far valere l'immagine della Sardegna non è esagerata rispetto agli obiettivi che si perseguono. Ha quindi condiviso le conclusioni della Commissione d'inchiesta del Consiglio.
La seduta riprenderà alle ore 16,30
(LP)