CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 244 del 20 ottobre 2006

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Cagliari, 20 ottobre 2006 - Lunga discussione procedurale, intervallata anche da due interruzioni quella che ha caratterizzato la prima parte della seduta del Consiglio. Iniziatasi con una serie di manifestazioni di solidarietà dei gruppi di opposizione ai Presidenti del Consiglio regionale e della Regione per gli avvenimenti della giornata di ieri nel corso della manifestazione dei lavoratori della formazione professionale, i lavori si sono protratti per gran parte della mattinata sia in Aula sia in sede di Conferenza dei presidenti dei gruppi con una serie di eccezioni e di interventi sull'ordine dei lavori. La seduta che doveva essere dedicata inizialmente alla prosecuzione della mozione sui Porti franchi (n° 85 Ladu e più) è stata fin dalle prime battute caratterizzata da una discussione (rivelatasi molto lunga) sulla opportunità di svolgere i lavori consiliari in considerazione dell'importante manifestazione in corso di svolgimento ad Arborea, ove il Presidente della Regione Soru aveva convocato i sindaci della Sardegna, e dove era stata invitata anche la Prima commissione consiliare (Autonomia).
Il primo a lamentare che i lavori del consiglio si dovessero svolgere nonostante fosse in corso la manifestazione di Arborea alla quale molti consiglieri avrebbero voluto partecipare è stato l'on Andrea Biancareddu, neo capogruppo dell'UDC, che ha chiesto formalmente alla presidenza del Consiglio che i lavori fossero rinviati alla prossima settimana per consentire a chi avesse voluto di partecipare all'incontro con i sindaci. Analoga richiesta è giunta quindi dallo stesso presentatore la mozione, l'on Silvestro Ladu (Fortza Paris) e poi dai rappresentanti delle forze di minoranza Fedele Sanciu (FI), Mario Diana (An), Pier Paolo Vargiu e Sergio Pisano(Riformatori).
Il presidente del Consiglio replicando a ciascuno dei consiglieri ha a più riprese ricordato che altre volte il consiglio ha proseguito la propria attività nonostante manifestazioni anche importanti fossero in atto contemporaneamente, e pur comprendendo le ragioni delle richieste, ma tenendo conto sia della programmazione dei lavori consiliari e sia dell'esigenza di procedere al completamento degli argomenti all'ordine del giorno, riteneva necessario andare avanti nella discussione della mozione. Dopo varie interruzioni e una lunga discussione procedurale, è stata quindi convocata la conferenza dei capigruppo, non senza che intervenisse l'on Ladu il quale ha preannunciato il ritiro della mozione, ritenendo non ci fossero le condizioni necessarie di attenzione da parte dell'aula per affrontare un dibattito su un argomento di così grande significato politico.
I lavori del Consiglio sono stati pertanto sospesi ed è stata convocata la conferenza dei presidenti dei gruppi. (LP)

L'on. Ladu (Fortza Paris) decide di ritirare la mozione sui porti franchi. All'esame del Consiglio le mozioni 99 e 88 e le interpellanze 151 e 197 sull'Industria sarda.

Cagliari, 20 ottobre 2006 - Alla ripresa dei lavori il presidente Spissu ha comunicato all'aula che l'on. Ladu aveva confermato la volontà di ritirare la mozione sui porti franchi e che la conferenza dei capigruppo aveva deciso di procedere con l'esame delle mozioni e delle interpellanze presentate sui temi dell'industria. Si è proceduto perciò con l'illustrazione, da parte dell'on. La Spisa, della mozione n. 99, di cui è primo firmatario, sulle problematiche industriali ed energetiche. Il capogruppo di Forza Italia ha detto che sugli obiettivi da perseguire sui temi dell'industria e della energia non ci possono essere divisioni tra maggioranza e opposizione. Per l'on. La Spisa nel sistema Sardegna c'è una carenza strutturale del sistema partitico nel perseguire scelte strategiche e si è sempre andati avanti a tentoni, facendo un passo avanti e uno indietro. Questo ha portato ad una crisi strutturale di lunga durata che è sfociata nella situazione attuale in cui l'occupazione si è ridotta ulteriormente di 2000 unità. L'on. La Spisa ha sottolineato che è necessario recuperare il tempo perso, correggere errori e incertezze ma soprattutto capire quale è la strategia che la giunta regionale intende perseguire in materia di industria e di energia. Per la Spisa è necessario porre in essere una forte azione di tutto il sistema politico e istituzionale italiano e sardo nei confronti dell'Unione Europea perché siano autorizzate le tariffe speciali per le produzioni energivore al momento sottoposte ad una pericolosa procedura di infrazione. Dal punto di vista strutturale si deve decidere e finanziare una nuova centrale del Sulcis che affronti e risolva, contemporaneamente, il problema delle industrie chimiche e metallurgiche e della miniera Carbosulcis. Il consigliere azzurro ha invitato il presidente della giunta e l'assessore all'industria a intervenire con forza presso il Governo nazionale per l'attuazione degli impegni assunti. La mozione n. 88 è stata illustrata dal primo firmatario Vincenzo Floris (Ds) che, dopo aver espresso piena solidarietà ai presidenti Spissu e Floris per le aggressioni subite, ha detto che la mozione presentata tende a sollecitare la riapertura di un confronto con lo Stato in materia di industria e di energia. La situazione, infatti, è allarmante: se entro dicembre non si trova una soluzione c'è il rischio che l'Alcoa chiuda e che 700 dipendenti più 300 lavoratori delle aziende d'appalto restino senza lavoro. Stessa situazione per i 1000 lavoratori della Portovesme s.r.l.. Dunque, il momento è particolarmente delicato e l'apertura del tavolo con il ministro Bersani può rappresentare un'occasione unica. Il governo nazionale, infatti, deve definire un'azione combinata con la Regione, partendo dagli accordi sottoscritti, per combattere l'emergenza e proiettare il comparto isolano verso il futuro. L'on. Vincenzo Floris ha proposto che il Consiglio alla fine della discussione sulle mozioni e interpellanze approvi un ordine del giorno unitario. Le interpellanze 151 (Maninchedda e più) e 197 (Balia e più) sono state illustrate dall'on. Maninchedda (FAS) che ha invitato la giunta a presentare in aula la strategia per il rilancio dell'industria della Sardegna centrale. Il consigliere regionale ha ricordato alcuni dati Istat sulla povertà (che in Sardegna colpisce 1 famiglia su 6) e sull'occupazione (la crisi maggiore si ha nel settore manifatturiero dove ci sono 9000 posti in meno rispetto al passato, di cui 7000 nell'industria). L'on. Maninchedda ha esaminato le ragioni della profonda crisi del settore dovuta al fatto che ormai la fabbrica del mondo è in Oriente e che il grande capitale insegue i posti dove i costi della manodopera sono più bassi. Ma quale strategia è necessario adottare per creare sviluppo? Il concetto cardine è che la Sardegna non può uscire dalla crisi dell'industria solo con la ricchezza che produce, è necessario che ricada sulla fiscalità nazionale. Inoltre, il consigliere del Fas, rivolgendosi all'assessore all'industria, ha sottolineato l'esigenza che, prima di procedere con i cambiamenti radicali è necessario che la Sardegna si doti del Welfare, perché le riforme profonde non devono creare vittime tra chi lavora. In questo caso - ha specificato - welfare vuol dire politiche di sostegno al reddito. Il primo consigliere ad intervenire nel dibattito sulle mozioni e sulle interpellanze è stato l'on. Lombardo (F.I.) che ha sottolineato la scarsa presenza dei consiglieri regionali in aula. Sull'industria - ha detto il vicepresidente del Consiglio regionale - ci sono due distinte scuole di pensiero: c'è chi crede nello sviluppo del settore chi, invece, nell'alternativa. "Io sono convinta che l'industria può, e deve, rappresentare il fulcro dell'economia in Sardegna. Per la nostra isola se l'industria dovesse scomparire sarebbe un disastro". La Sardegna non può, infatti, rinunciare al lavoro di 9.000 persone soprattutto ora che non c'è una valida alternativa. Per il vicepresidente del Consiglio regionale in attesa che il progetto di sviluppo sul turismo si realizzi si deve puntare a rilanciare e potenziare l'esistente. Perché il turismo e l'industria devono e possono convivere in un "sistema Sardegna" dove i vari settori si integrino fra loro. Claudia Lombardo ha detto, inoltre, che l'opposizione è fortemente preoccupata per la mancanza di iniziative e di strategie da parte della giunta. "C'è troppa inerzia e troppa ambiguità da cui traspare la volontà di abbandonare l'industria sarda al suo destino". L'on. Lombardo ha concluso il suo intervento ribadendo l'indispensabilità dell'industria. L'on. Dedoni (Riformatori) spera che alla fine dei lavori di oggi l'aula non sia chiamata a dover esprimere un voto, visto l'esiguo numero di consiglieri presenti per partecipare alla discussione su un tema, come quello dell'industria, di importanza fondamentale per il futuro della Sardegna. L'esponente dei Riformatori ha chiesto maggiore chiarezza sulle strategie che la giunta intende portare avanti e ha sottolineato l'assenza del presidente Soru. Il consigliere regionale ha auspicato una unitarietà di intenti tra maggioranza e opposizione che certo non vuol dire appiattimento su una politica che, fino ad ora, non ha portato a nessun risultato. (r.r.)

"E' indispensabile un piano strategico ed il Consiglio lo vuole vedere e deve essere messo in grado di valutarlo", così il consigliere di Forza Italia, Nicolò Rassu, che col suo intervento ha chiuso la seduta odierna. "L'industria chimica rimane indispensabile e insostituibile -aveva esordito cominciando il proprio intervento- L'industria chimica anche quel poco che ne è rimasto copre infatti ben il 30 per cento del Prodotto interno lordo della Sardegna". Quanto alle alternative tante volte annunciate negli ultimi decenni, non se ne è vista alcuna, ha proseguito l'esponente forzista. "Riprendendo le parole di precedenti interventi -ha affermato Rassu- è impossibile che la nostra isola con le sue sole forze possa invertire l'attuale discesa verso il depauperamento e le dismissioni dell'apparato industriale. Ricordando anch'egli le diseconomie profonde derivanti dall'insularità, Rassu ha affermato essere necessario tornare indietro e riprendere i progetti riguardanti l'insediamento dell' industria della chimica fine e i programmi di sviluppo basati sulla piccola e media impresa. Il Presidente, quindi, come annunciato, ha chiuso la seduta rinviando i lavori a martedì prossimo, 24 ottobre, alle ore 10. (L.P.)