CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
------------------------------------
Nota stampa
della seduta n. 258 del 20 dicembre
2006
------------------------------------
Conclusi gli interventi sulla discussione generale del Piano sanitario. Ora la parola ai capigruppo.
Cagliari, 20 dicembre 2006 - Il Consiglio ha ripreso, nel pomeriggio, sotto la presidenza dell'on. Spissu, il dibattito generale sul Piano sanitario regionale.
L'on. Liori (An) ha denunciato "un'aria di regime" che incombe sull'aula, tra anatemi indirizzati al più recente passato (il presunto disastro della sanità ha, invece, paternità sicuramente più remote), accuse di anarchia (politica non indirizzata a obiettivi comuni ma gestita con disinvoltura dell'assessore di turno e gruppi di potere) e persino "larvate minacce" (circa l'incompatibilità dei medici-consiglieri, a manifestare un'ostilità abbastanza evidente). Un clima si rottura, tra maggioranza e opposizione, che al di là del riconoscimento, da parte del relatore Pacifico, del contributo dato in Commissione dall'opposizione, è culminato nell'abbandono della stessa da parte del centrodestra, per evitare, ha detto Liori, di approvare in fretta e furia un argomento scottante (il riordino dei posti letto). Il piano punta a tagliare, non a disegnare una nuova politica di sanità territoriale e di integrazione col sociale; si taglia, per giunta, si parametri "imposti da altri" che non è indispensabile rispettare, essendo ormai la sanità un problema della Regione, in seguito all'accordo tra Soru e il governo, che esclude quest'ultimo dalla partecipazione diretta alla spese.
Il progetto della sanità territoriale è stato ripreso dall'on. Pisano (Riformatori) per il quale esiste, tra sanità e servizi sociali, "una prateria sconfinata", una terra di nessuno che il Piano colma surrettiziamente e a discapito dei Comuni, trasferendo ad essi situazioni che cono vere patologie e che gravano, invece, sul bilancio degli enti locali. Affidandosi ai numeri, Pisano ha sottolineato come negli ultimi vent'anni la sanità abbia compiuto un balzo in avanti e che il deficit di 300 milioni faccia parte di una spesa fisiologica essendo l'organizzazione dei servizi più onerosa in Sardegna, dove la popolazione è disseminata nel vasto territorio, rispetto ad altre Regioni. Un Piano, dunque, che non tiene conto di molte situazioni locali e, perciò, è destinato a diventare una incompiuta.
Scettico sugli effetti anche l'on. Oscar Cherchi (Uds). L'avvertito bisogno di riorganizzare la sanità "non copre le pecche Piano", il cui vero problema è costituito dall'esiguità delle risorse. Fare le nozze con i fichi secchi non è consigliato dalla prudenza; l'assessore Dirindin, del resto, non ha virtù taumaturgiche, ma è semplicemente un ragioniere impegnato, costi quel che costi, a far quadrare i conti. Riferendosi al territorio di Oristano, Cherchi ha lamentato il tagli dei posti letto della sanità privata (Madonna del Rimedio, da 189 a 110) che fa saltare gli accordi stabiliti con la Asl per avviare una serie di attività e servizi complementari. Da respingere le accuse al passato (in gran parte targato centrosinistra): tra la sanità di ieri e quella di oggi "non c'è alcun segno di discontinuità"; si ha l'impressione che il rigore della politica di Soru si sia arenato. Dubbioso, l'on. Cherchi, infine, sul polo oncologico del centro Sardegna, diviso tra Oristano e Nuoro. Non sembra sufficiente, ha detto, rispetto alle numerose diagnosi di tumore maligno (oltre 800 nel 2006) che pretendono particolari risposte assistenziali.
Anche per l'on. Dedoni (Riformatori) molte cose del Piano non quadrano e dimostrano che la giunta non è riuscita a raddrizzare il timone. I costi della sanità sono problematici e le affermazioni di Soru su una parità di bilancio a brevissima scadenza sembrano con scarso fondamento. Lo conferma il fatto che, nella delibera di giunta del 9 dicembre scorso, il riparto delle risorse alla Asl sia avvenuto sulla base del bilancio preventivo e non consuntivo. Come dire che la partita è aperta. Respingendo le affermazioni dell'on. Frau sugli "intrallazzi" compiuti dal centrodestra, Dedoni ha suggerito al collega di rivolgersi dall'altra parte politica parte politica, essendo stata, quella, al timone della sanità per tutto il tempo salvo la passata legislatura. Un riferimento polemico sulla scelte operate nella sanità privata: alla Madonna del Rimedio si taglia; per il San Raffaele, a Olbia, di prevede una forbice dai 150 ai 180 posti letto; la stessa manica larga è usata nella ricerca, dando spazio all'accordo con Polaris, a discapito delle risorse destinate alle università sarde. (adel)
Con gli interventi dei Capigruppo si avvia a conclusione la discussione generale del piano sanitario regionale
Cagliari, 20 dicembre 2006 - Con gli interventi dei presidenti dei gruppi (quelli della maggioranza hanno preannunciato interventi più brevi di quelli regolamentari) e quindi la replica dell'assessore alla Sanità, si avvia a conclusione la discussione generale del Piano sanitario, alla quale seguirà quindi l'esame delle singole parti del documento e dei relativi emendamenti, che sono stati annunciati molto numerosi.
Il primo capogruppo ad intervenire è stato l'On. Silvestro Ladu (Fortza Paris), che senza mezzi termini ha detto che "tutto in questo Piano è un'incognita, in cui si da troppa discrezionalità alla Giunta e non vi è alcuna regola, regole che dovrebbe stabilire il Consiglio". In questi ultimi 20 anni, ha ricordato Ladu, la Sanità ha fatto importanti passi in avanti, "e tuttavia è possibile migliorare il sistema, certo; ma anche peggiorarlo". "E migliorare il sistema significa potenziare l'assistenza anche nei territori decentrati e non solo nelle città, ma soprattutto è fondamentale porre al centro del sistema la persona, l'uomo". Bisogna "superare il sistema ospedalocentrico", ha affermato ancora Ladu, che ha detto "di non credere nel pareggio di bilancio previsto dal piano per il 2007. E' questo il dubbio di fondo e la Giunta ha fatto un errore storico accollandosi per il futuro l'intera spesa sanitaria". "Il Consiglio rischia di essere esautorato -ha quindi concluso- il Piano è una scatola vuota che sarà riempita dalla Giunta e non dal Consiglio".
Di diverso avviso il presidente del Gruppo Federalisti autonomisti sardi, on. Peppino Balia: "Con questo piano anziché una visione spezzettata dell'intero sistema sanitario abbiamo finalmente una visione globale, ancorché non da tutti condivisa". Nel suo breve intervento Balia ha rintuzzato le critiche venute dai banchi dell'opposizione: "Oggi il piano è stato predisposto e questo è un dato di fatto". Dopo aver detto che la presenza di forti interessi nella sanità non deve preoccupare fino a quando questi sono trasparenti, Balia ha sottolineato che non ci può essere scandalo "nella riduzione dei posti letto: si tratta di un adeguamento alla situazione reale". "Ciò non significa che il piano sia perfetto, ha i suoi limiti sicuramente ed è necessario l'impegno di tutti per migliorarlo".
Fortemente critico da parte sua l'on. Ignazio Artizzu (An): "E' un piano da bocciare". E' indispensabile migliorare questo Piano, perchè "ci troviamo davanti a un piano dei sogni che però rischia di condannare i sardi" ad una cattiva sanità. Un piano, a detta di Artizzu, zeppo di proposte e dichiarazioni di principio del tutto generiche, "un piano che ignora la parte principale: i servizi ai cittadini", mentre presta attenzione alla parte economicistica e meramente contabile. Secondo il rappresentante del Gruppo di Alleanza nazionale, il Piano "prevede indirizzi e strategie ben difficili da realizzare, e non tiene conto delle vere esigenze dei pazienti". Quanto agli interessi tante volte richiamati, "Il piano non elimina i potentati, anzi ne crea di nuovi senza scardinare quelli vecchi".
Per il capogruppo di Rifondazione comunista, Paolo Antonio Licheri, invece, ci si trova di fronte "ad un piano concepito per dare risposte concrete ai cittadini". Con esso si ha "un rafforzamento dei servizi e della qualità", e si tratta di "un piano in grado di superare la frammentazione degli interventi". Quanto alle polemiche sui piccoli ospedali, Licheri ha ricordato "che i piccoli ospedali in questi anni hanno svolto un compito importante, ma hanno necessità di una trasformazione e riqualificazione, nell'ambito di una complessiva riorganizzazione delle rete ospedaliera". Licheri ha anche criticato la campagna di disinformazione che esponenti dell'opposizione hanno finora condotto nei piccoli centri, sottolineando anche i casi di malasanità nei piccoli ospedali. Ha quindi concluso sottolineando l'importanza della riforma che si sta per approvare.
Il dibattito continua.
Prosegue la discussione generale sul Piano regionale dei Servizi sanitari.
Cagliari, 20 dicembre 2006 - La discussione generale è proseguita con l'intervento dell'on. Capelli (Udc) che ha chiarito che il piano sanitario manca da ventuno anni. Questi ventuno anni non sono trascorsi invano la sanità sarda ha raggiunto punte di eccellenza anche se c'è stata l'incapacità politica di riuscire a portare in aula un documento che riordinasse la sanità. Nella legislatura passata - ha proseguito l'on. Capelli - l'assessore Oppi aveva predisposto un piano sanitario che, però, per questioni di becera politica non era arrivato in aula. Il giudizio dell'esponente dell'Udc sul piano all'esame dell'assemblea non è certamente positivo, traspaiono interessi personali, è un libro dei sogni dove i 956 obiettivi non potranno essere realizzati in un biennio. Il piano, insomma, è un'enunciazione accademica di quello che si vuole realizzare. L'on. Capelli ha definito l'intervento fatto ieri in Aula dal presidente della Regione Renato Soru "fazioso e scaltro". Un discorso che, tra l'altro, contraddice il Piano: "Il presidente Soru ha annunciato che la sanità sarda sarà in equilibrio nel 2007, perché allora si legge nel Piano che l'equilibrio sarà raggiunto nel 2009?" L'on. Capelli ha poi segnalato numerose contraddizioni anche tra sanità pubblica e sanità privata e ha concluso definendo il piano un "romanzo accademico".
L'on. Porcu (Progetto Sardegna) ha sottolineato che il Piano manca da 18 anni e non da 21. L'esponente di Progetto Sardegna ha risposto punto per punto alle contestazioni fatte dalla minoranza. Ha rassicurato i sardi che la spesa sanitaria è sotto controllo, che non si tratta di un piano di tagli e che la razionalizzazione della rete ospedaliera non corrisponde ad una logica economica ma alla logica di migliorare i servizi. Quindi, l'obiettivo principale del documento sanitario è la salute e non il risanamento di bilancio. Pertanto, non si può affermare che si tratta di un piano che taglia indiscriminatamente. Il piano sanitario taglia i posti letto che sono vuoti. Naturalmente - ha detto Porcu - questo strumento può essere migliorato. Per esempio alcune parti (come il garante regionale per il diritto alla salute) vanno ben definite. Porcu ha suggerito alla minoranza di presentare pochi emendamenti per dare la possibilità alla maggioranza di entrare nel merito e approvare quelli che possono qualificare ulteriormente questo piano.
L'on. Atzeri (Psd'az) ha fatto alcuni paragoni tra questo Piano e il piano paesaggistico regionale che doveva salvaguardare la Sardegna dagli speculatori. Nel PPR - ha detto - si è inaugurata una nuova tecnica legislativa: ricorrere alle citazioni (che non sono emendabili) per esautorare il Consiglio regionale. Il piano sanitario è architettato in modo generico e preclude al legislatore sardo di entrare nel merito delle scelte. La sua inadeguatezza non è certo legata all'incapacità dell'assessore Dirindin, è un piano furbo, fatto per poter servire ad un uomo solo: il governatore che potrà fare quello che vuole della sanità. Ancora una volta con questo piano si esautora il Consiglio regionale. Per Atzeri si tratta di un piano, comunque, degno di rispetto per il grande lavoro che è stato fatto. Ma è un piano bluff perché per perseguire gli obiettivi ci vogliono risorse finanziarie che non ci sono. Per Atzeri approvare un piano del genere vuol dire firmare una cambiale in bianco.
Piano Sanitario: gli ultimi interventi prima della replica dell'assessore
Cagliari, 20 dicembre 2006 - Soddisfazione e giudizio positivo dal capogruppo della Margherita, Antonio Biancu, "Quello di oggi è un passaggio importante, questo strumento rappresenta una risposta alle domande fondamentali dei cittadini: la tutela della salute". Secondo Biancu, che ha contestato e rigettato le critiche delle opposizioni, il Piano contiene elementi importanti, in particolare il principio che pone la sanità al servizio dei cittadini e della persona. "E tuttavia -ha precisato- intende valorizzare le professionalità in una logica di sistema". Negando che si rischia un indebolimento dell'assistenza a livello decentrato, Biancu ha ribadito che "si attua una concreta integrazione nei territori, fra servizi dell'assistenza sociale e servizi sanitari". Per questo il giudizio al documento "è senz'altro positivo". Sorprende poi l'accusa di accelerazione impressa al piano forse: sarebbe stato meglio rallentare? E quanto all'accusa di una delega in bianco all'assessore, ha ricordato il ruolo assegnato all'esecutivo dalla legge 10 di quest'anno. Piano perfetto? Si è quindi chiesto? Certamente no e in alcune parti potrà essere migliorato, ma certamente è uno strumento prezioso.
Positivo il giudizio da parte del rappresentante dei Ds, Silvio Lai. "Siamo dentro un processo di riforma coerente sia a livello di riforma dell'assistenza sociale e sanitaria". Riferendosi alle critiche sul metodo, Lai si è detto sorpreso perchè si sarebbe atteso un confronto maggiore sul merito da parte delle opposizioni. "Mi attendevo maggiore approfondimento sulle cose concrete e un maggiore confronto per un documento di questa portata". Sembra invece una "approccio al piano sul modello karaoke: una ripetizione dei concetti della relazione di minoranza". Non è un pieno destinato a durare altri 20 anni: ogni tre anni dovrà essere rifatto, ha poi affermato, e "dovremo abituarci a pensare a riforme da elaborare in 6 mesi e non in un anno e mezzo". Dopo aver ricordato i doppioni esistenti nel sistema sanitario e gli sprechi ha concluso ricordando che questo è un piano per la salute "non per i primari".
Fortemente critico invece il capogruppo di Forza Italia, Giorgio La Spisa. "Avendo avuto due anni e mezzo a disposizione -ha detto- ci saremmo aspettati molto di più. Ci saremmo aspetytati un documento corposo e dettagliato". Analizzando le varie parti del documento, il rappresentante dell'opposizione ha ricordato che il piano contiene molte buone intenzioni ma poca concretezza. Sicuramente nella prima parte, ricca di buone proposte teoriche. Anche la seconda parte del piano indica una serie di obiettivi, elencate una serie di scelte, ma poi non si capisce con quali risorse tutte queste si possano attuare. Dopo aver fatto riferimento "a scelte radicali e integraliste", La Spoisaha criticato che si indichino obiettivi e traguardi, ma non il modo col quale arrivare". Che la rete ospedaliera debba essere riorganizzata tutti d'accordo, ma questo deve essere fatto tenendo conto della situazione territoriale e delle esigenze dei vari centri. Quanto ai dati economici indicati ier dal presidente La Spisa ha denunciato "un autentico balletto di cifre: quelle fornite dal Presidente Soru si scontrano con quelle contenute nelle tabelle del piano". Chi ha ragione, si è chiesto? "Chi da i numeri? L'assessore o il presidente?".
La seduta prosegue con la replica dell'Assessore Dirindin.La discussione generale sul Piano regionale dei Servizi sanitari: la replica dell'assessore regionale alla sanità.
Cagliari, 20 dicembre 2006 - La replica dell'assessore regionale alla sanità Nerina Dirindin ha concluso la discussione generale sul piano sanitario regionale. L' esponente dell'esecutivo ha risposto punto per punto alle osservazioni fatte dalla minoranza e, in apertura di intervento, ha chiarito che sicuramente il Piano sanitario poteva essere migliore, e lo sarebbe stato, se la Regione Sardegna si fosse dotata a tempo debito di un piano sanitario regionale. Invece, ha aggiunto, abbiamo dovuto iniziare da capo e avviare una prima fase di programmazione. Sulle accuse di genericità del piano, l'assessore ha replicato sostenendo che il piano deve indicare la strada e gli obiettivi e non deve entrare nel merito di singole e piccole questioni. Questo piano ha il merito di dettare regole chiare, scritte a priori e, quindi, applicabili a tutti nello stesso modo. La Dirindin ha ricordato che nel novembre del 2004 c'era stata in Aula una lunga discussione su come impostare il piano e i capitoli del documento riportano le priorità concordate. L'assessore regionale ha negato, come l'accusa la minoranza, di avere un atteggiamento meramente ragionieristico e ha confermato i dati illustrati ieri dal Presidente Soru. . "La situazione dei conti sta migliorando e la Regione è riuscita a sbloccare 93 milioni di euro del 2002, 137 del 2003, 129 del 2004. Ancora non siamo riusciti a recuperare i 72 milioni del 2001 ma ci stiamo lavorando". Questi fondi recuperati hanno permesso alla Sardegna di non aumentare automaticamente le imposte come invece sono state costrette a fare altre cinque regioni. L'assessore, inoltre, ha rassicurato la minoranza: le azioni previste nel piano saranno inserite nella finanziaria e, per la prima volta, ci sarà la possibilità di usare i fondi strutturali per finanziare il piano sanitario. "Siamo consapevoli - ha concluso l'assessore - della gradualità e delle difficoltà con cui il piano sarà attuato. Abbiamo un'unica amarezza non essere riusciti a predisporre insieme al piano per i servizi sanitari anche il piano per le politiche sociali. Mi auguro che anche quest'ultimo sia approvato al più presto dalla commissione competente".
Al termine dell'intervento dell'assessore Dirindin l'on. La Spisa ha chiesto qualche minuto di sospensione per predisporre gli ultimi emendamenti da presentare. I lavori dell'aula sono stati sospesi per poi essere interrotti.
I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle 9,30.