CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 323 del 9 maggio 2007

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I sardi emigrati in Italia e non residenti in Sardegna pagheranno il plusvalore sulle abitazioni in costa. Bocciato un emendamento del centrodestra sostenuto anche dall'Udeur. Polemica su una frase dell'on. Gessa: gli emigrati sono "gli zii d'America". Floris: la sinistra disconosce un proprio cavallo di battaglia.

Cagliari, 9 maggio 2007 - Un'altra discussione-fiume sull'emendamento 101 all'articolo 3 che intendeva esentare dal pagamento del plusvalore sulla vendita di immobili in zone costiere gli emigrati sardi in Italia non residenti nell'Isola: emendamento che è stato definito (on. Pisano, Riformatori) una"domanda di riserva" per scongiurare un'ingiustizia; ma anche un rischio d'infrazione Ue (come è avvenuto per la Spagna) e, impropriamente, rientra tra le tasse sul lusso (on. Pittalis, Udeur) "perché col lusso non ha niente a che fare", e rappresenta (on. Ladu, Fortza Paris), invece, "una tassa ideologica" che (on. Capelli, Udc) colpisce i deboli ed esenta "le grandi agenzie e aziende immobiliari", provocando (on. La Sisa, FI) "le vibranti proteste di molti sardi, per la mancanza di qualunque contenuto solidaristico".
C'è molta demagogia (on. Alberto Randazzo, Udc), dal momento "che andiamo nei circoli dei sardi a promettere attenzioni e, invece, neghiamo persino un atto di giustizia"; anzi, gli emigrati diventano "merce di scambio" (on. Pileri, FI) per evitare il pericolo dell'incostituzionalità (on. Vargiu, Riformatori) sino ad usare, nei loro confronti (on. Moro, An), "atteggiamenti persecutori", un vero e proprio accanimento nei confronti di chi "ha già dato". E mentre l'on. Amadu (Udc) rivolge alla maggioranza "l'invito a riflettere", l'on. Rassu (FI) ha detto d'essere stupito per la caparbietà con cui si vogliono colpire case realizzate "con grande sacrificio".
Ma, dai banchi della maggioranza, replica l'on. Ibba (Sdi-Rnp) che ritiene giusto tassare plusvalenze, indice di utile e ritiene impossibile, tecnicamente, esentare gli emigrati residenti in Italia: sarebbe una discriminazione che porterebbe diritto all'illegittimità. "Stucchevole demagogia", ha aggiunto l'on. Pirisi (Ds), ricordando che gli emigrati sono chiamati "a sacrifici non gioiosi" (pagare le tasse non piace a nessuno), mentre l'on. Gessa (Ps) non condivide la retorica che dipinge i sardi all'estero come povera gente; ci sono anche "gli zii d'America"; mentre l'on. Artizzu (An) replica: il 99,5 per cento dei sardi emigrati fa grossi sacrifici ed è una vergogna affermare che son tutti paperoni; il giudizio dell'on. Gessa irrita l'on. Cassano (Riformatori), il quale chiede la votazione elettronica per dimostrare "chi è favore degli emigrati e chi non lo è".
L'on. Davoli (Prc) definisce "atto di solidarietà sociale" questo tipo di prelievo che ridistribuisce la ricchezza nell'Isola, ricchezza concentrata soprattutto nelle coste. Ma l'on. Mario Floris (Uds) definisce "offensive" certe affermazioni sul problema degli emigrati, per generazioni politiche cavallo di battaglia della sinistra, che oggi si vorremo confinati tra i benestanti. Cade un tabù della sinistra per un modo verso il quale l'on. Lai (Udeur) chiede "un segno di riguardo" e l'on. Marrocu (Ds) ripercorre la strada della Finanziaria 2006, quando l'esenzione, allora prevista e sostenuta dal centrosinistra, si era, appunto, scontrata con l'illegittimità della norma. Alle imposte, peraltro,"non siamo in grado di rinunciare" perciò (on. Salis, IdV) è meglio non usare "toni da libro Cuore " e preoccuparsi più di chi emigra oggi che di chi ritorna.
Pur non condividendo le scelte della Giunta, ha detto l'on. Franco Ignazio Cuccu (Udc) perché "la politica dei prezzi è peggio del male che vuole curare", se la Regione ha scelto questa via sia coerente: paghino tutti, residenti e no, il plusvalore, anziché cercare di coprirsi "con la foglia di fico" di un falso solidarismo interno.
"Se rilanciamo il turismo delle zone interme faremo un favore a tutti", sostiene l'on. Pisu (Prc), E l'on. Uggias (Margherita), che l'anno scorso era tra chi aveva proposto l'esenzione, ammonisce: la richiesta non è più sostenibile e, accertata l'impossibilità a portarla avanti, "il legislatore ha il dovere di operare correttamente". Ma l'on. Liori (An) - che chiude la lunghissima serie di interventi - non condivide la "ratio" di fondo, che penalizza i territori costieri dove insistono i beni immobili (che consumano il territorio): il 75 per cento del prelievo va al fondo perequativo delle zone interne.
L'assessore Dadea ribadisce: un provvedimento diverso non passerebbe; i limiti costituzionali costringono a mettere nel conto dei tassati i sardi d'Italia.
Si vota: l'Udeur sostiene l'emendamento e finisce 33 (sì) a 41 (no) con 3 astensioni. L'emendamento è bocciato. (adel)

Prosegue la discussione generale sulla Legge Finanziaria 2007.

Cagliari, 9 maggio 2007 - Dopo la bocciatura dell'emendamento 101 il presidente Spissu ha messo in votazione l'emendamento 921 della giunta regionale. Per dichiarazione di voto è intervenuto l'on. Caligaris (Sdi-RnP) che ha detto che voterà a favore di questo emendamento ma ha chiesto di fare una "fotografia" dei proprietari dei beni immobili e dei beni stessi. Per chi non ha la possibilità di pagare deve essere trovato uno "sgravio". Insomma, l'imposta deve essere intelligente. L'on. Pisano (Riformatori) ha dichiarato di condividere lo spirito di questo emendamento della giunta. Non voterà a favore perché nell'emendamento c'è un limite del 75% da destinare al fondo perequativo. L'on. Ladu (Fortza Paris) ha detto che con questo provvedimento non si risolvono certo i problemi delle zone interne. Questa è pura demagogia. L'on. Ibba (Sdi-Su) voterà a favore di questo emendamento perché è giusto ed opportuno che si cerchi di legare le condizioni delle zone interne a quelle costiere. L'on. Pisu (PRC) ha detto di condividere questo emendamento ma che bisogna lavorare perché nel programma regionale di sviluppo sia affrontata seriamente la questione delle zone interne. L'emendamento 921 è stato messo in votazione (elettronico palese) ed è stato approvato (presenti 43, votanti 42, sì 37, no 5, 1 astenuto). Sull'emendamento 458 (La Spisa e più) è intervenuto, per dichiarazione di voto, l'on. Capelli (Udc) che ha detto che è demagogia dire che devono pagare i ricchi e non devono pagare i poveri quando il più ricco della Sardegna, il presidente Soru, non paga un euro. L'on. Pileri (F.I.) voterà a favore di questo emendamento perché cerca di porre un limite alla discriminazione. Anche l'on. Pisano (Riformatori) voterà a favore. Questo emendamento è una delle poche occasioni che rimangono per fare un po' di giustizia. Per l'esponente dei Riformatori queste tassazioni non hanno nessun senso giuridico. L'on. Pittalis (Udeur) ha ribadito che non era necessario introdurre nuovi balzelli, si poteva introdurre un sistema di gradazione tra coloro che hanno un certo reddito. L'on. Uras (Prc) ha affermato che se non si è in grado di operare un riequilibrio sul reddito non c'è democrazia. L'on. Ladu (Fortza Paris) ha detto di essere d'accordo con l'approvazione di questo emendamento ma che è meglio evitare il catastrofismo. Per Ladu sarebbe opportuno "passare un colpo di spugna" su questo provvedimento. L'emendamento 458 è stato messo in votazione con voto elettronico palese ma è mancato il numero legale. Il presidente Secci ha sospeso i lavori per trenta minuti. Riprenderanno alle 13 e 18. R.R. SEGUE

Manca ancora il numero legale e la seduta è rinviata a questo pomeriggio

Cagliari, 9 maggio 2007 - Alla ripresa dei lavori il presidente di turno, Eliseo Secci, ha posto nuovamente in votazione col sistema dello scrutinio palese elettronico l'emendamento 458, ma anche in questa circostanza è venuto a mancare il numero legale, per cui la seduta è stata conclusa ed i lavori rinviati a questo pomeriggio alle ore 16. (LP)