CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 257 del 20 dicembre 2006

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Prosegue la discussione generale sul Piano sanitario. Critiche dal centrodestra: per Murgioni è un piano senz'anima. Ampio sostegno dal centrosinistra. Ibba: un atto di grande livello politico e tecnico.

Cagliari, 20 dicembre 2006 - Prosegue, in aula, sotto la presidenza dell'on. Lombardo, la discussione generale sul Piano sanitario regionale e prosegue la profonda diversità di vedute tra maggioranza e opposizione. Per il centrosinistra si scambia la salute "per una catena di montaggio" dove prevalgono "gli obiettivi produttivi" (on. Murgioni, Fortza Paris); per il centrosinistra (on. Ibba, Sdi Rnp) "è il documento di programmazione politica più importante dell'intera legislatura", che può essere superato solo dalla riscrittura dello Statuto autonomista.
E' stato l'on. Murgioni ad aprire la serie degli interventi, sottolineando il "percorso travagliato e difficile" e "il clima avvelenato" che ha caratterizzato i lavori della Commissione, "l'eccessiva fretta" della maggioranza e l'approvazione "con un blitz". Il giudizio che l'opposizione dà è di un "Piano senz'anima" che dà "risposte clientelari, non strategiche", con "intenti discriminatori" soprattutto verso le zone di periferia, dove il rapporto assistenziale è diradato. Murgioni ha sostenuto l'utilità dei piccoli ospedali, fortemente minacciati (anche se in qualche caso - San Marcellino di Muravera - è stata riconosciuta la valenza strategica) da logiche sanitarie estranee al territorio ("se si dovessero applicare le soluzioni adottate in altre regioni del Nord i piccoli ospedali, scelta azzeccata in passato, sarebbero destinati a chiudere"), convinto che ragionare in termini di bilancio non garantisce qualità di servizi e assistenza sul territorio.
Per l'on. Frau (Ps) il piano suscita reazioni perché intacca posizioni di potere consolidate da un passato che ha registrato, nella sanità, "commistioni politico-clientelari" utili non all'assistenza del malato, ma "a carriere, assunzioni, appalti". Il Piano recupera il significato etico della promozione alla salute, che diventa un fatto culturale; e, insieme, viaggia verso il pareggio di bilancio, "che non è impensabile raggiungere nel 2007, considerato che il 2006 chiude con un disavanzo di 92 milioni". La spesa diventerà "sostenibile", ma occorre invertire rotta; bisogna percorrere la strada dell'appropriatezza delle prestazioni, migliorare l'assistenza nel territorio, gestire con responsabilità un settore cruciale per migliorare la qualità della vita. La polemica col centrodestra dimostra che si preferisce mantenere vecchie e deludenti politiche. Col Piano la sanità sarda compirà un grande balzo in avanti.
E' vero, la ventennale assenza di programmazione non ha giovato, ma la sanità sarda "non è all'anno zero"; al contrario "ha fatto passi da gigante" differenziandosi da altre Regioni meridionali che hanno avuto molto di più dallo Stato. Del resto, se si parla di "riorganizzazione della rete dei servizi", ciò significa che la rete esiste, che non è tutta da buttare. Il nuovo Piano tende un agguato: le omissioni, i silenzi, gli equivoci ai quali l'opposizione fa riferimento sono "figli della voglia di risparmiare", che male si concilia con una sanità efficace ed efficiente. Il vero "filo conduttore" non è la qualità dell'assistenza ma l'equilibrio di bilancio. Lo ha detto l'on. Vittorio Randazzo (Udc), sottolineando che il risparmio "è un vincolo imposto dal bilancio, non un obiettivo. Deludente in alcuni settori (mai visto un taglio così pesante alle prestazioni riabilitative), il Piano sfrutta l'integrazione socio-sanitaria per "declassare" alcune patologie trasferendole al sociale, mentre, in molti casi (dagli anziani soli alle sofferenze mentali) la componente sanitaria è determinante.
Una buona sanità - ha detto l'on. Ibba (Sdi-Rnp) - è un'occasione anche economica; la Sardegna può candidarsi ad essere riferimento del Mediterraneo ed a favorire flussi in entrata. Ciò già avveniva per alcune patologie (trapianto di midollo osseo, diagnosi prenatale delle malformazioni congenite); ma l'eccellenza può riguardare altri aspetti della nuova sanità. Riconosciuti "momenti di difficoltà nella redazione del Piano", Ibba ha criticato il giudizio totalmente negativo formulato dall'opposizione ("non è possibile sbagliare tutto, neppure mettendosi d'impegno") ed ha, invece, enfatizzato la gara contro il tempo (in termine di intervento assistenziale) che il Piano, riorganizzando i servizi, si prefigge di raggiungere, segnando "una svolta fondamentale". Legittime le diverse posizioni, diverse le priorità che ciascuna coalizione può indicare; ma diventa un lusso "che non ci possiamo permettere" il pregiudizio che ci divide. (adel)

Prosegue la discussione generale sul Piano regionale dei Servizi sanitari.

Cagliari, 20 dicembre 2006 - La discussione generale sul Piano regionale è proseguita con l'intervento dell'on. Farigu (misto) che ha detto che il presidente Soru è subalterno al governo Prodi. Anche in materia sanitaria, infatti, nonostante i trionfali annunci, la rinuncia ai nostri diritti nei confronti dello Stato ha significato infliggere un grave colpo alla nostra specialità. Per l'on. Farigu il documento all'esame del Consiglio non può essere definito un Piano. E' solo un insieme di dichiarazioni di principio che non sono neanche supportate dalle risorse finanziarie. E', quindi, un libro di "frasi fatte" che disegnano una sanità il cui vizio fondamentale è quello di obbedire a interessi che non sono nostri. Così come non sono sardi l'assessore, i direttori di molte Asl, i dirigenti della sanità e come non sarà sardo l'amministratore delegato della nuova entità che dovrà informatizzare la rete sarda. Per Farigu sono atti di sottomissione culturale gravissimi e siamo di fronte ad un sistematico vassallaggio. L'on. Cappai (Udc) ha sottolineato il grande ritardo con cui il piano arriva all'esame dell'aula. E' un piano non concertato, approvato durante un blitz notturno, non condiviso dallo stesso mondo sanitario. L'assessore Dirindin - ha detto l'on. Cappai - accusa il centrodestra di aver operato male nel settore sanitario. Vorrei ricordare che la sanità sarda è stata governata per 17 anni dal centrosinistra e per 5 anni dal centrodestra. Come si può pensare - ha chiesto - di sopprimere ospedali come il Santissima Trinità di Cagliari con tutti i soldi che il centrosinistra ha investito su quella struttura? E dove dovrebbe sorgere il nuovo grande centro ospedaliero previsto nel piano? Per l'esponente dell'Udc è inutile far sorgere altre strutture (per ultimarle ci vorrebbero venti anni) quando ne esistono altre già esistenti. Cappai ha chiesto chiarezza sui numeri dei posti letto tagliati e ha ribadito che la politica sanitaria in questi due anni e mezzo di legislatura è stata un fallimento sia tecnico che politico. Infatti, la sanità è diventata terra di scorribande e di conquiste, scenario per avventurieri. L'on. Marracini (Udeur) ha detto che il piano sanitario è una tappa importante di questa legislatura. Un piano, però, che deve essere ancora migliorato in aula perché è un documento più di filosofia che di medicina. Per Marracini questo piano, se esistesse ancora la distinzione tra cose di destra e cose di sinistra, potrebbe essere classificato come un atto di destra perché è fortemente aziendalista e perché si fonda sulla logica del rapporto costo - beneficio. Ironicamente, l'esponente dell'Udeur ha detto che prima si approva il piano meglio è per il centrodestra, perché questo documento non è condiviso da nessuno né medici né malati. Quindi, è necessario approfondire per migliorare. Per esempio la parte che riguarda le piccole isole della Sardegna. La Maddalena - ha chiesto - fa ancora parte della Sardegna? E Carloforte, l'isola di san Pietro? Chiarendo che le sue erano critiche costruttive che servono a migliorare questo piano, l'on. Marracini ha criticato anche le scelte fatte su Cagliari (dove si lascia la sanità in mano ad alcuni privati). Dunque, il piano deve essere migliorato per fare in modo che il Consiglio approvi un testo che risponda effettivamente alle esigenze dei sardi.
L'on. Cassano (I Riformatori) ha detto di condividere pienamente l'intervento dell'on. Marracini e ha sottolineato che in questa materia non ci deve essere fretta. Il piano, così come è stato licenziato dalla commissione competente non è in grado di migliorare la sanità sarda. Infatti, delle 160 pagine di cui è composto il documento ben 130 contengono obiettivi generici. Il documento, inoltre, è incompleto, non ci sono riferimenti per gli emigrati, per i turisti e la psichiatria, come malattia, viene cancellata. Inoltre, mentre in Gallura aumentano i posti letto, a Sassari vengono ridotti. Da questo piano non emerge nessun vantaggio per i cittadini e per i medici che anzi non si sa che fine faranno mentre si pensa già alla nomina dei direttori generali. L'on. Lanzi (PRC) ha dato un parere positivo sul piano, parere che è condiviso anche dai medici e dai malati. La sanità sarda è sempre stata lasciata all'anarchia, il Consiglio fissa finalmente le regole. L'on. Lanzi ha illustrato il piano il cui filo conduttore è l'articolazione dei servizi all'interno dei distretti. Particolare attenzione nel suo intervento è stata riservata al dipartimento per la salute mentale e a quello per la prevenzione che finora non erano mai stati creati. L'esponente di Rifondazione ha chiesto l'impegno di tutti perché ogni forma di precariato in sanità venga superata. "Non è il momento di pensare alle responsabilità e a chi attribuire le colpe per gli errori del passato - ha concluso - vedremo invece chi si prenderà la responsabilità di votare contro questo piano indispensabile per il futuro di un settore così delicato". (SEGUE)

Continuano gli interventi sul Piano sanitario. Conclusa la seduta antimeridiana, i lavori rinviati a questo pomeriggio

Cagliari, 20 dicembre 2006 - Quattro interventi dell'opposizione hanno concluso la seduta di questa mattina sul piano sanitario. Tutti e quattro interventi fortemente critici sia sull'impostazione generale del provvedimento e sia sulle scelte specifiche e gli interventi settoriali.
Ha cominciato l'on. Nicolò Rassu FI, "contrario non per partito preso ma nella sostanza, perchè uno strumento così importante ed atteso necessitava maggiore approfondimento e confronto in commissione". Difficilmente la sanità sarda ha proseguito "può essere compresa a pieno da chi non conosce a fondo la realtà isolana in quanto viene da fuori". Si può essere d'accordo sugli obiettivi di fondo, "ma per tutto il resto (dal metodo alle singole proposte) il disaccordo è totale". Questo piano, per Rassu, "contiene gravi crepe e lacune"; "quando si intende smantellare la rete ospedaliera in nome della razionalizzazione accentratrice non si può certo essere d'accordo"; "anche perchè la realtà sarda è completamente diversa da quella delle altre regioni". Grave infine "rinunciare agli interventi finanziari da parte dello Stato".
Nessuno sconto neppure da parte di Onorio Petrini (Fi), per il quale "questo piano che all'inizio della discussione in commissione appariva come un mero libro dei sogni, nonostante le correzioni apportate, continua ad essere una chimera". "Perchè tanta fretta per approvarlo -si è chiesto Petrini- cosa avrebbero cambiato una attesa di 20 giorni per un maggiore approfondimento?". Petrini ha quindi posto l'accento a lungo sull'assistenza per le malattie mentali nell'infanzia: "oggi noi rischiamo di creare disabili mentali invece di curare i bambini a causa della lentezza dell'assistenza". Perchè tanto disinteresse per certi problemi? Perchè non cercare di affrontare il problema della disabilità mentale dell'infanzia che incide per il 10 per cento in più rispetto alle altre regioni? Ha quindi denunciato la mancata soluzione dei problemi logistici nelle zone interne ed ha sottolineato l'esigenza di assicurare il decentramento dell'assistenza sanitaria.
Sulla stessa linea d'onda l'on. Alberto Randazzo (Udc). "Ci siamo dimenticati delle piccole isole, mancano le strutture di emergenza e di intervento d'urgenza, laddove lo Stato assicura adeguata attenzione". "Non intendiamo fare solo discorsi di carattere generale -ha quindi proseguito- ma affrontare problemi concreti; ma su questo piano si sarebbe dovuto ragionare con più calma in commissione". Randazzo si è quindi soffermato a lungo su vari aspetti del Piano, con particolare attenzione al problema delle attese ai pronto soccorso, a quello delle liste di attesa, concludendo con un giudizio di grave inadeguatezza del piano: "deve dare risposte concrete a tutte le esigenze della popolazione". Il piano deve chiudere in pareggio dal punto di vista finanziario? D'accordo, ha detto, ma non a discapito dei servizi ai cittadini.
Ed a proposito degli aspetti finanziari, l'on. Mario Diana (An) si è detto completamente in disaccordo sulla filosofia del piano: "Non concordo con chi dice che una buona sanità deve saper risparmiare; una buona sanità deve spendere per i servizi e deve spendere bene". Estremamente dissacrante il suo giudizio complessivo: "Il piano sanitario sembra essere la fiera delle banalità". In due anni e mezzo, ha quindi proseguito il rappresentante di An, "non sembra cambiato molto rispetto alla precedente legislatura in termini di assistenza; se erano incapaci in passato lo siete oggi anche voi". Contestando quindi il taglio di 100 posti letto nella provincia di Oristano, ha sottolineato che "potrà anche risultare necessario, ma occorreva un adeguato approfondimento del problema". Ultime critiche per la ricerca ("una sperimentazione farmacologica sui sardi?") e per la formazione: "non è stata prevista neppure una agenzia di formazione continua".
Conclusa la seduta, i lavori riprenderanno alle ore 16,30.