CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 314 del 26 aprile 2007

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Finanziaria, comincia il dibattito con le relazioni di maggioranza e minoranza, illustrate dai consiglieri Giuseppe Luigi Cucca (Margherita) e Mario Diana (An)

Cagliari, 26 aprile 2007 - I lavori del Consiglio regionale si sono aperti sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu. All'ordine del giorno dell'Assemblea l'elezione dei segretari e la legge finanziaria 2007. Il presidente del Consiglio ha reso noto che la richiesta di eleggere i segretari era stata fatta dai gruppi di Fortza Paris, dei Riformatori sardi e dal gruppo Federalista e Autonomista Sardo che non erano rappresentati nell'Ufficio di presidenza. Dall'elezione sono risultati eletti: l'on. Serra (Fas) con 42 voti; l'on. Murgioni (Fortza Paris) con 15 voti; l'on. Cassano (Riformatori sardi) con 11 voti. Le schede bianche sono state 14.
Dopo l'elezione dei segretari si è proceduto con il secondo punto all'ordine del giorno: la legge finanziaria 2007. Il presidente Spissu ha dato la parola ai relatori di maggioranza e di minoranza.
"La manovra finanziaria 2007-2010 appare ancora una volta caratterizzata da una forte politica di risanamento; quest'anno però, si registra un considerevole impegno della Giunta nell'intraprendere una politica di sviluppo in settori strategici". Lo ha detto il Presidente della Terza commissione (programmazione) Giuseppe Luigi Cucca (Margherita) nella relazione di maggioranza che ha aperto la discussione da parte del Consiglio. È da sottolineare lo sforzo intrapreso dall'esecutivo nella riduzione del deficit che al 2004 ammontava a un passivo netto di 3.159 milioni di euro e che nel 2006, si è ulteriormente ridotto a meno del 3% del totale delle entrate disponibili della Regione. Tale passivo si intende azzerare per l'anno in corso. Come ha ricordato Cucca, "la definizione positiva della compartecipazione della Regione al gettito fiscale nazionale ha liberato nuove ed ulteriori risorse, la cui entità a partire dal 2007 e fino all'entrata a regime del nuovo sistema nel 2010, apporterà un beneficio economico pari a 1.500.000.000 di euro per anno. Ciò ha consentito di iscrivere in bilancio 2007 500.000.000 euro.
Sottolineando l'importanza per la Regione della programmazione della spesa stessa, ripartendola in capitoli, da organizzare per strategie e per obiettivi, Cucca ha detto che tale rappresentazione porta sicuramente due vantaggi. Il primo è costituito dal rigore e dalla trasparenza della gestione della spesa; il secondo dalla fedele riproduzione delle entrate e delle uscite in un documento di bilancio, che consenta una facile lettura agli interlocutori istituzionali, nonché una maggiore aderenza alle esigenze amministrative nelle sue varie articolazioni.
Determinante al riguardo, secondo il presidente della 3 commissione, è la novità rappresentata dal Piano Regionale di Sviluppo, come principio normativo che individua criteri e obiettivi cui deve approntarsi l'azione di governo nell'arco dell'intera legislatura. Nel ciclo di programmazione si inserisce nella sua nuova denominazione anche il Documento Annuale di Programmazione Economica Finanziaria (Dapef), che sarà presentato con la manovra finanziaria 2008.
La manovra è quest'anno particolarmente complessa, coinvolge in maniera significativa molteplici settori ed è ritenuta da molti la manovra di svolta per l'economia isolana. Importanti le novità, nel settore del personale, nel sistema delle autonomie locali, con particolare riferimento all'art. 16 sull'energia rinnovabile, nell'agricoltura, nell'istruzione, nello spettacolo e nello sport, nella formazione professionale, nella sanità, sino alle importanti novità nel campo delle politiche sociali e del lavoro. Merita inoltre una citazione l'art 14 della Finanziaria, che introduce novità di assoluto rilievo nel settore ambientale.
Non può tacersi, ha sottolineato Cucca, dell'atteggiamento di grande responsabilità assunto dall'opposizione che, manifestando massime disponibilità e correttezza, ha evitato di evidenziare e far pesare le contraddizioni emerse nella maggioranza, facilitando anzi la composizione e consentendo un equilibrato svolgimento dei lavori.
Cucca ha poi ricordato la necessità di ripristinare il controllo di legittimità da parte della Ragioneria regionale sugli impegni assunti. Ciò inciderebbe positivamente su più aspetti: limiterebbe la proliferazione dei residui passivi, inciderebbe sull'accelerazione della spesa, inciderebbe positivamente sul risanamento del bilancio. Tale politica inciderebbe positivamente sull'auspicata accelerazione della spesa, liberando risorse in settori economici in sofferenza. Inoltre, la cancellazione dei residui apporterebbe un'ulteriore riduzione del disavanzo di amministrazione fino ad un completo pareggio a fine legislatura.
La possibilità di anticipare entrate di competenza di esercizi futuri, nell'ambito del bilancio pluriennale avrà, ha sottolineato il relatore, il doppio vantaggio di abbattere il disavanzo evitando di ricorrere a un nuovo indebitamento con le contrazioni di mutui. Soffermandosi sulle nuove imposte (case e soggiorno) ha sottolineato che occorre precisare che le imposizioni fiscali suddette prevedevano un'esclusione a carico dei residenti in Sardegna e dei sardi emigrati, mentre l'imposta di soggiorno, nella prima stesura, veniva applicata ai non residenti nel Comune impositore. Pertanto, la Giunta Regionale in sintonia con la Commissione, per superare i rilievi di incostituzionalità e illegittimità delle stesse, ha ritenuto di rimodulare le imposte regionali.
La Commissione ha inoltre ritenuto di estrema importanza la politica di sostegno dell'esecutivo nei confronti degli Enti Locali, ha ricordato Cucca, La creazione di un sistema di finanziamento attraverso un fondo unico di 500 milioni di Euro, una delle novità qualificanti l'intera manovra finanziaria, è stata generalmente accolta, seppure con vari distinguo, con grande favore.
Per quanto attiene il lavoro si è predisposto un articolo, il 32 bis, con il quale si demanda alla Giunta la predisposizione di un programma. Per tale intervento è stata prevista una spesa di 170.000.000 di euro per il 2007, cui si fa fronte attraverso la riprogrammazione di fondi comunitari e nazionali.
Ulteriore elemento positivo è quello della particolare attenzione data alle politiche della casa. Sono state infatti destinate ingenti risorse per incrementare e valorizzare il patrimonio abitativo di proprietà pubblica, nonché per la costruzione e il recupero di alloggi di edilizia popolare. Per quanto riguarda la sanità, per la quale è stato presentato un cospicuo numero di emendamenti, si è operata la scelta, d'intesa con l'opposizione, di ritirare gli emendamenti presentati dalla maggioranza e di respingere quelli presentati dall'opposizione, con l'intento di trovare, prima della discussione in Aula, un momento di sintesi delle differenti argomentazioni riguardanti la disponibilità delle risorse finanziarie relative all'attuazione del Piano regionale dei servizi sanitari di recente approvazione.
Tra le modifiche apportate, ha ricordato ancora il relatore, alla manovra finanziaria dalla Commissione, merita menzione infine la norma relativa allo stanziamento di risorse per la creazione del comparto unico Regione-Enti Locali.
Cucca ha concluso: "Nel riaffermare ed esaltare il ruolo che il Consiglio deve avere nell'iter di approvazione delle leggi, compresa quella di Governo per eccellenza come è la Finanziaria, si vuole semplicemente manifestare la necessità di un dibattito serrato, ma sobrio, scevro da intenti dilatori o defatigatori, contenuto nei toni e, comunque, sempre rispettoso del ruolo che riveste in quest'aula ognuno di noi, giunto qui per scelta e con il mandato di rappresentanza del Popolo sardo". (LP)

La relazione di minoranza

E' stata illustrata all'aula dall'on. Mario Diana (AN) che ha sottolineato il pesantissimo ritardo con cui la legge finanziaria giunge all'esame del Consiglio regionale. Mai la Giunta regionale aveva atteso fino alla fine di febbraio prima di adottare il disegno di legge finanziaria che, a norma di legge, dovrebbe essere licenziato entro il 30 settembre dell'anno precedente l'esercizio finanziario cui la legge è riferita. Si ritiene doveroso ricordare che per tale ragione l'opposizione ha dovuto ricorrere a uno strumento di protesta, quale l'occupazione dell'Aula consiliare, che certo non è in linea con la propria cultura ma che si è rivelato necessario al fine di sensibilizzare l'esecutivo regionale affinché provvedesse in tempi rapidi a sanare una situazione divenuta ormai insostenibile.
Come se ciò non bastasse- ha sottolineato l'on. Diana - ha contribuito a peggiorare le cose l'atteggiamento affatto costruttivo tenuto dalla maggioranza nel corso dell'esame della manovra da parte della Terza Commissione consiliare. I lavori della Commissione sono proceduti a rilento a causa delle frequenti interruzioni, necessarie per consentire alla maggioranza di confrontarsi al proprio interno nel tentativo di superare i numerosi momenti di scontro con la Giunta, determinati da una manovra che anche agli stessi commissari di maggioranza è apparsa frettolosa, superficiale, priva di un disegno organico e carente in tutti gli aspetti necessari ad affrontare il grave ritardo di sviluppo che attanaglia la Sardegna. Anziché scegliere una via unitaria, la maggioranza ha cercato lo scontro, soprattutto al proprio interno, ponendo così le condizioni per un ulteriore allungamento dei tempi di approvazione della manovra, che solo grazie al senso di responsabilità dell'opposizione non si sono ulteriormente allungati.
Si giunge così in Aula alla fine del mese di aprile, ultimo mese di esercizio provvisorio consentito dalla legge. Probabilmente, prima della fine del mese non si riuscirà neppure a portare a termine la discussione generale sul provvedimento, pertanto il blocco della spesa regionale può essere considerato una certezza. Una simile eventualità è stata evidentemente sottovalutata dalla Giunta e dalla maggioranza, che non sembrano aver tenuto nel minimo conto le conseguenze disastrose che essa avrà sul tessuto economico sardo.
L'esame della manovra di bilancio da parte della Terza Commissione è stato caratterizzato principalmente dal mancato rispetto delle modalità indicate dalla L.R. 2 agosto 2006, n. 11, per l'esame dei diversi documenti che compongono la manovra. Secondo la nuova legge regionale di contabilità, che viene applicata per la prima volta in una sessione di bilancio, l'iter della manovra dovrebbe iniziare con l'esame del Programma regionale di sviluppo e dei relativi allegati (comprendenti gli obiettivi da raggiungere nel triennio e le risorse stanziate per la realizzazione di ciascun obiettivo), dai quali dovrebbero discendere la legge finanziaria e quindi il bilancio di previsione. Così, invece, non è stato, nonostante i componenti di opposizione della Commissione abbiano ritenuto di dover richiedere l'intervento del Presidente del Consiglio affinché questi provvedesse a far rispettare il dettato legislativo.
Lungi dall'essere un'osservazione meramente formale, il rilievo sul mancato rispetto della procedura prevista dalla legge regionale di contabilità assume un carattere sostanziale nel momento in cui ci si trova a dover analizzare un disegno di legge finanziaria che non è supportato da un progetto di ampio respiro per lo sviluppo economico della Sardegna. Il disegno di legge predisposto dalla Giunta, infatti, si presenta come una raccolta di interventi disorganici dietro cui non si intravede un disegno complessivo coerente volto a dare indirizzi precisi allo sviluppo dell'economia.
I metodi discutibili utilizzati per raggiungere l'obiettivo di risanare il debito regionale e la concentrazione delle risorse in pochi interventi dall'elevato impatto di immagine ma con scarse probabilità di poter essere portati a termine nel corso della gestione rafforzano l'impressione di trovarsi davanti a una finanziaria pensata per consentire di presentare all'opinione pubblica intenzioni eclatanti (anche e soprattutto per la quantità di risorse destinate) che però resteranno solo sulla carta. Le negative ricadute future, già nel breve periodo, saranno principalmente due: da un lato, sottraendo risorse dalle annualità a venire per ripianare l'indebitamento, la Regione riduce la sua capacità di manovra relativamente alle gestioni future; dall'altro, si andrà a incrementare un monte residui già fin troppo elevato, di fatto trasformando risorse utili e immediatamente disponibili per la spendita in altre disperse in angoli morti di quel labirinto che è il bilancio regionale.
La legge finanziaria per l'anno 2007 continua a caratterizzarsi per la presenza di norme che parrebbero essere in contrasto con i principi costituzionali e con la normativa comunitaria.
Si ricorderà che la legge di autorizzazione all'esercizio provvisorio approvata nello scorso dicembre conteneva anche norme relative alla chiusura dell'esercizio finanziario 2006; in particolare si è provveduto a conservare, in conto residui attivi, l'importo di 1.500.000.000 Euro, iscritto nel bilancio di previsione come quota Irpef pregressa, prevedendone l'accertamento con quote di compartecipazioni tributarie relative alle annualità dalla 2013 alla 2015.
L'opposizione, in tale circostanza, ha denunciato un'ipotesi di contrasto della norma con i principi costituzionali; tale posizione è stata in seguito suffragata dai pareri apparsi sugli organi di stampa a firma di alcuni docenti universitari (Andrea Pubusa, Beniamino Moro), i quali hanno ipotizzato la violazione del principio di veridicità del bilancio.
Come si ricorderà, vi era una reale ipotesi che anche il Governo nazionale potesse impugnare tale disposizione ma, per vicende che non importa ricordare, il Governo non impugnò; va da sé però che nel sito del Ministero degli Affari regionali è apparso un comunicato nel quale sostanzialmente viene detto che "è stato possibile raggiungere un accordo che scongiura il ricorso alla Corte costituzionale" con l'impegno assunto dal presidente Renato Soru a considerare la norma in oggetto "quale operazione finanziaria straordinaria".
Da tale comunicato si evince che l'operazione posta in essere dal Consiglio regionale è palesemente illegittima ma, non si capisce per quale ragione, considerandola come operazione straordinaria si è ritenuto di superare un limite costituzionale che ad onor del vero permane comunque (forse che la Costituzione può essere violata 'una tantum'?).
La legge finanziaria contiene, in effetti, l'impegno promesso dal Presidente della Regione (art. 1, comma 2), ma l'operazione di anticipazione di risorse di compartecipazioni tributarie di esercizi futuri viene ripetuta (art. 1, comma1) e, come se ciò non bastasse, la norma che doveva essere 'straordinaria' viene codificata come definitiva (art.2), giacché in tal senso viene modificata la legge regionale di contabilità, come se si considerasse tale legge di rango pari o superiore alla Costituzione. Ma le illegittimità contenute nella legge finanziaria non si fermano qui; infatti, l'articolato contiene modifiche alla L.R. 11 maggio 2006, n. 4, relativamente all'istituzione di imposte regionali, legge che il Governo ha impugnato di fronte alla Corte costituzionale.
L'impugnativa del Governo si basa su più punti ma l'elemento principe è quello che si fonda sulla giurisprudenza della Corte costituzionale in merito ad altri giudizi nei quali si riconosce l'impossibilità dell'imposizione di tributi propri da parte delle Regioni in mancanza delle norme statali di coordinamento che stabiliscano le linee dell'intero sistema tributario; nella proposta di modifica contenuta nella legge finanziaria permangono quindi quelle illegittimità che il ricorso alla Corte ha evidenziato.
Si introducono inoltre nuovi obblighi di delazione nei confronti degli enti locali, dell'ente gestore della fornitura idrica e dei soggetti gestori dei porti turistici, e, in misura minima, si rende più equa la sola imposta sulle seconde case a uso turistico introducendo elementi di progressività, i quali però sono determinati in funzione della superficie dell'abitazione soggetta all'imposta e non del reddito del contribuente soggetto passivo. Tale modifica non può certo essere ritenuta tale da portare al superamento delle obiezioni mosse nei confronti delle imposte regionali non tanto dall'opposizione consiliare ma soprattutto da ampi settori della società sarda, anche alla luce degli evidenti effetti negativi che esse hanno prodotto sui flussi turistici nel primo anno di applicazione, a fronte di un gettito mai reso pubblico in maniera inequivocabile dalla Giunta regionale ma che dagli scarsi segnali trapelati si intuisce essere irrisorio.
Il giudizio è negativo anche sulla proposta di istituire nel territorio regionale un'imposta di soggiorno (art. 5), tanto più che tale ulteriore vessazione si andrebbe a sommare a quelle introdotte un anno fa e confermate dal presente disegno di legge. L'esecutivo conferma la volontà di mortificare l'industria turistica isolana a tutto vantaggio delle località concorrenti, anziché impegnarsi per sostenerne lo sviluppo. Va accolta positivamente la decisione della Terza Commissione di esentare dall'imposta i cittadini sardi che soggiornano in un Comune diverso da quello di residenza, che avrebbe comportato aspetti paradossali oltre che un'indebita limitazione della libertà di movimento, ma permane la certezza di una ricaduta negativa sui flussi turistici.
Le norme sul personale (artt. 6-8) mostrano due diversi orientamenti, apparentemente contrastanti. Da un lato, allo scopo di razionalizzare la dotazione organica della Regione e di contenere la spesa, si confermano il ricorso all'esodo incentivato e il blocco del turn over, con una conseguente riduzione della dotazione organica dell'Amministrazione. In taluni casi è previsto inoltre il ricorso alla mobilità per il personale in esubero. Tale riduzione non appare supportata da un adeguato studio sul livello di dotazione necessario a garantire il funzionamento dell'apparato burocratico regionale e potrebbe dunque avere ripercussioni negative sul livello dei servizi offerti ai cittadini. Inoltre, in una delle Regioni d'Italia con il più alto tasso di disoccupazione, appare quantomeno un controsenso che l'Amministrazione regionale scelga di ridurre il proprio personale, per giunta in un momento in cui vengono dichiarate disponibilità finanziarie superiori a quelle delle annualità passate.
Per contro, si propone di incrementare la possibilità di ricorrere a personale esterno, autorizzando la Giunta a una spesa superiore del 60 per cento a quella della passata annualità. Dunque, da un lato si riduce la dotazione di personale della Regione e dall'altro si prevede di aumentare il ricorso a professionalità esterne, con il risultato di incrementare i costi di gestione, di generare confusione e incertezza nell'attribuzione delle funzioni al personale e di contribuire al mortificante fenomeno del lavoro precario.
Le nuove disposizioni sul finanziamento al sistema della autonomie locali (art. 10) accorpano in un unico capitolo di bilancio i fondi precedentemente stanziati in conto alle diverse leggi di trasferimento. Si tratta di un'operazione priva di una reale utilità pratica, finalizzata principalmente ad avere una somma più alta cui dare pubblicità al cospetto dell'opinione pubblica, ma che è comunque ottenuta sommando risorse che già venivano trasferite, con un incremento minimo. Inoltre, l'inserimento di tali trasferimenti in un unico fondo indistinto, se da un lato va nella direzione auspicabile di consentire una maggiore autonomia di spesa agli enti locali, dall'altro pone le condizioni affinché un numero crescente di Comuni possa utilizzare le risorse in modo non coerente con la crescita e lo sviluppo.
L'art. 12, comma 1, stanzia la somma di 20.000.000 Euro per la concessione di un contributo straordinario da assegnare ai Comuni che acquistano partecipazioni azionarie nel gestore unico del servizio idrico integrato. Tale contributo ha l'evidente finalità di consentire una ricapitalizzazione della società a copertura degli ingenti debiti di gestione che questa va accumulando. Si tratta di un intervento una tantum che non potrà essere ripetuto negli anni a venire, mentre i debiti di gestione sono destinati a continuare ad accumularsi. La misura è pertanto insufficiente a risolvere il problema; meglio sarebbe individuare interventi strutturali che consentano di ripianare definitivamente il debito e di porre le condizioni affinché esso non si riformi, potenziando nel contempo il servizio, oggi insufficiente, e senza aggravare i costi nei confronti degli utenti, già fin troppo elevati.
L'art. 14, comma 7, stanzia 15.000.000 Euro per le finalità di cui al programma 'Sardegna Fatti Bella' (art. 15 della L.R. 11 maggio 2006, n. 4). La scelta di omettere nel testo il nome del progetto è probabilmente legata agli scarsi risultati ottenuti. Ciononostante, il progetto viene riproposto tale e quale, senza alcuna modifica che consenta un'accelerazione della spesa; proprio i ritardi nel trasferimento delle risorse sono alla base del fallimento fatto registrare nella passata annualità.
L'art. 15 istituisce la Conservatoria delle coste della Sardegna, già funzionante in qualità di servizio della Presidenza della Regione, con la forma dell'agenzia governativa. Una simile disposizione non appare dettata da alcuna motivazione di natura finanziaria e non si ravvisa la ragione per cui debba essere inserita nel presente disegno di legge. La delicatezza della materia trattata e la complessità dei compiti da attribuire all'agenzia, inoltre, suggeriscono una trattazione della proposta come un disegno di legge a sé stante.
L'art. 16 conferma l'orientamento sostanzialmente contrario che l'Amministrazione ha nei confronti dell'energia eolica. Una scelta paradossale, se si considera che Giunta e maggioranza si sono sempre dichiarate paladine del rispetto dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile. L'eolico è, tra le fonti di energia rinnovabile, una di quelle che meglio sia adattano alle caratteristiche ambientali e climatiche della Sardegna, con un impatto ambientale e paesaggistico analogo a quello delle fonti alternative quali il fotovoltaico (che viene invece incentivato all'art. 23, comma 1) e il vantaggio di uno sviluppo tecnologico assai più avanzato, che nel breve e medio termine consentirà una riduzione di tale impatto. Non si vede pertanto una valida ragione per cui si debbano porre tali e tante limitazioni, spesso di natura totalmente arbitraria, nei confronti della produzione di energia eolica in Sardegna.
All'art. 20, comma 13, si segnala quello che ha tutta la parvenza di un errore materiale. Si cita testualmente: "Le somme sussistenti nel conto dei residui della UPB S01.03.002 (cap. SC01.0442), possono essere utilizzate anche in materie diverse dall'agro-alimentare e per le finalità previste dalla legge regionale 13 luglio 1988, n. 22". Tale disposizione, oltre a violare il principio di annualità del bilancio, costituirebbe un pericoloso precedente, poiché consentirebbe la riprogrammazione di qualsivoglia residuo lasciando alla Giunta piena facoltà di decidere le nuove finalità, quindi di fatto delegando all'esecutivo il potere di programmazione, che anche la legge statutaria recentemente approvata ha invece confermato in capo al Consiglio. Ipotizzando, come già accennato, un errore materiale, si ritiene necessario un intervento urgente da parte della Giunta affinché presenti un emendamento finalizzato alla sua correzione.
Il cofinanziamento regionale delle misure Por-Feoga 2000-2006, pari a 63.872.000 Euro (art. 20, comma 15) sarebbe da valutare positivamente se tali misure avessero finora prodotto risultati apprezzabili. Viceversa, i ritardi nella spendita delle risorse, da imputare all'incapacità mostrata dall'Amministrazione regionale nella predisposizione dei bandi e delle procedure di gara, rendono tale cofinanziamento un investimento ad alto rischio poiché tali risorse potrebbero non arrivare mai nel tessuto economico regionale, nonostante la situazione di gravissima crisi attraversata dal comparto agricolo sardo.
L'art. 25 trasforma l'Osservatorio economico regionale da società a responsabilità limitata controllata dalla Regione in agenzia governativa. Alla luce del particolare ruolo dell'Osservatorio, che analizza l'andamento dell'economia regionale e dunque rileva l'efficacia delle politiche della Regione sullo sviluppo economico isolano, si ritiene necessario adottare misure atte a garantirne l'autonomia rispetto all'Amministrazione in carica, in maniera tale da avere certezza dell'obiettività e dell'attendibilità delle rilevazioni.
Il programma di edilizia abitativa di cui all'art. 32, comma 8, è appesantito da uno stanziamento sproporzionato rispetto ai pochi mesi nei quali sarà possibile dare attuazione alle disposizioni della legge finanziaria, tenuto conto che quest'ultima non avrà piena operatività prima del mese di giugno. Appare, pertanto, privo di alcun senso logico stanziare l'incredibile somma di 100.000.000 Euro, destinati in massima parte a incrementare il monte residui. Meglio sarebbe ridurre tale somma, destinandone una parte a interventi in altri settori e suddividendo quella restante tra diversi interventi nel settore abitativo, per esempio incentivando il ricorso all'edilizia sostenibile ed eco-compatibile e il riuso dei materiali di costruzione tradizionali.
In alcuni articoli sono peraltro contenuti degli eccessi di delega in capo alla Giunta, senza che vengano definiti i criteri direttivi che normalmente caratterizzano le attività delegate; è il caso dell'art. 32 bis sul piano per il lavoro per il quale, tra l'altro, potrebbe ravvisarsi l'ipotesi di violazione del principio dell'annualità del bilancio per la rimodulazione di quella parte di risorse sussistenti nel conto dei residui; è pur vero che nel corso degli anni ci si è comportati nel medesimo modo, ma ciò non sana l'irregolarità. E' invece da rigettare totalmente il principio sulla cui base si propone di mettere nelle mani dell'esecutivo la somma di 170.000.000 Euro senza alcuna indicazione sugli obiettivi da raggiungere e gli interventi cui dare priorità. Come già si è accennato, così facendo il Consiglio abdicherebbe il potere di programmazione che gli è riconosciuto dall'ordinamento regionale, cedendolo alla Giunta.
Il dato più macroscopico relativo al bilancio di previsione per il 2007 riguarda il mancato rifinanziamento delle leggi di incentivazione. Ne sono colpiti tutti i settori produttivi e in particolare l'artigianato, il commercio, l'agricoltura e il turismo. La Giunta non ha proposto il rifinanziamento di leggi regionali come le nn. 51/1993, 9/2002 e 15/1994, di vitale importanza per l'economia sarda, e gli esigui fondi per il rifinanziamento stanziati dalla Terza Commissione sono ampiamente insufficienti a soddisfare i bisogni del tessuto produttivo. Con una simile impostazione, la Regione si sottrae alla sua funzione di volano dello sviluppo isolano, abbandonando a se stesse le attività produttive e sostanzialmente ignorando le continue iniziative di protesta poste in essere da tutti i comparti.
La situazione è particolarmente grave per quanto concerne l'agricoltura, la cui stessa sopravvivenza è messa in serio dubbio dalle politiche finora adottare dall'Amministrazione regionale in carica. Il bilancio non si fa carico in maniera adeguata di nessuno dei bisogni degli agricoltori, a dispetto di quanto promesso a questi ultimi dal Presidente della Regione all'indomani dell'imponente manifestazione del 20 marzo scorso, a cominciare dal fondo per il risarcimento dei danni e dei mancati introiti derivanti dalle calamità naturali.
Si reputa inoltre necessario raccomandare alla Giunta di adottare le necessarie misure necessarie a velocizzare la spendita delle risorse stanziate in bilancio, che in ampia misura finiscono per incrementare il monte residui anziché essere immesse nel tessuto produttivo. La semplificazione degli adempimenti burocratici, l'adozione di procedure più rapide che richiedano la predisposizione di un minor numero di documenti, l'aumento, laddove necessario, della dotazione di personale degli assessorati che operano al servizio delle attività produttive sono tra gli interventi che si ritengono necessari per fare sì che le risorse stanziate in bilancio non vadano disperse ma sortiscano i loro effetti a vantaggio dello sviluppo economico della Sardegna.
A dispetto di quanto esplicitamente disposto dalla nuova legge regionale di contabilità, che istituisce per la prima volta tale strumento di programmazione, il Programma regionale di sviluppo non è altro che una rielaborazione del programma elettorale presentato dalla coalizione Sardegna Insieme alle elezioni regionali del 2004. E' un testo fatto di slogan e dichiarazioni di intenti, che non traccia un'analisi approfondita del quadro attuale dell'economia sarda a partire da dati rilevati in maniera scientifica e che non indica precisi obiettivi di sviluppo corredati dalle risorse con cui dovranno essere realizzati.
Secondo la legge regionale di contabilità, tale indicazione avrebbe dovuto essere inclusa nell'allegato al Programma regionale di sviluppo, contenente le schede obiettivo e le risorse da stanziare per ciascuna di esse. Tale allegato, ammesso che esista, non è stato presentato né all'attenzione della Terza Commissione, né all'esame dell'Aula. Non si tratta di una mera violazione di legge ma di un'omissione che vanifica totalmente il Programma, del quale manca la parte più strettamente pratica, quella da cui dovrebbero discendere a cascata la finanziaria prima e il bilancio di previsione poi. Ne consegue che il Programma si riduce a nulla più che un programma elettorale, con pesanti ripercussioni sull'intera manovra di bilancio, che risulta incoerente e incapace di dare una precisa impostazione allo sviluppo economico dell'Isola. L'on. Diana ha evitato, polemicamente, di parlare di sanità, su cui, ha detto si tornerà in maniera più approfondita nel corso del dibattito.
Al termine delle relazioni l'on. La Spisa (F.I.) ha chiesto cinque minuti di sospensione e l'on. Caligaris (SDI-RNP) ha chiesto di rinviare il dibattito a domani mattina per approfondire meglio le relazioni di maggioranza e di minoranza. Il presidente Secci ha sospeso i lavori per qualche minuto. Alla ripresa dei lavori l'on. La Spisa ha chiesto che la discussione generale fosse rinviata a domani mattina. Il presidente Secci ha interrotto la seduta.
I lavori riprenderanno domani mattina alle 10. (R.R)