CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 282 del 30 gennaio 2007
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Polemica sulla sentenza della Corte Costituzionale che dichiara decaduto l'on. Biancareddu. Il centrodestra chiede di sospendere lo spinoso argomento. Spissu: non possiamo ignorare che si tratta di una sentenza esecutiva della Corte costituzionale.
Cagliari, 30 gennaio 2006 - Scoppia il "caso" Biancareddu. All'ordine del giorno dei lavori del Consiglio la sentenza della Corte istituzionale che "boccia" il Consiglio regionale (che aveva sollevato il conflitto di attribuzioni in seguito alla sentenza della Cassazione) e dichiara decaduto il consigliere dell'Udc. Una questione "delicata e difficile" che ha avuto anche una vicenda tormentata in giunta delle elezioni, l'organismo consiliare che valuta e decide sullo "status" dei consiglieri; una prima votazione, sull'applicabilità della sentenza, finita 4 a 4 il 23 gennaio e un secondo parere, il giorno appresso, col quale la maggioranza (in assenza della minoranza, che aveva abbandonato i lavori) decide per dar corso alla sentenza. Ora la minoranza insiste: la sentenza è palesemente ingiusta (si applicherebbero i criteri di una norma abrogata). A dar confronto a questa linea di pensiero, il parere dell'Ufficio legale del Consiglio, che, in particolare, ritiene che il consigliere (che ha conservato, dopo l'elezione, l'incarico di presidente del Consorzio industriale di Tempio, organo finanziato dalla Regione) possa optare per uno dei due incarichi (condizione non prevista dalla sentenza).
L'opposizione è agguerrita: l'argomento non doveva figurare all'ordine del giorno (lo hanno sostenuto gli onorevoli Diana e Artizzu di An e Cappai dell'Udc) perché nessun accordo in tal senso era stato preso a livello di capigruppo. Ma il presidente Spissu ha definito "automatico" l'inserimento, con la priorità che va data a provvedimenti che possono modificare la composizione dell'assemblea. E mentre La Spisa (FI) incalza che sarebbe un pericoloso precedente che una commissione consiliare, insoddisfatta dell'esito di una votazione, la riproponga a distanza di qualche ora (motivo per il quale la minoranza non aveva partecipato alla seconda, ha ricordato l'on. Licandro, FI), il presidente replica che si trattava di una semplice presa d'atto, non essendo prevedibile il voto su una sentenza esecutiva. Accettando supinamente la sentenza (Diana, An) "si fa subire al Consiglio un mortificante arbitrio dello Stato".
"Siamo tutti dispiaciuti per la sentenza", spiega l'on. Marrocu, capogruppo Ds; dispiaciuti anche del fatto che la materia non era normata (lo sarà con la legge statutaria, in discussione da questo pomeriggio), "ma le sentenze vanno applicate e le leggi rispettate"; ma, di fronte a una "prevaricazione" dello Stato sulle prerogative consiliari (on. Milia, Udc), l'assemblea ha il dovere di difendersi sino in fondo, tanto più che in soccorso, oltre il buon senso, arriva il parere dell'Ufficio legale.
L'interessato, on. Biancareddu (Udc), porta un contributo: si vuole applicare una legge abrogata? Ma la si applichi per intero e correttamente. Ci sono 10 giorni dall'accertamento dell'incompatibilità per esprimere l'opzione; in questo caso negata.
D'accordo, replica il presidente: il Consiglio non condivide la sentenza della Cassazione (parere analogo a quello dell'ufficio legale) e per questo ha ricorso; ma gli è stato dato torto. E siamo punto e a capo. Non applicare la sentenza sarebbe davvero pericoloso.
Perlomeno (onorevoli Vargiu, Riformatori, Amadu, Udc, e Liori, An) sia il Consiglio a decidere col voto. La sentenza della Cassazione ha un errore di merito che va segnalato, poco conta (Vargiu) che la Corte Costituzionale si pronunci se il vizio permane. E' una battaglia "politica e di giustizia" (Liori), mentre Amadu chiede una sospensiva. Diamo il tempo - dice - di far maturare una decisione più serena.
Il presidente Spissu sospende per un quarto d'ora i lavori, pur non ritenendo che ci siano "margini di resistenza, neppure in nome della sovranità del Consiglio". (adel)
Caso Biancareddu, il Consiglio ha preso atto delle sentenze della corte di Cassazione e della Corte Costituzionale: decaduto il consigliere dell'UDC
Cagliari, 30 gennaio 2006 - Più lunga del previsto la sospensione della seduta del Consiglio che ha ripreso i lavori dopo circa un'ora. Dopo aver ricordato che sulla materia sono stati assunti pareri di autorevoli costituzionalisti, il presidente ha posto in votazione la presa d'atto delle sentenze della Cassazione e della Corte costituzionale. A nome dell'opposizione il capogruppo di AN, Ignazio Artizzu, ha chiesto la votazione segreta.
L'esito della votazione è stato il seguente: presenti 77, astenuti 1, votano si 44, votano no 32. Andrea Biancareddu è quindi formalmente decaduto dalla carica di consigliere regionale.
I lavori sono stati quindi aggiornati al pomeriggio alle ore 16,30, non senza che il presidente invitasse la Giunta per le elezioni a convocarsi per la proclamazione del consigliere che deve subentrare al decaduto Andrea Biancareddu. (LP)