CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 272 del 16 gennaio 2007

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Rinviati al pomeriggio i lavori. Il gruppo di lavoro impegnato nel trovare un'intesa per la rapida approvazione del Piano sanitario.

Cagliari, 16 gennaio 2007 - Lavori del Consiglio aperti e subito sospesi dopo le rituali formalità. Si riprende nel pomeriggio alle 16. Motivo del rinvio, dare modo al gruppo di lavoro (Commissione sanità allargata) di trovare un'intesa con la minoranza sugli emendamenti, al fine di abbreviare l'iter in aula del Piano sanitario.
In apertura di seduta l'on. Caligaris (Sdi-Rnp) ha espresso solidarietà al sottosegretario della Difesa, Emidio Casula, per il grave atto intimidatorio (bomba disinnescata sotto casa). Si riparlerà anche di questo nel pomeriggio, col Consiglio a ranghi completi. (adel)

Piano sanitario: il Consiglio affronta il "nodo" della rete ospedaliera. Il gruppo di lavoro impegnato molte ore, smussati molti spigoli nell'esame degli emendamenti. Ma i problemi restano soprattutto su Asl 8 e "Brotzu".

Cagliari, 16 gennaio 2007 - Nonostante i passi avanti compiuti dal gruppo di lavoro (Commissione sanità "allargata"), che ha lavorato ininterrottamente la mattina e buona parte del pomeriggio "smussando" (ha detto il presidente Masia) alcuni spigoli, rimangono restano le divergenze sulle aziende maggiori (Asl 8 e "Brotzu") che saranno oggetto di ulteriore confronto. In ogni caso il clima sereno e le previsioni di approvare il Piano regionale in settimana non sono azzardate.
Nel pomeriggio sono ripresi i lavori d'aula sotto la presidenza dell'on. Spissu, quindi del vicepresidente, on. Secci. Si parla di razionalizzazione della rete ospedaliera, uno dei "temi caldi" del piano. C'è, nella bozza, una riduzione dei posti letto (circa 700 in meno), da 7824 a 7102 (1027 dei quali per post acuti e riabilitazione); previsione che, ha detto l'on. Licandro (FI) capovolge la filosofia del Piano, nato per adeguare i numeri alle esigenze dei cittadini e destinato, invece, a adeguare i malati al Piano. Non si tiene conto del territorio, della rete viaria inadeguata e insicura, di peculiarità che non consentono di applicare con prevedibile successo modelli (come l'Hub & spoke) che vanno bene per altri territori. Se gli ospedali piccoli non danno il livello di scurezza di quelli grandi, bisogna tenere conto che distanze anche brevi (qualche decina di km) costringono a viaggi di lunga durata non esenti da rischi. Ma, soprattutto, non si comprendono i criteri di riduzione dei posti letto, perché, anche applicando i parametri nazionali e non calcolando l'aumento del 5 per cento derivante, per la isole, dall'intesa Stato-Regioni, il risultato è inferiore, forse frutto di semplice errore di calcolo.
Episodi di cui s'è occupata la cronaca sui ritardi o i mancati ricoveri, dovrebbero fare riflettere sulla "razionalità" della rete; i malati ricoverati nei corridoi non consentono di effettuare tagli ai posti letto; ma il dato più preoccupante è la cancellazione di strutture per il ricovero e la cura dell'anziano che dimostrano scarsa attenzione all'evoluzione di una società che invecchia. Questo il parere dell'on. Caligaris (Sdi-Rnp), che ha sottolineato anche l'opportunità di dare tempi meno incerti alla "rivoluzione" ospedaliera di Cagliari (chiusura del SS Trinità e del Marino; costruzione di un grande ospedale) col rischio di abbassare il livello della qualità dell'esistente; pericolo da evitare. Sarebbe opportuno pensare che, per le nuove strutture, saranno necessari tempi abbastanza lunghi e che la città è interessata alle nuove localizzazioni per evitare, come è accaduto per il policlinico di Monserrato, che scelte poco ponderate creino ulteriori difficoltà di accesso.
Il Piano piace, "in parte", all'on. Sanciu (FI): dobbiamo puntare - ha detto - ad una sanità moderna, a misura di malato, superando storiche strozzature, come le lunghissime liste di attesa, e evitando le disparità tra le Province, che, al contrario, sarebbero più marcate se si applicassero parametri generali senza tener conto delle esigenze del territorio. Le attenzioni del Pinao alla Gallura sono "lodevoli" e consentono di rilanciare la sanità di un territorio rimasto in coda (il numero dei posti letto è ancora molto al di sotto dello standard nazionale). Il nuovo ospedale di Olbia e il "pass" per il San Raffaele, struttura privata di alta qualità rimediano in parte. Il rischio, tuttavia, "è capitare sotto la cimosa di Soru".
Un lavoro difficile, quello di pianificare un'offerta ospedaliera che soffre dei vent'anni di ritardo di programmazione, durante i quali la sanità è cresciuta a macchia di leopardo. Il modello (hub & spoke) e la filosofia di garantire i servizi evitando i doppioni hanno portato a disegnare una rete risparmiosa, che permette di indirizzare su zone carenti le risorse risparmiate. L'orientamento sul territorio e le forme nuove di assistenza (degenza diurna, osservazioni brevi, assistenza domiciliare integrata) rappresentano una svolta che crea prospettive di sviluppo e instaura un rapporto virtuoso con la sanità privata: il San Raffaele è un esempio di risorsa a disposizione di tutti.
Ma la tabella dei posti letto per specialità non convince l'on. Vargiu (Riformatori): difficile comprendere "per chiunque" i criteri adottati, che hanno portato a risultati difformi rispetto ai parametri "ufficialmente adottati". Si tratta di valutazioni "a sentimento", con numeri "arbitrari", che richiederanno ulteriore confronto. Dubbi e scetticismo anche sulle fonti di finanziamento, senza le quali è poco probabile raggiungere gli obiettivi annunciati.
Un Piano fortemente ideologico lo ha definito l'on. Contu (FI), sostenendo che esso non risponde ai bisogni del territorio e, pertanto, sarà carente nella risposta. Se questa è la prospettiva, sarà indispensabile verificare periodicamente l'attuazione del Piano e, a partire dalla prossima Finanziaria, la disponibilità di finanziarie servizi e opere previste. Discorso che diventa problematico per le nuove strutture previste (a Cagliari, Sassari, Alghero; oltre al completamento di Olbia e San Gavino): perché è "più facile dimettere una struttura che realizzarne una nuova".
Niente ideologia nel Piano, ha replicato, subito dopo l'on. Frau (Ps), ma un lavoro duro basato su alcuni parametri (il tasso di occupazione dei posti letto) che ha regolato sia l'ospedalità pubblica, sia quella privata. La situazione di un passato ormai lontano è stata modificata ("era inevitabile"), ma senza strappi, "senza forzare la mano". Non si chiudono i piccoli ospedali, ma si trasformano, secondo la filosofia di una sanità moderna, incentrata sul territorio. Ma il Piano costituisce una base; ora resta l'impegno per la sua attuazione.
Per l'on. Rassu (FI) il ridimensionamento dei piccoli ospedali e il loro declassamento a ospedali di comunità è una sconfitta del territorio, perché si toglie al cittadino il pieno diritto alla salute. Se gli ospedali di comunità, come recita il piano, sono una sperimentazione, si deve andare più cauti, evitando che ampie zone siano danneggiate. In realtà l'agonia dei piccoli ospedali è cominciata da tempo, con atti "di irresponsabilità", con la riduzione del personale, il mancato aggiornamento delle attrezzature. Bisogna reagire a questa situazione, tenendo conto che l'assistenza domiciliare integrata finirà per costare di più.
Tutti d'accordo sul nuovo ospedale di Alghero (città e territorio lo aspettano da molti anni e bisogna tenere conto che una sanità di alto livello favorisce anche il movimento turistico), ma, in attesa del nuovo è indispensabile che i due vecchi ospedali (il "Marino" e il Civile) siano potenziati e resi competitivi. La Regione - ha detto l'on. Giorico (Misto) deve impegnarsi in questa direzione, evitando che alcune situazioni di forte disagio continuino a esistere. E' il caso del "Marino". Riferimento per l'ortopedia, che lavora a singhiozzo per la mancanza di anestesisti, o il dipartimento di medicina del Civile, compresso tra le emergenze del pronto soccorso a un vero e proprio "deposito" geriatrico, con indice di occupazione a volte oltre il cento per cento. Personale sotto organico costretto a sacrifici quotidiani non è sufficiente. Paradossale la situazione del parco ambulanze, che per fronteggiare emergenze gravi trasportano malati a Sassari e rischiano "di fermarsi per strada". Eppure nella sanità algherese - ha concluso Giorico - sembra trovare più attenzione il futuro del "Marino", una volta dimesso (fa gola a alcuni imprenditori per essere trasformato in albergo sul mare), che non il presente di servizi che sono inadeguati alla domanda di salute. (adel)

Piano regionale dei Servizi sanitari: il dibattito sulla rete ospedaliera regionale. Chiusi i lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle 10 .

Cagliari, 16 gennaio 2007 - Il dibattito sulla rete ospedaliera regionale è proseguito con l'intervento dell'on. Ladu (Fortza Paris) che ha detto che questo capitolo è uno dei più importanti del Piano sanitario regionale. Per l'esponente di Fortza Paris anche questa parte non riuscirà a risolvere i problemi sanitari della Sardegna, infatti, anche dopo l'approvazione di questo piano i pellegrinaggi dei sardi nelle strutture della penisola non diminuiranno. Per Ladu in questo piano le novità sono più teoriche che pratiche. Cosa vuol dire - ha chiesto - che si realizzeranno cinque nuovi ospedali? Quali e con quali fondi? Sono solamente parole. Credo - ha aggiunto l'esponente di Fortza Paris - che bisogna essere cauti. Io non sono contrario a fare nuovi ospedali ma i discorsi che si fanno in questo piano sono solo teoria. Sulla divisione sanità pubblica o privata, l'on. Ladu ha detto che bisogna mettere in grado i privati di essere concorrenziali rispetto alla sanità pubblica. Ladu ha chiesto maggiore chiarezza sulla parte che riguarda i piccoli ospedali. E' poi intervenuto l'on. Dedoni (Riformatori) che ha espresso un ringraziamento al presidente di turno Secci per aver effettuato una rilettura dei fatti accaduti nella scorsa seduta (il presidente Secci aveva tolto la parola all'on. Dedoni sostenendo che il consigliere regionale stava argomentando le sue ragioni non facendo riferimento al contenuto dell'emendamento in esame). Entrando nel merito del paragrafo 3.3, l'on. Dedoni, ha detto che la sanità pubblica è da preferire ma che non si deve demonizzare la sanità privata e non si può mortificare la ricerca sarda. L'on. Liori (AN) ha affermato che nello stendere questo piano i colleghi della maggioranza si sono occupati solo della sanità pubblica dimenticando la sanità privata. Per il consigliere di An sarebbe utile per tutti che alle cliniche private sarde si desse la possibilità di erogare servizi di grande qualità soprattutto nei pronto soccorso e nella rianimazione. Invece si sono sentiti discorsi degni della "preistoria della politica". Sulla distribuzione dei posti letto - ha proseguito - avevamo ragione noi del centrodestra: non si può decidere in tre, punire i nemici e favorire gli amici. Secondo me qualche ospedale privato è stato punito solo perché era di proprietà di qualche persona lontana da questa maggioranza. L'aver riportato in commissione il dibattito su quest'argomento è una sconfitta per la giunta ed una vittoria del centrodestra. Chiuso il dibattito generale gli emendamenti al paragrafo 3.3 sono stati messi in votazione.
L'aula ha bocciato gli emendamenti 442, 389, 388, 390, 399, 391, 392, 393, 394.
Ha approvato, invece, il 419, il 421 (emendato), il 438 (emendato), il 172 (emendato), il testo, il 387 (emendato), il 396 (emendato).
L'on. Vargiu ha ritirato gli emendamenti dal 403 al 418, il 420, dal 422 al 437, 439 e 440
così come richiesto dal relatore Nazareno Pacifico. "Accogliamo - ha detto l'esponente dei Riformatori - la richiesta anche perché la giunta e la maggioranza si sono impegnati a darci, in commissione, tutte le spiegazioni sui posti letto nella sanità sarda".
Sugli emendamenti sono intervenuti, anche più volte, gli on.li Vargiu (Riformatori), Uggias (La Margherita), Contu (F.I.), Rassu (F.I.). Prima di votare l'emendamento 397 l'on. Marrocu (Ds) ha chiesto una breve sospensione per un'interlocuzione con la minoranza. La sospensione, però, si è prolungata per oltre mezzora. Alla ripresa dei lavori il presidente Spissu ha messo in votazione gli emendamenti 395, 397, 398, 499 che sono stati bocciati. Sull'emendamento 400 sono intervenuti l'on. Contu (F.I.) e l'on. Pacifico che ha illustrato un emendamento orale all'emendamento. L'emendamento 400 (emendato) è stato approvato. Bocciati gli emendamenti 401, 402, 498, 405, 408, 409, 410, 412, 413, 415, 416, 518, 98, 99, 448, 449, 443, 444, 445, 447.
L'aula ha approvato il 601, il testo 3.3 bis La rete territoriale degli ospedali e l'emendamento 219.
I lavori sono stati aggiornati a domani mattina alle ore 10. Alle 9,30 è stata convocata la conferenza dei capigruppo.
(Fine R.R.)